Accordo

per il rinnovo del

Contratto Collettivo Regionale di Lavoro Integrativo del CCNL 29 gennaio 2000 per i dipendenti delle imprese edili ed affini

 

Il giorno 20 febbraio 2003, in Campobasso

tra

 

La Sezione Costruttori Edili dell’Associazione Industriali del Molise – ANCE Molise, rappresentata dal Presidente Sig. Lorenzo Galasso e dal Sig. Giovanni De Vincenzo,

 

con l’assistenza dell’Associazione Industriali del Molise, nelle persone del Vice Direttore Dott. Ilario Guidone e del Responsabile della Sezione Costruttori Edili - A.N.C.E. Molise Avv. Mario La Vigna,

 

e

 

le Organizzazioni Sindacali regionali di categoria, nell’ordine:

FENEAL UIL Molise, rappresentata dal Segretario Regionale Sig. Enrico Staffieri e dai Sigg. Claudio Perna e Nicola Messere della Segreteria Regionale;

FILCA CISL Molise, rappresentata dal Segretario Regionale Sig. Michele Cappucci e dai Sigg. Amico Antonelli e Mario Rinaldi della Segreteria Regionale;

FILLEA CGIL Molise, rappresentata dal Segretario Regionale Sig. Domenico Di Martino e dai Sigg. Michelino Carlucci e  Pasquale Sisto della Segreteria Regionale,

 

è stato raggiunto, per il rinnovo del CCRL 6 luglio 1998, il seguente accordo integrativo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 29 gennaio 2000, da valere per tutte le imprese dell’Industria dell’Edilizia ed Affini e per i lavoratori da esse dipendenti operanti nel territorio della Regione Molise.

 

               Parte I

 

STATO DEL COMPARTO

 

 

 

La situazione congiunturale del settore edilizio in generale

Gli investimenti in costruzioni sono cresciuti del 2,3% nel 2002 che rappresenta per il settore delle costruzioni il quarto anno di crescita dopo il periodo di crisi che aveva sensibilmente ridotto i livelli di attività del settore negli anni compresi tra il 1992 e il 1998.

Gli indicatori congiunturali confermano però la fase di rallentamento già in atto nel 2001: il tasso di crescita dei livelli produttivi del settore ha raggiunto il 5,6% nel 2000 per poi ridimensionarsi al 3,7% nel 2001 e al 2,3% nel 2002.

 

L’andamento delle opere pubbliche e del mercato privato: l’attuale contesto e le previsioni per il 2003

Un netto e progressivo ridimensionamento del tasso di crescita si evidenzia nel settore delle opere pubbliche che risulta caratterizzato da un sostanziale dualismo degli andamenti produttivi nel centro-nord e nel sud.

Alla crescita dei livelli produttivi nell’area centro-settentrionale si contrappone una sensibile flessione nel sud.

Per quanto attiene al mercato privato, è stata l’edilizia abitativa a giocare un ruolo positivo, sia per il comparto dell’edilizia residenziale che ha fatto registrare timidissimi segnali di ripresa, sia per l’incremento, in verità nel Molise molto modesto, pari allo 0,3%, degli interventi di ristrutturazione edilizia, che si sostanzia nella detrazione del 36% sulle spese sostenute.

La mancanza di risorse aggiuntive per gli investimenti in opere pubbliche rappresenta comunque segnale di grande preoccupazione; occorre tenere conto che il settore delle costruzioni trascina l’economia regionale, specialmente in un momento, come quello attuale, in cui lo scenario economico è caratterizzato dall’incertezza dei mercati finanziari e dalla bassa intonazione dell’economia reale.

Edilizia nel meridione significa il 40,7% dell’occupazione industriale: in questo contesto, il settore delle opere pubbliche ne assorbe una quota rilevante; crisi del mercato delle opere pubbliche significa, dunque, crisi del sistema produttivo regionale.

