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SE NON ORA QUANDO?

UN MILIONE DI DONNE E UOMINI IN PIAZZA PER DIFENDERE LA DIGNITA' DELLE DONNE E DEL PAESE

14.02.11 Un milione, forse di più, certamente non uno di meno: questo il numero dei partecipanti, sopratutto donne, ai 230 appuntamenti della mobilitazione spontanea "Se non ora quando?". Grande impegno e partecipazione anche da parte delle donne e degli uomini della Fillea, che hanno partecipato in massa alle manifestazioni.

Dal palco di Padova, dove una folla di diecimila persone si è ritrovata in Piazza dei Signori, la voce delle restauratrici, nell'intervento di Chiara Rizzi "mi chiamo Chiara ho 37 anni e sono una restauratrice, anzi per la precisione ci chiamiamo restauratrici ma ufficialmente non lo siamo perché è dal 2006 che il Ministero ci prende in giro per qualificarci con un finto concorso statale, e di questo nessuno ne parla. In Italia siamo 20.000 restauratrici e restauratori cui hanno rubato il proprio tempo per farci raccogliere i dati e le certificazioni girando per le varie Sovrintendenze per poter partecipare al concorso, con quale risultato? Dopo essere stato prorogato varie volte questo bando è stato sospeso, fino a quando non si sa?! Tutto ciò semplicemente perché il Governo non è in grado di gestire seriamente questa massa di richieste di riconoscimento della nostra professionalità! Intanto anche l'Italia dei Beni Culturali sta crollando come tutti possono vedere con i propri occhi girando per le nostre città e musei. I finanziamenti sono stati tagliati drasticamente, sono diminuite le gare di appalto, sono diminuiti i posti di lavoro e c'è chi si fa mesi di cassa integrazione, oppure accetta di lavorare con contratti di lavoro subdoli, oppure dove si lavora ci si chiede se domani arriverà lo stipendio.

La maggior parte dei restauratori sono donne, mamme, che con la loro esperienza e la loro capacità ridanno vita a opere d'arte che lo stato italiano lascia andare allo sfascio! Voglio comunque sfatare il mito della restauratrice con il pennellino in mano. Siamo donne che lavorano nei cantieri fianco a fianco con gli uomini, quando serve abbattiamo muri, facciamo la malta, carichiamo pesi; ci svegliamo alle 5 di mattina, prepariamo la colazione ai nostri figli per poi andare al lavoro, indossare la tuta bianca ed il caschetto… lavoriamo sotto il sole d'estate e con il freddo d'inverno. Chiediamo rispetto per noi donne che ci spacchiamo di lavoro in cantiere per guadagnarci il minimo per vivere, senza scorciatoie e con la schiena dritta. Lavoriamo anche senza avere il diritto di ammalarci perché, voglio far presente, il contratto di lavoro edile non prevede il pagamento da parte delle aziende dei primi tre giorni di malattia! E metto tutti alla prova a lavorare all'aperto sia d'inverno che d'estate: questo vale sia per le donne che per i nostri colleghi uomini.

Concludo dicendo che prima di essere restauratrice sono donna, e mi sento tale anche se non mi spoglio o vendo il mio corpo per essere considerata tale da purtroppo una grande parte di società italiana. A 30 anni dalle lotte femministe non avrei mai pensato di dover scendere in piazza per dover richiedere rispetto e dignità. Io credo che sia ora di far capire al mondo che la donna ha anche il cervello, e che insieme all'uomo possiamo creare un mondo migliore più dignitoso per tutti e tutte."



SE NON ORA, QUANDO?

13 FEBBRAIO MOBILITAZIONE NAZIONALE IN DIFESA DELLA DIGNITA' DELLE DONNE

03.02.11 Scrittrici, metalmeccaniche, lavoratrici tessili, commesse, ricercatrici, casalinghe, studentesse. Le donne italiane si stanno mobilitando in tutte le città per reagire ad un degrado della politica e della cultura che non sembra aver fine con il dilagare del 'modello Ruby'. Un cartello composito di donne e associazioni sta lavorando infatti ad un grande appuntamento nazionale, domenica 13 febbraio con manifestazioni in tutte le città d'Italia. La CGIL è in prima fila nella promozione di questa iniziativa e il suo Segretario Generale, Susanna Camusso, ha firmato subito da cui è partita tutta la mobilitazione.Il primo appuntamento pubblico, con la manifestazione che si è svolta a Milano nel pomeriggio di sabato 29 gennaio, ha già dato il là alla mobilitazione generale. In piazza sono scese tante donne (e tanti uomini) che non vogliono rassegnarsi all'andazzo presente e che hanno soprattutto voglia di riscoprire forme di partecipazione democratica e diretta. “Questo è solo l'inizio di una mobilitazione più generale - ha dichiarato Susanna Camusso - ed è anche il segno che le donne sono sempre in prima fila nell'impegno a sostegno della libertà e della dignità di tutti e di tutte”. “Tutta la nostra organizzazione è mobilitata - gli fa eco la Segretaria Confederale Serena Sorrentino - stiamo lavorando per la piena riuscita dell'appuntamento del 13 febbraio."



Adesione alla mobilitazione anche della Fillea e della Rete Fille@donna, come ricordano in una nota alle proprie strutture il segretario generale Walter Schiavella e la respondabile del Coordinamento donne Mercedes Landolfi "quanto accaduto nelle ultime settimane, il degrado che ha investito la classe politica al governo, così come l’intero Paese, ci impongono un impegno maggiore nel rimettere al centro la dignità delle donne e il loro ruolo assolutamente prioritario per la tenuta economica e sociale. Fermo restando che nessun comportamento privato di alcun esponente politico, lontano anni luce dalla nostra idea di civiltà e democrazia, potrà mai intaccare il valore e l’identità reale delle donne del nostro Paese, è importante tirare fuori tutta la rabbia covata dopo anni di governo irresponsabile verso i temi di genere, lesivi dei diritti e della dignità di tutte le donne. "

"E’ importante ribadire - prosegue la nota - che le donne reali, le nostre lavoratrici, come le migliaia di madri, mogli e figlie italiane, sono altro dai modelli assolutamente finti e mistificatori che ci propongono le cronache e i media. Le donne italiane sono altra cosa ed è ora di chiarirlo. La mobilitazione contro il degrado della politica e della cultura parte dalle donne ma non è solo delle donne, è di tutti noi.E’ per questo che la Fillea e la Rete Fille@donna hanno firmato la petizione nazionale e parteciperanno alle varie manifestazioni che partiranno il 12 febbraio con una grande iniziativa a Milano e proseguiranno il 13 febbraio nelle altre città italiane."


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