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Arborea - Oristano Relazione di Carmelo Farci, Segretario Generale Fillea Sardegna |
Giampaolo Lilliu Segr. Camera del lavoro
Oristano
Signore e signori, autorità presenti, gentili invitati, grazie per aver accolto il nostro invito a partecipare alla giornata di lavoro sul tema dell’amianto e le nuove tecnologie utili per lo smaltimento e bonifica della fibra amianto in difesa della salute e la tutela dell’ambiente. Come è nostra consuetudine ad ogni iniziativa sul tema dell’ amianto, ricordiamo con un attimo di silenzio i nostri compagni, gli amici di lavoro e i cittadini che non sono più tra noi a cause della fibra. Grazie. I motivi che hanno spinto il sindacato a promuovere questa iniziativa sono molteplici: mantenere vivo il problema amianto; sensibilizzare le forze politiche e sociali ed economiche su un tema che riguarda il diritto alla salute dei cittadini; difesa dell’ambiente dalla fibra amianto a distanza di 15 anni dall’ approvazione della legge 257/92 che con i decreti collegati ha sancito definitivamente il divieto di estrazione, lavorazione, commercializzazione dell’amianto e dei suoi prodotti e ad un anno e più dall’ approvazione della Legge Regionale del 16 Dicembre 2005 n° 22 contenente “ Norme per l’approvazione del piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto “. Due leggi di alto profilo politico, sociale ed economico fortemente volute dal sindacato dei lavoratori del settore cemento amianto, dagli ex esposti che con il loro coordinamento regionale nato nel 94 hanno il merito di aver tenuto alta l’attenzione, ancora oggi, sul problema amianto con iniziative di sensibilizzazione rivolte alle autorità di governo nazionale regionale e provinciale e territoriale. Con orgoglio oggi possiamo sostenere di aver partecipato da protagonisti ad una iniziativa di grande rilevanza politica e storica, con l’approvazione prima della legge 257/92 poi con la legge 16 dicembre 2005 N° 22 che oggi sono i principali strumenti legislativi per difendere il diritto alla salute dei lavoratori, dei cittadini e per la tutela dell’ambiente dalla fibra. La giornata di oggi è importantissima per tutti noi in quanto è motivo di continuità e di impegno utile a bloccare il più grande assassino industriale finora conosciuto Voglio ricordare che la 95° conferenza dell’organizzazione internazionale del lavoro a Ginevra ha approvato una risoluzione per il bando della fibra a livello mondiale: una decisione storica che è da ascrivere in gran parte a merito dalle organizzazioni dei lavoratori e della forte campagna intrapresa dai vari comitati degli ex esposti. Una risoluzione unica nel suo genere, sofferta, arrivata dopo una lunga battaglia procedurale con lo schieramento imprenditoriale che ha tentato in tutte le maniere di contrastare la discussione della proposta di risoluzione - ma siamo riusciti a sconfiggere la logica del profitto sempre più presente nel mondo economico e sociale dei nostri paesi, dove, in nome del guadagno economico, si abbattono quei valori e quei diritti fondamentali come la salute e la tutela dell’ambiente, determinanti per l’intera società . Oggi la società è chiamata a rimediare e ad annullare gli effetti negativi che l’amianto negli anni ha provocato e ancora oggi provoca sulla salute dell’uomo e nell’ambiente. Alcuni importanti giornali nazionali, quali La Repubblica, l’ Espresso per citarne alcuni , in questi giorni definiscono nei loro articoli il problema amianto come il male di questo secolo sia in materia di salute dei cittadini sia in materia di ambiente “ Strage dell’eternit “ Veleno eternit per l’eternità” sono solo alcuni esempi DEI TITOLI di apertura degli articoli . La CGIL - la FILLEA - il coordinamento amianto ex esposti non ha mai smesso di promuovere iniziative anche eclatanti pur di