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Fille@donna

 

 

Prosegue il lavoro della Rete

Resoconto ultima riunione Fille@donna e Incontro in Cgil per la preparazione Forum donne.

 

Lo scorso 22 ottobre si è tenuta a Roma, presso la sede della Fillea nazionale, la riunione della Rete Fille@donna. Il 21 ottobre in Cgil si è tenuto l’incontro preparatorio al Forum delle donne.

 

 

Resoconto riunione Fille@donna

 

Lo scorso 22 ottobre si è tenuta a Roma, presso la sede della Fillea nazionale, la riunione della Rete Fille@donna. Temi della riunione sono stati la conferma e implementazione del programma di lavoro fine 2008 e 2009,  la creazione delle Reti regionali e provinciali, anche attraverso iniziative e momenti di incontro nei territori,  e la preparazione del lavoro sulla contrattazione di secondo livello che impegnerà tutta la categoria a partire dai prossimi mesi.

Molte compagne hanno partecipato ad una discussione che si è rivelata interessante e proficua sugli argomenti all’ordine del giorno, affrontando anche temi nuovi, e hanno avuto l’occasione di presentare al neo Segretario Generale della Fillea, Walter Schiavella, il lavoro portato avanti dalla Rete in questi ultimi anni.

Nel corso della giornata si è discusso di moltissime tematiche, tra le quali le difficoltà di raggiungere le lavoratrici, specie le impiegate nel settore dell’edilizia, anche a seguito della crisi economica che pesantemente sta colpendo imprese ed aziende; di come attrezzarci nei confronti delle Casse Integrazioni che interesseranno soprattutto le donne; di come mettere in rete le esperienze, gli accordi, i documenti e i protocolli siglati nei vari territori; di come portare la voce di Fille@dona nel Forum donne della Cgil (a riguardo in allegato vi inviamo gli Appunti dell’incontro delle compagne del Forum, tenutosi in Cgil lo scorso 21 ottobre); del problema della sostituzione delle compagne della Fillea che sono in scadenza nei vari territori.

E’ stato messo in evidenza dalle compagne il divario esistente tra la spinta, nazionale, europea e internazionale verso una maggiore e migliore occupazione femminile e i gravi problemi di recessione salariale, dovuti al crollo verticale delle commesse e della produzione.

Altro tema cruciale, affrontato in questa come in tutte le nostre riunioni, è stato la necessità di trovare dei linguaggi al femminile con i quali parlare anche alle generazioni più giovani e al mondo esterno, non sindacale, cercando delle soluzioni più cogenti in fatto di dignità, parità, sicurezza sul lavoro e sviluppo.

Si è ritenuto necessario approfondire il tema della formazione per le donne, lavoratrici e sindacaliste, pensando anche ad un gruppo di lavoro che si concentri sull’elaborazione di piani formativi ad hoc per le aziende e le imprese, che tengano conto di temi quali l’edilizia e lo sviluppo sostenibile, come della  riconversione di mestieri in crisi in determinate realtà produttive, partendo dalle aziende più grandi.

Ugualmente necessario è risultato, anche per progredire nell’elaborazione di spunti per le piattaforme contrattuali di primo e secondo livello, creare un osservatorio nazionale sugli Uffici vertenze territoriali, al fine di conoscere e mettere in rete i principali e ricorrenti problemi di vertenze che le lavoratrici pongono alla nostra categoria. Gran parte degli interventi delle compagne si sono incentrati sulla importanza di affrontare il lavoro sulla contrattazione di secondo livello con lo stesso impegno che ha caratterizzato quello sulla contrattazione nazionale, sapendo che questo secondo livello di negoziazione richiederà un lavoro capillare che ognuna dovrà cercare di effettuare nella propria realtà territoriale, raccogliendo i principali accordi e iniziando a pensare a dove poter intervenire per migliorarne il contenuto in tema di migliori condizioni di lavoro, vita, sviluppo e crescita.

Nei prossimi giorni, anche attraverso la messa in rete sul nostro sito dei documenti degli accordi e dei protocolli già siglati, penseremo ad organizzare il lavoro delle commissioni di settore, così come è stato fatto per il lavoro a livello nazionale.

