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PROGETTO FILLEA CGIL

DELIBERA ATTUATIVA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE N.15

LA CGIL ED I MIGRANTI

Negli ultimi anni il settore delle costruzioni è stato investito da profonde trasformazioni che, oltre a registrare una crescita sensibile dell’occupazione,  hanno visto la ridefinizione  della composizione del mercato del lavoro. In questo quadro il dato più rilevante è l’ingresso massiccio dei lavoratori stranieri soprattutto nel comparto dell’edilizia. La presenza di queste nuove soggettività pone alla categoria la necessità di allargare e rimodulare la propria rappresentanza. Per queste ragioni la Fillea, già dall’ultimo Congresso ha lanciato la sfida dell’ intercultura, quale terreno per la realizzazione del primo sindacato multietnico e intrapreso un percorso di costante verifica  della diffusione della presenza dei lavoratori stranieri, tanto nella struttura della rappresentanza, quanto in quella della composizione dei gruppi dirigenti, fissando obiettivi di crescita avanzati, superando resistenze ancora presenti all’interno dell’organizzazione. La categoria ha fatto un grande lavoro di sviluppo a tutti i livelli sulle politiche dell’immigrazione, investendo fortemente sulla crescita di compagni negli apparati e in tutte le strutture territoriali; rafforzando l’azione e la forza del Coordinamento nazionale dei lavoratori stranieri e cercando di essere presente anche nelle regioni, con interventi mirati non solo al governo del fenomeno migratorio, ma alla creazione di “laboratori interculturali”, attraverso la creazione di un dialogo tra le categorie, con le strutture confederali, le istituzioni locali e le comunità rappresentative delle varie etnie. Questo impegno è stato più volte riconosciuto dalla confederazione, tanto che la Fillea è unanimamente riconosciuta come una delle categorie più impegnate sui temi dell’immigrazione e dell’intercultura. Ovviamente questo lavoro andrà proseguito nel futuro, a partire dal prossimo Congresso, anche attraverso l’individuazione di specifici strumenti attuativi di quanto deciso e confemato nella Conferenza di Organizzazione della categoria e confederale. I migranti devono diventare dirigenti complessivi e a pieno titolo della Fillea e del sindacato tutto. In questo senso si conferma l’importanza del Coordinamento nazionale dei lavoratori stranieri quale luogo di confronto e di elaborazione di proposte da condividere con l’intera categoria e la costituzione dei Coordinamenti regionali e territoriali, per meglio intrecciare il lavoro della categoria con le istituzioni, le associazioni e le strutture confederali territoriali.  Quella dei Coordinamenti è intesa come risposta specifica e transitoria che dovrà essere superata con il pieno riconoscimento dei lavoratori stranieri nella direzione dell’organizzazione.

Al fine di realizzare questi obiettivi la Fillea individua due percorsi, il primo vede nella formazione una leva fondamentale, anche in termini di maggiore acquisizione di sicurezza e padronanza di sé e delle proprie capacità, il secondo prevede un crescente inserimento di stranieri nell’organizzazione e nella direzione a tutti i livelli.

Riguardo la formazione la Fillea ha previsto e già in parte sperimentato vari livelli e percorsi a partire dalla:

·        formazione linguistica: italiano, lingua straniera e quando possibile terza o quarta lingua;

·        formazione sindacale mista per stranieri ed italiani insieme, come valore aggiunto della stessa anche in tema di comunicazione interculturale;

·        formazione ad hoc di tutti gli attori del sindacato sulla legislazione nazionale ed internazionale sull’immigrazione;

·        formazioni professionali verso mestieri dell’avvenire e non solo verso  quelli tradizionali;

·        formazione a professioni, assolutamente nuove, legate alla mediazione interculturale.

In quest’ambito sarà utile anche:

1) promuovere politiche ed iniziative di integrazione nei posti di lavoro e nel territorio alla ricerca di equilibri avanzati e solidali per evitare soprattutto nelle grandi città, fenomeni di intolleranza, discriminazioni o razzismi nei confronti di lavoratori migranti;

2) valorizzare e coordinare a livello nazionale tutti i progetti ed iniziative delle Fillea Territoriali nei paesi di provenienza dei lavoratori, insieme alle strutture Cgil, Dipartimento internazionale, Prosvil e strutture confederali territoriali.

Allo scopo di realizzare in modo non episodico un aumento significativo degli immigrati chiamati a ricoprire incarichi di direzione sindacale, soprattutto nelle regioni e nelle province ad alta intensità di lavoratori migranti e limitata presenza di delegati e funzionari stranieri, anche nell’ottica del ricambio nei gruppi dirigenti, la Fillea propone di rafforzare ed estendere lo strumento del distacco temporaneo di delegati sindacali immigrati, nella misura di una congrua percentuale tra addetti ed iscritti. Il distacco rappresenta, infatti,  una opportunità di fare esperienza sindacale e politica da trasmettere direttamente agli altri lavoratori e alle altre comunità, e successivamente, dopo una attenta valutazione che dovrà avvenire in concerto con la struttura nazionale, di essere inseriti a pieno titolo nell’attività politica sindacale.

Questo permetterà non solo di dare rappresentanza e rappresentatività agli immigrati, ma anche di creare un futuro sindacato, fatto di uomini e donne capaci di interpretare e capire in modo intelligente e dinamico le esigenze e i bisogni di tutte le persone che intende rappresentare nel mondo globalizzato.

Riguardo alle lavoratrici e lavoratori frontalieri, al fine di meglio conoscere e governare questo particolare segmento del mercato del lavoro, la Fillea  propone di:

1) ampliare la rete dei servizi e delle tutele, potenziando l’attività di patronato per l’assistenza su pratiche di pensione, malattia, infortunio;

2) organizzare nei maggiori centri di confine assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri sui diritti contrattuali, la disoccupazione ed il fisco;

3) favorire l’organizzazione sindacale nei luoghi di lavoro, attraverso accordi di collaborazione con i sindacati dei paesi in cui sono occupati.

Altro tema che la Fillea Cgil intende sviluppare e potenziare maggiormente, è quello della partecipazione attiva dei delegati, funzionari, quadri e dirigenti stranieri in tutte le fasi della contrattazione, nazionale e di secondo livello, a partire dall’elaborazione delle piattaforme dei contratti di settore e della contrattazione sociale, da sviluppare, quest’ultima, territorialmente insieme alla confederazione, per contribuire all’elaborazione delle politiche legate alla scuola, alla casa, alla sanità, agli anziani, ecc… Gli stranieri dovranno avere quindi libero accesso alla pratica della contrattazione, sia per il significato di fondamentale “palestra sindacale”, sia per il suo significato in termini di arricchimento e risorsa per l’intera categoria. La Conferenza Nazionale dei lavoratori stranieri, che la categoria organizza annualmente, unitamente alle Conferenze Regionali e territoriali, dovranno costituire importanti momenti di verifica del lavoro svolto e di elaborazione di nuove strategie, progetti e iniziative in tema di politiche dell’immigrazione.