mantenere vivo il problema amianto in tutti i suoi aspetti sanitari e ambientali. Siamo intervenuti per sollecitare azioni di risanamento di discariche abusive come quella presente nel territorio del comune di Arborea adiacente la 131 al Km 78; abbiamo denunciato la presenza dell’amianto negli edifici pubblici, in particolar modo nelle scuole e negli asili ma in questi casi purtroppo dobbiamo constatare la mancanza di interventi da parte delle istituzioni e degli enti locali, interventi indispensabili per la bonifica degli edifici dalla fibra amianto. Riteniamo che la mancanza di partecipazione da parte degli enti locali e delle istituzioni nel promuovere interventi seri per affrontare il problema della bonifica, anche con scelte coraggiose come quella di non utilizzare l’amianto nell’edilizia pubblica, abbiano causato, oltre che gravi danni alla salute dei cittadini certamente anche all’ambiente. Né è un esempio edificante per l’intera società il modo in cui si eludono le leggi. Non possiamo più permettere che le istituzioni, a tutti i livelli, non intervengano, ciascuna per il proprio ruolo, in difesa dei diritti fondamentali come la salute e l’ambiente dell’intera società . Siamo diventati un punto di riferimento per le istituzioni - per i lavoratori del settore - per gli ex esposti, per i cittadini. Abbiamo promosso nelle scuole campagne di informazione di ogni genere con iniziative di sensibilizzazione e di conoscenze del rischio amianto per la salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente; abbiamo firmato già nel 98 un protocollo di intesa con la ASL 5 di Oristano che prevede il monitoraggio sanitario agli ex esposti e ai loro familiari, ottenendo così un percorso di prevenzione sanitaria, che dobbiamo riuscire a consolidare e a migliorare, sia in qualità prevedendo visite più accurate e incisive, che in quantità prevedendo l’allargamento a fasce di cittadini da individuare a campione da sottoporre a visita medica. Siamo convinti che la prevenzione sia la risposta più incisiva e importante per aggredire e attutire il danno che la fibra dell’amianto provoca nell’uomo, per questo occorre che l’ Assessorato Regionale alla Sanità predisponga un programma di interventi che vadano a confermare e consolidare gli accordi già esistenti che vada a predisporre un progetto che veda la possibilità di istituire in Sardegna un centro di riferimento per la diagnosi precoce e per la terapia del tumore maligno come quello del ( Mesotelioma Pleurico ). Dobbiamo lavorare in sinergia con i due assessorati SANITA’ e AMBIENTE al fine di creare i presupposti con i quali le bonifiche devono effettuarsi nell’assoluta garanzia e tutela per la salute e la difesa dell’ambiente. Dobbiamo essere capaci di tutelare i lavoratori che materialmente effettuano i lavori di bonifica ( I NUOVI ESPOSTI ) dando loro le garanzie di legge e contrattuali previste per chi opera nel settore amianto – purtroppo ancora oggi il più delle volte questo non avviene. Bonificare bene il territorio dalla fibra amianto e lavorare in sicurezza non può essere solo uno slogan ma è e sarà il nostro compito affinchè questo avvenga realmente. Per questo dobbiamo lavorare con la stessa competenza e la che abbiamo avuto quando, con le nostre iniziative, siamo riusciti a bandire dal sistema estrattivo, produttivo e commerciale la fibra dell’amianto con la legge 257/92. L’amianto è un Killer che provoca un male subdolo che raggiunge anche i 35 anni di latenza; infatti il picco del mesotelioma pleurico, il tumore provocato dalla fibra, deve ancora arrivare e deve manifestarsi in tutto la sua drammaticità . Non vogliamo creare allarmismi inutili quando facciamo queste affermazioni, ma evidenziare un dato di fatto ormai riconosciuto dai massimi esponenti del mondo della ricerca medica. Per questo dobbiamo continuare ad