Intervento: Edmond
Velaj
CONGRESSO DELLA CAMERA DEL LAVORO DI FIRENZE
18-19-20 GENNAIO 2006
Questo è un momento molto importante per la
CDLM di Firenze, per le sue politiche del lavoro e le sue politiche
sindacali: politiche le quali si adottano per portare avanti un progetto
che durerà 4 anni. Un progetto che dovrà tenere conto della realtà del
lavoro che c’è oggi in Italia, della sua complessità, delle
problematiche che sono emerse in questi ultimi anni a causa della
legislazione
prodotta dal
governo attuale (ed uscente, io mi auguro!) la quale ha indebolito il
vigore della contrattazione collettiva e quella di secondo livello,
dovrà tenere conto anche della presenza dei lavoratori stranieri che
oggi rappresentano il 7,18%
degli iscritti nella provincia di Firenze.
Con due parole “RIPROGETTARE IL PAESE”, come
dice anche il documento congressuale.
RIPROGETTARE IL PAESE vuol dire fare i conti
con la legge 30; una legge che crea innumerevoli tipi di contratto (più
di 40!) rendendo i lavoratori sempre più precari e con sempre meno
tutele; una legge che consente alle imprese, di tutti i settori, di
delocalizzare senza alcun vincolo lasciando decine e decine di
lavoratori senza lavoro da oggi a domani e insieme a loro anche le loro
famiglie; una legge che ha dato possibilità alle imprese di evadere a
tante regole contrattuali rendendo cosi il mondo del lavoro un vero e
proprio FAR WEST, dove per esempio una volta vinto l’appalto di una
costruzione con un ribasso esagerato a farne le spese sono la sicurezza
e i diritti dei lavoratori, a volte anche di cantieri pubblici quindi
anche del Comune, della Provincia o della Regione enti che invece
dovrebbero combattere queste illegalità!
Quindi la condanna e la cancellazione totale
di quella legge richiesta dalla CGIL è una cosa che va portata avanti da
tutti noi con ferma determinazione.
RIPROGETTARE IL PAESE vuol dire fare i conti
con la legge “Bossi-Fini”; una legge che tende sempre di più a far
emergere la disuguaglianza tra cittadini italiani e cittadini stranieri
invece di cominciare ad eliminarla almeno giuridicamente, come per
esempio concedendo il diritto al voto
attivo e passivo ( quando passo davanti alla
bancherella che c’è qua su per la raccolta delle firme per il referendum
la sensazione che provo è come se qualcuno mi mettesse una torta davanti
e non potessi mangiarla!);
una legge che dà un permesso per stare in
Italia solo a chi ha un lavoro fisso! ricordate cosa ho appena detto in
merito alla legge 30 per quanto riguarda il lavoro fisso? non esiste
più!;
una legge che rende ancor più difficile la
vita di un immigrato, e rende ancor più difficile la convivenza (non
l’integrazione) sociale in quanto discriminatoria nei confronti degli
stranieri.
Sostengo quindi la tesi 6 la quale vuole la
cancellazione totale anche di questa legge al quanto discriminatoria e
razzista e insieme anche i CPT, che sono dei veri e propri lager!
RIPROGETTARE IL PAESE vuol dire riuscire a
bocciare la direttiva BOLKENSTEIN, che se passasse, allora sì che
diventerebbe tutto più difficile.
Avremmo lavoratori che anche se lavorassero
nello stesso posto e facessero lo stesso lavoro verrebbero pagati
diversamente, uno magari 60 o 70 euro al giorno e l’altro 10 o 15 euro
al giorno!
Ma vi rendete conto della drammaticità del
fatto?! Dei punti di vista cosi diversi con i quali vediamo il lavoro
noi e come lo vede il governo, in questo caso europeo!
RIPROGETTARE IL PAESE vuol dire garantire ai
lavoratori stranieri in questo caso a Firenze la rappresentanza
sindacale vera, quindi il 7% dei dirigenti della CDLM di Firenze
dovrebbe essere non italiani, se si vuole anche rispettare la tesi 10
del documento congressuale peraltro condivisa da tutti noi. E se non ci
sarà la giusta carica da parte vostra sul perseguimento di questa causa
ci penseremo noi a darvela! Pensavate che una volta che ci avete messi
dentro saremo stati buoni?
Vi sbagliavate!!! E’ uno scherzo ovviamente!
Sono sicuro che ce la metterete tutta, anzi ce la metteremo tutta!
Per fare tutto
questo, quindi riprogettare il paese, ci vuole sì buona volontà ma
quello che è più importante è la passione, perchè la passione è il sale
della CGIL, la passione è la caratteristica che ci distingue da tutti,
passione come quella del primo segretario della CDLM di Firenze
Sebastiano Del Buono
come ci ha ricordato Piccardi all’inizio del congresso che a me ha quasi
commosso sentirmi raccontare con quale passione e determinazione faceva
il suo lavoro e faceva nascere la Camera del Lavoro, la CGIL.
Quindi la CGIL
è nata dalla passione e noi non ne possiamo fare a meno anche dopo 100
anni.
Questa
passione, la passione quindi di rivendicare sempre i diritti, la
dobbiamo trasmettere anche ai lavoratori e secondo me si può fare stando
con loro nei luoghi di lavoro, parlando con loro e raccontandogli di
quello che la CGIL ha fatto nella sua storia piena di lotte sindacali
come quella dei lavoratori edili negli anni ‘60 per conquistare la casa
edile, due mesi di sciopero, o quella recentissima per l’articolo 18
quando a Roma si sono riuniti sotto un'unica causa 3 milioni di persone:
un numero uguale a tutta la popolazione albanese!
Questa è vera
passione!!!
Ce stato un
momento, quasi un anno fa, che io (e non solo io) ho visto incarnarsi
questo sentimento nei cuori dei lavoratori, e mi riferisco ai lavoratori
dell’azienda CIATTI: una di quelle aziende che ha delocalizzato
lasciando senza lavoro 34 lavoratori i quali pero non hanno mollato fino
alla fine. Non ce stato giornale locale che non abbia scritto, non ce
stato televisione locale che non ne abbia parlato delle RSU dell’azienda
CIATTI, della loro lotta per rivendicare i loro diritti. Anche se il
fine non è stato lieto la passione con la quale si sono battuti tutti
insieme solidali contro chi calpesta la dignità e i diritti dei
lavoratori è un valore per la CGIL.
E la Fillea,
quindi la CGIL, era sempre lì con loro, con la testa alta e fiera del
proprio lavoro, fiera di aver trasmesso a quei lavoratori, stando con
loro, la passione che è propria della CGIL.
Voglio,
concludendo, raccogliere tutto quello che ho detto sopra in una frase di
P. Togliatti.
“Dobbiamo
far uscire l’Italia da questa situazione dolorosa. Vogliamo che l’Italia
diventi un paese civile, dove sia sacra la vita dei lavoratori, dove
sacro sia il diritto dei cittadini al lavoro, alla libertà, alla pace!”
GRAZIE!
Firenze, 20
gennaio 2006