Walter Schiavella è intervenuto al dibattito ribadendo la propria fiducia al gruppo delle donne Fillea e la necessità di proseguire nel lavoro effettuato fino ad oggi con le modalità usate dalla Rete.

Riguardo, infine, al calendario di iniziative è stato confermato lo schema proposto, implementato dalla proposta di inserire nel Seminario sulla legislazione, previsto per fine anno, il tema della negoziazione al femminile e, nell’Iniziativa sulle donne immigrate il tema della  condizione femminile derivante dalle varie legislazioni e religioni nazionali, con particolare attenzione al dramma delle mutilazioni e delle infibulazione.

 

Roma 29 ottobre 2008

 

 

Appunti dell’incontro con le compagne componenti il comitato direttivo e le compagne responsabili delle politiche femminili delle categorie nazionali e delle Cgil regionali, preparatorio al Forum delle donne

 

di Morena Piccinini, Segretaria Confederale Cgil

 

Motivo dell’incontro:

 

1. Dopo la discussione fatta tra le donne dalla Segreteria, consultarci su adempimenti per attuazione Conferenza di Organizzazione prima del Comitato Direttivo dell’11/12 novembre e dare indicazioni su come possono essere costruiti gli atti deliberativi.

 

2. Programma attività politica. In Confederazione fissato impegno a svolgere assemblea delegate entro il 2008.

 

Il Forum o meglio l’assemblea delle delegate fissata per il 26 novembre con le conclusioni di Epifani.

Momento politico delicato in cui è particolarmente importante caratterizzare la politica dell’organizzazione anche come politica di genere.

In questi anni attenzione c’è stata in ogni singolo dipartimento, sia nelle piattaforme che nelle trattative, MA forse poca visibilità sistemica e d’insieme, dato spesso rilevato dalle compagne – esigenza del quadro di insieme.

Il 26 novembre dovrà essere questa occasione, anche per gravità dell’attacco alle donne.

Ultimo momento dedicato e unitario 8 marzo in occasione del centenario. Ora rimettere al centro:

 

1. Sviluppo/Occupazione femminile - politiche di sostegno

 

2. Lotta alla discriminazione nella carriera/formazione/stabilità posto di lavoro.

 

3. Qualità della vita/reddito – servizi sociali – casa

 

4. Libertà di scelta/autodeterminazione e laicità dello stato.

 

Queste sono oggi le condizioni per sviluppo di qualità e per risalire dalla difficile congiuntura economica. Anzi queste 4 condizioni dobbiamo assolutamente rilanciarle perché si rischia che anche le scelte per uscire dalla crisi portino a risultato esattamente opposto.

Ossia, non è dato che da crisi si esca con minori discriminazioni, è molto possibile e probabile che se ne costruiscano di nuove o si accentuino quelle vecchie.

Basta mettere in fila i primi atti del governo 2

 

1. Abrogazione L.188 su dimissioni in bianco

 

2. Provvedimenti dell’estate con rottura patto 23 luglio 2007 sia sul piano previdenziale (coefficienti e commissione usuranti) sia sul Mercato del Lavoro con contratti a termine a ancor PIÙ operazione su STRAORDINARI, rendendo più difficile il beneficio economico per donne e la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

 

3. Ora Libro Verde.

 

Con ruolo della sussidiarietà/famiglie donne e della bilateralità e con corporativizzazione welfare. Su libro verde, con Aitanga, abbiamo partecipato ad un incontro al Ministero. E’ successo vero e proprio scontro non solo su filosofia e contenuti del Libro Verde ma su uso distorto che viene fatto di esperienze di contrattazione positiva. Es. contrattazione dei servizi aggiuntivi ai nidi dove i nidi ci sono ha un senso. Ma diventa di significato contrario se proprio quei servizi aggiuntivi diventano sostitutivi dei nidi medesimi. Es. quanto contrattato negli Enti Bilaterali di artigianato per il sostegno al reddito copre spazi che gli ammortizzatori pubblici non coprono totalmente, altra cosa è utilizzarli come unico strumento al posto degli ammortizzatori.

