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Inchiesta Impregilo. Fillea Cgil:”Una vicenda che spinge a riflettere sul profilo industriale delle grandi imprese e sul loro impoverimento.

 

La Fillea Cgil, nel pieno rispetto del ruolo della Magistratura, chiede ed auspica che l’inchiesta che ha coinvolto Impregilo, proceda nei tempi più brevi possibili, per consentire il proseguimento  dell’attività produttiva.

Questa vicenda sollecita, tuttavia, alcune riflessioni sul profilo industriale delle grandi imprese e sul loro impoverimento.

“Il nostro sindacato – commenta Mauro Macchiesi, Segretario Nazionale della Fillea Cgil - sostiene da mesi che la politica del Governo sugli appalti pubblici è sbagliata e avrebbe prodotto danni al sistema delle imprese.

Non è vero, come cercano di convincerci, che lo stato di salute finanziaria delle grandi imprese è ottimo soltanto perché il portafoglio lavori  di queste imprese è consistente; spesso si tratta di lavori che non producono liquidità.

Il sistema di prefinanziamento delle imprese produce un’ulteriore esposizione nei confronti del sistema bancario, che diventa il vero regolatore della distribuzione degli affari”.

“La nostra critica al sistema di realizzazione delle opere pubbliche con la figura del General Contractor, così come si configura nella legge Obiettivo – continua Macchiesi -,  sta nel fatto che obbliga le grandi imprese di costruzioni a trasformarsi in Holding finanziarie e organizzatrici dei processi produttivi, disarticolando e dequalificando le fasi realizzative, assegnando la copertura dei costi industriali dell’impresa alla compressione dei prezzi nella fase del subappalto e dell’esternalizzazione.

In questo quadro noi avremo un sistema d’impresa impoverito, incapace di proporsi, sia come unità produttiva con un valore industriale, sia come strumento finanziario”.

“Per questi motivi – conclude il Segretario - il sindacato non sarà disponibile ad assecondare l’idea dello “spezzatino” per salvare Impregilo e il Governo non può pensare che la tenuta industriale della più grande impresa italiana di costruzioni sia un fatto di poco conto, che non lo riguarda.

Il problema dell’impoverimento del profilo industriale delle grandi imprese rimane, soprattutto a fronte del grande paradosso che la vicenda evidenzia: in presenza di un ciclo espansivo del settore delle costruzioni, che dura da sette anni, con un ritmo di crescita del 50%, assistiamo all’accentuazione di una crisi del sistema costruzioni, dovuta alla mancanza di  programmazione e di politiche virtuose di sostegno al settore.

Alla fine del ciclo espansivo ci troveremo con un sistema di piccole, medie e grandi imprese in forte declino produttivo e industriale”.

 

 

Roma 24 novembre 2004

 
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