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                                                                                                    Comunicato stampa

 

 

LAVORATORI IMMIGRATI NEL SETTORE EDILE

A Vicenza II Assemblea Nazionale Fillea Cgil,

presentazione rapporto IRES

 

Si è svolta Vicenza l’8 luglio 2005 la  II Assemblea Nazionale dei lavoratori stranieri della FILLEA CGIL,  nell’occasione l’IRES CGIL ha presentato il primo rapporto dell’osservatorio sui lavoratori immigrati nel settore delle costruzioni in Italia.

Nel corso degli ultimi anni, il comparto delle costruzioni ha visto aumentare in maniera significativa la presenza dei lavoratori immigrati. La banca dati dell’INPS evidenzia come nel corso degli ultimi anni il numero dei lavoratori non comunitari del settore sia praticamente decuplicato. Nel 2004 i lavoratori immigrati iscritti alla CNCE sfioravano il 20% e il trend continua ad essere in costante crescita: non è difficile immaginare che in pochi anni il peso dei lavoratori immigrati assumerà una valenza sempre maggiore (è interessante notare come già oggi in alcune aree del Nord Italia si registrino punte anche superiori al 50% del totale).

 

Iscrizioni alla Cassa Edile

I lavoratori stranieri iscritti alla Cassa Edile risultano essere nel 2004 quasi 95.000 per una percentuale superiore al 19 % del totale degli iscritti (508.752). Nel corso degli ultimi cinque anni il loro numero è più che quadruplicato ed è interessante notare come l’incremento maggiore sia avvenuto in concomitanza della regolarizzazione del 2001/2002.

Per quanto concerne le qualifiche, la tendenza appare chiaramente indirizzata verso una crescita delle attività a minor apporto qualitativo della manodopera. L’aumento oltremodo significativo degli operai comuni mostra (c’è un incremento prossimo al 350% nel corso del quinquennio) come il lavoratore immigrato sia utilizzato soprattutto nelle mansioni più dure e meno retribuite.

Il 67% degli stranieri nel 2004 ha lavorato come operaio comune rispetto al 37% dei lavoratori totali, inoltre, gli operai specializzati e di IV livello rappresentano il 9% della forza lavoro straniera a fronte del 30% della forza lavoro complessiva.

Percentuale dei lavoratori stranieri iscritti alla Cassa Edile sul totale degli iscritti per qualifica (1999-2004)

Fonte: elaborazione IRES su dati CNCE (2005)

 

 

Regolarizzazione

Il punto più alto della crescita (pari a quasi il doppio rispetto all’anno precedente) si è, ovviamente, registrato all’indomani della regolarizzazione del 2002 passando da poco più di 89.000 lavoratori non comunitari impiegati nel settore ad oltre 174.000. Il comparto delle costruzioni è stato quello maggiormente interessato dalla regolarizzazione: 95 mila lavoratori non comunitari, pari al 38,3% del totale dei lavoratori emersi, sono stati regolarizzati in questo settore.

 

Reddito

I lavoratori immigrati del settore delle costruzioni percepiscono una retribuzione lorda inferiore a quella del totale dei dipendenti. Inoltre, i lavoratori edili non comunitari emersi con la regolarizzazione avviata nel 2002 guadagnano in media, rispetto alla retribuzione media pro capite dei dipendenti totali, il 24% in meno rispetto agli addetti dipendenti complessivi del settore. Confrontando invece le retribuzioni lorde dei lavoratori non comunitari già regolari con quelle dei dipendenti complessivi, i differenziali retributivi si riducono (20%).  In definitiva, se analizziamo la retribuzione di fatto di un operaio di terzo livello la differenza tra un operaio italiano, un immigrato regolare e un immigrato “neo-regolarizzato” è la seguente: il primo percepirà circa 19.869 euro per 13 mensilità, il secondo circa 15.895 euro e il terzo circa 15.100 euro.

 

Differenza retributiva tra operai di terzo livello non comunitari (totali e regolarizzati) e totale dei dipendenti

Fonte: elaborazione IRES su dati ISTAT e FILLEA (2004)

 

Imprenditoria immigrata

Negli ultimi anni il binomio impreditoria-immigrazione ha assunto una importanza crescente ed è diventato uno degli elementi che contraddistinguono di più lo sviluppo del rapporto tra immigrati e inserimento lavorativo.

