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NEL MEZZOGIORNO 30 MILA KM DI CONDOTTE IDRICHE : IL 40% È COLABRODO

MOLTE DIGHE  NON HANNO ANCORA INIZIATO I LAVORI

ALTRE  SONO BLOCCATE DAI MANCATI COLLAUDI

MANCA IL 59,1 % DEI FINANZIAMENTI PER COMPLETARLE

 

 

   In Italia finora sono state costruite oltre 10.000 dighe. In Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata sì concentra circa il 40% della capacità di invaso artificiale italiana. Nel Mezzogiorno sono presenti 60 “serbatoi”, 1.800 schemi di deviazione e 30.000 Km di condotte.

Nonostante questo, in Italia oltre il 30% di acqua presente nell’intero sistema di condutture viene perduta. Nel Sud la situazione è ancora più grave: si toccano punte anche del 40%.    

A rilevarlo è una ricerca della Fillea Cgil che monitorizza costantemente la reale attuazione delle grandi opere pubbliche in Italia.

Il sistema delle reti di distribuzione  è quello tra i più fatiscenti: le più “nuove” hanno un età di 25 anni e le più vecchie superano abbondantemente il mezzo secolo di vita.

Il 24% delle famiglie del Mezzogiorno d'Italia – rileva la ricerca - lamentano irregolarità nell’erogazione idrica; percentuale che nelle isole raggiunge anche il 37% e che in Sicilia oltrepassa il 40%. Nel Mezzogiorno, la crisi idrica interessa ormai addirittura 7 italiani su 10. Oltre un terzo, in alcuni casi fino a quasi due terzi, dell’acqua immessa nelle condotte d'adduzione o di distribuzione meridionali finisce per essere sprecata a causa del degrado delle reti stesse.

   Molti invasi, programmati per risolvere l’emergenza acqua nel Sud alla fine degli anni ‘50 e appaltati fra il 1980 ed il 1985, - sottolinea la ricerca della Fillea Cgil - ancora devono vedere l’inizio dei lavori. Alcune dighe completate non possono entrare in funzione poiché non sono stati eseguiti i collaudi; altre dighe, soprattutto nelle due isole maggiori, in Calabria, Puglia, Basilicata, ancorché ultimate, necessitano d'importanti opere di manutenzione straordinaria

 

GLI SCHEMI IDRICI NEL MEZZOGIORNO: UN SISTEMA AL COLLASSO

 

·               CALABRIA

 

La delibera CIPE 121/2001, per le reti idriche e acquedotti, ha previsto un impegno di spesa di euro 324.851.000

Detto impegno di spesa, è ripartito: euro 24.273.000 per l’anno 2002 / euro 41.833.000 per l’anno 2003 / euro 32.200.000 per l’anno 2004 / euro 226.725.000 per l’anno 2005 e seguenti.

La stessa delibera CIPE 121/2001, aveva individuato l’urgenza di eseguire:

A)            i lavori per la messa in sicurezza dei lavori sulla diga dell’Esaro e la costruzione, con collegamento all’acquedotto Abatemarco, della stessa diga Esaro;

B)            completamento dello schema idrico della diga sul Torrente Menta e la galleria di deviazione e opere di presa dalla stessa diga Torrente Menta;

C)            completamento dello schema idrico sul fiume Metramo.

 

Dopo 40 mesi, dall’urgenza della delibera CIPE 121/2001 la situazione in Calabria è:

 

LA DIGA DELL’ESARO

Il progetto di quest’opera è datato 19/12/1979, la gara d’appalto è stata effettuata il 22/5/1981, l’esecuzione dei lavori è stata affidata il  9/11/1982. Il 15/12/1987, a causa di un ampio dissesto in sponda sinistra diga, i lavori furono sospesi. Ancora oggi i lavori non sono stati ripresi.

Dalla relazione della Corte dei Conti, sì evince che, per questa diga non ci sono risorse finanziarie disponibili.

