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Comunicato stampa  

 

 

Al via l’attuazione del decreto Bersani-Visco su sommerso

Fillea Cgil: Chiediamo al governo un ulteriore passo avanti, occorrono

circolari esplicative e certezza dei controlli.

 

Partirà tra pochi giorni l’attuazione delle normative adottate con il decreto legge Bersani-Visco per combattere il lavoro nero in edilizia e dare trasparenza al sistema fiscale.

Il sindacato delle costruzioni ha espresso un giudizio positivo, anche se alcuni provvedimenti, come la responsabilità in solido fra committente/appaltatore o appaltatore/subappaltatore, per entrare in vigore hanno bisogno di circolari esplicative, mentre per altri, come le irregolarità nelle assunzioni, c’è la necessità di coordinamento con altre leggi, vedi la modifica della Bossi – Fini, altrimenti a pagare saranno solo i lavoratori immigrati, che verranno espulsi perché non in possesso di un regolare permesso di soggiorno.

“Mentre si sta perfezionando l’applicazione di queste importanti norme contro il sommerso e le evasioni – commenta la Fillea Cgil -  buona parte delle Associazioni Imprenditoriali parlano di misure punitive, di zavorra burocratica e la proposta che viene annunciata è quella di un auto assoluzione: “noi siamo in regola chiedete agli altri”,  in una logica di regole a geometria variabile.

Il problema è uno solo, se si conviene che il lavoro nero e la piaga della mancata sicurezza che miete giornalmente vittime nei canteri, sono il risultato di imprese che di fatto sono scatole vuote, del caporalato, di una esternalizzazione del processo produttivo nel cantiere”.

“Le regole vanno rispettate – continua Mauro Macchiesi, Segretario nazionale della Fillea Cgil - e ben vanga tutto quello che aiuta a dare trasparenza al mercato e dignità al lavoro. Il governo dovrebbe però fare un ulteriore passo in avanti, mettere in collegamento le banche dati dell’ INPS, del Ministero delle Finanze e delle Camere di Commercio per scovare con maggior celerità le imprese che evadono parzialmente o totalmente. Non ci si può affidare come avviene oggi alle autodichiarazioni che nessuno controlla”.

“Dei centinaia di migliaia di DURC, Documenti unici di regolarità contributiva,  acquisiti dai comuni per lavori privati – conclude la Fillea Cgil - soltanto lo 0,01% vengono controllati nella loro correttezza e congruità. Se alle norme preventive non fa seguito  un servizio di controllo efficiente si vanificano lo sforzo organizzativo e i costi della prevenzione.

Nell’attesa che il governo decida di trovare risorse per la lotta all’evasione è utile che le parti sociali , sindacato e Associazioni Imprenditoriali, facciano ognuno la propria parte, integrando l’azione degli organismi dello stato con iniziative contrattuali senza però nascondersi dietro il fardello della burocrazia”.

 

 

Roma 26 settembre 2006

 

 

 

 


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