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COMUNICATO STAMPA

 

IL RESTAURO NEL LAZIO

Una Ricerca Fillea Cgil di Roma e Lazio - Università “La Sapienza”

 

Sono 10.000 gli operatori del restauro nel Lazio

 L’84% sono donne. L’età media è di 32 anni .

Uno su tre proviene dalle scuole pubbliche o dai corsi regionali

 

  

Nel Lazio lavorano 10.000 restauratori, di questi circa 4.000 sono usciti dalle scuole private, dai corsi regionali e dall’Istituto centrale del Restauro.  L’80% dei lavoratori che operano in  questo settore sono donne, il 20% uomini. L’età media è di 32 anni. La maggior parte lavora nella Capitale.

Le figure professionali più diffuse sono: l’operatore lapidei, il restauratore di quadri, affreschi, monumenti. Ma anche i restauratori di mobili antichi, addetti alle botteghe del restauro.  Figure altamente specializzate che hanno particolari conoscenze tecnico-scientifiche e un patrimonio culturale di tutto riguardo. Molti di essi lavorano con contratti atipici e sono dispersi nelle società edili che fanno restauro. Sono pochi invece i restauratori inseriti nell’organico del ministero dei Beni Culturali o che lavorano negli Enti locali.

La ricerca diffusa in un Convegno che si è tenuto a Roma organizzato dalla Fillea Cgil di Roma e Lazio ha analizzato le realtà e le problematiche del mondo del restauro e dei suoi  operatori.

 Il fine è di  contribuire al miglioramento e allo sviluppo di tutto il settore,  della professionalità e della sicurezza dei Restauratori, attraverso la presentazione di valutazioni propositive concrete supportate da obiettivi finalizzati.

Dei 4.000 restauratori nel Lazio che dal 1950 sono usciti dalle scuole,  il 20% si è diplomato presso l’Istituto Centrale di Restauro,  il 75% presso i vari tipi di scuola con corsi biennali o triennali.

L’Università ha formato circa il 5% di professionisti operanti nei vari campi del restauro.

Crescono le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro del restauro.

“La valorizzazione del nostro patrimonio culturale – sottolinea il Segretario Generale della Fillea di Roma e Lazio, Sandro Grugnetti -  interessa non solo i grandi centri o le grandi opere ma è un atteggiamento che deve diffondersi sul tutto il territorio italiano, dal patrimonio maggiore a quello minore”.

L'importanza crescente dell'attività del restauro ha posto l'accento sulla necessità che il legislatore  definisca le norme adatte a regolamentare il settore. In particolare per quanto riguarda le modalità di appalto delle opere e l’accesso e lo sviluppo della professione.

L'iter legislativo in corso, ancora in via di definizione, si inserisce in una realtà quanto più variegata e complessa, ma è necessario, arrivare al più presto ad una chiara definizione del percorso formativo e professionale degli addetti al restauro.

L’attività del restauratore si svolge spesso all’aperto ed in qualsiasi stagione dell’anno, su ponteggi, in scavi archeologici, e in ambienti malsani. Il rischio di ammalarsi è piuttosto alto.

I rischi più frequenti sono:

  • problemi di vista
  • esposizione agli agenti atmosferici (pioggia, caldo, ecc)
  • lesioni traumatiche accidentali

 

 

  • azione (a volte oncogena) cutanea delle radiazioni ultraviolette dei raggi infrarossi
  • azione irritante, tossica ed oncogena delle sostanze utilizzate nel restauro
  • problemi per inalazione di polvere ambientali
  • contaminazione da funghi, miceti, bacilli, stafilococchi, pseudomanas
  • rischi di infezioni con uova di parassiti, spore di carbonchio, tetano, leptospira

 

Il 52 % dei restauratori ha un lavoro autonomo, mentre il 48% è dipendente. Tutti chiedono maggiori tutele nei contratti di settore.

Un altro importante aspetto rilevato è  il concetto che la sicurezza rappresenta uno degli elementi di rilievo nell’attività dell’impresa di restauro. Esiste una tipologia di rischio non conosciuta.

Il 72% dichiara di aver subito l’incidente in cantiere, il 12% in laboratorio. Il restante 16% ha subito incidenti in entrambi gli ambienti di lavoro.

L’incidenza degli infortuni sul lavoro si attesta su una percentuale molto alta (circa il 39%), testimoniando l’elevato livello di rischio e la non sufficiente gestione delle situazioni e delle problematiche proprie dello specifico campo di attività.

 Le conseguenze degli infortuni gravi hanno determinato assenza dal lavoro per meno di 3 giorni in 6 casi (circa il 20% degli infortunati), mentre in altrettanti casi si è riscontrata assenza dal lavoro superiore ai tre giorni.

Il valore dell’incidenza degli infortuni risulta molto  elevato in considerazione della giovane età e del poco tempo trascorso da quando queste persone lavorano.

La natura degli infortuni vede una preponderanza di lesioni da taglio (27%), da colpo (21%) e da sforzo (19%). La zona del corpo maggiormente interessata agli infortuni è la mano destra (circa il 31%), seguita dalla mano sinistra e dagli arti inferiori (circa 17% ciascuna), da occhi (13%), collo (9%).

 I Restauratori ritengono che i fattori più frequenti determinanti gli infortuni, sono l’abitudine all’esecuzione del lavoro, il contatto con sostanze tossiche e soprattutto la carenza di strutture nel cantiere.

Sembra che il tempo di lavoro a cavallo della pausa pranzo tenda a corrispondere alla fascia oraria più a rischio.  La maggior parte degli infortuni si riscontra  a metà giornata lavorativa oppure  dopo 2-4 ore (41%) e dopo 4-8 ore di lavoro (24%).

I fattori che possono aver influito sull’incidente sono molti.

I disturbi maggiormente accusati sono quelli alle articolazioni (42%).

Inoltre il 49% dei Restauratori ritiene che nel suo lavoro non siano adottate misure di protezione idonee a garantire dai rischi ad esso correlati ed il 59%  ritiene che le sue mansioni lavorative non siano svolte in sicurezza e a garanzia della propria salute.

Altro tema di attualità che la Fillea affronterà è Roma distretto del Restauro che pone la necessità di un’analisi del sistema, una stima degli effetti ambientali e un programma di raccolta rifiuti dedicato ai fini di un corretto impatto ambientale. La Fillea Cgil di Roma e Lazio ha intenzione di costituire un Osservatorio sui Restauratori.

 

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