A quell’incontro solo UIL oltre a noi ha posto dei problemi. Per non parlare del progetto scuola – Gelmini e dell’attacco al tempo pieno / cosa significa dal punto di vista pedagogico per i bambini e le bambine /per gli insegnanti soprattutto donne/ ma anche per le madri.

Quindi lavoro / straordinari / welfare / scuola. Tutto porta al ritorno a casa della donna, proprio ora che riprendere la richiesta di accesso al lavoro dopo anni in cui la bassa percentuale di disoccupate iscritte al collocamento significava sfiducia. Intanto la Ministra alle pari opportunità Carfagna al momento si è occupata solo di punire le prostitute e i clienti. E se le donne sono ricondotte a casa, allora la risposta per alcuni (governo, ma anche larga parte della politica) è nel quoziente familiare, che è l’esatto contrario della politica di occupabilità delle donne e riporta le donne a casa quando non le rigetta nel lavoro nero. Il 26 dovremo sviluppare tutti questi temi e farne un grande momento di mobilitazione, sapendo che 2 giorni prima, il 24, è la giornata mondiale contro la violenza alle donne e dovrà essere l’occasione anche per stare in campo su questo tema.

A questo proposito, il fatto che abbiamo una iniziativa nostra, che dovrà essere di massa, ci aiuta anche rispetto al rapporto con i movimenti che stanno organizzando per il sabato 22 la manifestazione nazionale contro la violenza. Evitare di ripetere quanto avvenuto l’anno scorso, che si è caratterizzato più per le tensioni nel movimento delle donne piuttosto che per un messaggio positivo di mobilitazione contro la violenza sulle donne.

La CGIL non aderisce a iniziative promosse da altri, soprattutto se non è coinvolta nella promozione e organizzazione. In ogni caso dobbiamo stare in campo verificando se per il sabato/domenica si possono organizzare manifestazioni locali con le varie reti di donne e tentando anche iniziative unitarie. E veniamo più strettamente ai temi organizzativi.

Panini ha preparato con gli organizzatori e la Commissione politica una serie di delibere, discusse anche in Segreteria, attuative degli impegni assunti nella Conferenza di Organizzazione: Quindi:

 

1. dobbiamo attuare quei deliberati e NON fare una nuova Conferenza di Organizzazione.

 

2. Dobbiamo cogliere diversi punti e tradurli in atti impegnativi per tutta l’organizzazione.

 

3. Per quanto riguarda le tematiche di genere abbiamo chiesto di fare prima la discussione tra noi e passare successivamente dalla Commissione politica, vera deputata che propone i testi al Comitato Direttivo.

 

Nel merito: il documento della Conferenza di Organizzazione si è soffermato su:

 

a) Politiche di genere: esigenza che la CGIL assuma politiche rivendicative in tutti i livelli di contrattazione che si misurino con la diversa condizione delle donne e con il riconoscimento del valore della differenza. Quindi politiche su mercato del lavoro, organizzazione del lavoro, stato sociale e servizi, politiche che sappiano incidere sui divari salariali.

 

b) Rilevazione della rappresentanza delle donne a applicazione della norma antidiscriminatoria. Entro l’anno rilevazione dei dati di rappresentanza e applicazione norma antidiscriminatoria.

 

Domande costruite per tutte le strutture in modo da avere una griglia da poter aggiornare periodicamente e non solo a ridosso del Congresso. Quindi, rilevazione solo entro il 2008, come dice il documento della Conferenza di Organizzazione, o decidiamo che abbia periodicità?

Ancora, come donne Segretarie abbiamo ipotizzato anche esigenza di accompagnare questa analisi interna, organizzativa, a un’analisi quali/quantitativa rivolta a presenza e ruolo e difficoltà delle donne nel mondo del lavoro / nel sociale … / tra le pensionate. L’IRES ha prodotto molte ricerche con anche spaccato di genere, vale la pena assemblare tutti questi dati di genere, verificare quali altri aspetti vanno approfonditi e costruire un lavoro completo sulla condizione femminile nel Paese. Se date mandato alle donne della Segreteria, potremmo lavorare su questi aspetti, anche qui con lo scopo di mantenere l’aggiornamento nel tempo sui cambiamenti che intervengono.

