Cari compagni,

 

            nei giorni scorsi in una riunione nazionale Cgil si è fatto un primo punto sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati.

 

            In tale occasione è emerso che in diverse realtà non si è dato corso all’indicazione del gruppo nazionale sull’immigrazione (composto da Dipartimenti Cgil, Categorie nazionali, Sistema dei servizi), di prevedere analogamente a livello territoriale dei momenti integrati, con il coinvolgimento delle categorie, per impostare e seguire l’accoglienza e l’assistenza agli immigrati.

 

            In mancanza di questo raccordo, per i nostri settori sono possibili alcune ricadute negative che vanno al più presto recuperate, stabilendo una collaborazione proficua con le strutture confederali e di servizio. In particolare:

 

1 – come sapete, condizione della regolarizzazione è la stipula di un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure a tempo determinato di almeno un anno. Nei casi in cui non è impegnata direttamente la categoria, i punti sindacali di informazione e assistenza (specie se sono rappresentati da società di servizio) non sempre sono a conoscenza del fatto che in edilizia, in presenza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, le imprese possono licenziare per fine cantiere o fine fase lavorativa. Questa caratteristica consente anche a quelle imprese edili, che prevedono un lavoro della durata inferiore l’anno, di regolarizzare lavoratori immigrati mediante la stipula di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

 

 

 

 

 

 

            Pertanto, là dove è necessario, vanno integrate al più presto le informazioni che i punti di assistenza forniscono agli immigrati, al fine di evitare un effetto di scoraggiamento nei confronti di tutti quegli immigrati che non hanno nessuna certezza di lavorare almeno un anno.

 

2 – Al momento della compilazione del modulo di regolarizzazione vanno indicati mansioni del lavoratore, livello d’inquadramento, orario di lavoro, contratto di categoria applicato e retribuzione, la quale non può essere inferiore a quanto previsto dal vigente contratto collettivo nazionale di categoria. Analoghi contenuti prevede il contratto di soggiorno che datore di lavoro e lavoratore dovranno stipulare presso lo Sportello polifunzionale.

            Sussiste il rischio che i datori di lavoro tentino di stipulare contratti che non rispettano integralmente i CCNL e la contrattazione territoriale (per l’edilizia) o aziendale (per gli altri settori). Ciò per le formulazioni usate; ma anche perché molti Uffici provinciali del Lavoro non sembrano in grado di garantire una loro presenza in tutte le sedi di Sportelli polifunzionali. Neppure il previsto ricorso, a questo fine, a lavoratori interinali (quale formazione sarà loro impartita?) sembra in grado di colmare questa lacuna.

            D’altra parte non vi sono automatiche certezze circa il recupero a posteriori del rispetto integrale del contratto nazionale e di secondo livello, perché vi sono sentenze contraddittorie.

            Pertanto, al fine di scongiurare il rischio di diversificazioni contrattuali nei luoghi di lavoro, è necessaria un’azione preventiva, che imposti fin dall’inizio in modo corretto la procedura di regolarizzazione, fornendo ai punti sindacali di assistenza agli immigrati delle informazioni complete circa i contenuti contrattuali e tabelle retributive comprensive della contrattazione territoriale/aziendale.

            E necessario inoltre predisporre una assistenza contrattuale ai lavoratori immigrati nella fase in cui saranno chiamati per la sottoscrizione del contratto, che recuperi la loro condizione di ricattabilità e di disinformazione sui loro diritti; a questo fine è indispensabile che il contatto con il sindacato, che si realizza in questa fase di presentazione delle domande, sia propedeutico ad un rapporto degli immigrati con la categoria.

 

3 – Le esperienze di quelle strutture sindacali che stanno esercitando una sorta di pressione sui datori di lavoro che rifiutano la regolarizzazione (lettere, richiamo alle sanzioni - oggi molto più incisive - per le imprese che impiegano immigrati irregolari) sembrano dare risultati abbastanza positivi. Anche su questo terreno le strutture della Fillea, sempre impegnate nella lotta al lavoro nero, possono dare un utile contributo.

 

            Fraterni saluti.

 

                                                                                                P. la Segreteria Nazionale

                                                                                                            Mara Nardini