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OSSERVATORIO GRANDI OPERE PUBBLICHE

 

INTRODUZIONE   

 

La Fillea CGIL, ha sempre sostenuto che il nostro Paese ha una sottodotazione infrastrutturale, soprattutto nel Sud,  per questo ha chiesto, insieme alle altre due federazioni di categoria, la necessità di un piano straordinario di infrastrutture finalizzato ed avviare un circuito economico-produttivo-occupazionale capace di far uscire il sistema paese dalla ristagnazione in cui è stato portato.

Per raggiungere questo obiettivo, occorre una politica economica e finanziaria basata sulla certezza delle entrate e sulla “onorabilità” degli impegni finanziari posti nelle leggi di spesa dello Stato. Impegni di spesa, che devono essere sì  compatibili con le Direttive dell’Unione Europea, ma, soprattutto, devono tener conto delle reali disponibilità che l’attuale sistema fiscale italiano è in grado di reperire.

Il Piano straordinario di infrastrutture al quale noi ci riferiamo, deve essere “apatico” agli scambi di interesse o di clientelismo di bassa lega. Per rompere queste “abitudini”, è necessario che contenga parametri certi per “misurare” le priorità e deve essere all’interno di un quadro di programmazione generale del quale costituisce  la priorità.

Questo, non solo per superare quel gap infrastrutturale che ci allontana dal resto dell’Europa, ma anche per evitare una nuova “stagione” di opere appaltate ma mai iniziate o, ancora peggio, di opere che si appaltano senza che i lavori  si portino mai a compimento: le così dette opere incompiute.

Per porre fine a queste “abitudini” e rilanciare il sistema paese, è necessario  che ogni soggetto, Istituzione, Ente o Associazione compiano la loro parte.

Anche il Sistema delle Imprese del settore delle costruzioni, in un quadro di riferimento certo nel quale ci sono:

-          le priorità;

-          i finanziamenti;

-          le certezze dei tempi di affidamento e di conseguenza della realizzazione delle opere;

non solo deve concorrere al rilancio del sistema Paese ma anche predisporre una programmazione aziendale per: partecipare, costruire, crescere, strutturarsi con le finalità di stare e competere nel mercato delle costruzioni.

Al contrario di queste scelte di politica economica ed industriale il Governo, attraverso la “Legge Obiettivo”, ha fatto una scelta di un contenitore generalista che nel medio periodo pone tre problemi:

1) forte indebitamento che emergerà nel bilancio dello stato solo al momento che si dovrà iniziare a restituire i prestiti; quindi, nel breve periodo, si produrra “un’esternalizzazione” del debito pubblico;

2) la non certezza del finanziamento di un’opera produrrà molte incompiute;

3) il Sistema delle imprese sottocapitalizzate non è in grado di sostenere il mercato;

 

 

Spesso questi sistemi di Grandi Opere da finanziare vengono annunciati in fase di ideazione, generando, nel sistema delle imprese, nei lavoratori e fra gli utenti, aspettative di lavoro, occupazione e sviluppo economico, senza specificare  che  dalla fase di boutade a quando sì appalteranno i lavori e sì apriranno i cantieri passeranno anni.

Con il Sistema del General Contractor, anziché velocizzare l’iter burocratico e tutti gli adempimenti per l’avvio dei lavori, da un lato, si sono spostati, in favore del Governo, tutti gli adempimenti di asseverazione e di compatibilità ambientale (oggi è il CIPE, dopo che il Governo ha definito le priorità, che delibera quanto necessario alla realizzazione di un’opera, scavalcando le attribuzioni, stabilite dalla Costituzione, agli Enti locali), dall’altro, da quando è esperita la gara a quando si apre il cantiere passa oltre un anno.

Nei dati delle opere andate in gara, viene riportata anche quella del Ponte “sullo Stretto”; ammesso che tale opera si faccia, i lavori inizierebbero nel 2007.