evidenziare il problema; dobbiamo continuare a promuovere iniziative utili a sensibilizzare le Istituzioni, le forze sociali, i cittadini, l’intera società per sconfiggere insieme quello che viene definito da tanti il male del secolo. Le stime parlano chiaro: il numero delle vittime continua a crescere al ritmo di 4 mila l’anno. Si calcola che il picco di mortalità arriverà intorno al 2025. L’attendibilità e la conoscenza del fenomeno della mortalità presente nella nostra Regione e’ difficile quantificare, in quanto non era presente, o meglio forse non ben definito, un centro Regionale per la rilevazione dei casi di tumore del mesotelioma pleurico. L’ Art. 9 della legge regionale Dicembre 2005 assegna all’osservatorio Regionale epidemiologico questo compito; mi auguro che oggi sia l’occasione giusta per conoscere, ad un anno e più di distanza dalla approvazione della legge, il lavoro di raccolta dati svolto dall’istituto in merito al problema amianto. Inoltre chiediamo all’assessorato Regionale della Sanità che si impegni a diramare una circolare che preveda l’obbligo per gli ospedali sardi di segnalare i casi presunti di mesotelioma pleurico - punto fondamentale per una analisi seria e attenta sul fenomeno. Questa richiesta nasce dal fatto che il tumore che colpisce le vittime dell’amianto lo trovi solo se lo vai a cercare, infatti si manifesta come una polmonite, e va in rapidissima metastasi. Occorrerebbe, forse, una anamnesi attenta di ogni persona colpita da questo tumore per risalire con certezza alla presenza del mesiotelioma. Oggi ci sentiamo di poter affermare che comunque i casi di mesotelioma pleurico in Sardegna sono numerosi e in continuo aumento anche tra i cittadini che non sono mai stati esposti alla fibra e questo dato ci deve fare riflettere molto attentamente. Tutti, come ben sapete, abbiamo respirato queste fibre per anni poichè erano presenti in varie prodotti (ricordate i freni , la frizione delle automobili? ) ed oggetti anche di uso domestico ( asciugacapelli, forni, cucine, sottoteglie stufe, guanti da forno, giocattoli, elettrodomestici ). Si contano circa 3 mila i prodotti contenenti la fibra ma il 75 % di tutto l’amianto usato è stato impiegato nel settore edilizio e delle costruzioni; è chiaro quindi che si combatte con un elemento naturale che può essere presente dovunque e pertanto la battaglia per sconfiggerlo è difficile ma non impossibile. Per questo bisogna conoscere che cosa è veramente l’amianto, quale è la sua presenza nel nostro territorio, nella nostra regione, nel nostro paese e come intervenire per renderlo inoffensivo. E’ a queste domande che la nostra iniziativa odierna, con la vostra presenza altamente qualificata, deve dare risposte sia politiche che tecniche. L’Amianto è una fibra minerale così sottile che i un 1 cm si possono allineare circa 300.000 fibre; è una fibra resistente al fuoco e agli agenti chimici; ha una elevata resistenza meccanica alla trazione grazie alla sua flessibilità. L’uso commerciale della fibra inizia ai primi anni del 1900; in Italia parte in questo periodo lo sfruttamento della miniera di Balangero in Piemonte che passa da poche migliaia di tonnellate all’anno a circa 7.500.000 tonnellate nel decennio 1960/70 . Un dato su tutti serve a comprendere meglio il fenomeno amianto: si pensa che in Italia ci siano 2, 5 miliardi di metri quadri di lastre in cemento amianto ( Eternit ), pur senza considerare l’amianto in matrice friabile. I quantitativi di materiale contenenti amianto ancora presenti sul territorio italiano si aggirano intorno ai 32 milioni di tonnellate per un totale di circa 8 milioni di M3. Risalire ai dati reale della presenza amianto nella nostra Regione è quasi un impresa impossibile in quanto la Regione Sardegna fino al 2005 non si è dotata di un piano di protezione e decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, che contenesse un progetto di censimento utile a rilevare la reale presenza dell’amianto nella nostra Regione. Alcune province e qualche comune forse ha fatto qualcosa, ma crediamo che ciò non sia sufficiente . Per questo diventa importante attuare in tutti i suoi articoli la legge Regionale n° 22 del Dicembre 2005 che nell’art 4 prevede che siano le province ad attuare dei piani di censimento che ormai diventano non più rimandabile se si vuole attuare realmente nel territorio le bonifiche necessarie. Comunque alcuni dati sono già in nostro possesso e da questi credo che dobbiamo partire per fare alcune considerazioni : nella nostra provincia delle due fabbriche che hanno prodotto manufatti in cemento amianto sino al 1992, una delle quali era la SARDIT del Gruppo Italcementi, abbiamo stimato che sono stati prodotti oltre tre milioni di quintali di manufatti ETERNIT e nell’altra, la Cema Sarda di Marrubiu, ne sono stati prodotti altri 600 mila quintali . Queste tonnellate di Eternit continuano a fare danni, nel territorio della nostra provincia questa considerazione trova conferma nei dati se pur parziali emersi da un censimento promosso alcuni anni fa dall’Ente provincia che ha riguardato 40 comuni su un totale di 98, quindi una minima parte della superficie abitative della nostra provincia, in cui sono stati rilevati 1 milione ,350 mq. di superficie cemento amianto. Altro dato importante da tenere in considerazione: mille metri quadri di Eternit usurata, liberano ogni anno un chilo di micidiale fibra che si disperde nell’aria e finiscono nei nostri polmoni. Voglio infine ricordare che Oristano è stata inserita all’interno di una statistica nazionale tra le 110 città italiane ad alto rischio di amianto. La situazione a rischio di Oristano è stata riconosciuta anche dal governo della Regione Sardegna che nel 1995 ha istituito presso l’Asl 5 il laboratorio di riferimento Regionale per la rilevazione delle fibre aerodisperse. Secondo noi è indispensabile oggi che l’assessore Regionale alla sanità prenda impegni precisi per definire il ruolo e i compiti del laboratorio Regionale istituito ad Oristano ed intervenga anche con risorse economiche utili a rendere il laboratorio funzionante in tutte le fasi di analisi sui prodotti contenente le fibre e venga messo fine al fatto di spedire parte di tali campioni per le analisi finali a istituti della penisola . Tutto ciò crediamo non sia più tollerabile anche in previsione delle bonifiche future e dei nuovi metodi e tecniche di smaltimento presenti nel nostro territorio; d’altra parte per conoscere la loro effettiva capacità di assolvere il compito di rendere inoffensivo l’amianto, è indispensabile avere un servizio di prevenzione e di vigilanza efficace che dia garanzie totali alla salute dei cittadini e nella difesa dell’ambiente. Diventa pertanto indispensabile conoscere e affrontare i temi legati alle bonifiche per limitare al massimo i danni all’ambiente e alla salute dei cittadini durante le operazioni di bonifica. Dobbiamo dotarci degli strumenti adeguati per intervenire nelle fasi di bonifica capaci di garantire la massima tutela ambientale e in difesa della salute . Crediamo che oggi più che ieri siamo in grado di operare in modo da non creare problemi nuovi e più importanti di quelli che già l’amianto negli anni ha fatto. Il sindacato guarda con interesse alle nuove tecniche utili allo smaltimento e alla bonifica dell’amianto anche con prospettive di dare un impulso all’occupazione, ma dobbiamo conoscere le nuove tecnologie per affrontare tutti insieme i temi della sicurezza per la salute e la difesa dell’ambiente; pertanto diventa indispensabile che la legge 22 del dicembre 2005 venga attuata e che diventi strumento efficace dando garanzie ai cittadini sardi che il risanamento del territorio dalla