AbitareSostenibile |
Appendice 1:
Glossario cronologico:
“L'idea di Edilizia
Sostenibile è quella di una città e di un ambiente in cui ciascuno di noi
vorrebbe vivere e che quindi ognuno di noi si impegna a realizzare e a
conservare, in cui si progetta e si costruisce solo qualità,' Architettura'
invece che di edilizia. L'etica del vivere”.
Per capire meglio
significati e ambiti vale la pena ripercorrere brevemente le vicende e
puntualizzare le definizioni, perché i termini ricorrenti nella letteratura di
settore sono molteplici: bioarchitettura, bioedilizia, architettura sostenibile,
architettura naturale, architettura bioclimatica, architettura biocompatibile,
ecc. e le loro derivazioni quali abitare naturale, costruire sostenibile, ecc.
fanno presumere scale diverse di approccio architettonico o territoriale che non
sempre corrispondono alla realtà.
A seguito della notevole
risonanza del rapporto pubblicato dal Massachusets Institute of Tecnology
che denunciava la limitatezza delle risorse naturali e preannunciava la futura
incapacità dell'ambiente di assorbire emissioni e rifiuti, sottolineando la
necessità di studiare un nuovo modello strategico di crescita globale, e a
seguito della crisi petrolifera che seguì, si cominciò a parlare
'architettura ecologica' , definita come architettura attenta alle
relazioni tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, una definizione terminologica
ad ampio raggio che poteva abbracciare sia i principi relativi alla
sostenibilità ambientale, sia i temi di economia e programmazione, sia quelli
legati al benessere fisico dell'individuo.
La locuzione architettura
ecologica fu sostituita con ‘architettura bioclimatica’ definita come
architettura attenta ai rapporti tra uomo e clima, in quanto si era scelto
di focalizzare le ricerche sull’energia naturale, ne sono conseguiti gli studi
basati sull’energia solare e sulle influenze esercitate dall’attività dell’uomo
sul clima, dimostrandone le possibili conseguenze a livello globale. Da allora,
l’architettura bioclimatica continua a essere definita come ‘quel tipo di
architettura che ottimizza le relazioni energetiche con l’ambiente naturale
circostante mediante il suo disegno architettonico’: per esempio, è quella
che, grazie alla sua conformazione fisica e all’orientamento, sfrutta le brezze
estive per raffrescare e ventilare gli interni, si apre al sole d’inverno e si
chiude al sole estivo. Nell’architettura bioclimatica sono comprese le
terminologie architettura solare,
architettura passiva, e
architettura a basso consumo energetico rispondenti ad uno standard
energetico,
in quanto aspetti parziali dello stesso problema: su edifici costruiti seguendo
i principi della bioclimatica, si possono inserire sistemi solari attivi o
passivi,
che, attraverso l’illuminazione naturale, la conservazione e la captazione del
calore, l’accumulo termico ecc., rendono la costruzione meno dipendente
dall’energia elettrica.
Alcuni hanno ritenuto
necessario precisare che l’attività del costruire dovesse essere finalizzata
alla vita,’bios’,rispettando l’ambiente, pensando ad un uso razionale di energia
e materiali e al loro reimpiego, nel convogliare tecnologie e materiali della
produzione industriale verso soluzioni compatibili con le esigenze dell’utenza,
la salvaguardia dell’ambiente e la creatività del progettista. Da questo
concetto è nata nei primi anni ’80 nel nord Europa la ‘, Baubiologie’ ,
biologia del costruire, che riconsidera ciò che l’edilizia degli ultimi anni
aveva perso: il rapporto fisico e culturale con il luogo, con i materiali e le
tecnologie locali, il rapporto con gli abitanti e con le loro esigenze di vita.
Il rapporto
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 1983, denunciò la sick
building syndrome, sindrome da edificio malsano, descrivendone accuratamente
i principali sintomi e attribuì le cause principali dell’inquinamento indoor
alle esalazioni dei materiali isolanti artificiali, vernici, laccature, diluenti
e impregnanti, rivestimenti sintetici di pareti e soffitti.
Nacque la
bioedilizia’ ,che è la
disciplina progettuale di indirizzo ecologico e salutistico che mette al centro
dell’attenzione la salute dell’uomo negli ambienti costruiti,
usando materiali, processi e metodi attenti al benessere dell’uomo e a basso
impatto ambientale.
Nel 1989, a Milano,
l’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica,Anab, utilizza la locuzione
architettura bioecologica, spiegandola ufficialmente come derivata
da Architettura, arte di costruire, Bio ,favorevole alla vita, Eco, in
equilibrio con l’ambiente, Logica,intelligente, razionale. Un impegno a tutto
campo, affinché l’ architettura biocompatibile, cioè in armonia
con l’uomo non sia valutata solamente secondo il grado di utilizzo o,
peggio, come sommatoria di materiali ecologici e fonti energetiche alternative.