 

DIGA SUL FIUME METRAMO

La gara d’appalto, per la diga del “Metramo”, è stata aggiudicata il 10/09/1980, il contratto d’appalto fu stipulato in data 24/07/1981 per un importo di 66.744.758.809 lire (pari a euro 34.470.791).

Alla data 21/12/1988, dopo varie perizie di variante e suppletive,  risulta che i lavori hanno avuto una lievitazione del 313,74% portando l’importo a 209.438.944.457 (pari a euro 108.166.187) e che i lavori avevano raggiunto uno stato avanzamento di circa il 90%.

Dalla relazione della Corte dei Conti, risulta, non solo che per il completamento dello schema idrico della diga sul fiume Metramo necessitano ancora 87.800.000 euro, ma che non c’è nessuna disponibilità finanziaria.

 

DIGA SUL TORRENTE MENTA

L’appalto per la “diga sul Menta” risale al 10/11/1983, la consegna lavori è avvenuta 11/03/1985. Il costo dell’opera, alla data consegna lavori, era di 42.240.169.000 lire pari a euro 21.815.226. Alla data del 9 maggio 1989 risulta che i lavori hanno avuto una lievitazione del 93,72% attestando l’importo contrattuale a 81.827.542.374 lire (pari a euro 42.260.398)

Dalla relazione della Corte dei Conti risulta che esiste un progetto per il completamento di questa diga ma non c’è nessuna copertura finanziaria, uguale dicasi per la costruzione della galleria di deviazione ed opere di presa della diga il cui costo è di 23.240.000 euro. Riguardo invece alle opere a valle della centrale idroelettrica, ci sono disponibili 2.720.000 euro contro i 71.600.000 dell’intero costo.

 

LA DIGA SUL FIUME MELITO

Anche questa diga, facente parte di quel “pacchetto” di 52 dighe appaltato  dall’AGENSUD nel periodo 1975/1985 e che negli anni 1990/1991/1992, sono state trasferite alle regioni di competenza, è stata segnata dalla sorte come le altre dighe sopra meglio specificate. Oltre a quanto sopra, di questa diga sì può precisare che i lavori erano stati riaffilati e, nel corso del secondo semestre del 2004, erano iniziati i lavori, però, per sopraggiunti problemi progettuali, gli stessi lavori sono in fase di sospensione.

Dalla relazione della Corte dei Conti, non c’è traccia di questa diga.

 

Dai dati forniti con la relazione della Corte dei Conti, per la regione Calabria, sì evince che ci sono, complessivamente, 6 programmi d’intervento per un costo di euro 204.840.000 e la copertura finanziaria è solo di euro 2.720.000 pari a 1,33% dell’intero programma

 

 

·               BASILICATA

 

La delibera CIPE 121/2001, per le reti idriche e acquedotti, ha previsto un impegno di spesa di euro 821.166.000

Detto impegno di spesa, è ripartito: euro 25.823.000 per l’anno 2002 / euro 150.289000 per l’anno 2003 / euro 295.930.000 per l’anno 2004 /e euro 349.125.000 per l’anno 2005 e seguenti.

La stessa delibera CIPE 121/2001, aveva individuato l’urgenza di eseguire:

A)            il completamento dello schema idrico Basento-Bradano compreso l’attrezzamento dei settori A, G e T ed altre opere connesse al funzionamento dello schema idrico;

B)             completamento dell’acquedotto Frida-Sinni-Pertusillo;

C)            l’integrazione alle condotte maestre dell’acquedotto dell’Agri;

D)            altre opere.

 

Dopo 40 mesi, dall’urgenza della delibera CIPE 121/2001 la situazione in Basilicata è:

 

 In questa regione, era stato progettato ed appaltato uno dei più grandi sistemi acquedottistici d’Italia: lo schema idrico Basento Bradano (schema riconducibile al progetto Speciale 14/8270/A del M.I.S.M.) oggi ancora non terminato.

 Detto schema idrico, comprendeva la costruzione di due dighe, quella di “Acenza” e quella di “Genzano”, opere di sbarramento dei fiumi, opere di adduzione e di reti per il trasporto dell’acqua nelle regioni della Basilicata e Puglia.

