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Comunicato stampa

 

 

Referendum. Costruzioni, straordinaria vittoria dei Sì

Fillea Cgil:”Nel secondo settore dell’industria, con il 90% di voti favorevoli

precari e operai delle grandi fabbriche approvano l’Intesa”.

 

Il risultato del referendum tra i lavoratori delle costruzioni è semplicemente straordinario. Con circa il 90% di Sì i settori dell’edilizia, legno, cemento e lapidei e laterizi hanno espresso la loro piena adesione al protocollo sul welfare, confermando gli orientamenti già espressi nel corso delle oltre 5.500 assemblee svolte.

“Il dato è generalizzato e riguarda tanto i piccoli cantieri, quanto le grande imprese edili, le grandi fabbriche del cemento e del legno-arredo, quanto le cave di marmo.” E’ il commento sull’esito della consultazione del Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini. “Nei cantieri edili, in particolare – continua il Segretario - il voto favorevole all’accordo si accompagna ad una significativa partecipazione dei lavoratori. Ciò assume un valore ancora maggiore rispetto al dato dell’industria manufatturiera, essendo note le condizioni di disagio, di ricatto, di destrutturazione che vivono i lavoratori del settore e premia lo sforzo fatto unitariamente dai sindacati per creare le migliori condizioni atte ad esercitare un diritto democratico dei lavoratori.”

Nelle grandi fabbriche del settore legno, in particolare, il dato è clamoroso con l’80% della Scavolini, l’82% della Frau, l’88% del gruppo Berloni e, addirittura, il 93 % della Pica.

Stesso favorevolissimo risultato si ottenuto nelle grandi imprese dell’edilizia, all’Impregilo la percentuale dei voti favorevoli è stata del 73,47% e all’Ilva del 95%; nelle cave di marmo di Tivoli e Carrara dove i SI sono stati il 95% e, infine, alla Buzzi l’82% e all’Italcementi il 93%.

“Eppure – precisa Martini -  si tratta di lavoratori che vivono lo stesso disagio degli operai della catena di montaggio, in alcuni casi ancor più, non avendo la fortuna di poter guardare al pensionamento anticipato, per effetto di un lavoro discontinuo e molto più usurante, come quello degli edili. Sono dati che smentiscono, quindi,  l’artificiosa e strumentale contrapposizione tra le grandi fabbriche che votano No ed un Sì frutto di brogli e scarsa consapevolezza critica. Questi lavoratori hanno saputo apprezzare gli avanzamenti contenuti nell’accordo, senza con ciò rinunciare alle critiche verso le parti meno condivisibili dello stesso, per migliorare le quali si sono impegnati a proseguire l’iniziativa sindacale necessaria. Sono lavoratori che contribuiscono alla crescita del Paese in ugual misura degli altri e pretendono per questo dagli organi di informazione la stessa attenzione e dignità di coloro che in misura largamente minoritaria hanno espresso opinioni diverse.”

“Dalla consultazione – conclude il leader della Fillea - esce un incoraggiamento a perseguire nel confronto col Governo una politica di equità sociale e di sviluppo qualificato del Paese, che vedrà nella prossima Finanziaria il primo banco di prova. Ma la consultazione consegna anche al sindacato ed alla sinistra l’esigenza di affrontare e superare visioni settarie ed anacronistiche, che hanno trovato la loro massima espressione nell’abnorme pretesa di dividere i lavoratori in più e meno importanti sul piano della democrazia sindacale a seconda del settore di appartenenza o della dimensione di impresa, in pratica tra lavoratori più forti e quelli precari, con buona pace dei valori della solidarietà, della confederalità e dell’unità di classe.”

 

 

Roma 11 ottobre 2007

 

 

 

 

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