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DOSSIER FILLEA CGIL

SU LAVORO ED IMMIGRATI

IN EDILIZIA

 

BOLOGNA - 28 GIUGNO 2003

 

 

1. SITUAZIONE E PRESENZA DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN ITALIA

 

In Italia la presenza degli immigrati nelle costruzioni evidenzia ormai un carattere strutturale. La loro presenza è in costante aumento. Si stima che ben il 12% della forza lavoro “regolare” impiegata nell’edilizia, con punte che arrivano al 30% in alcune grandi città  come Roma, Milano e Genova, sia composta da lavoratori stranieri. Nel settore legno e in quello estrattivo la percentuale sale rispettivamente al 16,3% e al 22,6%.

Per quanto riguarda l’edilizia, la elaborazione della CNCE su dati forniti da 74 C.E. per il quadriennio 1999 – 2002 ci dicono che a livello di macro regioni, nel 2002 i lavoratori extracomunitari  hanno toccato punte del 18% nel Nord Ovest  e del 14%. nel Nord Est .

I dati sull’occupazione in edilizia elaborati dall’Istat nel mese di aprile 2003 sullo stesso mese dell’anno precedente rilevano una crescita di 112 mila occupati (+6,5%). Questo dato  risente ovviamente dell’effetto sanatoria.

Ma come è noto il settore dell’edilizia registra ancora una forte presenza di lavoro irregolare. Un problema che interessa soprattutto gli immigrati. Infatti il 60% di chi lavora in nero proviene da oltre i confini europei.

Riguardo alle qualifiche, gli immigrati ricoprono le qualifiche più basse: come apprendisti  ed operai generici.

L’età media? Sono soprattutto giovani. Hanno meno di 35 anni, mentre la media degli edili di nazionalità italiana si aggira intorno ai 40 anni.

Sono in particolare gli ultimi mesi del 2002, a seguito dell’introduzione della Legge Bossi – Fini sull’immigrazione, ad aver fatto registrare un vertiginoso aumento delle iscrizioni alle Casse Edili di lavoratori stranieri.

Nell’ultimo anno le nuove iscrizioni hanno riguardato per circa il 50% lavoratori extracomunitari.

L’internazionalizzazione della mano d’opera in edilizia costituisce un processo inarrestabile e sempre più strutturale, che per forza di cose porterà ad un cambiamento del lavoro e alla ridefinizione delle caratteristiche della mano d’opera nel settore delle costruzioni.

 

2. IMMIGRATI IN ITALIA

 

I MACRO NUMERI

 

All’inizio del 2003 in Italia erano presenti 2.395.000 stranieri regolari: di questi un po’ meno della metà con il solo permesso di soggiorno.

Quest’anno gli immigrati regolari, rispetto all’anno scorso, sono aumentati di 800.000 e le assunzioni di extracomunitari soggiornanti nel nostro paese sono state 659.847, ben  200.000 in più rispetto all’anno precedente.

E buttando uno sguardo al futuro dell’Italia nel 2030-2040 a causa del nostro tasso di natalità molto basso, se si vorrà mantenere una quota di popolazione poco al di sotto di quella attuale (53 milioni a fronte dei 57 milioni di oggi) si dovranno ammettere almeno 150 mila immigrati l’anno.

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

Il tasso di natalità degli immigrati è di tre volte superiore di quello italiano.

L’Italia computando le 700 mila regolarizzazioni diventerà a fine 2003 il terzo stato europeo con maggior numero di extracomunitari dopo Francia e Germania.

 

SETTORI CON PIU’ ALTA PARTECIPAZIONE DI IMMIGRATI

 

Il settore occupazionale prevalente è quello dei servizi (49%), seguito dall’industria (36%) e dall’agricoltura (15%)

I lavoratori extracomunitari trovano un maggiore sbocco occupazionale tra le piccole e medie imprese.

Per quanto riguarda il lavoro interinale (Indagine Nidil/Cgil 2002), il 20% della missioni è svolta da immigrati (il totale dei lavoratori interinali è di 500.000).

 

LAVORO NERO ED EVASIONE CONTRIBUTIVA

 

Spesso immigrazione è sinonimo di evasione contributiva.

Da indagini effettuate dagli Ispettorati del Lavoro, emerge che ben il 40% degli immigrati ha un’irregolarità contributiva e che tra un quarto ed un quinto dei lavoratori immigrati nelle aziende ispezionate è sprovvisto di permesso di soggiorno.

