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Sicurezza                                                                       Napoli il 25 e 26 conferenza governativa

 

 

Conclusa la Seconda conferenza nazionale

su salute e sicurezza sul lavoro

 

Un importante momento di riflessione e di confronto fra governo, istituzioni, Regioni, parti sociali e operatori del settore, su un tema assolutamente prioritario per il Paese.

 

 

Si è conclusa con un esito positivo  la Seconda conferenza nazionale su salute e sicurezza sul lavoro che è andata "al di là delle più rosee aspettative". Questa è il commento  del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, alla fine della due giorni che si è svolta a Napoli.

"Da Napoli – ha continuato Damiano - parte un segnale forte. Emerge un disegno riformatore già presente in Finanziaria. Siamo riusciti a riportare il tema della sicurezza sul lavoro all'attenzione dell'opinione pubblica. Abbiamo ottenuto il grande risultato di rompere il muro di silenzio che ha circondato finora il mondo del lavoro". Un assunto importante quello che è venuto dalle conclusioni di Napoli.

La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema che certifica il grado di avanzamento civile, sociale, economico e morale di un Paese. La battaglia sulla sicurezza è, quindi, una battaglia di civiltà perché è inaccettabile che si muoia di lavoro. Nel documento finale si legge che questo appuntamento "ha rappresentato un importante momento di riflessione e di confronto fra governo, istituzioni, Regioni, parti sociali e operatori del settore, su un tema che rappresenta un'assoluta priorità per l'Italia, anche in questa occasione oggetto di riflessioni del presidente della Repubblica". L'obiettivo condiviso da tutti la tutela della salute dei lavoratori, in "un contesto caratterizzato dalle radicali trasformazioni delle realtà produttive e delle forme contrattuali che impongono di conciliare la maggiore flessibilità del mercato del lavoro con la necessità di massimizzare la sicurezza per tutti".

Dalla Conferenza sono emerse le priorità di un'efficace strategia di lotta agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali: una grande campagna di diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, la lotta al lavoro sommerso, irregolare e precario, il riordino della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, la valorizzazione degli apporti delle parti sociali e della bilateralità, il coordinamento tra istituzioni, servizi ispettivi e di prevenzione finalizzato al potenziamento delle rispettive attività, la previsione di misure premiali per le imprese virtuose ed il potenziamento del ruolo e della tutela dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. In conclusione, la Conferenza, si legge ancora  nel documento finale, ha prodotto utili convergenze per "decisioni condivise, nella comune consapevolezza che il lavoro non sicuro rappresenta una vera e propria minaccia alla convivenza civile, contro la quale le istituzioni e l'intera società devono reagire per affermare il valore etico e politico della salute sul lavoro". La Presidenza della Repubblica ha reso noto ai partecipanti alla seconda Conferenza, il testo del videomessaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ''A tutti i partecipanti alla conferenza - dice Napolitano - rivolgo un cordiale saluto e il piu' vivo compiacimento. Penso che questa iniziativa gia' segni, e ancora di piu' possa segnare, una volonta' nuova, un impegno conseguente dei poteri pubblici e delle forze sociali per estirpare la piaga delle morti e degli incidenti sul lavoro.

Perche' in Italia questa e' una piaga, non e' un prezzo inevitabile da pagare come in qualsiasi altro grande paese con milioni di occupati. E' una piaga, come ci dice il sinistro bollettino quotidiano degli infortuni che si verificano in ogni parte d'Italia, e specialmente nel Mezzogiorno. Ho percio' sentito di dover reagire con forza, fin dalla scorsa estate, di fronte ai tanti successivi episodi dolorosi e luttuosi. D'altronde, subito dopo l'elezione a Presidente, quando prestai giuramento e pronunciai il mio messaggio al Parlamento, volli sottolineare che 'il valore del lavoro, come base della Repubblica democratica, chiama piu' che mai alla tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, e dunque anche nelle forme ora esposte alla precarieta' e alla mancanza di garanzie'. Aggiungo adesso che quelle sono in effetti le cause principali dell'abnorme frequenza e gravita' degli incidenti, anche mortali, sul lavoro. Quelle sono le cause principali: la precarieta' e la mancanza di garanzie che caratterizzano innanzitutto il lavoro nero - cosi' diffuso nel Mezzogiorno -, il lavoro dei minori, il lavoro degli immigrati. Ma non ci si puo' limitare alla denuncia, commossa e indignata.

Occorre prendere decisioni, adottare misure realmente efficaci, e tra esse oggi voglio citare quelle del 'pacchetto sicurezza', gia' contenuto nel decreto per il rilancio economico approvato dal Parlamento a fine luglio, nonche' quelle cosi' importanti che si annunciano, e spero vedano presto la luce: il testo unico sulla salute e sulla sicurezza del lavoro e il nuovo codice degli appalti. Constato con soddisfazione che su questi temi si e' delineata una fruttuosa collaborazione tra maggioranza e opposizione, da cui e' innanzitutto scaturita l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli infortuni. Ma vorrei richiamare l'attenzione soprattutto sull'importanza decisiva dei controlli da compiere sistematicamente sull'osservanza delle leggi e di tutte le misure di garanzia. Si sono, in questi mesi, dati dei primi buoni esempi; e si e' deciso anche un primo adeguamento delle risorse di personale necessarie per i controlli. In conclusione, auguro alla conferenza di dar vita ad un dibattito utile e di giungere a conclusioni concrete. E il mio augurio e', piu' in generale, che si elevi il livello di attenzione, anche sui mezzi d'informazione, per questi fatti e questi problemi: il livello di comune sensibilita' sociale e civile. Perche' se la sicurezza e' vita, la garanzia della sicurezza e' condizione di civilta' e di giustizia nel nostro paese. Ancora, con molta amicizia, buon lavoro''.

 

L’Inail nel corso della Conferenza ha reso noti i dati sugli infortuni sul lavoro (che riguardano però solo gli infortuni denunciati) che nel 2006 in Italia diminuiscono, anche se di poco.

Nel corso dell'anno che si e' appena concluso si sono verificati 935.500 incidenti, con un calo dello 0,5% rispetto al 2005 (che aveva fatto registrare 939.956 denunce) e dell'8,6% rispetto al 2001 (1.023.379). Ad una consistente flessione in agricoltura (-4,2%) fa riscontro un calo meno significativo nell'industria (-2,6%) e una crescita del 2% nei servizi.

A livello territoriale, il calo risulta piu' accentuato nel Mezzogiorno (-1%), che nel resto del Paese. Nel corso del 2006 sono statu 1.250 gli incidenti mortali. La stima dell'Inail è basata sui dati relativi al primo semestre dell'anno scorso.  Il settore in cui si sono verificati il numero maggiore di incidenti mortali e' l'industria in cui il numero dei decessi sul lavoro e' cresciuto dai 594 del 2005 ai 610 del 2006. Seguono i servizi (515) e l'agricoltura (125). A livello territoriale e' la Lombardia ad avere denunciato, nel 2005, il maggior numero di infortuni mortali (188), seguita da Emilia Romagna (138) e Lazio (113).

 

 

Roma 29 gennaio 2007

 

 


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