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APPALTI OLIMPICI: LEGAME TRA ILLEGALITA' E FORME DI EVASIONE DEL MERCATO DEL LAVORO COME DA TEMPO LA FILLEA CGIL DENUNCIA.

 

 

Ancora indagini sugli appalti olimpici di Torino che mettono in luce il legame tra illegalita' e forme di evasione del mercato del lavoro, gia' da tempo denunciate dalla Fillea-Cgil. Così come emerso dagli ultimi fatti, sembrerebbe che ombre inquietanti legate alla trasparenza attraversino gli appalti olimpici.

La Fillea-Cgil ha denunciato più volte forme di irregolarità nel mercato del lavoro, nella sicurezza dei cantieri, aggravate dall'insinuazione di attività di vero e proprio caporalato.

L'indagine della Guardia Finanza che ha portato alla luce, sembrerebbe, elementi di non trasparenza negli appalti, è aggravata dal fatto - se ciò risultasse vero - che importanti imprese piemontesi sarebbero coinvolte.

Tra le imprese coinvolte infatti pare risulti la Cogefa, importante impresa del settore delle costruzioni operanti in Torino, i cui vertici sono stati chiamati a rappresentare i costruttori torinesi nell'ambito della presidenza del Collegio dei Costruttori.

Secondo il Segretario generale della Fillea-Cgil Piemonte, Alberto Tomasso, "ciò rappresenterebbe, evidentemente, un ulteriore atto degenerativo caratterizzante il settore delle costruzioni, che si aggiunge a tutte quelle forme improprie di regolazione dell'attività lavorativa del settore.

E' chiaro che queste indagini mettono in luce e dimostrano il legame forte tra illegalità e conseguenti comportamenti di evasione.

Esprimiamo una forte preoccupazione, confidando in un'intensificazione dei controlli, con particolare riferimento alla sicurezza che comunque rimane uno dei piu gravi problemi che coinvolgono i cantieri."

“L’iniziativa della Magistratura di Torino – commenta il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini - mette in luce un fenomeno sul quale  la Fillea-Cgil di Torino è impegnata in una campagna di denuncia e di iniziativa, in particolar modo sul ricorso massiccio al lavoro nero, irregolare e forme di caporalato che, tra l’altro, coinvolgono sempre più lavoratori ed imprese straniere.

Le ipotesi di reato contestate, se confermate, dimostrano che il fenomeno è conseguenza e spesso trae origine dall’assenza di trasparenza nell’intero processo dell’appalto. Ciò è ancor più grave in presenza di stazioni appaltanti e committenti che vedono coinvolti soggetti pubblici, come nel caso dei progetti e delle opere in corso di realizzazione a Torino.

Così come si dimostra grave la scelta di osteggiare ed impedire un livello di concertazione preventiva che avrebbe consentito di coinvolgere tutti gli attori interessati, a partire dalle Istituzioni e la stessa Agenzia per le Olimpiadi nella definizione dei vincoli di trasparenza, di legalità e di sicurezza degli appalti”.

“ La Fillea Cgil non può che auspicare una rapida conclusione delle indagini in corso. Al tempo stesso – conclude Martini - considera necessario costruire una sede di confronto sulla situazione dell’intero cantiere delle olimpiadi, che coinvolga le Istituzioni, l’Agenzia per le Olimpiadi, gli organismi preposti alla sicurezza, le imprese appaltanti, per verificare lo stato     dei cantieri ed assumere le iniziative conseguenti, in presenza di situazioni di irregolarità, di illegalità, di ricorso al lavoro nero.

Sarebbe irresponsabile e colpevole continuare a raffigurare i cantieri delle olimpiadi di  Torino come immuni dal grave fenomeno dell’illegalità. Si è ancora in tempo per intervenire, cogliendo l’ultima fase delle realizzazioni verso la quale si avviano i cantieri quale occasione per imporre un salto di qualità del lavoro, nella sua sicurezza e regolarità”.

   

   

 

      Torino 19 novembre 2004       
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