I lavori di costruzione delle due dighe furono affidati il 24/09/1976 per un impegno, a base di contratto, di lire 19.540.682.466. Questa somma, a seguito di perizie di variante e suppletive e di adeguamento alle norme sulla sismicità, lievitò a lire 56.912.715.278 (pari a euro 29.329.964).

Il quadro economico vigente al 23/03/1989 (data di trasferimento del progetto alla Regione) raffigurava che l’impegno attuale di spesa per il progetto risulta di lire 207.131.136.193 (pari a euro 106.974.304).

 

 

 

Dalla relazione della Corte dei Conti risulta che, per i lavori dello schema idrico Basento Bradano, ci sono otto programmi per un costo complessivo di euro 346.540.000, A fronte di tale necessità di finanziamenti, quelli disponibili sono limitati a euro 17.280.000, per un solo programma e, per questo programma, ne copre solo il 26,58%.

 

DIGA IN TERRA SUL FIUME SINNI

Anche questa diga, ricompresa nel “pacchetto” di 52 dighe programmate e progettate negli anni 1970/1980, destinate a risolvere l’emergenza idrica nel Mezzogiorno, ha avuto un percorso arso di sospensioni di lavori, di perizie di variante e suppletive che, alla data del 28/02/1987, ha portato i lavori, del solo appalto principale, a lire 75.059.652.506 (pari a euro 38.765.075).

Alla stessa data, erano stati erogati S.A.L. per lire 73.640.455.000 pari al 98% circa dei lavori appaltati.

Dalla relazione della Corte dei Conti risulta che, per l’utilizzo delle acque di questa diga, c’è la copertura finanziaria per il 1° lotto funzionale dell’impianto di potabilizzazione (costo dell’opera 16.000.000) mentre non ci sono disponibilità finanziarie per il 2° lotto (costo dell’opera 14.000.000)

 

Dai dati forniti con la relazione della Corte dei Conti, per la regione Basilicata, sì evince che ci sono, complessivamente, 20 programmi d’intervento per un costo di euro 811.200.000 e la copertura finanziaria è solo di euro 173.310.000 pari al 21,36% dell’intero programma.

 

·               SICILIA

 

La delibera CIPE 121/2001, per le reti idriche e acquedotti, ha previsto un impegno di spesa di euro 271.656.000 (euro 94.512.000 già disponibili alla data della delibera 121/2001)

 Detto impegno di spesa è ripartito: euro 27.630.000 per l’anno 2002 / euro 89.864.000 per l’anno 2003 / euro 98.385.000 per l’anno 2004 / e euro 55.777.000 per l’anno 2005 e seguenti.

La stessa delibera CIPE 121/2001, aveva individuato l’urgenza di eseguire:

A)            acquedotto Favara di Burgio;

B)            acquedotto di Gela – Licata – Aragona e nuovo serbatoio di San Leo;

C)            acquedotto Montescuro Ovest;

D)            potabilizzazione invaso di Garcia;

E)            completamento invaso di Blufi;

F)            risanamento diga Ancipa e infrastrutture connesse. 

 

Dopo 40 mesi, dall’urgenza della delibera CIPE 121/2001 la situazione in Sicilia è:

 

 L’APPALTO PER LA COSTRUZIONE DELLO SBARRAMENTO SUL FIUME BELICE SINISTRO, DETTO: DIGA “GARCIA

risale al lontano 15/10/1975, i lavori, per la costruzione del corpo diga, furono affidati il 12/02/1976 e l’ultimazione prevista era fissata per il 11/08/1980. Il costo, dell’intero progetto e non solo della realizzazione del corpo diga, era di lire 93.635.387.957 (euro 48.358.642)

Alla data del 15/03/1989 i lavori di costruzione del corpo diga risultano in corso e si ravvisano problemi, con i cittadini del comune di Sambuca, riguardo agli espropri per le opere di potabilizzazione. Nel frattempo il progetto è stato trasferito, per competenza, all’Ente Acquedotti Siciliani il quale, segnala che l’importo ancora da eseguire è di circa 25 miliardi di lire.

