AbitareSostenibile

 

Appendice 1:

Glossario cronologico:

 

 

  

“L'idea di Edilizia Sostenibile è quella di una città e di un ambiente in cui ciascuno di noi vorrebbe vivere e che quindi ognuno di noi si impegna a realizzare e a conservare, in cui si progetta e si costruisce solo qualità,' Architettura' invece che di edilizia. L'etica del vivere”[1].

 

Per capire meglio significati e ambiti vale la pena ripercorrere brevemente le vicende e puntualizzare le definizioni, perché i termini ricorrenti nella letteratura di settore sono molteplici: bioarchitettura, bioedilizia, architettura sostenibile, architettura naturale, architettura bioclimatica, architettura biocompatibile, ecc. e le loro derivazioni quali abitare naturale, costruire sostenibile, ecc. fanno presumere scale diverse di approccio architettonico o territoriale che non sempre corrispondono  alla realtà[2].

 

A seguito della notevole risonanza del rapporto pubblicato dal Massachusets Institute of Tecnology[3] che denunciava la limitatezza delle risorse naturali e preannunciava la futura incapacità dell'ambiente di assorbire emissioni e rifiuti, sottolineando la necessità di studiare un nuovo modello strategico di crescita globale, e a seguito della crisi petrolifera che seguì, si cominciò a parlare 'architettura ecologica' , definita   come architettura attenta alle relazioni tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, una definizione terminologica ad ampio raggio che poteva abbracciare sia i principi relativi alla sostenibilità ambientale, sia i temi di economia e programmazione, sia quelli legati al benessere fisico dell'individuo.[4]

 

La locuzione architettura  ecologica fu sostituita con ‘architettura bioclimatica’ definita come architettura attenta ai rapporti tra uomo e clima, in quanto si era scelto di focalizzare le ricerche sull’energia naturale, ne sono conseguiti gli studi basati sull’energia solare e sulle influenze esercitate dall’attività dell’uomo sul clima, dimostrandone le possibili conseguenze a livello globale. Da allora, l’architettura bioclimatica continua a essere definita come ‘quel tipo di architettura che ottimizza le relazioni energetiche con l’ambiente naturale circostante mediante il suo disegno architettonico’: per esempio, è quella che, grazie alla sua conformazione fisica e all’orientamento, sfrutta le brezze estive per raffrescare e ventilare gli interni, si apre al sole d’inverno e si chiude al sole estivo. Nell’architettura bioclimatica sono comprese le terminologie architettura solare, architettura passiva, e architettura a basso consumo energetico rispondenti ad uno standard energetico[5], in quanto aspetti parziali dello stesso problema: su edifici costruiti seguendo i principi della bioclimatica, si possono inserire sistemi solari attivi o passivi[6], che, attraverso l’illuminazione naturale, la conservazione e la captazione del calore, l’accumulo termico ecc., rendono la costruzione meno dipendente dall’energia elettrica.

 

Alcuni hanno ritenuto necessario precisare che l’attività del costruire dovesse essere finalizzata alla vita,’bios’,rispettando l’ambiente, pensando ad un uso razionale di energia e materiali  e al loro reimpiego, nel convogliare tecnologie e materiali della produzione industriale verso soluzioni compatibili con le esigenze dell’utenza, la salvaguardia dell’ambiente e la creatività del progettista. Da questo concetto è nata nei primi anni ’80 nel nord Europa la ‘, Baubiologie’ , biologia del  costruire, che riconsidera ciò che l’edilizia degli ultimi anni aveva perso: il rapporto fisico e culturale con il luogo, con i materiali e le tecnologie locali, il rapporto con gli abitanti e con le loro esigenze di vita.

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 1983, denunciò la sick building syndrome, sindrome da edificio malsano, descrivendone accuratamente i principali sintomi e attribuì le cause principali dell’inquinamento indoor alle esalazioni dei materiali isolanti artificiali, vernici, laccature, diluenti e impregnanti, rivestimenti sintetici di pareti e soffitti.

