Nota per il Congresso
Fillea Cgil Bologna
La Segreteria della
FILLEA ha deciso di preparare una pubblicazione sulle donne in FILLEA,
una presenza sicuramente poco numerosa ma non per questo poco visibile,
da distribuire in occasione dell'8 Marzo venturo in primo luogo a tutte
le iscritte alla FILLEA di Bologna.
Ha pertanto affidato ad
una giovane giornalista, Cristina Gentile, che molte delegate oggi
presenti hanno conosciuto, il compito di raccogliere le testimonianze
delle delegate della FILLEA, testimonianze di passione per il lavoro e
per la militanza sindacale e delle difficoltà che hanno le donne ancora
oggi a mantenere questo doppio incarico, il lavoro produttivo e di cura.
Il lavoro è ancora in
corso, ma abbiamo voluto portare a conoscenza del Congresso la valenza
di questo lavoro e alcune prime riflessioni che Cristina, che non è
potuta essere presente al nostro congresso, ha fatto sul lavoro compiuto
ad oggi.
A
Nadia, ai nostri caffè e
alle nostre agende
sempre in tumulto,
un
ringraziamento particolare
per la
pazienza
e la fiducia.
Cristina
Un viale chiamato
Fillea.
Nel pensare ad
una presentazione di questo lavoro, la mente è riandata subito
a
due donne, operaie nella loro tuta grigia, nel piazzale
ventoso di un'azienda alle porte di Bologna. Il loro sguardo fiducioso e
il sorriso nel salutarmi, dopo la visita" alla fabbrica e il racconto
delle loro esperienze.
Un altro fermo
immagine si è subito accavallato al primo: la timidezza che
si
scioglie sul viso di un'altra giovane donna, rappresentante Rsu,
impiegata di ,un consorzio di cooperativi Le mani contorte nelle mani,
le dita intente fra i capelli. Raccogliere le idee e raccontarsi non è
mai facile per nessuno. Forse pèrchè non sempre ci si
aspetta di essere ascoltati.
Ecco cos'è stata
questa avventura. Le donne e
i
volti che ogni giorno fanno la Fillea, ed il tentativo di
rappresentarli. Senza schermi, senza mediazioni, senza “abbellimenti".
E' un tessuto lieve che tiene assieme questo racconto. Solo parole, per
restituire
,il senso di anni ed
esistenze che con piccole o grandi battaglie hanno creduto
di poter rendere le cose un po' migliori. E spesso continuano a
coltivare questa ambizione, questo sogno.
Almeno per chi verrà dopo.
La galleria di
ritratti che costituisce il presente lavoro è frutto degli incontri e
conversazioni avvenuti tra settembre e novembre 2005. L'ambito
territoriale di riferimento è la provincia di Bologna. Il campione di
intervistati è formato da donne con esperienza di sindacato, attuale
o
alle proprie spalle: accanto alle delegate e rappresentanti sindacali,
anche semplici iscritte. Si tratta spesso di donne che hanno faticato
a coniugare il ruolo familiare o privato con quello
dell'impegno sindacale. Tutte, lavoratrici di settori caratterizzati
dalla netta prevalenza di lavoratori uomini. Con la conseguenza di
essere o essere state mosche bianche" e oggetto di diffidenze e
resistenze spesso culturali ad una effettiva parità di trattamento sul
posto di lavoro. Quanto emerge con chiarezza dalle esperiel1ze più
durature è l'impossibilità si sottrarsi ad una sorta di esame perenne:
una donna stenta a -vedere il riconoscimento pieno degli sforzi
compiuti e delle capacità maturate sul posto di lavoro. La percezione di
alcune intervistate è di dover dimostrare i propri meriti più degli
uomini. La spada di Damocle di un giudizio fallimentare, sul versante
professionale o su quello privato, incombe
impietosa.
Si affaccia in
qualche resoconto anche il profilarsi del lavoro di ultima generazione,
di tipo flessibile-precario. Sul suo possibile impatto rispetto
all'assetto tradizionale del settore preso in esame, è forse presto per
trarre delle valutazioni. Dal campione considerato, emerge infatti come
una variabile che incide ancora in modo parziale su visioni del mondo ed
organizzazione produttiva all'interno del contesto di appartenenza.
Di questa
esperienza nelle aziende e nelle realtà produttive del Bolognese vorrei
infine ricordare la disponibilità di donne e uomini della Fillea
provinciale, per la loro capacità di saper mettere insieme le diverse
voci che l'hanno resa possibile.
Bologna,
7
dicembre 2005
C.
Gentile