COMUNE DI MILITELLO VAL DI CATANIA
PROVINCIA DI CATANIA
OGGETTO: RESTAURO CONSERVATIVO DEL CORPO CENTRALE DELLA FONTANA
MONUMENTALE DELLA ZIZZA
PROGETTO CIASCUNO PER LE PROPRIE COMPETENZE
A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI CATANESI
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FALESCHINI FRANCESCA TECNICO RESTAURATORE
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ELENCO ELABORATI
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RELAZIONE STORICA
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RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO
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IPOTESI D’INTERVENTO
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ELABORATI GRAFICI
01 – INQUADRAMENTO
02 – RADDRIZZAMENTO FOTOGRAFICO
03 – RILIEVO DELLO STATO DI FATTO
04 – ELEMENTI COSTITUTIVI
-
SCHEDE TECNICHE DEI MATERIALI D’INTERVENTO PREVISTI
CATANIA, 16 Dicembre
2005
IL
PROPRIETARIO I
PROGETTISTI
COMUNE DI MILITELLO VAL DI CATANIA – PROVINCIA DI CATANIA
_________________
RESTAURO CONSERVATIVO DEL CORPO CENTRALE DELLA FONTANA MONUMENTALE DELLA
ZIZZA
RELAZIONE STORICA
Oggetto:
bassorilievo
ubicazione:
piazza della “Zizza” in Militello Val di Catania
datazione:
1607 ante quem
attribuzione:
Giandomenico junior Gagini
materia e tecnica:
marmo scolpito
dimensioni:
113 x 112 CM
proprietà:
Comune di Militello Val di Catania
descrizione:
Bassorilievo personificante la ninfa Zizza sbalzato a nicchia con
cornice trabeata, strutturato come archetipo di fondo di una piccola
architettura profana. Il mezzo tondo è inquadrato da un’edicola a
pilastri ionici, interpretando il tema strutturale del portale su
facciata.
L’insieme plastico si colloca al centro di una fontana monumentale,
articolata su parete, con perimetro a gradoni sormontati da elementi
scultorei. Rispettivamente, a destra e a sinistra dell’edicola si
collocano due nicchie a conchiglione, inquadranti protomi configurati a
testa leonina, dalla cui bocca sgorga l ‘acqua raccolta dalle vasche
sottostanti. Alla base del monumento è impiantata una vasca ottagonale,
sormontata da una maschera grottesca.
Il
bassorilievo della Zizza è modellato a mezza figura, leggermente di tre
quarti, avviluppata da un aderente panneggio ad ampi drappeggi
cadenzati, che ne lasciano trasparire le aggraziate forme anatomiche. Il
volto, lievemente reclinato verso sinistra, si esprime con soave
eleganza attraverso la purezza delle linee dei tratti fisionomici,
pressoché fanciulleschi. Mentre, l’accennato ed enigmatico sorriso,
insieme alla classica acconciatura, concorre al gusto raffinato dei
modellati. La leggiadria delle forme traspare, pure, dal gesto innocente
della mano sinistra: le dita, elegantemente affusolate, premono il
capezzolo del voluttuoso seno, da dove sgorga un lieve zampillo d’acqua
che si riversa nelle due sottostanti fonti. Lo stesso garbo si rivela
nelle movenze della mano destra, la quale sembra additare un nastro
svolazzante, sopra la morbida chioma, in cui campeggia la scritta :
Qui sitis parce mentiri. Nella base del bassorilievo, l’iscrizione è
completata dalle parole non sine temperantia.
notizie storico-critiche:
la fontana si trova nell’omonima piazza della Zizza, nonchè atrio
cortile del castello Barresi-Branciforti, al centro di una suggestiva
cornice scenografica. Il monumento è inquadrato dalla quinta
architettonica di un ampio arco medievale, la Porta della Terra, in
origine l’unica via di accesso al confinante castello turrito.
La
costruzione della fontana risale al 1607. In quell’anno si celebrava
l’incanalamento, in contrada Zizza, delle acque potabili, i cui lavori
iniziarono due anni prima su commissione del principe Francesco
Branciforti.
