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Restauro Militello 29 aprile 2006

 

COMUNE DI MILITELLO VAL DI CATANIA

PROVINCIA DI CATANIA

 

        OGGETTO: RESTAURO CONSERVATIVO DEL CORPO CENTRALE DELLA FONTANA MONUMENTALE DELLA ZIZZA

 

         PROGETTO CIASCUNO PER LE PROPRIE COMPETENZE

 

A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI CATANESI

                                VIA ANTONIO DE CURTIS, 4 - MISTERBIANCO (CT) - CELL +39 333 1035472

                                FAX  +39 095 7652861 - C.F. 04280260870 - restauratoricatanesi@libero.it

 

FRANCESCO ROTIROTI ARCHITETTO

                               VIA IMPERIA, 3 95128 CATANIA – TEL +39 095 7167922 CELL +39 347 3620586

                                rotiroti@alice.it

FALESCHINI FRANCESCA TECNICO RESTAURATORE

       VIA L. BARTOLANI, 10 – CISTERNA DI LATINA (LT) – CELL +39 320 0569382 – fafale@libero.it

   ELENCO ELABORATI

- RELAZIONE STORICA

- RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO

- IPOTESI D’INTERVENTO

- ELABORATI GRAFICI

                       01 – INQUADRAMENTO

    02 – RADDRIZZAMENTO FOTOGRAFICO

                       03 – RILIEVO DELLO STATO DI FATTO

                       04 – ELEMENTI COSTITUTIVI

- SCHEDE TECNICHE DEI MATERIALI D’INTERVENTO PREVISTI

 

          CATANIA, 16 Dicembre 2005                                                    

 

IL PROPRIETARIO                                                  I PROGETTISTI

 

COMUNE DI MILITELLO VAL DI CATANIA – PROVINCIA DI CATANIA

_________________

RESTAURO CONSERVATIVO DEL CORPO CENTRALE DELLA FONTANA MONUMENTALE DELLA ZIZZA

 

 

 

RELAZIONE STORICA

 

Oggetto: bassorilievo

ubicazione: piazza della “Zizza” in Militello Val di Catania

datazione: 1607 ante quem

attribuzione: Giandomenico junior Gagini

materia e tecnica: marmo scolpito

dimensioni: 113 x 112 CM

proprietà: Comune di Militello Val di Catania

 

descrizione: Bassorilievo personificante la ninfa Zizza sbalzato a nicchia con cornice trabeata, strutturato come archetipo di fondo di una piccola architettura profana. Il mezzo tondo è inquadrato da un’edicola a pilastri ionici, interpretando il tema strutturale del portale su facciata.

L’insieme plastico si colloca al centro di una fontana monumentale, articolata su parete, con perimetro a gradoni sormontati da elementi scultorei. Rispettivamente, a destra e a sinistra dell’edicola si collocano due nicchie a conchiglione, inquadranti protomi configurati a testa  leonina, dalla cui bocca sgorga l ‘acqua raccolta dalle vasche sottostanti. Alla base del monumento è impiantata una vasca ottagonale, sormontata da una maschera grottesca.

Il bassorilievo della Zizza è modellato a mezza figura, leggermente di tre quarti, avviluppata da un aderente panneggio ad ampi drappeggi cadenzati, che ne lasciano trasparire le aggraziate forme anatomiche. Il volto, lievemente reclinato verso sinistra, si esprime con soave eleganza attraverso la purezza delle linee dei tratti fisionomici, pressoché fanciulleschi. Mentre, l’accennato ed enigmatico sorriso, insieme alla classica acconciatura, concorre al gusto raffinato dei modellati. La leggiadria delle forme traspare, pure, dal gesto innocente della mano sinistra: le dita, elegantemente affusolate, premono il capezzolo del voluttuoso seno, da dove sgorga un lieve zampillo d’acqua  che si riversa nelle due sottostanti fonti.  Lo stesso garbo si rivela nelle movenze della mano destra, la quale sembra additare un nastro svolazzante, sopra la morbida chioma, in cui campeggia la scritta : Qui sitis parce mentiri. Nella base del bassorilievo, l’iscrizione è completata  dalle parole non sine temperantia.

 

notizie storico-critiche: la fontana si trova nell’omonima piazza della Zizza, nonchè atrio cortile del castello Barresi-Branciforti, al centro di una suggestiva cornice scenografica. Il monumento è inquadrato dalla quinta architettonica di un ampio arco medievale, la Porta della Terra, in origine l’unica via di accesso al confinante castello turrito.  

