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CAMBIO AL VERTICE DELLA FILLEA NAZIONALEE’ WALTER SCHIAVELLA IL NUOVO SEGRETARIO GENERALE FRANCO MARTINI VA A DIRIGERE LA FILCAMS
Ordine del Giorno e Programma del Comitato Direttivo
Intervento Programmatico di Walter Schiavella
Intervento di saluto di Franco Martini
A salutare l’elezione di Walter Schiavella a segretario generale della Fillea Cgil, avvenuta stamane al Centro Congresso Frentani, c’era anche Claudio Cianca, 95 anni, partigiano e storico dirigente degli edili romani, cui il Direttivo della Fillea e lo stesso Schiavella hanno dedicato un omaggio commosso. Classe '59, sposato, due figli, originario di Palestrina, iscritto alla Cgil dal 1982, reduce da un’esperienza di quattro anni alla guida della Cgil di Roma e Lazio, Schiavella sostituisce Franco Martini, che passa a dirigere la categoria del commercio e dei servizi, la Filcams.
Ricordando che le stime per il 2008 e il 2009 assegnano al settore crescita zero, Schiavella lancia l’allarme per il moltiplicarsi delle crisi aziendali, per “la tenuta occupazionale di importanti territori e di quasi tutto il Mezzogiorno, sempre più distante dal resto del Paese e alle prese con una crescente infiltrazione criminale nel settore, come dimostrano gli attentati contro i lavoratori dei cantieri delle grandi opere in Calabria, cui il sindacato ha risposto con una grande manifestazione a Vibo Valentia il 16 settembre.”
IL GOVERNO NON INTERVIENE secondo Schiavella “per sostenere gli investimenti di infrastrutture, rilanciare consumi e salari attraverso interventi redistributivi per via fiscale, potenziare il sistema del welfare.” Anzi, al contrario ha iniziato “una azione di smantellamento di una stagione delle regole che, pur con difficoltà, aveva iniziato ad affrontare temi fondamentali come quello della sicurezza e della legalità, e quelli del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali su cui con il protocollo welfare del luglio 2007 aveva fornito prime risposte.”
LA MOBILITAZIONE DEL 27 SETTEMBRE “Sviluppo, infrastrutture, politiche pubbliche per la casa, occupazione, reddito, diritti, sicurezza e legalità i temi nell’agenda del sindacato “per questo dovremo dare forza e sostanza al successo delle mobilitazione nazionale promossa dalla Cgil per il 27 settembre garantendo – ha proseguito il neo segretario - una partecipazione di tutta la categoria.”
IL SISTEMA DELLE IMPRESE Per Schiavella le imprese non riescono “a fare i conti con un mercato vero, con un sistema di regole ed arbitri neutrali e inflessibili. Regole e arbitri spesso evocati a parole, ma nei fatti ostacoli da aggirare.”
E allora, occorre sostenere l’impresa sana e coraggiosa, come “le associazioni territoriali di Confindustria impegnate contro le infiltrazioni mafiose, la stessa ANCE che ha annunciato l’espulsione delle imprese che ricorrono al lavoro nero” ma anche affrontare la sfida della qualità, intervenendo sul nanismo industriale che caratterizza l’impresa (nel settore sono oltre 340 mila le imprese con 1 dipendente). Per dare qualità al lavoro e allo sviluppo occorre che le aziende affrontino “senza furbizie – sottolinea il segretario generale - lo spinoso tema della riforma della contrattazione.”
RIFORMA CONTRATTI, DOCUMENTO INACCETTABILE, URGENTE UN CHIARIMENTO CON CISL E UIL. Il documento consegnato da Confindustria il 12 settembre per Schiavella è “inaccettabile nel suo impianto complessivo – spiega - e nelle forme ultimative, nella struttura del sistema contrattuale, autoritario e riduttivo degli spazi e delle autonomie negoziali. Non è accettabile per il merito, a partire dalla derogabilità del CCNL, un 2° livello senza effettive estensioni della contrattazione territoriale, con contenuti economici tutti variabili e slegati dall’effettiva prestazione di lavoro, per il concetto di bilateralità che propone in riduzione delle funzioni della contrattazione ed in sostituzione dello stato nella gestione di significative parti del welfare pubblico e del mercato del lavoro.” Un documento che secondo Schiavella è frutto “ di un pericoloso asse che si sta saldando fra Governo e Confindustria e che vediamo all’opera anche nella vicenda Alitalia.” Percorso accidentato dunque anche sul piano dei rapporto unitari, su cui Schiavella ritiene “inderogabile un chiarimento politico profondo e immediato con CISL e UIL circa la cogenza degli assunti con la piattaforma unitaria e non solo.”
