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Decimo Rapporto Ismu

 

Tre milioni di stranieri in Italia, 300mila clandestini.

Incremento annuo dei permessi di soggiorno del 15%.
 

Sono più di 3 milioni gli stranieri che all’inizio del 2005  vivono nel nostro Paese. L’incremento annuo dei permessi di soggiorno in Italia è del 15%, con un passaggio dai circa 650mila della metà degli anni '90 ai quasi 2,2 milioni del 1 gennaio 2004.
E’ quanto emerso dal decimo rapporto Ismu sulle migrazioni della fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità, che comprende nel calcolo anche i minorenni privi di un permesso di soggiorno individuale e gli irregolari. 
"Tra le cause principali dell'incremento – ha spiegato  Vincenzo Cesareo, segretario generale della fondazione Ismu - si possono ricordare le tre regolarizzazioni, che hanno interessato più di un milione di immigrati, con ben 650mila persone regolarizzate nel 2003". A metà anni '90 secondo l'Ismu l'incidenza di irregolari "era nell'ordine del 45% del totale, mentre le valutazioni correnti fanno ritenere che tale quota si sia largamente ridotta a non più del 15%, per una stima attuale di 300mila irregolari".
Ad essere cambiati sono, secondo la ricerca,  anche i  Paesi di provenienza degli immigrati : le nazioni del Nord Africa e dell'Asia centro-orientale e meridionale hanno lasciato il posto a quelle dell'America Latina e dell'Europa dell'Est, con una maggioranza di rumeni e ucraini.  In dieci anni tra gli immigrati in Italia c'é stato anche un riequilibrio in favore della componente femminile, grazie ai ricongiungimenti familiari e alla sempre più diffusa ricerca di lavoro in Europa da parte di donne straniere. Secondo l'Ismu "a breve e a lungo termine ci potrebbero essere nuovi ricongiungimenti familiari, questa volta al maschile". In forte aumento le coppie miste: sono circa 200mila e nei tre quarti dei casi il componente straniero della coppia è la donna.
Per quanto riguarda il lavoro, un altro fenomeno importante registrato dal rapporto è stato, dal 2001 al 2003,  l’ aumento del 38% nel numero di cittadini non comunitari titolari di ditte individuali. I settori maggiormente interessati sono quelli delle costruzioni, trasporti, magazzinaggio e comunicazione oltre alle attività immobiliari e alla sanità. Dietro l'apertura di una partita Iva, quasi sempre però, si nasconde solo la volontà del datore di lavoro di non avere legami con il prestatore d'opera, 'costretto' quindi a mettersi in proprio.
Altro dato interessante è il rapporto degli immigrati con la nostra scuola. Secondo la ricerca sugli ultimi dieci anni di immigrazione in Italia, "la scuola svolge sempre di più un ruolo cruciale nei confronti dell'integrazione". Nell'anno scolastico 2003-2004 gli alunni stranieri presenti in Italia erano poco più di 280mila, con un'incidenza sul totale nazionale pari al 3,5%. Dieci anni prima erano 37mila, lo 0,4%. "Si tratta di una crescita graduale: le cifre italiane - dicono i ricercatori dell'Ismu - risultano essere ancora piuttosto ridotte se confrontate con quelle di altri Paesi".
Il rapporto della fondazione infine, parla della criminalità in rapporto all’immigrazione. "Le percentuali di crimini commessi da immigrati non sono più elevate di quelle commesse dagli italiani, malgrado la connessione tra immigrazione e crimine rimanga un luogo comune diffuso". Dal 1994 al 2001 la quota percentuale dei detenuti stranieri sul totale della popolazione carceraria è comunque aumentata di quindici punti percentuali. Si è passati dagli 8mila stranieri detenuti su un totale di circa 51 mila nel 1994 a oltre 16mila su un totale di 55 mila nel 2001. Questo non significa che gli immigrati compiono più reati degli italiani, ma solo che vengono puniti di più.

Roma 23 marzo 2005

 

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