Alla fine degli anni
ottanta,ispirandosi all’Istituto di Biologia ed Ecologia delle Costruzioni,
fondato da Anton Schneider, nella Germania federale,Ugo Sasso registra sotto
copyright la parola bioarchitettura,architettura per l’uomo, e fonda
l’omonima rivista e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar), con sede a
Bolzano.
La ‘bioarchitettura’,comprendendo
la bioedilizia, è il processo complesso che mette in relazione il luogo,
l’utente, e l’edificio.
Si definisce
bioarchitettura l'insieme delle discipline che attuano e presuppongono un
atteggiamento
ecologicamente
corretto nei confronti dell'ecosistema
antropico-ambientale. In una visione caratterizzata dalla più ampia
interdisciplinarietà e da un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse, la
bioarchitettura tende alla conciliazione ed integrazione delle attività e dei
comportamenti umani con le preesistenze ambientali ed i fenomeni naturali, al
fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita attuale e futura
delle generazioni future.
Lo sviluppo
sostenibile è’ il soddisfacimento della qualità della vita mantenuto
entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono’,
dove per capacità di carico degli ecosistemi si intende la capacità
naturale, che un ecosistema possiede, di assicurare produzione di energia e di
materie prime, a fini economici, senza impoverirsi e senza degradarsi.
L’edilizia sostenibile’
investe un concetto ancora più ampio di quello di bioarchitettura, include
l’intero processo nei suoi aspetti sociali,economici, e territoriali, in
modo da rispecchiare il concetto di sviluppo sostenibile, che non deve
soddisfare solo il fattore energetico e bioclimatico e la scelta dei materiali e
delle tecniche della bioedilizia, ma anche agli aspetti sociali, politici, etici
e filosofici.
Il controllo di questo
insieme complesso di fattori necessita di un metodo di progettazione diverso da
quello ‘convenzionale’ che, partendo dalla conoscenza del luogo in cui si
colloca l'intervento, permette di definire gli obiettivi ambientali, di uso
razionale delle risorse, di benessere e di qualità formale, durante tutta la
vita dell'insediamento edilizio.Alcuni dei principi progettuali alla base della
Edilizia Sostenibile sono: analisi del sito, comfort termico, comfort
acustico, risparmio energetico, risparmio risorsa idrica, utilizzo materiali
bioedili preferibilmente locali, attenzione inquinamento indoor, valutazione
degli spazi esterni come parte integrante dei progettiI vantaggi che ne derivano
sono i seguenti: qualità totale dell’intervento, qualità della città e del
territorio, risparmio delle risorse naturali, salubrità e comfort ambientale,
alto grado di soddisfazione dell’utenza, partecipazione, risparmi di gestione e
manutenzione, riciclabilità materiali, minore impatto ambientale, minori
emissioni, costi sostenibili con agevolazioni enti pubblici, creazione di nuova
occupazione qualificata, qualificazione delle imprese, competizione, elevato
valore Pil.
Masi M., 'La sostenibilità in edilizia' in Ponte n. 6, 2005.
Belski M.P.,Bio-limiti. I confini dell'abitare bioecologico
Si
possono distinguere varie classi di prestazione energetica. Adottando
come indicatore il consumo energetico annuale a metro quadrato di
superficie utile riscaldata, kWh/mq.a: edifici a basso consumo
energetico, classe casa clima A consumo inferiore a 30 kWh/mqa,Casa 3
litri in quanto utilizza per il riscaldamento dell’edificio solo 3 litri
di gasolio per metro quadrato di superficie calpestabile edifici
passivi, consumo inferiore a 15 kWh/mqa,edifici a consumo energetico
zero.
I sistemi solari passivi sono solitamente integrati
nell’involucro edilizio e sfruttano meccanismi di trasferimento termico
innescati naturalmente, (per irraggiamento, conduzione e convezione,
come si ha nelle serre, nelle pareti solari o a intercapedine, con i
collettori ad aria e accumulatore di calore. I sistemi solari attivi
sono caratterizzati da elementi di captazione dell’energia solare,
generalmente posati sul tetto, collettori o pannelli solari, e da un
impianto di movimentazione del fluido, acqua o aria, utilizzato per il
trasferimento del calore all’ambiente o a un serbatoio di accumulo. Sono
definiti attivi perché necessitano di energia elettrica per movimentare
il fluido, pompe o ventilatori, a seconda del tipo di fluido. Alle
nostre latitudini, tali sistemi devono sempre essere integrati con un
sistema ausiliario di riscaldamento, che sopperisca al fabbisogno
termico nei periodi di scarso soleggiamento. Le celle fotovoltaiche
rientrano nel sistema solare attivo.
Definizione
di Sviluppo sostenibile:
“sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la
possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie”.
Relazione Bruntland- World Commission n Enviroment and Development, 1987
Definizione contenuta nel rapporto
Caring for the Earth. Prendersi cura della Terra, strategia per un
vivere sostenibile, curato nel 1991 dal Programma per l’Ambiente delle
Nazioni Unite (Unep), dalla World Conservation Union (Iucn) e dal Fondo
Mondiale per la Natura (Wwf).
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