LA QUALITA’ COME SCELTA STRATEGICA. I CINQUE PUNTI DELLA FILLEA Per Schiavella l’unica strada per affrontare la fase recessiva è quella della qualità, “per affermare i diritti del lavoro, la sicurezza, l’adeguata retribuzione, per consentire alle imprese di vincere la sfida della competizione globale, per uno sviluppo sostenibile, in termini ambientali economici e sociali.” Cinque i punti qualificanti dell’azione della Fillea, secondo Schiavella: una nuova fase di sviluppo sostenibile, una più forte coesione sociale, un mercato trasparente, libero e regolato, una più alta qualità dell’impresa, una qualità del lavoro più elevata e meglio tutelata. Schiavella è poi entrato nel merito, toccando aspetti come la necessità di orientare le politiche settoriali alla crescita attraverso l’innovazione, rilanciare la programmazione territoriale attraverso lo sviluppo delle reti, il potenziamento del trasporto sul ferro, le politiche delle infrastrutture.
GRANDI OPERE E LEGALITA’ La programmazione delle grandi opere attraverso il finanziamenti con leggi speciali “in realtà ha provocato un proliferare di leggi straordinarie ma una bassissima realizzazione di opere infrastrutturali. E quando le opere infrastrutturali si sono realizzate, i costi sono aumentati di molto rispetto a quelli posti in gara d’appalto, la qualità dei manufatti si è rivelata scadente e molte infrastrutture sono ancora oggi incompiute, a testimonianza della sciatteria e della irresponsabilità – ha ricordato il leader FIllea - con cui sono state gestite le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno.” Lo sviluppo del Mezzogiorno non può prescindere per Schiavella dalla questione della legalità “da una parte lo Stato, con tutte le sue articolazioni, con programmi, la società civile, dall’altra gli speculatori e la malavita organizzata” questa la sfida che lancia il segretario della Fillea, che auspica “il ricorso alla legislazione ordinaria per realizzare opere utili a tutto il Paese e condivise con le rappresentanze elettive locali.” Su questo la critica al Governo che “con il Decreto 112, i tentativi di revisione del Testo Unico sulla sicurezza, le scelte della Finanziaria 2009 che tagliano gli investimenti, sembra andare in direzione opposta.” E quindi la mobilitazione con l’annuncio di una “ grande iniziativa di valenza nazionale che coinvolgerà direttamente 4 Regioni - Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte – quelle regioni cioè su cui è concentrato un volume di finanziamenti per opere infrastrutturali” che si aggirano intorno a 91.500 miliardi di euro.
LA QUESTIONE DELL’ABITARE E DEL VIVERE URBANO Questa per Schiavella è la priorità delle grandi aree ubane, che pone “la necessità di affrontare e governare il fenomeno di migrazione verso le grandi città e che porterà nel 2050, secondo le previsioni dell’ONU, l’80% della popolazione italiana a vivere nelle grandi aree urbane.”
Questione che pone i temi quindi delle politiche urbanistiche e della qualità urbana, delle gradi periferie urbane, della necessità di costruire politiche di inclusione sociale e definire programmi specifici per rispondere alla grande emergenza abitativa. “Recupero delle periferie e dei centri storici, restauro dell’immenso patrimonio artistico, archeologico e monumentale, costruzione di moderne reti materiali e immateriali” sono alcuni dei temi posti da Schiavella insieme alla necessità di una presenza del soggetto pubblico che determini le politiche dell’abitare, sottraendo il mercato a pure dinamiche speculative e mettendo in atto “ processi innovativi, come l’housing sociale, l’utilizzo di risorse economiche non speculative, l’ampliamento del mercato dell’affitto, oggi ancora troppo marginale o speculativo.”
LA QUALITA’ DELL’IMPRESA. Schiavella ha poi affrontato le questioni degli appalti e del superamento delle gare al massimo ribasso, del DURC e la necessità di attivare tutte le azioni rivendicative per ripristinare gli indici di congruità, abrogati dal nuovo Governo, che si erano mostrati invece un utile strumento per contrastare il lavoro nero.