Volendo fare delle differenziazioni territoriali, si può dire che al Nord i casi di irregolarità sono più alti rispetto alla media (42%), nel Sud sono più elevati i casi di clandestinità (35%), mentre al Centro i valori sia della irregolarità, sia della clandestinità sono più bassi rispetto alla media nazionale ( 34,5% e 18,4% ).

 

CONDIZIONI DI LAVORO, INFORTUNI, MOBILITA’ E STAGIONALITA’

 

I lavoratori immigrati spesso svolgono i lavori più disagiati e più gravosi, meno pagati e meno tutelati.

Il primo sintomo di questa situazione è l’alta incidenza degli infortuni sul lavoro.

Dai dati delle denunce di infortuni Inail si evince che 1 su 10 riguarda un lavoratore immigrato.

L’ incidenza più alta con il 12,2% è al Nord , dove il tasso di occupazione è più intenso. Diminuisce nelle altre aree territoriali: al Centro (5,8%), al Sud (5,5%)  e nelle Isole (3,3%)

Tra i settori occupazionali, il settore dell’industria è il più pericoloso con  2,3 infortuni mortali ogni 1.000 infortuni denunciati, un valore doppio rispetto alla media. Segue quello dell’agricoltura.

Per quanto riguarda l’edilizia  nel 2002 gli infortuni sono stati  87.595  e le ore di infortunio denunciate oltre 237 mila (nel 2001 erano 97.970 gli infortuni sul lavoro).

 La Fillea che sta monitorando gli infortuni mortali in edilizia nel 2003 rileva l’alto numero degli infortuni mortali che interessano i lavoratori immigrati. Più del 10 % delle vittime  sono proprio edili provenienti da paesi extracomunitari.

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

3. LA REGOLARIZZAZIONE . LEGGE BOSSI – FINI

 

Dal 1986 abbiamo assistito in Italia a ben cinque sanatorie.

Quella che è seguita all’attuazione della legge Bossi – Fini ed è entrata in vigore il 10 settembre 2002,  è stata la più grande. Erano state stimate 350.000 mila domande,  ne sono arrivate oltre 700.000 mila. Ad oggi soltanto il 10% dei richiedenti ha ottenuto il permesso di soggiorno.

 

Le domande di regolarizzazione presentate  sono state in Italia  702.156. di cui:

  • 341.121 per lavoro aziendale
  • 361.035 per lavoro domestico

 

Di queste meno del 40% sono state esaminate. Tra le città con maggior numero di richieste ci sono Roma (107.476), Milano (87.165), Napoli  (36.572) e Torino (35.793). A livello regionale invece la Lombardia supera il Lazio.

Dall’entrata in vigore della Legge Bossi – Fini sulle regolarizzazioni, non sono stati ancora emanati i regolamenti attuativi. Secondo i dati del Viminale  ben 62.500  lavoratori irregolari sono stati colpiti da decreto di espulsione e le pratiche di regolarizzazione procedono a rilento.

Altro ostacolo alla regolarizzazione sono state le due Circolari: una emanata il 3 aprile 2003 dal ministero dell’Interno, ed una successiva, dell’8 aprile 2003 del ministero del Lavoro.

La prima circolare riguardava la cessazione dell’originario rapporto di lavoro prima della conclusione della procedura di regolarizzazione e l’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro.

Era stata quindi riconosciuta ad i lavoratori extracomunitari che, mentre aspettavano la regolarizzazione erano stati licenziati, la possibilità di essere assunti da un nuovo datore di lavoro.

La successiva circolare del Welfare ha però disposto che la nuova attività potrà iniziare solo dopo aver stipulato il contratto di soggiorno in  Prefettura.

La circolare dell’8 aprile che doveva meglio definire la precedente, di fatto la contraddice, rendendo quasi impossibile la sua attuazione.

Escludere una immediata possibilità di occupazione per un lavoratore immigrato che ha perso il precedente lavoro, può comportare la perdita del lavoro offerto e favorire l’aumento delle fila del lavoro nero.

 

4. LA REGOLARIZZAZIONE IN EDILIZIA.

 

Le domande totali  di regolarizzazione relative al settore delle costruzioni in Italia sono state stimate in circa 43.324 (fonte Cresme).

