Abitare Sostenibile
News
a cura di Guliana
Giovannelli
Clima: accordo dell’Unione
Europea
Raggiunto in sede europea
l’accordo sul pacchetto clima. Sono cambiate parzialmente le posizioni
dell’Italia sulla valutazione dei costi benefici del 20-20-20 contro i
cambiamenti climatici.
L’Italia aveva chiesto a
Bruxelles una revisione degli standard da perseguire, considerati troppo onerosi
per un sistema industriale già provato dalla crisi economico finanziaria. Per
l’Unione Europea, critica sulle stime italiane, si trattava invece di obiettivi
indiscutibili.
Secondo gli studi effettuati
dal Governo i costi del pacchetto clima si attestano intorno ai 18 miliardi di
euro all’anno, con un peso dell’1,14% sul Pil. I dati, contestati dall’Ue, non
terrebbero però in conto l’aumento dell’occupazione, per cui si prevede un
incremento dello 0,3%. Critico anche il presidente di turno francese Nicolas
Sarkozy, per cui abbandonare il pacchetto clima rappresenterebbe una
dimostrazione di irresponsabilità.
La successiva istituzione di
un tavolo tecnico per la verifica dei dati raccolti, culminato con il recente
Vertice di Bruxelles, ha contribuito all’individuazione di un accordo. Una
soluzione che lascia soddisfatti sia l’Italia che i Paesi membri dell’Est
europeo, diventati di recente sostenitori delle soluzioni più moderate proposte
dal Ministro Prestigiacomo.
Restano ferme le quote del
20-20-20, per la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra entro il 2020 e
l’aumento per la stessa percentuale di efficienza energetica e produzione da
fonti rinnovabili.
Il compromesso è stato
raggiunto sulle modalità di attuazione più graduale. Per le industrie che non
corrono il rischio della delocalizzazione è previsto l’obbligo di acquisto del
20% dei diritti di emissione nel 2013 per passare al 70% nel 2020 e raggiungere
il 100% entro il 2025. In questo modo vengono tutelate le produzioni portanti
europee, come il settore manifatturiero e quelli di acciaio, cemento e
alluminio.
Entro il 2013 si valuteranno
poi gli esiti della conferenza Onu di Copenhagen in cui si attendono le
posizioni di Stati Uniti, Cina e India. L’Italia, che ha proposto la clausola di
revisione per il 2014, aveva minacciato di porre il veto alle trattative. Se
nella conferenza dell’Onu si opterà per la revisione del processo di codecisione
la possibilità di apporre il veto non troverà però riscontro.
Il documento, che non lascia
entusiaste le associazioni ambientaliste perché considerato “annacquato”,
passerà l’ulteriore analisi del Consiglio Europeo, Europarlamento e Commissione
Europea.
Fonte: Paola Mammarella,
15/12/2008
Risparmio energetico:
Decreto anticrisi: presentati
oltre mille emendamenti
“Mi batterò in Parlamento
perchè venga ripristinata la misura sulla detrazione degli interventi negli
edifici privati per il risparmio energetico”. Lo ha affermato ieri il Ministro
dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nel corso della trasmissione Mattino
Cinque, su Canale 5.
Il riferimento è alla norma,
introdotta dal governo Prodi, che prevede la detrazione al 55% delle spese
sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici, che il DL 185/2008
anticrisi ha reso più difficile.
Nei giorni scorsi il Ministro
dell’Economia Giulio Tremonti si è detto disponibile a cancellare la
retroattività della norma e, nelle stesse ore, il Ministro Prestigiacomo ha
annunciato l’intenzione di presentare un emendamento governativo per cancellare
in toto l’art. 29 del DL 185/2008.
Ma degli oltre mille
emendamenti al DL 185/2008 presentati alle commissioni Bilancio e Finanze della
Camera, nessuno finora è arrivato dal Governo o dai relatori.
Gli emendamenti sono stati
esaminati ieri nel corso di una riunione della maggioranza durante la quale i
tecnici del Ministero dell’Economia hanno verificato la possibilità di
incrementare di 2-3 miliardi di euro le risorse (6,3 miliardi) già messe in
campo dal DL anticrisi. Il via libera al nuovo stanziamento farebbe tornare
l’automatismo della detrazione per la riqualificazione energetica, che però
potrebbe ridursi al 40-45% delle spese sostenute, come preannunciato la scorsa
settimana.
Questa mattina, in una
riunione tra esecutivo e Pdl, sarà effettuata una prima ricognizione sugli
emendamenti. Sempre oggi il disegno di legge di conversione inizierà l’esame da
parte delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che dovrà concludersi
il 23 dicembre. Il testo sarà poi votato in Commissione il 9 gennaio 2009, per
approdare in Aula il 12 gennaio.
Fonte: Rossella
Calabrese,17/12/2008.
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