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Dopo la piena riuscita dello sciopero nazionale del settore Legno e le manifestazioni in Lombardia, Marche, Veneto, Toscana,

il 3 giugno riprenderanno le trattative per il rinnovo del contratto.

 

 

Dopo lo sciopero nazionale di otto ore  del settore legno al quale hanno aderito il 95% dei lavoratori e le manifestazioni in Lombardia, Marche, Veneto, Toscana, Puglia e Basilicata, i sindacati e le controparti riapriranno il giorno 3 giugno le trattative per il rinnovo del contratto scaduto il 31-12-03.                                                                                                

La delegazione trattante è stata convocata per venerdì 28 maggio p.v., in preparazione all’incontro per la ripresa della trattativa con Federlegno del 3 giugno.

I cardini della vertenza che contrappongono i sindacati degli edili a Federlegno e Unital-Confapi sono: i nuovi   rapporti di lavoro, l' inquadramento professionale, il riconoscimento delle indennita' di malattia, la maggiore   informazione sui temi del decentramento e della   terziarizzazione, il salario e  l' attuazione della contrattazione di secondo livello.

Riguardo all’aumento salariale è stato richiesto un incremento di 88 euro alla categoria C.

Roma 19 maggio 2004

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SCIOPERO DEL LEGNO: HANNO ADERITO IL 95% DEI LAVORATORI

Manifestazioni in Lombardia, Marche, Veneto, Toscana, Puglia e Basilicata

Fillea Cgil: “Ora Federlegno e Unital - Confapi chiudano subito il contratto del legno”

E’ stata altissima, si stima intorno al 95%, l’adesione dei lavoratori del legno allo sciopero di oggi indetto dai sindacati degli edili per il rinnovo del contratto di lavoro del settore. E’ quanto afferma in una nota la Fillea Cgil. Il settore conta complessivamente più di 400 mila addetti e 90 mila imprese,  e l'Italia è il leader mondiale nelle esportazioni di mobili.

A Mestre in Veneto  oltre 1.000 persone hanno manifestato sotto la sede della Federlegno. In Lombardia sono stati ben 24 i presidi organizzati da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Ferme le fabbriche del mobile in tutta la Brianza. (L’adesione in molte realtà ha toccato quasi il 100%.) A Pesaro si sono concentrati i lavoratori delle Marche, della Toscana e dell’Emilia.  Erano in più di tremila a manifestare dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto. Aziende come Scavolini, Febal e Berloni hanno registrato altissime adesioni allo sciopero. Anche a Matera hanno manifestato i lavoratori del mobile imbottito di Matera, Bari e Taranto. Moltissimi operai e impiegati, della Natuzzi hanno incrociato le braccia. Il distretto del mobile imbottito conta tra le province di Matera e Bari 500 aziende e 14 mila addetti.

I cardini della vertenza che contrappongono i sindacati degli edili, a Federlegno e Unital-Confapi sono: i nuovi   rapporti di lavoro, l' inquadramento professionale, il riconoscimento delle indennita' di malattia, la maggiore   informazione sui temi del decentramento e della   terziarizzazione, il salario e  l' attuazione della contrattazione di secondo livello.

 

“La decisione dello sciopero – ha sottolineato il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini - è seguita  alla rottura nei giorni scorsi delle trattative con Federlegno e Unital-Confapi. Le controparti hanno respinto integralmente le nostre richieste- afferma Martini – e pretendono un allargamento delle flessibilità sia sull’orario di lavoro che nel ricorso ai contratti di lavoro atipici. Federlegno e Unital-Confapi lanciano continuamente messaggi di crisi congiunturale profonda, ma l’impressione che si ricava parlando direttamente con gli imprenditori – continua Martini – è che la situazione del settore non sia altrettanto negativa, comunque non tale da giustificare posizioni così intransigenti. Per questo è venuto il momento di abbandonare tatticismi e  atteggiamenti dilatori per dare ai lavoratori del settore il contratto che attendono.

 

 La risposta dei lavoratori allo sciopero che abbiamo proclamato è stata forte. L’adesione così massiccia, in tutte le realtà italiane in cui sono presenti realtà industriali legate al mobile e legno, lo testimonia. A questo punto – conclude Martini – chiediamo alle controparti di tornare al tavolo delle trattative superando le intransigenze finora mostrate. E di chiudere in fretta il contratto per dare certezze a chi lavora”.

 

Roma 6 maggio 2004

 

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