Contrattazione Agenda News Dipartimenti Home page Dove siamo Chi siamo Mappa sito
Morti bianche in edilizia:

La Fillea Cgil: "NON SI PUO' MORIRE DI LAVORO A 17 ANNI !" Storia di un giovane operaio, morto in un cantiere edile a Trapani.


LA FILLEA CGIL: “NON SI  PUO’ MORIRE DI LAVORO A 17 ANNI!”

STORIA DI UN GIOVANE OPERAIO, MORTO IN UN CANTIERE EDILE A TRAPANI.

 

“Non si può morire a 17 anni, ma soprattutto non si può morire di lavoro a 17 anni!”

E’ l’ennesimo grido d’ allarme della Fillea Cgil per la morte di un ragazzo di appena diciassette anni, S. D., che ieri ha perso la vita in un cantiere a Castellammare del Golfo, Trapani.  Il 26 giugno sono state tre le morti bianche in edilizia, il 27 giugno  ancora un morto,   il 30 si sono registrati tre infortuni a Piacenza e l’infortunio mortale in cui a perso la vita S.D. a Trapani.  Ogni operaio che muore  è una ferita, un nome ed una storia che verranno ricordati, ma l’infortunio mortale di ieri, che ha coinvolto un ragazzo di appena diciassette anni, muove sdegno e rabbia. Cresce il senso d’ impotenza che si prova verso il grave fenomeno delle morti bianche.   S. D. era poco più che un ragazzino ma già  lavorava in un cantiere edile come manovale, era impegnato in un cantiere per la costruzione di un edificio residenziale di cinque piani.  Ha perso la vita cadendo da un ponteggio all’ultimo piano, un’asse ha improvvisamente ceduto. L’infortunio si è verificato alle ore 17,30, oltre il normale orario di lavoro, in una giornata di caldo afoso, con una temperatura di oltre 40°.  Un ragazzino diventato grande troppo presto, uno come tanti che,  specie nel Sud del nostro Paese, è costretto a lavorare, anche nelle condizioni più disagiate, quando i suoi coetanei più fortunati studiano ancora.  In edilizia si muore ad ogni età e perdono la vita per infortuni anche gli  operai più esperti, ma è inammissibile la morte di un ragazzo così giovane, causata da omissioni, mancanze e non rispetto delle regole da parte dei  datori di lavoro.  Superata la soglia dei 100 infortuni mortali dall’inizio dell’anno, la Fillea Cgil ha diffuso un comunicato ed un’indagine sulle morti bianche in edilizia. Sono passati  appena quattordici giorni e  il numero è salito a 114.  Domani a Milano si svolgerà una manifestazione regionale unitaria, promossa dai  sindacati degli edili, Feneal, Filca e Fillea, contro il gravissimo fenomeno degli infortuni in edilizia.  I lavoratori edili insieme alle Organizzazioni sindacali terranno una manifestazione di protesta e di denuncia con presidio davanti alla sede della Regione Lombardia.  Sostenere che gli infortuni in edilizia diminuiscono, non vuol dire abbassare la guardia e non preoccuparsi di ciò che quotidianamente accade nei cantieri in fatto di non rispetto delle più elementari norme di sicurezza. La Fillea Cgil continuerà ad essere in prima fila nel segnalare e denunciare quotidianamente questo triste fenomeno e la battaglia per combattere il reiterarsi di questi lutti diventerà sempre più una assoluta priorità.

 

Roma 1 luglio 2003

 

 

Incidenti mortali nei cantieri

EDILIZIA: Oltre 100 le vittime in Italia dall’inizio del  2003 

La caduta dall’alto, la causa principale -  L’età media è 40 anni.
Si muore di più al Nord

Meno di sei mesi del 2003 e già si contano otre  100 vittime nei cantieri italiani. E’ quanto afferma in una nota la Fillea Cgil che dall’inizio di quest’anno sta monitorando sul sito www.filleacgil.it gli incidenti mortali che si verificano nei cantieri italiani.

Ben il 38% degli infortuni sul lavoro interessano il settore delle costruzioni, uno dei più esposti nel settore industriale. Questi dati, però, non tengono conto degli incidenti che passano sotto silenzio, perché i lavoratori colpiti spesso sono “irregolari” e non vengono registrati né dall’anagrafe delle Casse Edili né da quella dell’Inail.

Nell’edilizia nel 2002 gli infortuni sono stati  87.595  e le ore di infortunio denunciate oltre 237 mila (nel 2001 erano 97.970 gli infortuni sul lavoro).

 I dati sulla mortalità nelle costruzioni in questi mesi del 2003 invertono una tendenza solo apparentemente positiva. E il sindacato degli edili lancia l’ennesimo grido d’allarme.

In Italia si muore lavorando più che negli altri paesi europei. Sono soprattutto i lavoratori delle piccole imprese a farne le spese. Nell’Unione Europea il dato medio di casi mortali per centomila occupati è 2,7, mentre quello italiano è 3,3.

  • L’ETA’ MEDIA E’ 40 ANNI

L’età media degli edili morti nei cantieri nel 2003  è di 40 anni. La quasi totalità sono italiani. Ma un 12% delle vittime era di nazionalità straniera, la maggior parte proveniva dai paesi dell’Est Europa.

