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LA FILLEA CGIL: “NON SI  PUO’ MORIRE DI LAVORO A 17 ANNI!” 

STORIA DI UN GIOVANE OPERAIO, MORTO IN UN CANTIERE EDILE A TRAPANI.

 

“Non si può morire a 17 anni, ma soprattutto non si può morire di lavoro a 17 anni!”

E’ l’ennesimo grido d’ allarme della Fillea Cgil per la morte di un ragazzo di appena diciassette anni, S. D., che ieri ha perso la vita in un cantiere a Trapani.  Il 26 giugno sono state tre le morti bianche in edilizia, il 27 giugno  ancora un morto,   ieri si sono registrati tre infortuni nei cantieri edili a Piacenza e l’infortunio mortale in cui a perso la vita Samuele. Ogni operaio che muore  è una ferita, un nome ed una storia che verranno ricordati, ma l’infortunio mortale di ieri, che ha coinvolto un ragazzo di appena diciassette anni, muove sdegno e rabbia. Cresce il senso d’ impotenza che si prova verso il grave fenomeno delle morti bianche. Samuele D. era poco più che un ragazzino ma già  lavorava in un cantiere edile, ha perso la vita cadendo da un’impalcatura. Un ragazzino diventato grande troppo presto, uno come tanti che,  specie nel Sud del nostro Paese, è costretto a lavorare, anche nelle condizioni più disagiate, quando i suoi coetanei più fortunati studiano ancora.  In edilizia si muore ad ogni età e perdono la vita per infortuni anche gli  operai più esperti, ma è inammissibile la morte di un ragazzo così giovane, causata da omissioni, mancanze e non rispetto delle regole da parte dei  datori di lavoro.

Superata la soglia dei 100 infortuni mortali dall’inizio dell’anno, la Fillea Cgil ha diffuso un comunicato ed un’indagine sulle morti bianche in edilizia. Sono passati  appena quattordici giorni e  il numero è salito a 114. Domani a Milano si svolgerà una manifestazione regionale unitaria, promossa dai  sindacati degli edili, Feneal, Filca e Fillea, contro il gravissimo fenomeno degli infortuni in edilizia. I lavoratori edili insieme alle Organizzazioni sindacali terranno una manifestazione di protesta e di denuncia con presidio davanti alla sede della Regione Lombardia. Sostenere che gli infortuni in edilizia diminuiscono, non vuol dire abbassare la guardia e non preoccuparsi di ciò che quotidianamente accade nei cantieri in fatto di non rispetto delle più elementari norme di sicurezza.  La Fillea Cgil continuerà ad essere in prima fila nel segnalare e denunciare quotidianamente questo triste fenomeno e la battaglia per combattere il reiterarsi di questi lutti diventerà sempre più una assoluta priorità.

 

Roma 1 luglio 2003

 

 

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