Immigrazione. Formazione nei Paesi d’origine.

 

Fillea Cgil:  Occorrono regole ed accordi precisi con il coinvolgimento delle parti sociali

 

In vista dell’emanazione degli interventi sulla Bossi – Fini, sia il Governo sia le imprese si dimostrano intenzionate a realizzare la qualificazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori immigrati  attraverso iniziative e progetti per la formazione nei Paesi d’origine senza,  fino ad oggi , un accordo con le organizzazioni dei lavoratori.

“ La formazione nei Paesi di origine per gli immigrati che poi verranno occupati nel settore dell’edilizia – commenta Mara Nardini, Segretario nazionale della Fillea Cgil – può essere  uno strumento in grado di garantire a questi lavoratori una maggiore professionalità ed un migliore inserimento lavorativo, ma occorre che il sindacato sia parte integrante e venga coinvolto in questi progetti. Nell’ultimo contratto di lavoro è  stato introdotto un articolo che esplicita chiaramente la  volontà di utilizzare l’attività degli enti scuola, enti di emanazione contrattuale gestiti congiuntamente da imprenditori e sindacati, per la formazione linguistica e professionale dei lavoratori immigrati, ma  per quanto riguarda la problematica della formazione “ in loco”, oltre all’assenza dei decreti attuativi in materia, non c’è stato ancora nessun accordo applicativo con le imprese.”

 

 

 

Roma 2 settembre 2004