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CONTRO LA CRISI INTERVENIRE SUL GOVERNO PER IL RILANCIO DI INVESTIMENTI E INFRASTRUTTURE.
APPELLO DI CGIL E FILLEA DI FOGGIA


UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI LOCALI AFFINCHÉ FACCIANO PRESSIONI SUL GOVERNO NAZIONALE PER interventi concreti che diano risposte alle difficoltà del mondo del lavoro, messo in grave sofferenza dalla crisi economica, ma nello stesso tempo siano in grado di sostenere le imprese, rilanciare gli investimenti, realizzare quelle infrastrutture necessarie al tessuto produttivo del Mezzogiorno e della Capitanata.
A lanciarlo, la segreteria confederale della CGIL di Foggia e la FILLEA, la categoria del legno e delle costruzioni, tra i settori che sta avvertendo maggiormente nella nostra provincia gli effetti della recessione, con 11 aziende in stato di crisi e circa 200 lavoratori interessati da procedure di cassa integrazione, mobilità o licenziamenti collettivi. “Per quanto siano misure necessarie per ammortizzare la diminuita necessità produttiva e occupazionale delle aziende, non si può pensare di risolvere la crisi con il solo ricorso alla cassa integrazione - affermano Nicola Affatato, segretario generale della CGIL e Vitantonio Pasqualicchio, a capo della FILLEA provinciale - Cig per la quale comunque la Cgil chiede il raddoppio della durata, a fronte di imprese che agli inizi di gennaio avranno esaurito il periodo massimo di ricorso allo strumento”.
Ultimo caso in ordine di tempo di aziende in sofferenza nel settore del legno e costruzioni in provincia di Foggia è quello della Bellaria, insediatasi nell'area di Ascoli Satriano grazie ai finanziamenti del Patto Territoriale, 90 dipendenti e specializzata nella produzione di salotti. “Di fronte alla volontà di dismissione dell'impianto è stata coinvolta la Regione Puglia e la task force per l'occupazione - ricordano CGIL e FILLEA -.
Lunedì 14 ci sarà un incontro tecnico tra sindacati, task force e azienda; un secondo tavolo sarà allargato ai sindaci dell'area, alle istituzioni locali, alla società di gestione del Patto. Anche in questo caso non crediamo che la vertenza si possa chiudere solo con la volontà di ricorrere alla cassa integrazione. Vogliamo salvaguardare i livelli occupazionali e il sito produttivo, anche prendendo in considerazione ipotesi di riconversione aziendale. Perché quando sarà terminato il periodo di Cig l'unica strada non potrà che essere quella dei licenziamenti. E questa provincia e quel territorio in particolare non possono permettersi di perdere altri posti di lavoro”.
Rilancio degli investimenti e realizzazione di infrastrutture di sostegno al tessuto economico e produttivo, è quello che chiedono la CGIL e FILLEA, a partire dalla cantierizzazione di quelle opere pubbliche oggetto di un attento monitoraggio lo scorso giugno, con possibili interventi in provincia di Foggia per 600 milioni di euro e 2mila posti di lavoro. “Al di là della natura anticiclica che da sempre rappresenta il settore delle costruzioni, si
tratta in larga parte di interventi necessari alla nostra provincia. Dal raddoppio della tratta ferroviaria Lesina- Termoli alla diga di Piano dei Limiti, assieme agli interventi previsti da Provincia e Comuni, parliamo di opere in molti casi già cantierizzabili, con risorse assegnate ma non stanziate, con gare già espletate o bandi da avviare. Opere che vanno accelerate e che rappresenterebbero ossigeno per l'asfittica economia di Capitanata”.
Un segnale positivo, in tal senso, è giunto dal finanziamento per il raddoppio della tratta ferroviaria Foggia- Caserta, con 36 milioni di euro stanziati per l'intervento e i lavori pronti a partire. “Tali interventi infrastrutturali creeranno occupazione diretta ed avranno ricadute sul sistema dei trasporti e della logistica al servizio anche delle imprese - concludono CGIL e FILLEA di Capitanata -. Imprese che vanno sostenute con una politica del credito mirata da parte delle banche, che invece in tempo di crisi stanno restringendo i fidi alle aziende, soprattutto alle più piccole. Mentre il governo ha pensato solo a salvare gli istituti di credito senza puntare a migliorare i servizi per i cittadini e le aziende. E' necessario recuperare potere d'acquisto di reddito e pensioni, investire su innovazione e ricerca, rilanciare una politica industriale. Questo occorre per uscire dalla crisi, al di là di interventi tampone. Questo dovrebbero chiedere assieme a noi tutte le istituzioni e tutti gli enti locali del territorio, di qualunque colore politico essi siano”.