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DI.MA COSTRUZIONI. FILLEA CGIL LAZIO: IN 180 DA 2 MESI SENZA STIPENDIO 180



31.07.09 Allarme occupazione alla DI.MA Costruzioni di Pomezia, in provincia di Roma, con 180 dipendenti senza stipendio da due mesi. A lanciarlo è la Fillea Cgil di Roma e Lazio, che denuncia che anche l'azienda non versa i relativi accantonamenti dei lavoratori, già trattenuti sulle buste paga, alla cassa edile di Roma e provincia, tanto che i lavoratori non percepiranno il pagamento delle ferie maturate. E contro la situazione di crisi dell'azienda sono state dichiarate dal sindacato otto ore di sciopero di tutti i cantieri della società nella provincia di Roma, che verranno utilizzate per una manifestazione nella città di Pomezia. «La DI. MA. Costruzioni -ha dichiarato il segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, Roberto Cellini- è un impresa dove i rapporti sindacali sono stati sempre pessimi, tanto da impedirci spesso di svolgere anche la nostra normale attività di tutela e prevenzione, sia dal punto di vista contrattuale che sulla sicurezza. E anche in questa circostanza si è riproposto l'atteggiamento di ostracismo nei nostri confronti e restiamo ancora in attesa di una convocazione da parte della società, e da parte del sindaco di Pomezia a cui abbiamo fatto richiesta di farsi parte attiva in una vertenza che ha riflessi negativi sulla economia del territorio, già compromesso dalla crisi». Ma quello della DI.MA non è, secondo Cellini, un caso isolato. «È questo della società DI.MA -ha sottolineato- l'ulteriore segnale negativo nel settore delle costruzioni, di una crisi che va sempre più assumendo caratteristiche drammatiche. Registriamo -ha aggiunto il sindacalista- non più una normale flessione di attività congiunturale, ma la crisi ha ormai caratteristiche strutturali, che si manifesta in una diminuzione dei bandi di gara, e attraverso una diminuizione di addetti, che oggi è nell'ordine del 10%, ma già alla ripresa dell'attività di settembre assumerà un fisionomia drammatica».

Per il sindacato la situazione del settore è difficile ed ènecessario trovare dei rimedi efficaci. «La caratteristica di micro-imprese e la parcellizzazione del settore -ha detto Cellini- non ci consentirà neanche il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari o in deroga per tutelare il reddito dei lavoratori edili, che saranno espulsi dal ciclo produttivo andando, come sempre succede, ad alimentare il lavoro nero ed irregolare o la mancanza di sicurezza nei pochi cantieri che rimarranno aperti». «Riteniamo -ha concluso- che sia utile nelle crisi di queste dimensioni, una triangolazione o concertazione, mantenendo ruoli distinti per il pezzo di interessi rappresentati, tra parti sociali e istituzioni, per evitare ripercussioni forti, sia a livello economico che sociale del nostro territorio».