 

L’occupazione

Gli occupati nel settore delle costruzioni sono aumentati in media nei primi 9 mesi del 2002 in misura pari al 2,2% nel confronto con il corrispondente periodo dell’anno precedente, evidenziando, tuttavia, un tasso di crescita più contenuto rispetto alla media annua del 2001 (+5,5% rispetto all’anno precedente).

L’occupazione continua, però, ad essere caratterizzata da intensità di crescita diversificate nelle diverse aree geografiche del Paese; l’incremento degli occupati è, infatti, concentrato nelle regioni dell’Italia del Nord (+3%), e del Centro (+3,6%), mentre nel Mezzogiorno il comparto ha mostrato un aumento molto contenuto (+0,5%) dei livelli occupazionali che evidenzia un rallentamento dei ritmi di crescita registrati nel biennio 2000-2001 caratterizzato da tassi di sviluppo pari rispettivamente al +4,9% e al +7,5%.

Per quanto riguarda segnatamente il Molise, le prime stime definitive concernenti il primo trimestre del 2002 evidenziano una diminuzione del 10,9% degli occupati dipendenti del comparto delle costruzioni: ciò rende la situazione del settore veramente preoccupante.

Non risulta, altresì, che negli ultimi 6 mesi si siano verificati eventi, in termini di investimenti nel settore edilizio nella regione o di aggiudicazione di appalti di importi considerevoli, tali da determinare sostanziali mutamenti del quadro di riferimento e in grado di attenuare, quindi, la gravità del contesto.

 

La situazione infrastrutturale

Dall’analisi della manovra finanziaria predisposta dal Governo appare chiaro, anche se non è detto in modo comprensibile, che le risorse destinate alla realizzazione delle opere strategiche non saranno aggiuntive rispetto a quelle annualmente destinate alle opere cosiddette “ordinarie”.

Questo, per quanto attiene al Molise, assume connotazioni di particolare gravità, atteso che tra le opere strategiche e di preminente interesse nazionale elencate nella Legge cosiddetta “obiettivo”, n.443/2001, è ricompresa la sola realizzazione dell’autostrada Termoli-San Vittore, opera per la quale, peraltro, non risulta essere stata avviato alcun atto concreto che possa riguardare, seppur orientativamente, la sua realizzazione in tempi compatibili con un soddisfacente quadro di sviluppo economico e produttivo della regione.

A ciò si aggiunga che il Molise ha assoluta necessità di infrastrutture cosiddette “minori” che sono le uniche in grado di risolvere le strozzature che impediscono lo sviluppo non solo delle aree urbane, ma anche di quelle interne, che rappresentano la parte più degradata della regione.

 

La legge cosiddetta “taglia spese”

Un ulteriore elemento di forte preoccupazione sulle capacità delle Amministrazioni pubbliche di realizzare gli investimenti previsti è dato dalla recente Legge n.246 del 31 ottobre 2002, cosiddetta “taglia spese”, che rischia di costituire un serio ostacolo non solo all’utilizzo delle risorse destinate alla realizzazione di opere infrastrutturali, ma alla spendita di denaro pubblico nel settore dell’edilizia in generale.

La legge prevede, infatti, che le risorse stanziate per le spese in conto capitale non impegnate alla chiusura dell’esercizio possano essere mantenute in bilancio, come residuo passivo, non oltre l’esercizio successivo a quelle a cui si riferiscono, trascorso il quale dovranno essere cancellate dal bilancio dello Stato, con una tempistica assolutamente non compatibile con la normale attività di realizzazione non solo delle infrastrutture, ma di tutte le altre opere.

La relazione presentata al Parlamento dall’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici evidenzia che dalla data di affidamento della progettazione di un’opera pubblica all’avvio del cantiere occorrono, in media, 2 anni e mezzo se si tratta di un’opera di importo fino a 15 milioni di Euro, e più di 4 anni e mezzo per le opere di importo più elevato.