Tornando alla applicazione della norma antidiscriminazione in materia: va riaffermata la responsabilità politica del Segretario e della segreteria nel caso di non rispetto. Abbiamo SEMPRE avuto problema di cogenza di applicazione di norme che non hanno sanzioni. Prevederle? SI Intanto, già il documento della Conferenza di Organizzazione dice che da qui al Congresso, le strutture non in regola sono tenute, nelle cooptazione nei Comitati Direttivi a far prevalere l’ingresso di compagne.

Responsabilità politica sanzionabile a termini di Statuto = organismo non validamente costituito?

Percorsi a sostegno dell’ingresso e piena valorizzazione delle donne nella organizzazione progetti organizzativi esperienze nelle Regioni e Formazione ISF nelle categorie importanti Vincoli nelle liste elezioni RSU

 

c) Politica dei tempi nell’organizzazione

 

Strumento indispensabilità per favorire l’ingresso e la permanenza di donne nel sindacato, soprattutto le donne giovani, ma vale anche per le anziane. Bisogna adottare a tutti i livelli dell’organizzazione una ESPLICITA politica dei tempi che tenga conto delle esigenze della conciliazione. In realtà, sappiamo bene che fissare il tema al femminile significa fare una politica della conciliazione dei tempi per tutti, per questo deve essere esplicita e non fatta pesare sulle singole persone come concessione.

 

d) I luoghi delle donne: ovviamente questo è un tema delle donne, non passa attraverso la decisione del Comitato Direttivo.

 

Tuttavia è importante che il Comitato Direttivo riconosca il valore politico dei luoghi delle donne e condivida anche l’agibilità, politica, organizzativa ed anche economica. Per anni questa è stata una discussione complessa che va ripresa con accortezza, tranquillità e, se posso dirlo, spirito laico. In alcune strutture funzionano bene i coordinamenti (SPI, FISAC, alcune strutture regionali e/o comprensoriali), in altre strutture i luoghi delle donne si chiamano in modo diverso, hanno forme diverse, più o meno ampie e più o meno estese all’esterno, più o meno strutturate, così come la responsabilità delle politiche femminili a volte vede un punto di riferimento in Segreteria, altre volte no. Insomma, la situazione è molto varia, ma ciò non toglie che le politiche di genere, in vario modo, siano un punto di attenzione in TUTTE le categorie ed in tutte le strutture territoriali. Riteniamo non sia opportuno fare una discussione su quale forma sia meglio, piuttosto è bene ragionare della agibilità per tutte le forme e di come tra loro si coordinano per una politica di genere visibile e incisiva non solo sulla politica interna dell’organizzazione ma anche verso l’esterno, con l’associazionismo con le istituzioni, con la politica…

Da questo punto di vista il Forum Nazionale è indubbio che, come dice il documento conclusivo della Conferenza di Organizzazione “ha manifestato  molte insufficienze: è necessario un suo ripensamento che conduca la nuova definizione che superi limiti di tale esperienza, a partire dalla episodicità; una struttura di lavoro stabile e organizzata che sia un luogo di elaborazione e proposte delle donne, un luogo aperto al contributo di tutte le compagne dell’organizzazione capace di confrontare le esperienza che ci sono nel territorio fuori o dentro la CGIL”. E il documento prosegue identificando nella Assemblea Nazionale delle dirigenti e delegate la sede di concretizzazione di questo percorso, Assemblea da tenersi almeno una volta fra un Congresso e l’altro. Insomma, nel documento ci siamo date un obiettivo minimo, insieme è opportuno che verifichiamo, oltre gli impegni formali che esprimeremo nel Comitato Direttivo, anche quali ulteriori momenti possiamo strutturare. Perché è indubbio che il Forum ha reso insoddisfatte tutte noi, ed è vero che è importante costruire momenti ulteriori, frequenti, come sede di elaborazione e proposta nelle diverse tematiche, partendo dall’ottica di genere.

Io penso che in questi anni l’organizzazione ai suoi vari livelli, abbia recepito molto di più che in passato le elaborazioni delle donne, che la contrattazione, di categoria, confederale e territoriale abbia fatto un notevole salto di qualità, anche per merito delle tante donne che la CGIL ha ai tavoli delle trattative, che la politica di genere debba essere presente anche nella discussione generale proprio per diventare piattaforma condivisa e, di conseguenza, azione negoziale.

