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EXTRACOMUNITARI NEI CANTIERI EDILI:

NEL 2003 FINORA SI CONTANO 23 VITTIME, DI CUI 10 ALBANESI

 

LA FILLEA CGIL DENUNCIA: SI PAGANO FINO A 450 EURO PER TROVARE LAVORO IN NERO. DOMANI SCIOPERO DI 8 ORE A GENOVA

 

Sono 23, compreso il muratore morto ieri a Genova, gli extracomunitari che hanno perso la vita nei cantieri edili nel 2003. Dieci sono albanesi. Mentre il numero degli italiani è di 163 morti. L’età media è di trenta anni. Una strage che non può rimanere impunita.

E’ quanto afferma la Fillea Cgil in una nota.

Il sindacato – sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini -  esprime cordoglio alla famiglia della vittima morta ieri a Genova per il crollo di una impalcatura e chiama a raccolta tutti i lavoratori delle costruzioni di Genova per lo sciopero di otto ore indetto domani nel capoluogo ligure,

La Fillea Cgil che sta monitorando ogni giorno gli incidenti mortali in edilizia , rileva che gli incidenti mortali in edilizia hanno colpito quest’anno operai  di diverse nazionalità : Albania (10), Romania (3) Tunisia e Macedonia (2), Slovacchia, Serbia, Ucraina, Turchia, Kossovo e Marocco (1). Sapere quanti sono gli infortuni non mortali in edilizia che colpiscono gli extracomunitari è invece praticamente impossibile. Molti di loro lavorano in nero e sfuggono ai controlli. Niente assicurazione, pochi soldi. Sfruttati dai caporali e utilizzati dai datori di lavoro senza scrupoli: questo è il destino degli extracomunitari che lavorano in edilizia. Da una indagine realizzata a Roma dalla Fillea Cgil si è scoperto che per essere inseriti nella lista di chi cerca lavoro gli immigrati pagano sino a 450 euro ai caporali con una  paga giornaliera di appena 13 euro. Un lavoro che spesso si tinge di sangue. 

La Fillea Cgil ogni giorno nei propri uffici raccoglie le denunce di chi viene sfruttato, ma sono sempre pochi coloro che hanno il coraggio di farlo. Hanno paura di perdere anche quel misero lavoro che gli viene promesso. Per non parlare delle condizioni in cui vivono Gli stessi caporali affittano baracche o alloggi provvisori a prezzi esorbitanti per dormire una notte. E si fanno pagare anche il trasporto fino al cantiere abusivo.

 

Roma 9 novembre 2003

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