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Al palo le trattative per il contratto del settore legno.

Proclamato  sciopero nazionale di 8 ore  il 14 luglio.

 

Si è bloccata nuovamente la trattativa tra sindacati e imprenditori del settore legno per il rinnovo del contratto del settore, scaduto il 31 dicembre scorso, che occupa nel nostro Paese complessivamente 400 mila addetti e 90 mila imprese.

I sindacati delle costruzioni unitariamente hanno proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore per il giorno 14 luglio  p.v., con modalità di attuazione che saranno decise a livello territoriale, regionale o interregionale. Dopo una giornata di confronto sui testi proposti dai sindacati si è giunti alla determinazione che permangono distanze notevoli su temi significativi e irrinunciabili quali:

  • la nuova disciplina orario straordinario,
  • superamento della carenza malattia,
  • definizione delle norme relative al mercato del lavoro (in modo particolare contratto a tempo determinato, contratto di somministrazione ),
  • scala parametrale relativa al nuovo inquadramento professionale.

 

I sindacati di categoria, nel registrare queste distanze, in modo particolare relativamente all’articolo riferito alla gestione dell’orario straordinario, hanno concordato un aggiornamento della trattativa, fissando un nuovo incontro per il giorno 12 luglio p.v., con l’intenzione di trovare soluzioni che  permettano di arrivare in tempi rapidi alla definizione del contratto.

Tuttavia, a sostegno della trattativa e in mancanza di soluzioni positive sui punti sopraindicati, la delegazione trattante congiuntamente alle Segreterie nazionali hanno dichiarato la  mobilitazione di tutti i lavoratori del settore e aziende Federlegno con la proclamazione dello  sciopero nazionale.

Viene inoltre  ripristinato il blocco delle ore straordinarie e dei regimi di flessibilità fino alla firma del CCNL.

“L’atteggiamento di Federlegno al tavolo di trattative- commenta Franco Martini, Segretario Generale della Fillea Cgil – è inspiegabile e inaccettabile. Ormai tutti i contratti del settore costruzioni sono stati positivamente rinnovati, così come sta avvenendo nel resto dei settori produttivi. Il contratto del legno, invece, non si sblocca per la pretesa di Federlegno di imporre soluzioni su punti delicati del negoziato che consegnerebbero alle imprese il pieno controllo di materie importanti come l’orario di lavoro, in particolare l’uso dello straordinario, ed il ricorso ai contratti flessibili di lavoro.

Nel momento in cui il settore Legno-Arredo dovrebbe impegnarsi a fondo sulle politiche di innovazione e di qualificazione dei fattori produttivi,a partire dalla risorsa lavoro, per fronteggiare le sfide impegnative della competizione mondiale, i nostri imprenditori pensano di poter sopravvivere con la vecchia ricetta dell’uso intensivo della forza lavoro e con la mancata valorizzazione del capitale umano”.

“Si tratta di un atteggiamento dannoso – conclude Martini - non solo per i lavoratori privati del loro giusto contratto, ma per l’intero settore, penalizzato da strategie di puro galleggiamento, destinate a subire gli effetti della crisi invece che fronteggiarle con successo”.

 

Roma 30  giugno 2004

 

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