Nel 1623 lo storico Pietro Carrerra (1573-1647), già al servizio del
principe, compose e pubblicò un idillio pastorale dedicato alla ninfa
Zizza, sulla scia delle metamorfosi di Ovidio. Nell’allegoria del
Carrera, la giovane Zizza rappresenta una fonte che scorre nell’omonima
contrada di Militello, dando origine al fiume Lèmbasi. L’artificio
poetico vuole la ninfa innamorata del pastore Lèmbasi, ma per sfuggire
ai corteggiamenti del ricco e forte Militeo, fondatore di Militello, si
trasforma in una fonte. Lèmbasi, a sua volta, avendola perduta si
tramuta per il dolore in fiume, ricongiungendosi con la sua amata. Il
18 settembre 1947, in occasione del terzo centenario della morte del
Carrera, la città di Militello fece scolpire da Guglielmo Volpe il busto
del poeta storico e ristampò il poemetto della Zizza.
La
storiografia critica letteraria non è unanime circa l’epoca e l’autore
del bassorilievo della Zizza. Del resto, le fonti storiche documentarie
sono assai scarse, mentre l’indagine archivistica non ha ancora portato
ai risultati sperati. Nell’attesa di altri contributi storiografici, il
bassorilievo viene attribuito a Giandomenico junior Gagini, la cui opera
come quella del padre Antonuzzo è nota soprattutto per l’attività svolta
in Caltagirone. (Cfr., Militello in Val di Catania, supplemento al n. 6,
anno ottavo, di Kalos, 1996, p.28).
In
effetti, i rapporti di questa illustre famiglia con Militello, furono
continui per tutto il XVI secolo e oltre, considerando a monte il
tessuto artistico culturale creatosi con le corti feudali dei Barresi e
dei Branciforti. In particolare, dallo spoglio archivistico dei carteggi
relativi ai notai di Militello della seconda metà del XVI secolo, è
emersa la presenza nella cittadina di Antonuzzo Gagini padre di
Giandomenico ( Cfr., G. PAGNANO, Un Organismo centrico della Maniera…,
supplemento al quaderno 13 del Dipartimento di architettura e
Urbanistica dell’Università di Catania, p. 17) .
Tra le curiosità, le fonti parlano di un contenzioso tra il marchese
Barresi e i Gagini, che vede Antonuzzo Gagini carcerato nel su citato
maniero di Militello.
Oltre tutto, è nota l’attività di Giandomenico Gagini a Militello tra il
1617 e il 1618. L’artista prese parte alla decorazione plastica di
alcune cappelle, come quelle del convento di San Francesco, i cui resti
oggi si conservano all’interno del museo di San Nicolò. Il caso vuole
che, lo stesso Giandomenico realizzò a Caltagirone tra il 1605 e il
1607, quindi nello stesso lasso di tempo della costruzione della fontana
Zizza, un serbatoio d’acqua dal fiume Semini, insieme a tali Tommaso
Giarracca e Luca Favigliani (Cfr. Gagini Giandomenico jr., in L. Sarullo,
Dizionario degli Artisti Siciliani, vol. III Scultura, a cura di M.A.
Spadaro, Palermo 1993, p. 140).
Tuttavia, l’attribuzione del bassorilievo a Giandomenico Gagini, anche
se suffragata dal raffronto di elementi stilistici e cronologici, non ha
ancora trovato riscontro negli archivi.
Alfredo Entità, infatti, non si conforma all’attribuzione gaginiana
(Cfr., A. Entità, Rievocazione di un centenario dal poemetto “zizza” di
P. Carrera ad un bassorilievo della stessa ninfa, in “La Rupe, Rassegna
di Critica d’Arte e Pensiero, Anno I, n. 2-3, 1948, pp. 27-31). Lo
storico parla di un diverso linguaggio formale tra il bassorilievo,
fatto risalire alla seconda metà del XVI secolo in seno al tardo
Rinascimento, e la fontana prettamente barocca in cui è inserito.
Inoltre, avanza l’ipotesi secondo cui la mano di esecuzione sarebbe da
ricercare nell’ambito della scultura dei Della Robbia di cui esiste in
città la famosa Natività, oggi in Santa Maria della Stella,
commissionata ad Andrea della Robbia dal Marchese Barresi nel 1487. L’
Entità sostiene che il bassorilievo, in pregevole marmo rispetto alla
materia della fontana, poteva far parte di un’altra fonte ornamentale,
probabilmente, a decoro di un altro ambiente del medesimo castello.
Successivamente, la Zizza potrebbe essere stata trasferita e adattata
alla fontana attuale per preservarla dal già decadente castello,
evitandone la dispersione come è stato per altri avanzi della storica
fortezza.