Questa è una quota aggiuntiva di occupati nel settore, che sempre più, anche a causa della scarsa capacità di attrazione delle giovani generazioni, sembra essere destinato ad una fortissima presenza di lavoratori stranieri.

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

 

TAB 1 - Domande di regolarizzazione nel settore delle costruzioni nelle regioni italiane

(Stime Cresme)

 

Piemonte

3.678

Val d’Aosta

51

Lombardia

11.791

Liguria

954

Trentino A.A.

337

Veneto

4.375

Friuli V. G.

529

Emilia Romagna

3.565

Toscana

3.258

Umbria

723

Marche

917

Lazio

5.932

Abruzzo

706

Molise

72

Campania

3.297

Puglia

1.016

Basilicata

163

Calabria

857

Sicilia

920

Sardegna

184

Italia

43.324

 

 

5 . CRESCE IN PERCENTUALE LA PRESENZA DEGLI IMMIGRATI

 

Nel 1999 erano solo il 5% degli addetti regolari in edilizia, nel 2000 sono passati al 6% e  nel 2001 al 7%.  Lo scorso anno quasi il raddoppio con il 12% della presenza totale.

 

TAB 2 – Addetti italiani e stranieri in edilizia (valori %)

 

Anno

 

 

Lavoratori italiani

 

Stranieri

1999

95%

5%

2000

94%

6%

2001

93%

7%

2002

88%

12%

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

6 . EDILI IMMIGRATI NELLE MAGGIORI CITTA’ ITALIANE 

 

Le città italiane dove si registra il maggior numero di presenze di lavoratori edili immigrati sono quelle del Nord.

Milano, Torino, Bologna, Brescia, Pavia, Verona,Treviso, Vicenza, Genova detengono il maggior numero di immigrati edili.

Al Centro Italia è soprattutto Roma a fare da polo di attrazione per i lavoratori immigrati,  seguita da Firenze, Perugia, Latina, L’Aquila.  Al Sud e nelle Isole la maggior presenza si registra a Napoli,  Bari e  Lecce.

 

ROMA

 

Negli ultimi due anni sono transitati alla Cassa Edile,  circa 14.055 lavoratori  immigrati.

Da ottobre 2001 a settembre 2002 il totale degli iscritti alla Cassa Edile di Roma è stato di 36.090: di questi  7.238 erano stranieri.

 

TAB 3 – Edili stranieri a Roma iscritti alla C.E.

 

ESERCIZIO

 

LAVORATORI STRANIERI

Ott 1999 – Set 2000

 

1.562

Ott 2000 – Set 2001

1.311

 

Ott 2001 – Set 2002

7.238

 

 

Come si evince dalla tabella 3, c’è stata una notevolissima impennata delle iscrizioni di operai stranieri alla Cassa Edile, a seguito dell’entrata in vigore della legge Bossi – Fini.

Bisogna inoltre considerare che i dati risalgono all’inizio della sanatoria: si può ipotizzare che i lavoratori immigrati transitati alla Cassa Edile della Capitale abbiano ad oggi raggiunto la cifra di 10.000 unità. Una cifra identica lavora nel sommerso.

 

UNA  INDAGINE SU IMMIGRATI E REGOLARIZZAZIONE A ROMA

 

Una indagine condotta dalla Fillea di Roma  evidenzia l’inefficacia della legge Bossi – Fini e la sua dannosità nei riguardi del settore delle costruzioni.

L’indagine è stata compiuta su un campione di 500 operai edili immigrati che dal mese di ottobre 2002 a febbraio 2003 si sono rivolti agli sportelli del sindacato.

La ricerca ha preso in esame l’iter della regolarizzazione, le modalità di lavoro regolari o meno e il grave problema del licenziamento.

Le risposte e le percentuali che emergono confermano la preoccupazione per la grave situazione in cui versano i lavoratori edili immigrati della Capitale

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

Il 94% dei lavoratori immigrati che lavora nell’edilizia a Roma si è pagato la sanatoria da solo, il  6% l’ha pagata l’azienda. Il 61% ha poi fatto vertenza al proprio datore di lavoro.