Nacque la bioedilizia ,che è la disciplina progettuale di indirizzo ecologico e salutistico che mette al centro dell’attenzione la salute dell’uomo negli ambienti costruiti[7], usando materiali, processi e metodi attenti al benessere dell’uomo e a basso impatto ambientale.

Nel 1989, a Milano, l’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica,Anab, utilizza la locuzione architettura bioecologica, spiegandola ufficialmente come derivata da Architettura, arte di costruire, Bio ,favorevole alla vita, Eco, in equilibrio con l’ambiente, Logica,intelligente, razionale. Un impegno a tutto campo, affinché l’ architettura biocompatibile, cioè in armonia con l’uomo  non sia valutata solamente secondo il grado di utilizzo o, peggio, come sommatoria di materiali ecologici e fonti energetiche alternative.

Alla fine degli anni ottanta,ispirandosi all’Istituto di Biologia ed Ecologia delle Costruzioni, fondato da Anton Schneider, nella Germania federale,Ugo Sasso registra sotto copyright la parola bioarchitettura,architettura per l’uomo, e fonda l’omonima rivista e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar), con sede a Bolzano.

 

La ‘bioarchitettura,comprendendo la bioedilizia, è il processo complesso che mette in relazione il luogo, l’utente, e l’edificio.

Si definisce bioarchitettura l'insieme delle discipline che attuano e presuppongono un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell'ecosistema antropico-ambientale. In una visione caratterizzata dalla più ampia interdisciplinarietà e da un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse, la bioarchitettura tende alla conciliazione ed integrazione delle attività e dei comportamenti umani con le preesistenze ambientali ed i fenomeni naturali, al fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita attuale e futura  delle generazioni future[8].

 

Lo sviluppo sostenibile è’ il soddisfacimento della qualità della vita mantenuto entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono’, [9] dove per capacità di carico degli ecosistemi si intende la capacità naturale, che un ecosistema possiede, di assicurare produzione di energia e di materie prime, a fini economici, senza impoverirsi e senza degradarsi.

 

L’edilizia sostenibile’ investe un concetto  ancora più ampio di quello di  bioarchitettura, include l’intero processo nei suoi aspetti sociali,economici, e territoriali,  in modo da rispecchiare il concetto di sviluppo sostenibile, che non deve soddisfare solo il fattore energetico e bioclimatico e la scelta dei materiali e delle tecniche della bioedilizia, ma anche agli aspetti sociali, politici, etici e filosofici.

Il controllo di questo insieme complesso di fattori necessita di un metodo di progettazione diverso da quello ‘convenzionale’ che, partendo dalla conoscenza del luogo in cui si colloca l'intervento, permette di definire gli obiettivi ambientali, di uso razionale delle risorse, di benessere e di qualità formale, durante tutta la vita dell'insediamento edilizio.Alcuni dei principi progettuali alla base della Edilizia Sostenibile sono: analisi del sito, comfort  termico, comfort  acustico, risparmio energetico, risparmio risorsa idrica, utilizzo materiali bioedili preferibilmente locali, attenzione inquinamento indoor, valutazione degli spazi esterni come parte integrante dei progettiI vantaggi che ne derivano sono i seguenti: qualità totale dell’intervento, qualità della città e del territorio, risparmio delle risorse naturali, salubrità e comfort ambientale, alto grado di soddisfazione dell’utenza, partecipazione, risparmi di gestione e manutenzione, riciclabilità materiali, minore impatto ambientale, minori emissioni, costi sostenibili con agevolazioni enti pubblici, creazione di nuova occupazione qualificata, qualificazione delle imprese, competizione, elevato valore Pil.

 


 

[1] Masi M., 'La sostenibilità in edilizia' in Ponte n. 6, 2005.

[2] Belski M.P.,Bio-limiti. I confini dell'abitare bioecologico

[3] Mit-Club di Roma,I limiti dello sviluppo, trad. it., Mondatori, Milano, 1983.