fibra dell’amianto avvenga nel rispetto dei diritti appena citati. Sono presenti in Italia vari brevetti su diverse tecnologie per rendere inoffensiva la fibra amianto una è la ceramizzazione Cordiam, un processo di trasformazione a stato solido dei rifiuti di amianto. Si conoscono altri brevetti - come quello del consiglio nazionale delle ricerche, uno dell’ENEA e un altro dell’ENEL, e tutti vanno verso la procedura che rendono inerti i rifiuti di amianto e li trasformano in prodotti riutilizzabili. Oggi è presente con noi il Proff. Alesando Gualtieri docente universitario dell’università di Modena che ha messo a punto un brevetto di valore mondiale per trattare l’amianto in forni ad altissime temperature che permettono di conseguire due risultati fondamentali. Il forno in questione consente il trattamento di pacchi completi di lastre di amianto, senza bisogno né di rompere le confezioni di plastica sigillate obbligatoriamente per legge quando si attua la bonifica delle lastre ETERNIT, nè di macinare il materiale poiché ciò provoca inevitabilmente dispersione di fibre. Al termine del ciclo termico il minerale diviene innocuo con la completa distruzione delle parti fibrose e può essere persino riciclato come materia prima per altri processi industriali. Dalle dichiarazioni pubbliche, rilasciate alcune settimane fa dal prof. Gualtieri in una intervista al settimanale l’Espresso, siamo partiti per promuovere l’iniziativa odierna. Sono certo che il suo intervento servirà alla nostra discussione e porterà un notevole contributo di conoscenza al problema . Il sindacato non ha ruoli o funzioni di sponsor, ma credo che abbia il dovere di sensibilizzare tutte le forze istituzionali, politiche, sociali ed economiche sul problema Amianto per svolgere un ruolo di verifica che le bonifiche vengono attuate in sicurezza per i lavoratori, salvaguardando così il diritto alla salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente. Abbiamo iniziato ricordando che siamo a più di un anno di distanza dalla approvazione della legge Regionale n° 22 del Dicembre 2005; abbiamo accolto con grande soddisfazione tale legge fortemente voluta da noi e dai consiglieri del centro sinistra della attuale maggioranza; confermiamo tale soddisfazione ma con la stessa determinazione oggi contestiamo al governo Regionale il ritardo nell’ applicazione della legge; siamo inoltre fortemente preoccupati sull’assoluta mancanza di iniziative e sul silenzio istituzionale a tutti i livelli in merito al problema amianto. Siamo in piena emergenza ambientale e sanitaria. I costi attuali della bonifica dei prodotti contenente amianto sono enormi e ricadano sui cittadini rispettosi delle leggi. Attualmente vige la bonifica fai da te con conseguenze disastrose per l’ambiente e la salute dei cittadini. Porto il mio personale esempio di ciò: KG 120 di prodotto costo smaltimento presso discarica autorizzata ( 2 sono le attuali in Sardegna ) EURO 284,00. Siamo in presenza di una proliferazione di interventi abusivi di bonifica dei prodotti contenenti amianto e sempre di più sono le discariche abusive presenti nelle periferie delle nostre città; in alcuni casi abbiamo notato anche materiali contenenti amianto proveniente da ristrutturazioni di abitazioni depositati nei cassonetti adibiti alla raccolta dei rifiuti solidi urbani. A questo proposito segnalo l’articolo del 9 febbraio scorso sull’Unione Sarda che parlava del caso di una discarica abusiva scoperta in una antica galleria mineraria nelle campagne tra Carbonia e Iglesias. Il materiale contenuto nei sacchi era completamente frantumato e in stato di deterioramento, condizione che favorisce, come ben sappiamo, la massima dispersione nell’aria delle fibre dell’amianto stesso.
Non esiste ancora, in molti cittadini, piena consapevolezza dei rischi di questo prodotto killer.