La costruzione della fontana risale al 1607. In quell’anno si celebrava l’incanalamento, in contrada Zizza, delle acque potabili, i cui lavori iniziarono due anni prima su commissione del principe Francesco Branciforti.

Nel 1623 lo storico Pietro Carrerra (1573-1647), già al servizio del principe, compose e pubblicò un idillio pastorale dedicato alla ninfa Zizza, sulla scia delle metamorfosi di Ovidio. Nell’allegoria del Carrera, la giovane Zizza rappresenta una fonte che scorre nell’omonima contrada di Militello, dando origine al fiume Lèmbasi. L’artificio poetico vuole la ninfa innamorata del pastore Lèmbasi, ma per sfuggire ai corteggiamenti del ricco e forte Militeo, fondatore di Militello, si trasforma in una fonte. Lèmbasi, a sua volta, avendola perduta si tramuta per il dolore in fiume, ricongiungendosi con la sua amata.  Il 18 settembre 1947, in occasione del terzo centenario della morte del Carrera, la città di Militello fece scolpire da Guglielmo Volpe il busto del poeta storico e  ristampò il poemetto della Zizza.

La storiografia critica letteraria non è unanime circa l’epoca e l’autore del bassorilievo della Zizza. Del resto, le fonti storiche documentarie sono assai scarse, mentre l’indagine archivistica non ha ancora portato ai risultati sperati. Nell’attesa di altri contributi storiografici, il bassorilievo viene attribuito a Giandomenico junior Gagini, la cui opera come quella del padre Antonuzzo è nota soprattutto per l’attività svolta in Caltagirone. (Cfr., Militello in Val di Catania, supplemento al n. 6, anno ottavo, di Kalos, 1996, p.28).

In effetti, i rapporti di questa illustre famiglia con Militello, furono continui per tutto il XVI secolo e oltre, considerando a monte il tessuto artistico culturale creatosi con le corti feudali dei Barresi e dei Branciforti. In particolare, dallo spoglio archivistico dei carteggi relativi ai notai di Militello della seconda metà del XVI secolo, è emersa la presenza nella cittadina di Antonuzzo Gagini padre di Giandomenico ( Cfr., G. PAGNANO, Un Organismo centrico della Maniera…, supplemento al quaderno 13 del Dipartimento di architettura e Urbanistica dell’Università di Catania, p. 17) .

Tra le curiosità, le fonti parlano di un contenzioso tra il marchese Barresi e i Gagini, che vede Antonuzzo Gagini carcerato nel su citato maniero di Militello.

Oltre tutto, è nota l’attività di Giandomenico Gagini a Militello tra il 1617  e il 1618. L’artista prese parte alla decorazione plastica di alcune cappelle, come quelle del convento di San Francesco, i cui resti oggi si conservano all’interno del museo di San Nicolò. Il caso vuole che, lo stesso Giandomenico realizzò a Caltagirone tra il 1605 e il 1607, quindi nello stesso lasso di tempo della costruzione della fontana Zizza, un serbatoio d’acqua dal fiume Semini, insieme a tali Tommaso Giarracca e Luca Favigliani (Cfr. Gagini Giandomenico jr., in L. Sarullo, Dizionario degli Artisti Siciliani, vol. III Scultura, a cura di M.A. Spadaro, Palermo 1993, p. 140).  

Tuttavia, l’attribuzione del bassorilievo a Giandomenico Gagini, anche se suffragata dal raffronto di elementi stilistici e cronologici, non ha ancora trovato riscontro negli archivi.

Alfredo Entità, infatti, non si conforma all’attribuzione gaginiana (Cfr., A. Entità, Rievocazione di un centenario dal poemetto “zizza” di P. Carrera ad un bassorilievo della stessa ninfa, in “La Rupe, Rassegna di Critica d’Arte e Pensiero, Anno I, n. 2-3, 1948, pp. 27-31). Lo storico parla di un diverso linguaggio formale tra il bassorilievo, fatto risalire alla seconda metà del XVI secolo in seno al tardo Rinascimento, e la fontana prettamente barocca in cui è inserito. Inoltre, avanza l’ipotesi secondo cui la mano di esecuzione sarebbe da ricercare nell’ambito della scultura dei Della Robbia di cui esiste  in città la famosa Natività, oggi in  Santa Maria della Stella, commissionata ad Andrea della Robbia dal Marchese Barresi nel 1487. L’ Entità sostiene che il bassorilievo, in pregevole marmo rispetto alla materia della fontana, poteva far parte di un’altra fonte ornamentale, probabilmente, a decoro di un altro ambiente del medesimo castello. Successivamente, la Zizza potrebbe essere stata trasferita e adattata alla fontana attuale per preservarla dal già decadente castello, evitandone la dispersione come è stato per altri avanzi della storica fortezza.