Appena assunti, il 62% è stato immediatamente licenziato, o per fine lavori del cantiere o perché la regolarizzazione è stato solo uno strumento da parte del datore di lavoro per evitare gli obblighi retroattivi nei riguardi dell’immigrato,  il 32% è stato costretto a dimettersi e solo il 2% ancora lavora. Ben il 68% degli intervistati dichiara di lavorare al nero, e solo il 4% ha i contributi Inps versati dall’azienda. A Roma si stimano in circa 20.000 gli immigrati impiegati in questo settore, il 10% del totale degli immigrati presenti nella Capitale.

Solo 1 su 10 di questi è contrattualizzato; il restante 90% avrebbe dovuto essere regolarizzato, ma poi per vari motivi i datori di lavoro non hanno provveduto a farlo.

Molti lavoratori si sono pagati da soli la regolarizzazione e poi i contributi. Spesso sono stati costretti a firmare un foglio in bianco, usato all’occorrenza per il licenziamento..

Appena arrivati a Roma i lavoratori immigrati hanno pagato sino a 450 euro ai caporali per trovare lavoro con una  paga giornaliera per una mezza giornata di 13 euro; quando va bene si arriva a 40 per tutta la giornata. Ma è quasi esclusivamente lavoro nero.

La “speciale” classifica redatta dalla Fillea Cgil di Roma vede i rumeni al primo posto tra i lavoratori nell’ edilizia, seguiti dagli albanesi, polacchi, egiziani, marocchini, tunisini, bulgari. L’età media è di 25-30 anni.

 

MILANO

Molto forte è la presenza in Lombardia e a Milano di immigrati nel settore edile.

Una presenza che è notevolmente aumentata a seguito della legge Bossi – Fini.

 

TAB 4 - Edili stranieri a Milano iscritti alla C.E

ANNO

ADDETTI - TOTALE

IMMIGRATI

2001

38.110

7.123

2002

45.521

11.492

I dati consuntivi dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile per l’anno 2001, su un totale di 38.110 lavoratori, facevano registrare una presenza di lavoratori immigrati di 7.123.

A fine anno 2002 una forte impennata: su un totale di 45.521 iscritti, ben 11.492 erano extracomunitari.

La crescita dei lavoratori immigrati è quasi raddoppiata.

Tra i paesi di provenienza degli immigrati, l’Albania detiene il primato con 2.693 presenze, segue di poco il Marocco con 2.087, l’Egitto con 1930 e la Romania con 1.476.

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

BOLOGNA

I numeri dei lavoratori stranieri iscritti alle Casse Edili di Bologna aumentano da alcuni anni con un trend di crescita costante: nei prossimi anni la crescita sarà più forte anche per effetto di programmi d’investimento infrastrutturali notevoli.

Sono 3.042 gli immigrati che lavorano a Bologna nel settore edilizia.

Al 31 dicembre 2002 gli iscritti alla Cassa Edile di Bologna erano complessivamente 12.243

A Bologna la manodopera straniera in cerca di un’occupazione, si trova spesso in balia di un mercato del lavoro sempre più precarizzato.

Le comunità di lavoratori stranieri nella nostra categoria sono in ordine decrescente per dimensione: le comunità marocchina, albanese, tunisina, romena, sono inoltre in crescita quelle pakistana e moldova.

Se prendiamo sempre i dati delle Casse Edili e li analizziamo criticamente vediamo che a Bologna vi erano almeno 1.800 stranieri che lavoravano nei cantieri edili in nero, che sono stati regolarizzati per sanare la posizione dell’azienda (sempre la sanatoria se l’è pagata il lavoratore) ed a distanza di qualche mese anche per l’evidente volontà del governo Berlusconi e della sua maggioranza le posizioni regolarizzate sono pochissime e la stragrande maggioranza dei lavoratori sono stati costretti a tornare nella clandestinità.

La Fillea di Bologna in questi mesi ha dovuto sviluppare un’iniziativa tesa a garantire il rilascio del permesso di soggiorno per gli stranieri che hanno avviato la regolarizzazione attraverso iniziative legali (sono oltre 200) nei confronti d’imprese che una volta avviata la regolarizzazione non rispettavano più le normative contrattuali procedendo ad una sospensione unilaterale del rapporto di lavoro.

Anche in Emilia Romagna e in particolare a Bologna sono stati denunciati dalla Fillea Cgil casi di caporalato. Uno su tutti: il caso dei lavoratori rumeni che sostavano nell’attesa del caporale in Via Emilia ed in altre zone della città.