 

In questo quadro è stato importante anche il ruolo ed il riconoscimento della responsabile del Mainstreaming nazionale, verso l’interno dell’organizzazione e verso l’esterno, ai diversi livelli istituzionali italiani ed europei. Ma, forse, proprio in relazione a questa evoluzione positiva, si è sottovalutata l’importanza di momenti di approfondimento tra donne, quasi che il maggior numero di donne nelle Segreterie e nelle sedi contrattuali esaurisse anche l’altro aspetto. Questo tema va quindi ripreso: chiamiamo il luogo nazionale come ci pare, ma assumiamoci insieme l’impegno a far vivere queste tematiche anche con una rinnovata relazione tra donne. Quindi, concludendo, le delibere che verranno proposte al Comitato Direttivo potrebbero contenere la concretizzazione degli impegni circa:

 

1. Le politiche di genere

 

2. La rappresentanza delle donne

 

3. Gli organismi non in regola con lo Statuto

 

4. Le azioni di promozione

 

5. La politica dei tempi

 

6. I luoghi delle donne, nel valore politico e organizzativo, lasciando aperta la determinazione successiva degli strumenti concreti.

 

 

Roma, 29 ottobre 2008

 

 

Riassunto lavori e spunti

 

Prosegue il lavoro della Rete delle donne Fillea: iniziative nazionali, interventi territoriali e contrattazione di II livello.

Come attuare quanto contenuto nel Documento approvato dalla Conferenza di Organizzazione della categoria?

 

 Si è conclusa per la categoria la stagione dei rinnovi dei CCNL del settore delle costruzioni. Le donne e gli immigrati sono stati i nuovi protagonisti di questa impegnativa fase contrattuale.

Con un lavoro durato quasi due anni, le donne della Fillea Cgil hanno elaborato, partendo da un’analisi approfondita di quanto già contenuto nei contratti precedenti, nazionali e territoriali, così come stabilito negli obiettivi della Rete Fille@donna a gennaio 2006 nella  prima Assemblea Nazionale delle delegate e delle dirigenti sindacali della Fillea, e dopo una prima verifica su problematiche, temi e possibili proposte “al femminile”, una serie di proposte che sono state assunte da tutta la categoria e che sono rientrare nelle varie piattaforme. Due gruppi di lavoro separati, Edilizia e Impianti fissi, si sono riuniti in vari momenti fino ad arrivare a precise e concrete proposte su temi ritenuti fondamentali quali il rispetto della legge sulle pari opportunità; igiene e  sicurezza; formazione; apprendistato; part – time; precariato;conciliazione dei tempi di lavoro – vita; mobbing.

Questi argomenti hanno attraversato, seppure declinati in maniera diversa seguendo le specificità dei vari comparti, tutte le proposte dei due gruppi di lavoro.

In tutta la fase del negoziato le donne hanno “presidiato” l’andamento delle trattative fino al momento dei recenti rinnovi. I risultati più importanti si sono ottenuti nei contratti del Cemento, Legno e degli altri materiali. Sebbene non tutte le richieste siano state accolte, sono stati fissati dei “paletti” importanti che riconoscono il diritto di attività di cura ad entrambi i genitori, la maternità retribuita e la possibilità di reintegro dopo la scelta di un part-time. Si è ottenuto il part-time reversibile per le madri fino ai 3 anni del bambino, di un giorno di permesso retribuito al padre per la nascita del figlio, 3 giorni di permesso retribuito al lavoratore per l’assistenza di familiari e il 100% nella retribuzione della maternità.

Terminata questa stagione inizierà un analogo lavoro sulla contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale. Contemporaneamente Fillea@donna sarà impegnata nella realizzazione di un ambizioso programma di iniziative, tese a tener insieme tematiche contrattuali e sociali e a sviluppare iniziative territoriali e di “radicamento” del lavoro svolto fino ad oggi dalla Rete delle donne Fillea.