Si comprende bene quale effetto negativo un siffatto provvedimento riverbererà sull’economia delle imprese di costruzione.

A rendere più fosco il quadro di riferimento si aggiunga che la legge in oggetto prevede che gli effetti del blocco della spesa pubblica nel settore decorreranno già a partire dall’anno 2004.

 

Lo scenario come sopra congiuntamente esaminato e valutato risulta, peraltro, aggravato dal persistere di rilevanti fattori di criticità quali:

a)      carenza di investimenti;

b)      mancata definizione di un quadro programmatico di flussi finanziari destinati al settore;

c)      assenza di  strumenti innovativi per la gestione delle opere pubbliche;

d)      difficoltà competitiva del tessuto imprenditoriale;

e)      progressivo abbassamento dei livelli qualitativi e quantitativi delle risorse umane;

f)       lavoro irregolare e sommerso.

 

 

 

 

Parte II

 

POLITICHE DI INTERVENTO

 

 

Alla luce delle convergenze registrate nell’analisi sia del contesto congiunturale che della situazione previsionale, emerge l’esigenza di individuare possibili direttrici e soluzioni di sostegno e rilancio del settore, attraverso il perseguimento di comuni linee di indirizzo in materia di:

1)      politica degli investimenti;

2)      politica industriale;

3)      politica del lavoro.

 

Politica degli investimenti

L’assetto del mercato delle costruzioni e le relative opportunità di crescita passano attraverso l’individuazione e la programmazione delle risorse, e la definizione delle priorità strategiche e realizzative degli interventi.

Alle decisioni da assumere su questi aspetti fondamentali sono legati, nei fatti, non solo il recupero di competitività del settore edilizio nei prossimi anni, ma anche le prospettive di un mercato e di un tessuto industriale, quello delle costruzioni, che svolgono un ruolo centrale nella vita economica regionale.

Alla luce degli evidenziati profili di contesto, si rende indispensabile ed urgente procedere:

a)      all’ampliamento delle risorse da destinare sia al settore dei lavori pubblici che a quello dell’edilizia privata, atteso il consistente effetto di moltiplicatore degli investimenti proprio della spesa in edilizia derivante dall’alta incidenza della manodopera che ne caratterizza le lavorazioni e dagli immediati positivi riflessi sul cosiddetto “indotto”;

b)       alla realizzazione, accanto alle opere “strategiche” ricomprese nell’elenco della legge cosiddetta “obiettivo” (n.443/2001), di opere “ordinarie”, quali fognature, acquedotti, strade, ponti, impianti di depurazione, parcheggi, strettamente necessarie per dotare la regione di un apprezzabile standard qualitativo di servizi. A tale riguardo, un primo, seppur parziale, segnale positivo potrebbe essere costituito dalla recente approvazione da parte della Giunta regionale del programma degli interventi ricompresi nell’”Accordo di programma quadro in materia di trasporti e infrastrutture viarie”, per complessivi 300.000.000 di Euro circa, per i quali non è, però, ragionevolmente possibile ipotizzare, al momento, la data di effettivo utilizzo dei fondi;

c)      alla ricognizione delle esigenze ed alla conseguente predisposizione di un programma regionale di edilizia residenziale pubblica;

d)      alla predisposizione di un piano di manutenzione programmata che includa la realizzazione di opere di difesa del suolo;

e)      alla definizione di criteri e modalità di monitoraggio sia dei flussi di spesa che dello stato di avanzamento delle opere.

 

Politica industriale

La tenuta e, soprattutto, lo sviluppo del settore delle costruzioni nell’ambito regionale implicano un deciso rafforzamento della capacità competitiva delle imprese locali.