Per questo abbiamo accolto con grande soddisfazione il progetto del governo Regionale denominato “ Sardegna fatti bella”, utile alla difesa del patrimonio ambientale della nostra Isola, segnale di grande rilevanza politica e di grande sensibilità ambientale.Crediamo che il progetto dovrebbe dare una risposta seria alla domanda sempre crescente da parte dei cittadini sardi di vivere in un territorio dove l’ambiente assuma un valore importante e determinante per il suo sviluppo economico e sociale . Ma crediamo anche che senza evidenziare e definire un progetto serio di intervento sul problema amianto - Sardegna fatti Bella rischia di essere solo uno slogan pubblicitario - poco efficace se non inutile per la tutela ambientale della nostra Regione. Per questo bisogna che il progetto Sardegna fatti bella , insieme ad altri strumenti legislativi e finanziari, diventi strumento importante per realizzare in tutto il territorio Regionale un progetto concreto di bonifica dell’amianto. Dobbiamo fare in modo che la bonifica diventi economicamente conveniente e soprattutto agevolare le fasi istruttorie semplificando le attuali burocrazie** Queste sono le richieste che provengono dai cittadini e dagli imprenditori delle categorie interessate alle bonifiche, anche tenendo conto di queste aspettative abbiamo promosso come sindacato ed ex esposti la legge Regionale n° 22 del 16 dicembre inserendo e facendolo approvare un articolo che prevede risorse a sostegno dei costi che i cittadini subiscono quando intendono smaltire o bonificare l’amianto. In merito alla semplificazione burocratica e alla agevolazione del percorso istruttorio indispensabile per attivare le operazioni di bonifica dell’amianto crediamo che possono essere istituiti Sportelli unici presso i comuni dove cittadini e operatori del settore possano trovare risposte qualificate alle loro esigenze. Per una seria bonifica dell’amianto diventa importante stabilire come vogliamo intervenire per porre rimedio al prolificare delle imprese che operano nelle bonifiche di prodotti contenente l’amianto senza rispettare le normative di legge e contrattuali a danno della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Crediamo che occorra una incisiva azione di sensibilizzazione delle associazioni imprenditoriali rivolta a formare gli imprenditori creando se è possibile una rete di aziende iscritte a un albo professionale che garantisca la qualità della bonifica e l’utilizzo di mano d’opera specializzata. Crediamo inoltre che sia indispensabile per la particolarità che presenta il settore amianto, che le istituzioni preposte alla verifica e al controllo ispettivo operino in sinergia tra loro dando una ulteriore garanzia che le bonifiche avvengono nel massimo rispetto delle leggi e delle normative contrattuali .
Pertanto diventa indispensabile :
- che la legge Regionale sia finanziata e attuata in tutti i suoi articoli; riteniamo che le nuove tecnologie in fase di sperimentazione che eventualmente saranno utilizzate per la bonifica dall’amianto devono necessariamente garantire la massima sicurezza in materia di salute e tutela dell’ambiente e contemporaneamente creare condizioni favorevoli di nuovo sviluppo e occupazione. Il sindacato propone che tale progetto venga localizzato nella provincia di Oristano attraverso la creazione di un polo Regionale per lo smaltimento e la bonifica dei prodotti contenenti la fibra di amianto, in continuità con l’esperienze acquisite dal territorio dovute alla presenza per anni di due grossi stabilimenti di produzione di manufatti contenente l’amianto che hanno creato una situazione ambientale ad altissimo rischio non riscontrabile in altre Province Sarde. Inoltre va rilevato l’importanza della verifica del processo sperimentale di bonifica dell’amianto attualmente presente nell’area del comune di Arborea che ha la garanzia di poter contare sull’opera altamente qualificata del laboratorio di riferimento regionale amianto del dipartimento provinciale di Oristano, l’ ARPAS, che assume una rilevanza ancora più importante nella realizzazione del progetto complessivo da noi proposto.
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