[4] La parola ecologia fu coniata nel 1866 dal naturalista tedesco Ernst Haeckel, per indicare l’economia degli organismi. Nel linguaggio sostenibile significa agire con la piena consapevolezza delle limitate risorse naturali e degli effetti distruttivi o dannosi delle azioni umane.

[5]Si possono distinguere varie classi di prestazione energetica. Adottando come indicatore il consumo energetico annuale a metro quadrato di superficie utile riscaldata, kWh/mq.a:  edifici a basso consumo energetico, classe casa clima A consumo inferiore a 30 kWh/mqa,Casa 3 litri in quanto utilizza per il riscaldamento dell’edificio solo 3 litri di gasolio per metro quadrato di superficie calpestabile edifici passivi, consumo inferiore a 15 kWh/mqa,edifici a consumo energetico zero.

[6] I sistemi solari passivi sono solitamente integrati nell’involucro edilizio e sfruttano meccanismi di trasferimento termico innescati naturalmente, (per irraggiamento, conduzione e convezione, come si ha nelle serre, nelle pareti solari o a intercapedine, con i collettori ad aria e accumulatore di calore. I sistemi solari attivi sono caratterizzati da elementi di captazione dell’energia solare, generalmente posati sul tetto, collettori o pannelli solari, e da un impianto di movimentazione del fluido, acqua o aria, utilizzato per il trasferimento del calore all’ambiente o a un serbatoio di accumulo. Sono definiti attivi perché necessitano di energia elettrica per movimentare il fluido, pompe o ventilatori, a seconda del tipo di fluido. Alle nostre latitudini, tali sistemi devono sempre essere integrati con un sistema ausiliario di riscaldamento, che sopperisca al fabbisogno termico nei periodi di scarso soleggiamento. Le celle fotovoltaiche rientrano nel sistema solare attivo.

[7] Wienke U., Dizionario dell’edilizia bioecologica, Tipografia del Genio civile, Roma, 1999.

Nell’ambito dei materiali, per specificare ulteriormente la bioedilizia, sono diffusi i termini ecocompatibilità e biocompatibilità. Con il primo, si intende l’insieme di caratteristiche che un materiale deve avere nei confronti dell’ecosistema, cioè essere prodotto con poca energia pregiata (fossile) e riciclabile o proveniente da riciclaggio. Con il secondo, si intende l’insieme di caratteristiche che un materiale deve avere nei confronti degli esseri viventi, cioè non deve danneggiare la salute dell’uomo e delle altre forme di vita in tutti i processi del suo ciclo vitale: produzione, montaggio, uso, dismissione.

 

[8]Definizione di Sviluppo sostenibile: “sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie”. Relazione Bruntland- World Commission n Enviroment and Development, 1987

[9]  Definizione contenuta nel rapporto Caring for the Earth. Prendersi cura della Terra, strategia per un vivere sostenibile, curato nel 1991 dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (Unep), dalla World Conservation Union (Iucn) e dal Fondo Mondiale per la Natura (Wwf).

 

a cura di: Giuliana Giovannelli

contatti

Home page

Regione Abruzzo

Regione Basilicata

Regione Calabria

Regione Campania

Regione Emilia Romagna

Regione Friuli Venezia Giulia

Regione Lazio

Regione Liguria

Regione Lombardia

Regione Marche

Regione Molise

Regione Piemonte

Regione Puglia

 Regione Sardegna

Regione Sicilia

Regione Toscana

Regione Trentino Alto Adige

Regione Umbria

Regione Val D’Aosta

 Regione Veneto

Considerazioni

Politiche abitative

DisagioAbitativo

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Via G.B. Morgagni 27 - 00161 Roma - Tel: ++39 06 44.11.41  fax: ++39 06 44.23.58.49  Home page filleacgil                                                                                   ©Grafica web michele Di lucchio