Considerati i limiti dimensionali, strutturali e organizzativi delle aziende, emerge pressante la necessità di individuare, favorire e incentivare:

a)      forme di collaborazione e concentrazione tra imprese al fine di accrescerne la potenzialità concorrenziale anche nel più ampio contesto europeo;

b)      processi di specializzazione, qualificazione e innovazione organizzativa e tecnologica delle aziende in grado di consolidare e ampliare specifici spazi di mercato;

c)      strumenti finanziari di supporto alle imprese per facilitarne la partecipazione alle gare d’appalto  in materia di lavori pubblici;

d)      interventi di fiscalità immobiliare locali tali da ridurre la relativa imposizione nel settore;

e)      canali di accesso più ampi alle agevolazioni creditizie previste per gli altri settori produttivi.

 

Politica del lavoro

Le sopravvenute ed incisive novità concernenti il quadro delle risorse comunitarie, statali e regionali destinate alle politiche del lavoro, il sistema degli incentivi all’occupazione, l’assetto del mercato del lavoro e la disciplina dei rapporti lavorativi, rischiano di determinare ulteriori condizioni di svantaggio per il locale settore delle costruzioni.

Per garantire un pronto riposizionamento del settore stesso in una prospettiva di ripresa e innalzamento competitivo nonché di modernizzazione, si rende necessario individuare coerenti azioni e  misure in materia di:

a)      adattabilità delle imprese e dei lavoratori;

b)      valorizzazione delle risorse umane;

c)      anticipazione, prevenzione e contrasto del lavoro nero e irregolare.

 

     Parte III

 

GLI STRUMENTI

 

 

Per la realizzazione delle condivise linee di intervento, le parti convengono sulla necessità di adottare, tra le altre possibili, le seguenti misure, coerenti rispetto sia alla situazione di contesto riscontrata ed alle previsioni di evoluzione della stessa, sia ai comuni obiettivi di sostegno e rilancio del settore.

 

 

Gli strumenti per l’attuazione della politica degli investimenti

 

Gli strumenti per l’attuazione della politica degli investimenti consistono:

1)   nel recuperare la perdita di investimenti avvenuta nell’ultimo decennio privilegiando la     spesa in conto capitale rispetto alla spesa corrente;

2)   nel ricorrere con maggiore frequenza al “project financing” per la realizzazione delle opere pubbliche;

3)   nel rafforzare la responsabilità istituzionale degli enti finanziatori e realizzatori delle opere al fine di affermare il concetto della “programmazione di progetti obiettivo”, che impone l’adozione di un piano pluriennale di investimenti che presenti le caratteristiche del “business plan”:  ciò al fine di conseguire gli obiettivi della certezza, economicità e tempestività nella realizzazione degli interventi;

4)   nel garantire maggiore prevedibilità e continuità ai programmi pubblici di finanziamento dell’edilizia convenzionata-agevolata;

5)   nell’istituire una “Cabina di regia per la gestione del territorio”. Non deve trattarsi di un’ulteriore sede istituzionale in aggiunta a quelle già esistenti, né di una riedizione di quelle precedenti: suo compito dovrebbe, invece, essere quello di definire priorità, tempi, risorse, disponibilità ed offrire a tutti, amministratori, imprenditori, cittadini, una visione realistica e credibile di come, e con quali interventi, si intende procedere nella strada della modernizzazione del territorio, verificando preventivamente la sostenibilità finanziaria degli interventi e i relativi tempi di realizzazione;

6)   nell’istituire un “Osservatorio per la realizzazione delle opere pubbliche”, con il compito di monitorare l’andamento della spesa nel settore rilevandone le eventuali situazioni di disfunzione.