La Fillea, 358mila iscritti nel 2007, unica tra le grandi categorie della Cgil ad aver conclusa positivamente la stagione dei rinnovi con la firma dell’ultimo contratto del Legno Confapi del 12 settembre, sarà ora impegnata nel “dare piena attuazione ai risultati raggiunti – ha ricordato ancora Schiavella - per allargare gli spazi negoziali ed affrontare la questione dei rimandi e delle code contrattuali, la formazione professionale, che vede la grande novità dell’introduzione del diritto alla formazione per 8 ore annue e di 16 ore per i neo assunti e l’introduzione del libretto personale di lavoro, sviluppare la contrattazione d’anticipo.”
Infine la contrattazione di II Livello, su cui Schiavella chiede alla categoria di rafforzare l’impegno per “migliorare la capacità di incidere nei processi produttivi e sulle condizioni di lavoro nella direzione di una qualificazione e organizzazione del lavoro, a partire dalla sicurezza”, mentre sul sistema della bilateralità ha richiamato alla necessità di condividere con Filca Cisl e Feneal Uil “un codice etico vincolante per la gestione degli enti” difendendo il ruolo del sistema bilaterale come “strumento a servizio della contrattazione senza mai sostituirsi ad essa. Una bilateralità che sappia integrare la specifica richiesta di servizi e tutele che viene dallo specifico dei nostri settori, ma che non si sostituisca mai né alle funzioni di garanzia e certificazione dello stato né a quelle universalistiche del welfare pubblico. L’esatto opposto – conclude Schiavella – di quanto proposto dal documento di Confindustria del 12 u.s. che, anche per questo, è da respingere.”
Roma, 19 settembre 2008
DAL RAPPORTO SUL MERCATO EUROPEO DELLE COSTRUZIONI IN EUROPA AL 1010 (presentato da Euroconstruct e Cresme – il 12 giugno 2008- rielaborazione Fillea Cgil)
2007: FINE DELLA FASE ESPANSIVA ▪ Nell’andamento ciclico del settore delle costruzioni, il 2007 rappresenta la fine della fase espansiva in atto dal ’99, culminata nel picco del 2006, quando le costruzioni crescevano più velocemente del PIL complessivo (3,8% contro 3,00%). ▪ Dal 2007 il ciclo entra nella fase discendente, perdendo più di 1 punto percentuale di crescita (2,7%) e si allinea al ritmo espansivo del PIL globale (2,8%).
2008: IL MERCATO SI AVVIA ALLA RECESSIONE L’ultima revisione dei dati stima una crescita zero per il settore (- 0,3%) a fronte di un PIL che continua, seppure debolmente, a crescere (+1,8%). ▪ Simile scenario nel 2009, con il settore costruzioni che rimane in una fase di stagnazione (+ 0,2%) risentendo di un ulteriore rallentamento dell’economia europea (+ 1,7%).
2010: LEGGERA RIPRESA ▪ Si prevede leggera ripresa (+ 1,6%), quando il PIL dovrebbe riavvicinarsi ad un tasso di crescita di due punti percentuale (+ 2,1%).
IL MERCATO EUROPEO DELLE COSTRUZIONI ▪ Nel 2007 il valore della produzione di tutto il comparto delle costruzioni nei 19 paesi della rete Euroconstruct è di oltre 1.500 miliardi di euro, poco più del 12% del PIL lordo dei 19 paesi (di poco inferiore a quello italiano). ▪ Decisivo il comparto residenziale, che rappresenta quasi la metà del mercato (718 mld euro), comparto che però dal 2007 cessa di essere la componente più dinamica del mercato ▪ Per nuove costruzioni e rinnovo del patrimonio edilizio non residenziale, investiti 480 mld, quasi un terzo degli investimenti complessivi. ▪ Per le opere infrastrutturali spesi 319 miliardi, il 21% degli investimenti complessivi. Maggiore domanda di nuove opere. ▪ I 5 grandi paesi (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna) rappresentano insieme il 72% del complessivo. Al primo posto Germania (23% del totale), secondo posto Spagna, che ha superato il Regno Unito. ▪ Mentre nel mercato occidentale, la salute del comparto dipende sempre più dalle dinamiche demografiche e dalla capacità di rinnovare e qualificare il patrimonio immobiliare esistente, nei paesi dell’est europeo l’attuale congiuntura è regolata soprattutto dagli investimenti infrastrutturali e non residenziali ▪ Il nuovo ciclo produttivo delle costruzioni europee aperto con il 2007 corrisponde alla evoluzione differenziata dei principali segmenti del mercato. ▪ La produzione complessiva del settore ha raggiunto nel 2007 i massimi livelli produttivi, che rimangono sostanzialmente invariati nel 2008 e 2009, per tornare debolmente a crescere nel 2010. Al suo interno però, le dinamiche dei singoli segmenti mostrano cambiamenti. Infatti, la nuova produzione residenziale si è fermata nel 2006, quando è stato raggiunto il picco espansivo, cui è seguito il primo anno di rallentamento. Il 2008 segna una prima flessione assai rapida, che si farà anche più sensibile nel 2009, quando verranno quasi toccati i livelli produttivi del 2003. Nel 2010 il mercato delle abitazioni dovrebbe mostrare i primi segni di ripresa. Evoluzione di crescita ininterrotta invece per gli altri segmenti, ovvero la nuova produzione non residenziale e le infrastrutture, che dal 2003 vedono incrementare ogni anni i livelli produttivi. In particolare, nel 2009 e 2010 le infrastrutture saranno la componente più dinamica del mercato, raggiungendo il 120% degli standard 2003.