Il bassorilievo della Zizza meriterebbe, dunque, un approfondito studio, in quanto patrimonio della collettività, non solo di Militello, ma della Sicilia intera. L’opera stessa in quanto tributo alla ninfa, suggerisce le proprie connotazioni culturali le quali definiscono il tratto distintivo del suo essere episodio plastico di una forma-espressione.

Infatti, risulta evidente l’invito e l’esigenza di far conoscere meglio questa antichissima cittadina di Militello, spesso dimenticata, a volte vittima dell’incuria, o di quella negligenza non consona alla conservazione e alla fruizione di quel patrimonio storico-artistico di notevole importanza, soprattutto per l’identità stessa della città.

Il bassorilievo recentemente è stato smontato e trasferito nei locali del Museo Civico Guzzone di Militello, per preservarlo dall’incuria del tempo.

 

A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI CATANESI

 

RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO

 

 

Il rilievo marmoreo del corpo centrale della fontana monumentale “della Zizza”, opera di pregevole fattura, si trova in uno stato di conservazione tale da ritenere indispensabile un intervento di restauro che ne restituisca l’originario valore storico ed artistico.

L’opera si presenta composta da tre parti: formella centrale, trabeazione e lesena destra accostate tra loro e sigillate con un materiale siliconico non idoneo.

Sulla superficie lapidea sono riscontrate diverse forme di degrado i cui principali fattori sono di natura sia termoigrometrica che idrica, per l’acqua a cui l’opera era copiosamente esposta, oltre ai fattori chimico-fisici quali la cristallizzazione superficiale dei sali solubili e degli ioni metallo.

L’opera è stata momentaneamente esposta all’interno del cortile del museo civico “S. Guzzone” del comune di Militello Val di Catania ed è stata riproposta sulla fontana con una copia.

I depositi superficiali accumulatisi nel corso del tempo celano le reali condizioni del tessuto lapideo, la superficie del bassorilievo presenta mancanze localizzate di parti di marmo di origine antropica ed un’erosione superficiale con parziale perdita del modellato, soprattutto nella porzione  superiore e nelle parti più aggettanti.

Le mancanze più evidenti sono presenti lungo la fascia aggettante superiore della trabeazione, del volto della figura femminile priva del naso ed in molte pieghe che ne ornano il panneggio.

La superficie presenta inoltre spesse concrezioni calcaree, concentrate soprattutto nella parte inferiore dell’opera.

Una vistosa frattura presente sul lato destro dell’opera interrompe la lettura dell’insieme.

Tutta la superficie presenta una sottile patina alterata giallastra di origine sconosciuta, probabilmente applicata in passato come protettivo.

 

A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI

CATANESI

 

PROPOSTA DI INTERVENTO

 

 

L’intervento di restauro e di manutenzione prevede a risaldare e a ristabilire alcune delle proprietà strutturali superficiali delle parti lese, essenziali per il mantenimento delle decorazioni e le sue parti contigue.

Il bassorilievo versa un pessimo stato di conservazione mostrando i tipici fenomeni di degrado dei monumenti all’aperto, sottoposti all’usura del tempo, all’erosione dell’acqua si di origine piovana sia di origine idraulica e di conseguente forte attacco da apparati microbiologici.

L’intervento di restauro prevedrà le seguenti operazioni: pulitura della superficie lapidea;  applicazione di prodotti biocidi per eliminare gli attacchi di microrganismi; consolidamento del marmo; rimozione meccanica e chimica delle concrezioni calcaree e delle stuccature in cemento; eventuale trattamento delle parti metalliche; applicazione di un protettivo finale.

L’intervento prevede una documentazione fotografica dettagliata delle fasi di intervento e uno studio storico tecnico inerente all’esecuzione di quest’opera.

Tutte le modalità di intervento saranno concordate con la D.d.L. e l’alta Supervisione Scientifica della Sovrintendenza Competente dei BBAA di Catania.

Le operazioni descritte rispetteranno tutti gli accorgimenti necessari per il buon esito del lavoro.

 

 

IL TECNICO RESTAURATORE

FRANCESCA FALESCHINI

 

     Via G.B. Morgagni 27 - 00161 Roma - Tel: ++39 06 44.11.41  fax: ++39 06 44.23.58.49                                          ©Grafica web michele Di lucchio