Il
bassorilievo della Zizza meriterebbe, dunque, un approfondito studio, in
quanto patrimonio della collettività, non solo di Militello, ma della
Sicilia intera. L’opera stessa in quanto tributo alla ninfa, suggerisce
le proprie connotazioni culturali le quali definiscono il tratto
distintivo del suo essere episodio plastico di una forma-espressione.
Infatti, risulta evidente l’invito e l’esigenza di far conoscere meglio
questa antichissima cittadina di Militello, spesso dimenticata, a volte
vittima dell’incuria, o di quella negligenza non consona alla
conservazione e alla fruizione di quel patrimonio storico-artistico di
notevole importanza, soprattutto per l’identità stessa della città.
Il
bassorilievo recentemente è stato smontato e trasferito nei locali del
Museo Civico Guzzone di Militello, per preservarlo dall’incuria del
tempo.
A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI CATANESI
RELAZIONE SULLO STATO DI FATTO
Il
rilievo marmoreo del corpo centrale della fontana monumentale “della
Zizza”, opera di pregevole fattura, si trova in uno stato di
conservazione tale da ritenere indispensabile un intervento di restauro
che ne restituisca l’originario valore storico ed artistico.
L’opera si presenta composta da tre parti: formella centrale,
trabeazione e lesena destra accostate tra loro e sigillate con un
materiale siliconico non idoneo.
Sulla superficie lapidea sono riscontrate diverse forme di degrado i cui
principali fattori sono di natura sia termoigrometrica che idrica, per
l’acqua a cui l’opera era copiosamente esposta, oltre ai fattori
chimico-fisici quali la cristallizzazione superficiale dei sali solubili
e degli ioni metallo.
L’opera è stata momentaneamente esposta all’interno del cortile del
museo civico “S. Guzzone” del comune di Militello Val di Catania ed è
stata riproposta sulla fontana con una copia.
I
depositi superficiali accumulatisi nel corso del tempo celano le reali
condizioni del tessuto lapideo, la superficie del bassorilievo presenta
mancanze localizzate di parti di marmo di origine antropica ed
un’erosione superficiale con parziale perdita del modellato, soprattutto
nella porzione superiore e nelle parti più aggettanti.
Le
mancanze più evidenti sono presenti lungo la fascia aggettante superiore
della trabeazione, del volto della figura femminile priva del naso ed in
molte pieghe che ne ornano il panneggio.
La
superficie presenta inoltre spesse concrezioni calcaree, concentrate
soprattutto nella parte inferiore dell’opera.
Una vistosa frattura presente sul lato destro dell’opera interrompe la
lettura dell’insieme.
Tutta la superficie presenta una sottile patina alterata giallastra di
origine sconosciuta, probabilmente applicata in passato come protettivo.
A.R.C. ASSOCIAZIONE RESTAURATORI
CATANESI
PROPOSTA DI
INTERVENTO
L’intervento di
restauro e di manutenzione prevede a risaldare e a ristabilire alcune
delle proprietà strutturali superficiali delle parti lese, essenziali
per il mantenimento delle decorazioni e le sue parti contigue.
Il bassorilievo
versa un pessimo stato di conservazione mostrando i tipici fenomeni di
degrado dei monumenti all’aperto, sottoposti all’usura del tempo,
all’erosione dell’acqua si di origine piovana sia di origine idraulica e
di conseguente forte attacco da apparati microbiologici.
L’intervento di
restauro prevedrà le seguenti operazioni: pulitura della superficie
lapidea; applicazione di prodotti biocidi per eliminare gli attacchi di
microrganismi; consolidamento del marmo; rimozione meccanica e chimica
delle concrezioni calcaree e delle stuccature in cemento; eventuale
trattamento delle parti metalliche; applicazione di un protettivo
finale.
L’intervento
prevede una documentazione fotografica dettagliata delle fasi di
intervento e uno studio storico tecnico inerente all’esecuzione di
quest’opera.
Tutte le modalità
di intervento saranno concordate con la D.d.L. e l’alta Supervisione
Scientifica della Sovrintendenza Competente dei BBAA di Catania.
Le operazioni
descritte rispetteranno tutti gli accorgimenti necessari per il buon
esito del lavoro.
IL
TECNICO RESTAURATORE
FRANCESCA FALESCHINI
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