Tra le priorità della Rete, inoltre, ci sarà quella di veder attuato tutto ciò che è stato approvato dalla Conferenza di Organizzazione 2008 Fillea Cgil nel Documento sulla rappresentanza di genere. Già il Congresso di Pesaro aveva individuato tra le frontiere da superare  quella delle differenze sociali e lavorative fra uomini e donne, impegnando tutta la categoria ad effettuare un grande salto culturale; così come aveva ribadito la necessità di conoscere in modo più approfondito alcuni settori dove le lavoratrici rappresentano una realtà significativa, settore legno, comparto del restauro e personale femminile tecnico ed impiegatizio in edilizia, analizzandone composizione, sindacalizzazione e distribuzione nelle qualifiche e indagando il fenomeno delle differenze salariali e di carriera fra i due generi.

Tra gli obiettivi assunti dalla categoria nell’ultimo Congresso c’è stato quello di ottenere condizioni di lavoro più dignitose e sicure per tutti, far crescere l’occupazione delle donne anche nei settori a minor presenza femminile, rendendola compatibile con una attività che necessità di condizioni migliori tanto per gli uomini, che per le donne; così come la lotta alle discriminazioni e agli ostacoli all’occupazione femminile, attraverso lo sviluppo di politiche di conciliazione fra impegni lavorativi e impegni familiari.

Riguardo alla valorizzazione dello sforzo della Fillea in termini di rinnovamento del gruppo dirigente, anche di genere, a partire dai luoghi di lavoro, dall’elezione di delegati donne, nella scelta delle RSU, RLS, RLST e dei delegati aziendali, la Conferenza di Organizzazione si era impegnata a trovare metodi, strategie e strumenti ancora più incisivi per far sì che questo impegno si sviluppi ulteriormente e si radicalizzi, anche come valorizzazione delle competenze, conoscenze e capacità di direzione esercitate dalle compagne, scegliendo sempre, a parità di meriti, una donna ai vari livelli di direzione. Pur dovendo tener conto e confrontarsi con le peculiarità di un settore, specie l’edilizia, a prevalenza di manodopera maschile, il riequilibrio della rappresentanza deve restare per la nostra categoria un obiettivo da perseguire.

L’obiettiva difficoltà di applicazione generalizzata della norma antidiscriminatoria e il difficile inserimento e la promozione delle donne negli organismi di rappresentanza e di direzione, non devono rappresentare dei facili alibi per la categoria, anzi, siamo convinti che, proprio perché il nostro settore parte da una posizione di svantaggio rispetto ad altri, occorre rafforzare questo impegno, arrivando anche a forzare le azioni quando e se questo sarà necessario, ponendo particolare attenzione alle motivazioni ed esigenze delle nuove generazioni. 

A questo proposito in sede di Conferenza è stato ribadito quanto già approvato in un Ordine del giorno dal Comitato Direttivo Fillea Cgil nazionale il 29 ottobre 2007 e cioè il principio che afferma la presenza paritaria del 50 e 50 tra i generi in tutti gli organismi dirigenti ed esecutivi ad ogni livello dell’Organizzazione.

Per affermare la democrazia paritaria occorrerà definire e praticare modalità di lavoro e decisioni coerenti con una politica di conciliazione dei tempi e privilegiare le donne nelle sostituzioni e cooptazioni degli organismi dirigenti a tutti i livelli. Questa politica dovrà consentirci di raggiungere l’obiettivo di ampliamento  della nostra capacità di intervento, così da arrivare al prossimo Congresso di categoria, tra poco più di un anno, con una mutata e rafforzata presenza di quadri e dirigenti donne in tutte le strutture.

Il Documento aveva sottolineato la necessità di implementare con materie riguardanti le politiche di genere il progetto nazionale di formazione, così come il rispetto nella composizione dei gruppi dei formandi/e della norma antidiscriminatoria, per assicurare in futuro un paritario bacino di quadri e dirigenti.

E’ stata, inoltre, ribadita la necessità di un intreccio tra la formazione e l’impegno da parte delle strutture della Fillea, a tutti i livelli, di promuovere, anche attraverso un adeguato e specifico sostegno economico, la partecipazione delle compagne allo sviluppo di queste politiche, favorendo il confronto e le forme di relazione da loro scelte, assicurandone la necessaria agibilità.

