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FILLEA CGIL

Fillea Restauro e Archeologia

La Fillea ha deciso di dedicare una parte importante della propria iniziativa al settore del restauro e dell’archeologia, per tutelare tutte quelle lavoratrici e lavoratori che operano nel settore e che, quotidianamente, mettendo a disposizione del nostro patrimonio culturale il loro impegno e la loro professionalità. Il processo produttivo in questi settori è il risultato di una stretta ed elaborata collaborazione di più figure professionali, ed è quindi indispensabile, per assicurare il buon esito degli interventi, che non se ne sottovaluti l’importanza e che si chiarisca bene il riconoscimento di tutte le competenze, i loro percorsi formativi e l’adeguato trattamento economico, con una stretta aderenza alla realtà di tale mercato. Il mancato riconoscimento delle professionalità impegnate nelle attività culturali ha portato fino ad oggi alla diffusione di un lavoro spesso dequalificato, quasi sempre precario e mal pagato. Tale situazione si verifica sia che si lavori per un privato, sia che si collabori direttamente per la Pubblica Amministrazione. Per noi un progetto di crescita e sviluppo della cultura non può non riguardare le risorse umane, la loro qualificazione e il loro diritto ad essere tutelate, tema solitamente assente dai grandi e piccoli dibattiti su argomenti che riguardano il settore dei beni culturali. Per questa ragione la Fillea ha voluto offrire uno spazio di confronto per gli operatori del settore attraverso il quale organizzare l’azione di tutela sindacale, convinti che le problematiche vissute da questi figure non sono distanti ed anzi spesso coincidenti con quelle dei lavoratori edili con i quali spesso lavorano a stretto contatto. La revisione dei Contratti Collettivi Nazionali del settore dell’Edilizia ed Affini ha permesso di valorizzare, attraverso la ridefinizione dei profili e delle declaratorie per gli Archeologi e per i Restauratori, professionalità e competenze acquisite da questi lavoratori, tenendo conto dell’attività effettivamente svolta e non unicamente del percorso formativo. Si è voluto così rispondere, con il CCNL, al un vuoto normativo esistente in Italia per quanto attiene le competenze professionali ed il sistema formativo di riferimento (ancora in via di definizione), che a nostro avviso è tra le cause principali di deregolamentazione e precarietà nel settore. Restauratori ed archeologi costituiscono una autentica risorsa per il mercato del lavoro, che necessità di qualità per accrescere il valore aggiunto delle nostre attività produttive. Siamo fermamente convinti che in un’economia permeata da valori immateriali le risorse culturali si contrappongono come fonte primaria per una crescita sociale ed economica diffusa del nostro paese. >