 

 

Gli strumenti per l’attuazione della politica industriale

 

Gli strumenti per l’attuazione della politica industriale consistono:

1)   nel favorire la concentrazione e l’aggregazione delle imprese attraverso misure di agevolazione, anche di natura fiscale, per la costituzione dei consorzi stabili;

2)   nell’incentivare il processo di conseguimento di un’effettiva metodologia di qualità delle imprese di costruzione;

3)   nell’incentivare il conseguimento e/o il rinnovo dell’attestazione S.O.A. da parte delle imprese attraverso la compartecipazione della Regione ai costi relativi;

4)   nel ridurre l’I.C.I.;

5)   nel modificare la disciplina dell’I.R.A.P. riconoscendo la tipicità del settore edilizio, penalizzato a causa sia del maggiore indebitamento che del maggiore utilizzo di manodopera rispetto agli altri settori industriali;

6)   nel parificare il settore edilizio agli altri settori industriali al fine dell’estensione delle agevolazioni creditizie e delle misure di sostegno finanziario.

 

 

 

Gli strumenti per l’attuazione della politica del lavoro

 

Vengono concordati i trattamenti economici e normativi e le misure seguenti:

1)      Elemento Economico Territoriale.

In conformità all’accordo nazionale del 29 gennaio 2002, l’elemento economico territoriale è determinato in coerenza con quanto previsto dal protocollo 23 luglio 1993, dall’art.2 del D.L. 25 marzo 1997 n.67, convertito nella Legge 23 maggio 1997 n.135, e dagli artt. 12 e 47 del CCNL 29 gennaio 2000.

Nella determinazione dell’elemento economico territoriale, la cui incidenza sui vari istituti contrattuali è quella stabilita dal CCNL 29 gennaio 2000, le parti tengono conto, avendo riguardo al territorio della regione Molise, dell’andamento del settore e dei suoi risultati, sulla base, principalmente, dei seguenti indicatori:

·        numero delle imprese e dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile, nonché numero delle ore lavorate e relativo monte salari;

·        numero di importo complessivo dei bandi di gara e delle opere appaltate;

·        variazione percentuale del valore aggiunto a prezzi costanti;

·        attivazione di finanziamenti compresi quelli derivanti da fondi strutturali;

·        situazione occupazionale complessiva registrata su scala regionale;

·        numero degli addetti del settore iscritti nelle liste di mobilità;

·        entità del ricorso alle integrazioni salariali.

L’Elemento Economico Territoriale di cui all’art. 39 del CCNL 29 gennaio 2000 viene, pertanto, definito – in base ai dati acquisiti ed alle linee tendenziali estrapolate - secondo le seguenti decorrenze ed entità:

·        dall’01.03.03, 11 % dei minimi di paga e di stipendio in vigore a tale data;

·        dall’01.01.04, ulteriore 3 % dei minimi di paga e di stipendio in vigore a tale data.

I conseguenti importi mensili ed orari sono indicati nella tabella allegata al seguente accordo di cui costituisce parte integrante.

Al fine della verifica della misura dell’elemento economico territoriale in rapporto ai vari parametri congiunturali considerati per la determinazione dello stesso, le parti potranno incontrarsi annualmente entro il 30 giugno per procedere alle necessarie analisi e valutazioni.

Le parti si danno atto che la struttura dell’Elemento Economico Territoriale è coerente con le disposizioni dell’art. 2 del DL 25 marzo 1997, n. 67 convertito nella legge 23 maggio 1997, n. 135, in quanto il riferimento agli indicatori considerati nella presente intesa consente di apprezzare l’andamento dei risultati del settore a livello regionale anche in funzione degli elementi di produttività, qualità e competitività di cui al citato art. 2.

 

2)      Mensa

La misura giornaliera dell’indennità sostitutiva di mensa già stabilita, per operai ed impiegati, dal contratto collettivo regionale di lavoro 6 luglio 1998, viene determinata nella seguente misura giornaliera:

dall’1.03.03, euro 3,35;

dall’1.01.04, euro 3,85.                    .

L’indennità sostituiva di mensa, frazionabile ad ora relativamente agli operai, compete per ogni giornata di effettiva presenza ed è esclusa dal computo di ogni e qualsiasi istituto contrattuale, ad eccezione del trattamento di fine rapporto di cui agli artt. 34 e 73 del CCNL 29 gennaio 2000.

