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  Le donne guadagnano meno  

 

 

Uno studio in Alto Adige sui redditi a parità di titolo. Significative differenze a sfavore delle lavoratrici, -17%.

 

In Alto Adige le donne guadagnano meno a parita' di istruzione: il 17%. E aumenta il peso dei secondi lavori.

E’ quanto è emerso da uno studio dell'Istituto per la promozione dei lavoratori  sui dati dell'indagine sui redditi, in collaborazione con l'ISTAT. Tra i redditi da lavoro personali permangono significative differenze di genere a sfavore delle donne (-17%). Il livello di istruzione ha un forte impatto positivo sui redditi, ma questo effetto e' minore per le donne. Nonostante cio', il crescente tasso di scolarizzazione delle donne sta aumentando notevolmente la loro propensione al lavoro anche in

presenza di figli, e lascia prevedere un aumento della domanda di servizi all'infanzia.

Da questo studio emerge l'indicazione che l'Alto Adige deve fare progressi verso la societa' della conoscenza. Un contributo importante in questa direzione verra' dalla femminilizzazione del mercato del lavoro.  L'analisi dei redditi personali mostra un ampio divario tra i generi. Complessivamente gli uomini disponevano nel 2003 di un reddito medio netto di 19.772 euro

l'anno e le donne di 12.665 euro. Restringendo l'analisi ai redditi da lavoro principale, la differenza nei valori assoluti e' del 32% a sfavore delle donne.

Oltre al genere, l'altro fattore piu' importante nella spiegazione dei differenziali di reddito e' il livello di istruzione. Come affermato da Andrea Zeppa, co-autore dello studio, ''per la prima volta e' stato stimato in Alto Adige il valore di un anno aggiuntivo di istruzione: esso comporta mediamente un premio reddituale del 6%''. Questo valore e' molto piu' elevato per gli uomini (6,7%) rispetto alle donne (4,8%). Il raggiungimento di un titolo di studio porta mediamente vantaggi economici indiscutibili, anche se con notevoli differenze tra i generi. Mentre per gli uomini la laurea frutta

un reddito dell'86% superiore a quello di una persona con licenza elementare, per le donne questa differenza e' 'solo' del 47%.

L'indagine ha anche evidenziato l'aumento dei redditi da lavoro secondario. Hanno dichiarato un secondo lavoro il 5,4% degli occupati, mentre tra i pensionati il 9% ha svolto nel 2003 un'attivita' lavorativa. Complessivamente i pensionati hanno un reddito medio di 12.305 euro all'anno, rispetto ai 19.085 di una persona occupata. Anche in questa indagine le pensioni delle donne si confermano sensibilmente inferiori a quelle degli uomini.

I redditi della famiglie dipendono ovviamente sia dal livello dei redditi dei singoli componenti, sia dal numero di percettori di reddito all'interno di un nucleo famigliare. Dai dati emerge che le famiglie monoreddito sono ancora diffuse. Una parte crescente e' costituita da famiglie con un solo componente (31,6%), ma anche tra le famiglie con un numero di componenti compresi tra 2 e 4 circa un quinto ha al suo interno un solo produttore di reddito. Questa percentuale sale al 30% per le coppie con figli minori di 15 anni.

Tra le donne fino a 50 anni, quelle senza figli lavorano all'84%, mentre l'occupazione scende di circa 20 punti percentuali con la presenza di un figlio. Tra le donne con almeno un figlio minore di 15 anni, la percentuale di occupazione sale sensibilmente al crescere del livello di scolarita'. Il forte incremento negli ultimi anni delle donne laureate lascia quindi prevedere per il futuro una partecipazione femminile molto piu' elevata al mercato del lavoro ed una crescita della domanda di servizi per l'infanzia.

 

 

Bolzano 11 settembre 2006

 

 

 


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