DATI SETTORE IN ITALIA (al 2006) Dati Istat – rielaborazione Fillea Cgil
le imprese sono 594.629, cresciute dell’1,7% rispetto al 2005 gli occupati sono 1.838.610, cresciuti del 2,4% rispetto al 2005 solo 84 le imprese con oltre 250 addetti (51mila in totale) oltre 316 mila imprese con 1 solo dipendente circa 248 mila con 2 – 9 dipendenti (863mila in totale) media dipendenti nel settore è di 3,1 dipendenti (contro 3,9% per il totale delle oltre 4milioni 400mila imprese in Italia)
INDUSTRIA DEL LEGNO E DEL PRODOTTI DEL LEGNO sono oltre 41.500 le imprese con un totale di circa 169mila dipendenti (media addetti 4,1%, contro il 3,9% per il totale delle imprese italiane)
A CONFRONTO GLI ANNI 2004 E 2005
ü con 50 addetti e più (media Italia - 4,5%, con punte di – 7,1% nel mezzogiorno e – 2,2% nel nord ovest, valori negativi per tutti i territori) ü tra 20 e 49 dipendenti (media Italia – 2,4% con punte di – 12,3% nel mezzogiorno e – 0,9% nel centro, mentre negli altri territori valori in positivo) DIMINUISCONO GLI ADDETTI ü nelle aziende con oltre 50 addetti ( media Italia – 3,8%, con punte di – 5,5% nel mezzogiorno e di – 2,2% nel nord ovest, in tutti gli altri territori valori negativi) ü nelle aziende da 20 a 49 dipendenti ( media Italia – 2,4%, con punte di – 12,9% nel mezzogiorno e 1,2% nel centro, negli altri territori valori positivi)
MIGRAZIONI URBANE
Se vediamo i numeri dell’ultima rilevazione Istat del dicembre 2007, nel nostro paese: ü il 30% della popolazione si concentra nei comuni capoluogo ü Il 12%, ovvero oltre 7 milioni di persone, si concentra nelle 6 città con oltre 500mila abitanti ü Il 18%, ovvero oltre 10 milioni di persone, si concentra nei 357 comuni tra 20 e 50 mila abitanti ü Il 3,2%, ovvero circa 2 milioni di persone si concentrano nei 6 comuni tra 250 e 500 mila abitanti Nei comuni capoluogo delle 14 aree metropolitane vivono quasi 10 milioni di persone, con una composizione molto diversa da quella degli altri comuni, per la presenza di una maggiore quota di popolazione anziana, oltre il 17% e di popolazione straniera, oltre il 21%.
PILLOLE SULLE INFRASTRUTTURE DATI CGIL MESTRE: ITALIA FANALINO DI CODA PER KILOMETRI / ABITANTI Dati 31 luglio 2008 – rielaborazione Fillea
KM DI FERROVIA L’Italia viaggia ad una media di 28 km annui realizzati ogni 100mila abitanti, ultima in graduatoria. La Germania viaggia a 43 km, la Francia a 51 km, l’ Austria a 70 km
KM DI AUTOSTRADA Ancora ultima in classifica, l’Italia realizza autostrade per 11,4 km annui ogni 100mila abitanti. La Germania ne realizza 14.6, la Francia 16.7, la Spagna 23.8 |
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