Il settore edile occupa un posto preferenziale all’interno della imprenditoria immigrata. Alla fine del primo trimestre del 2005 Unioncamere registra 48.681 imprese individuali a titolarità non comunitaria in questo settore, ovvero il 27,3% in più rispetto all’anno precedente. Secondo dati del 2004, il saldo di imprese edili con titolare immigrato ha rappresentato circa il 60% del saldo totale.

Senza il saldo positivo di 24.000 imprese registrato in questo settore, circa 10mila delle quali gestite da imprenditori immigrati, nel 2004 il comparto artigiano sarebbe diminuito di 6mila unità.

Uno dei problemi fondamentali che si dovranno risolvere per incrementare ulteriormente il tasso di imprenditorialità dei cittadini extra UE è quello dell’acceso al credito e della semplificazione delle pratiche burocratiche.

 

 

Andamento delle imprese individuali nel settore delle costruzioni per aziende a titolarità italiana e straniera

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Fonte: elaborazione IRES su dati Infocamere

 

 

Infortuni

I dati provvisori INAIL per il 2004 mettono in evidenza che il tasso di incidenza infortunistico tra i lavoratori non comunitari è superiore di circa il 50% rispetto a quello medio nazionale (circa 65 casi contro 42 ogni 1000 occupati).

 

Infortuni di lavoratori non comunitari nel settore delle costruzioni (2001-2004)

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fonte: elaborazione IRES su dati INAIL

In particolare nel settore delle costruzioni quasi un quinto degli infortuni registrati durante il 2004 ha colpito lavoratori non comunitari. L’aumento degli infortuni mortali tra i lavoratori non comunitari rispetto al 2003 è del 18,75%, più del doppio di quella registrata per il complesso dei lavoratori di questo settore.

Ai dati degli infortuni denunciati, bisognerebbe, peraltro, aggiungere un numero indeterminato di incidenti non segnalati perché occorsi a lavoratori irregolari, perché di lieve intensità o perché il lavoratore straniero si sente più “ricattabile” essendo il suo permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro.

 

Sindacalizzazione

I lavoratori immigrati iscritti ai sindacati CGIL, CISL e UIL e hanno registrato un aumento del 49% negli ultimi 3 anni, passando da circa 220.000 a 333.883. Considerando i dati della CGIL sul 2004, sono 171.259 gli immigrati iscritti a questo sindacato, pari a circa il 7% degli iscritti attivi complessivi.

Per quanto riguarda il settore edile, il numero totale di lavoratori non comunitari tesserati alla FILLEA nel 2004 è di 39.336. Questi dati dimostrano quanto sia importante il ruolo giocato dai lavoratori immigrati nel sindacato edile dove rappresentano, ormai, circa il 15% degli iscritti.

 

Lavoratori non comunitari iscritti alla FILLEA per regione marzo 2005

Fonte: elaborazione IRES su dati FILLEA

 

 

“ Con la II° Assemblea Nazionale dei lavoratori stranieri – sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil Franco Martini – vogliamo rendere permanente un appuntamento che avrà il compito di verificare l’impegno della categoria sul tema dell’immigrazione e della conseguente evoluzione della rappresentanza sindacale.

Il sindacato deve riflettere il cambiamento del mondo del lavoro;  più lavoratori stranieri in edilizia deve significare più dirigenti sindacali stranieri nella Fillea.

Quest’anno, a Vicenza, vogliamo rendere irreversibile questa scelta e implementarla, per far sì che il prossimo Congresso sia l’occasione per rappresentare nella formazione degli organismi dirigenti questa importante risorsa dell’organizzazione”.

 

Alla II Assemblea Nazionale sarà presente Fulvio Fammoni, Segretario Nazionale Cgil, al quale saranno affidate le conclusioni.

 

 

Vicenza 8 luglio 2005

Lavoratori immigrati nel settore edile. Rapporto preliminare di ricerca IRES CGIL luglio 2005

Relazione di Franco Martini

II° Assemblea Nazionale Fillea Cgil dei lavoratori stranieri

  

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