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La Fillea scrive alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici Inapplicazioni dei contratti, scarsa professionalità e irregolarità nei cantieri di restauro a Foggia
La denuncia dell’Ufficio Restauro del sindacato di categoria degli edili: “A difesa dei lavoratori ma anche del patrimonio artistico. Serve subito un monitoraggio degli interventi”. Segnalati i restauri delle chiese di San Rocco, Addolorata e Sant’Agostino, così come gli interventi sulla farmacia che ha sede nel palazzo dell’Archivio di Stato
inapplicazione del contratto e scarsa sicurezza per le persone e i beni culturali sotto tutela. Sono le ragioni che hanno spinto al FILLEA CGIL di Foggia a richiedere un incontro –al fine di avviare un monitoraggio degli interventi e tavoli di concertazione per il settore del restauro- alla Sovrintendenza ai beni architettonici e al patrimonio storico e artistico, oltre che alla Curia Arcivescovile di Foggia, al Genio Civile, agli assessori comunali ai Beni Culturali e ai Lavori Pubblici.
L’azione dell’Ufficio Restauro della FILLEA CGIL L’ufficio Restauro della FILLEA CGIL di Foggia intende opeare al fine di evitare che, data la natura altamente professionale dell’attività svolta, anche nei “cantieri” del restauro si manifestino i medesimi fenomeni che affliggono più in generale il comparto dell’edilizia: lavoro irregolare o nero; salute e sicurezza negate, contratti inapplicati o elusi, formazione professionale negata o non riconosciuta. “Fermo restando il ruolo specifico svolto dal sindacato – afferma Michele Lunetta, segretario generale della FILLEA CGIL di Foggia – la nostra azione intende costituire un valore aggiunto per le imprese che operano nel settore e la garanzia di interventi qualificati sul patrimonio artistico e culturale esistente e a favore della vivibilità delle nostre città”.
Oggi, i dati del settore edile in Italia parlano di un 60% del mercato orientato verso il restauro e il restando 40% legato a nuove costruzioni: “Serve allora una riconversione delle professionalità degli imprenditori e delle maestranze – commenta Lunetta -. Ma le aziende specializzate sul territorio sono pochissime, e spesso non ricorrono alle competenze professionali necessarie”. Il mercato c’è; le professionalità, sulla carta, anche, così come alcune imprese rispondono ai requisiti richiesti per interventi nel settore del restauro. “Un compito tra gli altri sarà quello di verificare la lo presenza sul cantiere di queste professionalità. Un compito che devono svolgere anche le istituzioni preposte”
I casi segnalati alla Sovrintendenza Nella richiesta di incontro inviata agli enti interessati, la FILLEA CGIL ha segnalato alcuni cantieri ed opere sui quali sono stati rilevati incongruità e irregolarità. Ad esempio, nei cantieri che interessano interventi di recupero e restauro di alcune chiese foggiane (San Rocco in via della Repubblica, l’Addolorata) non sono state esposte le relative autorizzazioni, così come prescritto dalla legge. Per quel che riguarda il palazzo dell’Archivio di Stato in piazza XX Settembre, dove ha sede quella che era la storica farmacia del Leone (sottoposta a vincolo architettonico perché nell’edificio costruito nel 1820 erano ospitato le riunioni dei carbonari dauni) sono stati spostati beni mobili anch’essi rientranti nel vincolo, da persone non autorizzate e senza le dovute autorizzazioni e comunicazioni. Infine, nella chiesa di Sant’Agostino in Via Arpi, i lavori di messa in sicurezza effettuati con i fondi per il terremoto, hanno interessato anche la pulitura della facciata, avvenuta con sabbiatura a sabbia, creando così un notevole danno alla pietra. Inoltre, due statue in pietra sono state restaurate senza le dovute autorizzazioni e comunicazioni. La FILLEA a tutela del patrimonio artistico L’azione della FILLEA RESTAURO non riguarda solo la tutela dei diritti dei lavoratori ma è anche a tutela del patrimonio artistico e monumentale. “Il territorio di Capitanata – commenta la coordinatrice dell’Ufficio Restauro, Maria Cirillo – è stato spesso deturpato da interventi che nulla avevano a che fare con la tutela ma molto vicini alla speculazione, non solo edile ma anche culturale. Sembra che la nostra storia non ci appartenga”. Allo stesso modo sembra non appartenere alla nostra realtà “la collaborazione tra gli enti preposti alla tutela e i lavoratori del settore, così come manca il confronto tra gli stessi lavoratori e le imprese. Noi ci proponiamo allora di difendere i diritti delle maestranze ma anche le opere di alto valore monumentale e artistico”.
Foggia, 15 settembre 2005 |
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©Grafica web michele Di lucchio