 La forma di autoregolamentazione che le donne della Fillea hanno scelto, fin dalla prima costituzione del gruppo, nella fase preparatoria dell’ultimo Congresso, è quella della Rete, quale luogo di confronto e di elaborazione della proposta politica delle donne della categoria, luogo nel quale scelgono di esserci le compagne del Direttivo Nazionale della Fillea ma anche altre compagne, comprese quelle delle strutture territoriali periferiche e degli apparati tecnici.

La struttura della Rete Fillea@donna, seppure mantenendo la sua caratteristica di spazio aperto e fluido, ha sempre ribadito la necessità di operare entro una forma di organizzazione, anche e soprattutto attraverso la formazione di gruppi regionali e/o provinciali, così da radicare ulteriormente le tematiche da affrontare che devono nascere da un continuo intreccio tra il lavoro nazionale e territoriale.

Ogni gruppo territoriale dovrà lavorare in sinergia con le strutture confederali, con le altre categorie, con le associazioni delle donne e con le amministrazioni, cercando di affrontare sia le problematiche nei posti di lavoro, sia quelle legate ad un più vasto ambito sociale; sia le questioni di natura più propriamente contrattuale che altre, in particolare molestie sessuali e mobbing.

Questo obiettivo si potrà ottenere sia estendendo ulteriormente l’attuazione di progetti territoriali e regionali mirati, anche con il sostegno di necessarie risorse finanziarie, sia attraverso l’elaborazione di proposte ed iniziative nate e portate avanti dalle compagne di Fille@donna e poi assunte dall’intera categoria, soprattutto e a partire dal terreno della contrattazione, ribadendo, estendendo e formalizzando la presenza di genere in tutte le commissioni e delegazioni trattanti dei diversi contratti, nazionali e di secondo livello.

La recente e positivissima esperienza di studio ed analisi, realizzata da Fille@donna,  in tema di contrattazione e le proposte definite dalle compagne e recepite in tutte le piattaforme del settore, ha dimostrato quanto sia grande il contributo che esse possono dare in tema di crescita dell’intera categoria. Alla fine della scorsa estate le compagne della Fillea avevano condiviso in linea di massima un piano di lavoro e di iniziative (vedi Bozza programma iniziative di Fille@donna fine 2008-2009 inviata alle strutture e disponibile sul sito nelle news del banner Fille@donna, occorrerà ora definire e implementare questi spunti di lavoro al fine di individuare interventi, politiche ed ambiti organizzativi e insistere maggiormente in un confronto nazionale ed internazionale sui temi di genere e sulle politiche attive della categoria, fino ad arrivare al raggiungimento di una reale parità di rappresentanza e trattamenti.

 

 

Roma 22 Ottobre 2008

 

Programma iniziative di Fille@donna fine 2008-2009

da implementare

 

 

·        22 ottobre 2008.  Riunione Fille@donna per definizione e programmazione lavoro autunno 2008 e 2009,  creazione delle Reti regionali e provinciali anche attraverso iniziative e momenti di incontro nei territori.

 

 

·        Novembre o dicembre 2008.  Seminario formativo su legislazione italiana ed europea in tema di pari opportunità, fino alla 194. Breve storia dal movimento femminista ad oggi. Ricostruzione della memoria per consegnarla alle giovani generazioni.

 

 

·        Marzo 2009.  II Assemblea Nazionale Fille@donna.

Preparazione lavoro contrattazione di II livello. Costituzione gruppi di lavoro e commissioni. Monitoraggio forza lavoro femminile in edilizia e negli impianti fissi. Monitoraggio accordi aziendali e territoriali.

Come far crescere la rappresentanza e aumentare la rappresentatività.

Individuare i deficit e il ruolo della formazione professionale e sindacale.

 

 

·        Giugno 2009. Iniziativa pubblica, da condividere con la Cgil confederale, presso la sede e in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne, sul tema delle donne immigrate,  loro ruolo di coesione sociale e politiche internazionali al femminile.

 

·        Dibattito aperto su diversità culturali e creazione di un nuovo modello di convivenza civile e democratica.

 

 

 

 

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