Oltre a questi temi l’iniziativa sindacale a Bologna deve fare i conti con l’assenza di una politica d’integrazione, in particolare con l'assenza di servizi adeguati per favorire l’accoglienza per chi ha deciso di lavorare in questa città.

In quest’ambito uno dei problemi più rilevanti è quello dell’alloggio: oggi siamo in presenza di una politica della giunta bolognese che mentre riduce i centri di prima accoglienza non offre opportunità di alloggi decenti a prezzi concordati.

Abbiamo su questo punto dei veri e propri casi limite come quello di via dello Scalo dove intere famiglie sono da tempo all’interno dell’ex albergo per il personale delle Ferrovie dello Stato senza il rispetto delle più elementari condizioni d’igiene e sicurezza.

A Bologna, infine, i sindacati degli edili hanno adottato un modello di accordo con imprese extracomunitarie che distaccano lavoratori stranieri in territorio italiano: rappresenta un riferimento riconosciuto dall’Ispettorato del Lavoro.

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

FIRENZE

Firenze è una delle città italiane con una forte presenza di lavoratori immigrati che operano nelle costruzioni. La Legge Bossi-Fini ha provocato degli effetti devastanti.

Dalla metà di novembre 2002 si sono presentati negli uffici della Fillea di Firenze, oppure sono stati contattati presso i luoghi di lavoro circa 35 lavoratori ogni settimana che presentavano le seguenti situazioni:

 

-         il datore di lavoro oltre ad aver richiesto al lavoratore 700,00 euro per provvedere al pagamento della sanatoria, ha poi continuato a ritirare ai lavoratori somme mensili giustificando tale pretesa con il fatto che la regolarizzazione del rapporto di lavoro comporta un costo maggiore per l’azienda (pagamento contributi INPS, IRPEF, ecc.) e che tale costo deve essere sostenuto dal lavoratore se vuole continuare a lavorare.

-         Questo grave atteggiamento dei datori di lavoro è sostenuto anche da alcuni consulenti del lavoro e commercialisti, che in alcuni casi hanno addirittura chiesto ai lavoratori di pagare le spese sostenute dall’azienda per la consulenza.

-         Il datore di lavoro ha allontanato verbalmente il lavoratore dal cantiere senza giusta causa e senza lettera di licenziamento.

-         Il datore di lavoro non ha mai provveduto a consegnare al lavoratore le proprie buste paga.

2)     La maggior parte dei lavoratori “oggetto” della sanatoria hanno dovuto pagare di tasca propria la somma prevista per poter effettuare la richiesta di permesso.

3)     Nel caso di interruzione del rapporto di lavoro per licenziamento o dimissioni non è possibile dire a tutt'oggi se il lavoratore può ottenere un permesso di soggiorno di sei mesi (come previsto dalla legge) per poter cercare un nuovo posto di lavoro. Inoltre si registra l'impossibilità, dovuta a problemi burocratici, di poter eventualmente aprire in maniera regolare un nuovo rapporto di lavoro, per cui molti lavoratori sono costretti a lavorare irregolarmente, a nero, con tutte le conseguenze che questo comporta.

 

EFFETTI DELLA LEGGE BOSSI-FINI NEL SETTORE EDILE IN PROVINCIA DI FIRENZE: DATI RIASSUNTIVI

 

Ø      Lavoratori contattati presso i nostri uffici o direttamente nei luoghi di lavoro: n. 35 circa ogni settimana dalla metà di novembre

Ø      Lavoratori che hanno pagato la somma prevista per la sanatoria (Euro 700,00): 90%

Ø      Lavoratori che sono stati allontanati dal posto di lavoro senza giusta causa e senza lettera di licenziamento: n. 10-15 ogni settimana (il dato aumenta con il passare del tempo)

Ø      Lavoratori che non hanno ricevuto regolare busta paga e retribuzione: 90%

Ø      Lavoratori a cui ogni mese continuano ad essere irregolarmente sottratte somme per provvedere al pagamento degli istituti contrattuali o legislativi a carico dell’azienda (Cassa Edile, INPS, IRPEF, ecc.): 70%

 

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

Su 9.064 lavoratori edili iscritti alla Cassa Edile a marzo 2003, ben 2.148 sono lavoratori immigrati. La maggior parte arriva dall’Albania (1.011), dalla Romania (395), dal Marocco(305).

