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Comunicato stampa     Dichiarazione Martini

 

 

Fillea Cgil su vicenda Crescentini

Franco Martini: La lotta al Far-West nei cantieri è di tutta la categoria. Strumentale e incomprensibile la campagna diffamatoria ai danni della Fillea.

 

Negli ultimi giorni la vicenda di Ciro Crescentini, sindacalista della Fillea di Napoli, ha invaso le pagine di giornali locali e nazionali, con il rischio di vanificare il lavoro di tutela dei lavoratori e dei loro diritti, che da sempre la categoria svolge su tutto il territorio nazionale e di distogliere l’attenzione dalle gravi e reali problematiche che il settore vive.

“La lotta contro il Far West nei cantieri edili in tutti questi anni – sottolinea in una nota Franco Martini, Segretario Genearale della Fillea Cgil - non è stata e non è di Ciro Crescentini, ma di tutta la Fillea, italiana, campana e napoletana. Crescentini vi ha partecipato, come tanti altri sindacalisti, con le proprie convinzioni, sensibilità e determinazioni. Di questo gli va dato merito, come a tutti gli altri, che però rimangono nell’anonimato. Crescentini ha sbagliato nel ritenere che la propria missione potesse vivere al di fuori di queste regole, esercitando “in proprio” un potere a lui conferito dall’organizzazione, svilendo, con ciò, le sedi deputate al confronto delle opinioni e delle decisioni.”

Il provvedimento nei confronti  del funzionario da parte della Fillea Cgil napoletana rientra in una normale dinamica di riorganizzazione e turn over dell’assetto degli apparati.

“Crescentini – continua Martini - ha conquistato gli onori della cronaca perché ha ritenuto non applicabile nel suo caso una delle regole fondamentali che fonda la vita dei gruppi dirigenti in Cgil, la mobilità degli incarichi. Se tale regola fissa negli otto anni la durata massima degli incarichi esecutivi, il fatto che Crescentini abbia potuto militare in Fillea per oltre vent’anni rappresenta una eccezione della quale solo una esigua minoranza ha potuto godere, pur avendo come Crescentini, le stesse motivazioni per desiderare una permanenza prolungata in categoria. Le regole devono valere per tutti, perché sono quelle che rendono possibile, oltre al continuo rinnovamento dei gruppi dirigenti, anche la convivenza di una pluralità di opinioni e sensibilità dentro un’organizzazione. Diversamente sono minate la coerenza del collettivo ed il rapporto di fiducia al suo interno.”

Riguardo al sostegno di oltre venti Senatori della Repubblica al caso Crescentini, Martini replica:”Spero che tanta attenzione alle vicende della categoria si riesca a mostrarla per le gravi problematiche che il settore vive e che spesso restano solo dichiarazioni di rito, con conseguenze non sempre coerenti con le intenzioni dichiarate.

Per tutto questo respingo la rappresentazione paradossale e delirante che della vicenda si è fatta in questi giorni, secondo la quale un paladino della lotta contro il lavoro nero viene tacitato, perché scomodo, da una organizzazione corrotta e vessatoria, egemonizzata da una sorta di cupola campana e napoletana.” “Nessuno nega – conclude Martini - che si debba fare sempre di più e meglio, ma se c’è oggi una organizzazione che combatte per la sicurezza, contro le morti nei cantieri, per il lavoro regolare, contro il caporalato e l’uso abnorme del subappalto, per i diritti sul lavoro, contro tutte le mafie, senza guardare in faccia il pericolo, con tutti i rischi per i propri dirigenti dal Sud a Nord, questa è proprio la Fillea Cgil. E se la Fillea può farlo è perché il suo gruppo dirigente è compatto, condividendo le cose da fare e il modo come farle.”

La Fillea Cgil di Napoli e della Campania, intanto, insieme alla Camera del Lavoro di Napoli e alla Cgil Campania, ha deciso di querelare Ciro Crescentini per falso e diffamazione e di attivare la Commissione di Garanzia interna essendo state violate, in dichiarazioni pubbliche, le norme dello Statuto e il rispetto di tutta organizzazione.

 

 

 

Roma 28 settembre 2007

 

 

 

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