  • LA CAUSA PIU’ FREQUENTE? LA CADUTA DALL’ALTO

La causa più frequente è la caduta dall’alto (39%). Le altre cause sono:  il crollo di un muro (13%), travolto da gru, carrello elevatore o ruspa (13%), colpito da materiali di lavoro (8%) e folgorato (7%).

Gli infortuni mortali accadono più frequentemente nel giorno di lunedì e venerdì ma ci sono anche parecchi infortuni che accadono nei giorni festivi.

  

       EDILIZIA - INFORTUNI MORTALI 2003 – LE CAUSE

 

Caduta dall’alto

39 %

Crollo muro

13 %

Travolto gru, carrello elevatore o ruspa

10 %

Colpito da materiali lavoro

8 %

Folgorato

7 %

Schiacciato da macchina operatrice

6 %

Ribaltamento automezzo

4 %

Travolto da mezzo trasporto in autostrada

3 %

Investito da gettata calcestruzzo

1 %

Caduta improssiva materiale

1 %

Cause non accertate

8 %

 

EDILIZIA - INFORTUNI MORTALI 2003 – RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

 

NORD

68 %

CENTRO

13 %

SUD

19 %

 

EDILIZIA - INFORTUNI MORTALI 2003 – NAZIONALITA’

 

ITALIANI

90

STRANIERI

14

 

Ricordiamo che nel 2002 il numero degli immigrati che lavorano in edilizia è raddoppiato rispetto al 2001.

La sicurezza è l’ultima voce presa in considerazione nel preventivo dei costi e nella programmazione dei lavori, è considerata una voce accessoria e assolutamente discrezionale.

La delega approvata dal governo Berlusconi in materia di sicurezza è il chiaro segnale della volontà di allentare attenzione e controllo per quanto riguarda la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori.

A nulla sono valse le continue condanne della Corte Ue sulla vigente legge 626 considerata incompleta.

Ad aggravare ulteriormente la situazione è l’approvazione della legge 30 che renderà ancora più flessibile il mercato del lavoro e che dovrebbe diventare operante dal prossimo mese di settembre.

I problemi che sono causa degli infortuni in questo settore, la frantumazione produttiva eccessiva, i ritmi di lavoro troppo sostenuti, la precarizzazione, la mancanza di formazione e quindi di prevenzione, verranno ulteriormente acuiti.

“La spinta alla precarizzazione che domina l’azione di Governo e gran parte del mondo imprenditoriale – sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini - ha conosciuto anche in edilizia la sua onda frangente. Pareva impossibile spingersi oltre il limite di un’impresa ridotta a dimensioni atomiche ( la più piccola d’Europa), oppure ad un mercato del lavoro dove viene stimato fino al 50% di lavoro sommerso ed irregolare.

Eppure la domanda di ulteriore flessibilità – continua Martini - è arrivata anche qui, con l’itroduzione di rapporti atipici in un settore dove il problema reale è esattamente opposto, la fidelizzazione dei dipendenti, data la scarsità di manodopera in vaste aree del Paese.”

Roma  17 giugno 2003

 

Più infortuni in edilizia nel 2003:

si inverte la tendenza rispetto al 2002

 

In Italia si continua a morire nei cantieri edili. I primi dati del 2003 sembrano indicare una inversione di tendenza rispetto al 2002, anno che ha registrato un calo degli infortuni mortali nei confronti dell’anno precedente.

In Italia nel 2002 gli incidenti complessivi sul  lavoro sono stati 981.523 e 1.360 le morti bianche.  Il settore dell’edilizia ha dato un triste contributo Inoltre, dato l’alto tasso di lavoro nero nel settore, il dato reale rischia purtroppo di essere ben più grave di quello ufficiale.

Nel mondo secondo i dati forniti recentemente dall'Ilo (International Labour Office) gli incidenti sono stati nel 2002 complessivamente 270  milioni, 2 milioni i morti, tra cui 12 mila bambini. 

Gli incidenti del lavoro, oltre a costituire in problema   sociale, pesano anche sull'economia. Il costo annuo degli   incidenti sul lavoro in Italia e' valutato in 28 miliardi di  euro; a livello mondiale i costi degli infortuni  ammontano   annualmente al 4% del Pil, (1.251 miliardi di dollari) una cifra   20 volte superiore all'ammontare mondiale ufficiale dei fondi   stanziati per lo svilllupo.

La Fillea Cgil denuncia il tentativo del governo di deregolamentare le normative sulla sicurezza, nonostante la recente condanna della Corte Ue sulla legge 626 considerata incompleta.

 

LA FILLEA HA DECISO DI MONITORARE QUESTO TRISTE FENOMENO

DEGLI INFORTUNI MORTALI NEL SETTORE  DELLE COSTRUZIONI.

 

LA FINALITA’ E’ QUELLA DI DIMOSTRARE CHE NONOSTANTE GLI OTTIMISMI DIMOSTRATI DA PIU’ PARTI, LA GRAVITA’ DEL FENOMENO RIMANE SEMPRE MOLTO ALTA, ANZI PEGGIORA.

Via G.B. Morgagni 27 - 00161 ROMA - Tel: ++39 06 44.11.41  fax: ++39 06 44.23.58.49
Fillea Cgil Nazionale Via G.B. Morgagni, 27 Roma