LE CRISI DELL’EDILIZIA AL PRESIDIO CGIL DI ROMA
BONO, FILLEA BIELLA: OCCUPAZIONE NEL SETTORE – 10%
20.10.09 Di scena oggi i lavoratori e le crisi del Piemonte, nel secondo giorno della campagna Cgil “ Per guardare al futuro bisogna uscire dalla crisi. No ai licenziamenti, difendere le fabbriche” che vedrà per quattro settimane, fino alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per il 14 novembre, presidi in quattro piazze della capitale ed i lavoratori di diverse aziende e di diverse regioni che si alterneranno per spiegare la crisi dal loro punto di vista.
“Oggi siamo a Roma con i lavoratori dell’edilizia di Biella per raccontare la sofferenza di un territorio colpito da una profonda crisi che sta producendo effetti devastanti su tutti i settori, a partire da quello prevalente del manifatturiero, in cui si è assistito al ridimensionamento delle grandi aziende tessili, con licenziamenti ed un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali.”
A parlare è Sergio Bono, segretario generale della Fillea di Biella, che racconta “anche il settore edile è stato colpito pesantemente, con la riduzione del 10% dell’occupazione, mentre le imprese - per il 90% piccolissime (tra i 3 ed i 5 dipendenti) - stanno facendo i conti con un sostanziale blocco dell’accesso al credito.”
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, complicata la vicenda della costruzione del nuovo polo ospedaliero, unica grande opera prevista nel territorio, iniziata nel 2002 con l’appalto all’associazione di imprese Isola, composta dalle ditte Di Lieto e Ferrari. “Prima il fallimento della Ferrari nel 2006, successivamente la crisi della Di Lieto, che a causa del forte indebitamento con le banche rischia di essere estromessa dal cantiere per morosità verso i subappaltatori e la Cassa Edile di Biella. Il risultato è che i lavoratori sono in Cigs, ma da settembre non percepiscono nè stipendio nè integrazione da parte dell’Inps” denuncia il segretario Fillea “quei lavoratori oggi sono a Roma per chiedere un immediato intervento su questa vicenda e per chiedere che si affronti al più presto lo stato di crisi del settore nel territorio – conclude Bono - che sta producendo una migrazione di lavoratori edili verso Torino e Milano”.
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