Dalla relazione della Corte dei Conti, non risulta alcun provvedimento assunto dopo la delibera CIPE 121/2001.

 

ACQUEDOTTO FAVARA DI BUGIO

Per quest’acquedotto, le notizie sono state prese dalla relazione della Corte dei Conti e riguardano:

il costo dell’opera, ch’è di euro 65.900.000 ed i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE che sono di euro 26.340.000.

 

RIFACIMENTO ACQUEDOTTO GELA ARAGONA

Per quest’acquedotto, le notizie sono state prese dalla relazione della Corte dei Conti e riguardano:

il costo dell’opera, ch’è di euro 89.210.000 ed i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE che sono di euro 35.640.000.

 

 

 

 

 

 

DIGA DELL’ANCIPA

Su decisione, assunta il 22/10/1981, dal Consiglio di Amministrazione della cessata Cassa per il Mezzogiorno, Il bando di gara, per la costruzione della diga dell’Ancipa, esperito con la procedura di “appalto concorso” prevedeva che, all’impresa aggiudicataria del 1° lotto, fosse affidato, a trattativa privata, anche i lavori del secondo lotto.

I lavori furono affidati al raggruppamento d’Imprese in data 14/05/1987 e 18/06/1987.

Il valore economico dell’appalto, all’atto dell’affidamento, era di lire 55.087.000.000

Alla data del 22/06/1989, con l’atto di trasferimento dell’intero progetto all’Ente Acquedotti Siciliani, il valore economico dell’appalto era diventato di lire 84.079.715.793.

Su tutta la vicenda inerente la costruzione della diga dell’Ancipa è importante la lettera, a firma del Commissario ad acta Ing. Giuseppe Consiglio, datata 7/11/1994. Tra l’altro, in questa lettera sì legge: …….” Dei principali accadimenti che fino ad oggi hanno contrassegnato una completa vicenda che ha visto da una parte, realizzare opere per oltre 200 miliardi di lire, dall’altra parte, svilupparsi in parallelo un’azione di interdizione giuridico-amministrativa che ha imposto la sospensione di ogni attività lasciando abbandonate opere realizzate parzialmente e del tutto inutilizzabili. Il tutto con un danno incalcolabile alle popolazioni che da tempo avrebbero potuto godere de benefici del nuovo acquedotto e con un danno erariale di grande rilevanza ……”

Dalla relazione della Corte dei Conti, non risulta alcun provvedimento assunto dopo la delibera CIPE 121/2001.

 

COMPLETAMENTO INVASO DEL BLUFI

 Dalla relazione della Corte dei Conti, non risulta alcun provvedimento assunto dopo la delibera CIPE 121/2001.

 

·               SARDEGNA

 

La delibera CIPE 121/2001, per le reti idriche e acquedotti, ha previsto un impegno di spesa di euro 524.720.000 (euro 33.570.000 già disponibili alla data della delibera 121/2001)

 Detto impegno di spesa è ripartito: euro 33.570.000 per l’anno 2002 / euro 141.509.000 per l’anno 2003 / euro 130.147.000 per l’anno 2004 / e euro 219.494.000 per l’anno 2005 e seguenti.

La stessa delibera CIPE 121/2001, aveva individuato l’urgenza di eseguire:

A)            tre programmi d’intervento per il collegamento Corsica Sardegna ed interconnessioni tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche;

B)            collegamento Tirso - Casa Fiume;

C)            interconnessione tra i bacini idrici e trasferimento di risorse idriche collegamento Coghinas – Monte Lerno;

D)            Diga di Sa Stria sul Rio Monti Nieddu, traversa di Medau Aingiu sul Rio Is Canargius e condotta pedemontana di adduzione irrigua;

E)            Schema idrico Sardegna Sud-Orientale. Serbatoio sul basso Flumendosa a Monte Perdosu;

F)            Schema n. 39 P.R.G.A. opere di approvvigionamento idropotabile 2° e 3° lotto costa Sud Orientale fino a Villasimius;

G)             Schema Flumineddu opere di collegamento Flumineddu – Tirso.