Allo scopo di fare chiarezza sui flussi finanziari, sui tempi delle gare di appalto e sull’esecuzione dei lavori, sulle modalità con le quali sono eseguiti i lavori, la FILLEA CGIL ha voluto mettere sott’osservazione nove Opere ricompresse nella “ Legge Obiettivo”.

Questo per evitare che gli annunci delle volontà di fare, o delle gare di appalto bandite, o, ancora peggio, che le inaugurazioni della posa della prima pietra finiscono per diventare la realizzazione dell’opera.

Invece si deve sapere che dall’inizio di quest’anno al 2006 compreso, sono stati prosciugati tutti i finanziamenti pubblici e non è possibile attivare nessuna pratica di mutui garantiti dallo Stato.

Inoltre, riguardo  alle opere approvate dal CIPE e i finanziamenti disponibili, mancano 22.000 milioni di euro.

 

Fra le opere ricomprese nella “ Legge Obiettivo”, che sono state appaltate e dispongono di finanziamenti, ci sono:

-          due Macrolotti, dell’ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, assegnati al Consorzio Impregilo – Condotte (uno, è stato assegnato a luglio 2004, doveva aprire i cantieri entro marzo 2005 ma, sicuramente slitterà a Luglio 2005. Vogliamo rammentare, che i primi appalti, per i lavori di ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria, sono sati aggiudicati nel 1996);

-          due Macrolotti della SS 106 Jonica assegnati all’impresa Astaldi. Questi lavori dovrebbero iniziare nel 2006 (anche per gli appalti della SS 106 vale lo stesso discorso della SA – RC);

-          il Nodo Alta Velocità/Capacità di Bologna (i cantieri di questo Nodo di testa sono fermi per carenze progettuali, per lo smaltimento dei materiali di risulta e per alcuni problemi sorti fra le imprese appaltatrici);

la tratta Alta Velocità/Capacità Milano – Genova non decolla per mancanza di finanziamenti (solo di recente, è stato dato mandato alla ISPA di ricorrere al mercato finanziario privato. Purtroppo, essendo la ISPA una società non adeguatamente capitalizzata, sarà difficile mettere sul mercato i BOND finalizzati alla costruzione di questa tratta ferroviaria).

 

Nel frattempo che si reclamizzano le gare d’appalto e si ripetono le inaugurazioni della posa della prima pietra, la più grande impresa del settore delle costruzioni, la Soc. Impregilo, è in una fase di ricercare nuovi partners per far fronte alla situazione debitoria.

Anche se, ad oggi, la soluzione finale è molto incerta e questo nonostante un portafoglio lavori che è cresciuto notevolmente negli ultimi mesi, noi  auspichiamo e lavoriamo affinché la Soc. Impregilo rimanga nel settore delle costruzioni.

La Soc. Impregilo, non è certo la sola grande impresa che si trova in difficoltà finanziare e questo a dimostrazione del fallimento di due “intuizioni” del Governo normate nella “Legge Obiettivo”. Si tratta del General Contractor e del prefinanziamento dell’opera.

 

“Intuire” il prefinanziamento delle opere elencate nella “Legge Obiettivo” da parte delle Grandi Imprese Italiane, significa non solo non conoscere il settore, ma legiferare in favore del sistema creditizio.

Infatti, le imprese italiane sono sottocapitalizzate e negli ultimi dieci anni, hanno visto diminuire le commesse all’estero del 70%. Questo sta determinando lo spostamento di ingenti somme di denaro, circa il 12% delle risorse a disposizione, a favore del Sistema Bancario.

Forse sarebbe opportuno che il Governo, anziché perseverare sugli errori, si fermasse per alcune ore ed aprisse un tavolo di confronto con il  sindacato, per esaminare e trovare soluzioni a questi primi tre problemi: 

 

                          1)  la priorità delle opere da realizzare;

                          2)  le regole delle gare;

                          3) dove e come reperire le risorse.

 

Non sarebbe un esercizio impossibile, anzi nella situazione in cui è stato portato il Paese, confrontarsi su proposte diverse a volte può aiutare ad uscire dalla crisi.

PRESENTAZIONE OSSERVATORIO GRANDI OPERE

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