 

GENOVA

A Genova sette iscritti alla Cassa Edile su dieci sono immigrati.

La presenza degli immigrati nel settore edile è diventata negli anni sempre più forte.

Nei 1995 gli immigrati iscritti alla Cassa Edile erano 924. Quattro anni dopo nel 1999 salivano a  1.700, mentre nel 2001 un leggero calo a 1500.

A seguito della regolarizzazione su un totale di 10.500 lavoratori  iscritti alla Cassa Edile a Genova al 15 maggio 2003, risultano  2.593 lavoratori stranieri, circa il 25%. Ma attualmente la presenza di immigrati in edilizia in tutte la province della Liguria si attesta intorno al 30% della forza lavoro. Insieme al settore del lavoro domestico e di cura, quello delle costruzioni è quello dove è più forte la presenza di lavoratori stranieri.

Dall’inizio dell’anno a Genova si è registrato che su 10 deleghe sindacali, 7 sono di lavoratori immigrati. I Paesi di provenienza sono soprattutto l’Albania, con 873,  l’Ecuador, con 698 e il Marocco, con 384. Seguono il Perù, il Cile e la Romania.

La Fillea di Genova ha firmato un Protocollo  d’intesa con il Coordinamento Immigrati Cgil  che ha avuto molti effetti positivi. Il 31 maggio 2003 ha organizzato un’Assemblea regionale dei lavoratori immigrati, in vista del rinnovo del contratto nazionale.

 

IMPERIA

Ad Imperia su un totale di 3.007  operai attivi iscritti, 925 sono extracomunitari, con una percentuale del 27,81%. I paesi di provenienza sono  soprattutto l’Albania 288, la Turchia 240, il Marocco 195, la Tunisia 76 e la Romania 45.

 

BRESCIA

A Brescia su un totale di  16.470  lavoratori attivi iscritti alla Cassa Edile, si registrano al 31 maggio 2003 ben 4.333 lavoratori stranieri, con una percentuale del 26,31%.

 I paesi di provenienza sono soprattutto Albania 1.146,  Marocco 818,  Romania 632, Serbia Montenegro 451, Tunisia 245.

 

TAB 5 - Edili stranieri a Brescia e zona di provenienza

ZONE GEOGRAFICHE

N° LAVORATORI ATTIVI

Europa Comunitaria

14

Europa Extracomunitaria

2.639

Africa

1.325

Asia

260

Americhe

95

Totale

4.333

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

 

 

VENETO

Nel comparto delle costruzioni in Veneto, nelle città di Padova, Treviso, Vicenza e Verona si registra un’alta presenza di extracomunitari.

I principali paesi di origine sono la Romania, la Macedonia, la Jugoslavia, l’Albania, il Marocco, la Moldavia, la Bosnia e la Polonia.

La categoria delle costruzioni conta moltissimi lavoratori anche nel settore dei manufatti, del lapideo e del legno soprattutto nelle province di Padova, Treviso, e Vicenza e nel settore lapideo nella Provincia di Verona.

Nel corso del 2003, attraverso i dati delle iscrizioni alle Casse Edili, si è consolidato un andamento di graduale crescita dei lavoratori edili immigrati che si è attestato intorno al 30% del totale degli occupati. Sono stati registrati quasi 6.000 lavoratori immigrati dipendenti di imprese medio piccole, la maggior parte artigiane, con punte del 40% nella provincia di Treviso.

 

TORINO

Ad aprile 2003 risultano iscritti alla Cassa Edile di Torino 17.000 lavoratori, di questi 5.764 sono immigrati.

 

LECCE

Il numero degli extracomunitari attivi censiti in Cassa Edile di Lecce sono 122 su 4.422 lavoratori attivi.

 

SALERNO

Alla Cassa Edile di Salerno sono iscritti 306 lavoratori immigrati alla data del 31 marzo 2003. Di questi 229 sono extracomunitari e 77 comunitari. Il numero più consistente  riguarda la presenza degli ucraini (42), albanesi (32), marocchini (26), algerini (15), tunisini. (15), rumeni (10).

 

CASERTA

Nel periodo gennaio 2002 –  gennaio 2003 i lavoratori attivi nel settore delle costruzioni provenienti da paesi extraeuropei sono stati 455.

Rapporto Fillea Cgil su Edilizia ed Immigrati

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