 

Dopo 40 mesi, dall’urgenza della delibera CIPE 121/2001 la situazione in Sicilia è:

 

DIGA SA STRIA SUL RIO MONTI NIEDDU

Da oltre due anni i lavori di costruzione sono fermi.

 

Per quanto riguarda gli altri programmi d’intervento, dalla relazione della Corte dei Conti sì evince:

 

COLLEGAMENTO FLUMINEDDU - TIRSO

Il costo di quest’opera è di euro 160.000.000  i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE sono di euro 160.000.000;

 

SCEMA IDRICO SARDEGNA   INTERCONNESSIONE SISTEMICI IDRICI TIRSO – FLUMENDOSA - CAMPIDANO

 Il costo di quest’opera è di euro 67.085.000 

i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE sono di euro 67.085.000;

 

 

 

 

SCHEMA IDRICO SARDEGNA SUD-ORIENTALE SISTEMA BASSO FLUMENDOSA-PICOCCA

Il costo di quest’opera è di euro 350.000.000 

i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE sono di euro 350.000.000;

 

UTILIZZAZIONE IRRIGUA E POTABILE DEI RII MONTI NIEDDU – IS CANARGIUS E BACINI MINORI

Il costo di quest’opera è di euro 39.190.000 

i finanziamenti dichiarati disponibili dal CIPE sono di euro 39.190.000.

 

Per quanto riguarda la Sardegna, è l’unica regione che, a fronte di un costo per le opere pari a euro 616.275.000, le risorse finanziarie sono tutte disponibili.

 

 

QUADRO RIEPILOGATIVO GENERALE RIGUARDANTE GLI SCHEMI IDRICI

 

 

Costo complessivo

per tutti

i programmi

di intervento

 

 

Disponibilità

finanziaria

per tutti

i programmi

di intervento

 

Differenza

tra costo

 complessivo

e disponibilità

finanziaria

 

Euro

 

2.225.515.000

 

Euro

 

910.205.000

 

Euro

 

- 1.315.310.000

 

%

 

59,10

 

Dichiarazione Franco Martini – Segretario Generale Fillea Cgil

 

Il governo Berlusconi  - sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil Franco Martini - ha pensato di risolvere il problema dell’emergenza idrica, come quello delle grandi opere,  solo  con gli annunci. Come quello del 2002 quando promise …”stanziamenti di 2.700 miliardi di lire per la Sicilia, 2.600 per la Sardegna, 600 per il Molise, 1.700 per la Calabria”. Stanziamenti che sono rimasti poi solo sulla carta. La  vera grande opera pubblica da realizzare – sottolinea Martini – è quella di far avere ad ogni cittadino almeno 280 litri d’acqua al giorno e di dare all’Italia un servizio che la allinei agli altri paesi sviluppati e non che la avvicini ai paesi del terzo mondo.

Questo impone una grande scelta di politica economica e saper  programmare le priorità al di sopra delle convenienze elettoralistiche.

Questa scelta – aggiunge Martini -  è un investimento anche ai fini della salute, una possibilità di sviluppo per gli operatori economici e offre prospettive di occupazione per migliaia di lavoratori.

Per dare credibilità a questa inversione di tendenza, occorre:

·              monitorare lo stato degli invasi

·              Investire nella ricerca e nella tecnologia dotando gli operatori di strumentazioni idonee a controllare le perdite delle condotte di distribuzione

·              programmare, per le reti idriche, interventi di manutenzione straordinaria, sostituendo le vecchie reti in ferro con altri materiali di nuova generazione

·              portare a completamento i lavori degli invasi ancora da ultimare e programmare la realizzazione dei lavori delle opere di adduzione e distribuzione.

 

 

 

Roma 3 agosto 2005

 

 

 

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