 

3) Lavori in alta montagna

L’indennità prevista dall’art.24 del CCNL 29 gennaio 2000 per gli operai che eseguono lavori in alta montagna, viene stabilità nella seguente misura giornaliera:

per i lavori che si svolgono a quote comprese tra i 1000 e i 1250 metri s.l.m.:

dall’1.03.03, euro 0,54;

dall’1.01.04, euro 0,59;                

per i lavori che si svolgono a quote oltre i 1250 metri s.l.m. :

dall’1.03.03, euro 0,71;

dall’1.01.04, euro 0,77.

L’indennità di cui sopra compete ai soli lavoratori che non hanno dimora abituale nel comune nel cui territorio si eseguono i lavori.

 

3)      Orario di lavoro

L’orario normale contrattuale di lavoro, stabilito dall’art. 5 del CCNL 29 gennaio 2000 in 40 ore settimanali di media annua, è disciplinato secondo le disposizioni contenute nello stesso art. 5 del CCNL 29 gennaio 2000.

I riposi annui previsti dalla lettera B) dell’art. 5 del CCNL 29 gennaio 2000 saranno fruiti, anche in forma collettiva, preferibilmente nei mesi di gennaio, febbraio e dicembre, tenendo conto delle esigenze di lavoro.

 

4)      Lavoro irregolare  e sommerso

Viene confermata la validità del sistema premiale in atto finalizzato a realizzare una riduzione degli oneri contributivi dovuti alla Cassa Edile a beneficio delle imprese regolari.

Al fine di realizzare una compiuta azione di monitoraggio dell’entità del lavoro irregolare e sommerso sul territorio, le parti ribadiscono l’esigenza di attivare, tramite l’Osservatorio sul lavoro, un sistema informativo in grado di consentire scambio di dati e notizie tra le strutture locali di I.N.P.S., I.N.A.I.L., Camere di Commercio, Cassa Edile del Molise, Scuola Edile del Molise e C.T.P.

Entro il 30 giugno 2003 le parti procederanno a verificare lo stato di attuazione del predetto sistema informativo.

Le parti si impegnano a individuare, d’intesa con la Regione Molise, efficaci misure di contrasto al lavoro sommerso e irregolare, anche allo scopo di combattere l’elusione e l’evasione contributiva nel settore edilizio.

Le parti, inoltre, consapevoli dell’assoluta priorità e centralità della materia della regolarità contributiva e della sua ricaduta sul mercato del lavoro, si impegnano a favorire l’intesa tra I.N.P.S., I.N.A.I.L.  e Cassa Edile per il rilascio del Documento unico di regolarità contributiva .

 

5)      Previdenza complementare

Le parti si impegnano a costituire apposita Commissione entro il 31 dicembre 2003 al fine di approfondire e di risolvere le problematiche concernenti la istituzione del Fondo per la mutualizzazione degli oneri di previdenza complementare.

 

 

Parte IV

 

Disposizioni finali

 

Le disposizioni del presente accordo sostituiscono quelle già stabilite, nelle corrispondenti materie, dal CCRL 1.07.90 e dall’accordo di rinnovo 6 luglio 1998, le cui norme restano in vigore relativamente alle residue materie ed agli istituti non disciplinati dal presente accordo e ove non in contrasto con quanto disposto dallo stesso e dal CCNL 29 gennaio 2000.

 

 

 

Decorrenza e durata

 

Il presente contratto integrativo entra in vigore il 1° marzo 2003 e avrà la durata e la scadenza che saranno fissate dalla contrattazione collettiva nazionale di settore.

 

 

 

 

 

 

A.N.C.E.  Molise                                                                         FENEAL UIL Molise

 

 

                                                                                                   

                                                                                                    FILCA  CISL  Molise

 

Associazione Industriali

del Molise

                                                                                                    FILLEA CGIL Molise