Nel periodo
2001-2004 l’Istat ha registrato un aumento complessivo dell’occupazione
pari al 3,7%, con un aumento più marcato per le donne (+ 5,4%) rispetto
agli uomini (+ 2,7%).
Le lavoratrici
sono oggi 8,8 milioni, cioè quasi il 40% dell’insieme dei lavoratori.
Nel 2004 un
infortunato su quattro è stata una lavoratrice.
Dopo il
2001 gli infortuni sono scesi al di sotto del milione di casi calando,
anno dopo anno, fino alle 967mila denunce pervenute all’INAIL nel 2004.
Tale diminuzione generale nel quadriennio (pari a circa il 6%) è il
risultato di una sensibile contrazione del fenomeno per gli uomini (- 8%
circa) contro un aumento (+ 2% circa) per le donne, giustificato
peraltro dall’aumento dell’occupazione femminile.
Alla diminuzione
nel quadriennio degli infortuni denunciati ha corrisposto un calo ancora
più significativo dei casi con esito mortale.
In particolare per le donne si registrano un centinaio di casi sugli
oltre 1.300 rilevati nel 2004 (pari all’8% sul fenomeno complessivo), a
riprova di un’occupazione femminile dedicata per lo più a a basso
profilo di rischio. Rivelatrice in tal senso anche la quota dei casi di
morte in itinere: oltre la metà di quelli occorsi alle donne è avvenuto
nel tragitto casa-lavoro-casa, contro il 20% riscontrato per gli uomini.
Raddoppiato il
numero delle lavoratrici straniere assicurate
Dal
2001 al 2004, i lavoratori extra-comunitari assicurati all’INAIL, sono
aumentati dell’80% passando da circa 1 milione a quasi 1,9 milioni.
Ancora più sostenuta la crescita della componente femminile che,
nello stesso quadriennio, è più che raddoppiata passando dalle 327 mila
assicurate del 2001 alle 705 mila del 2004, rappresentanti quasi il 40%
della forza lavoro extracomunitaria.
Analogo andamento si registra per gli infortuni sul lavoro
denunciati all’INAIL: le donne extracomunitarie infortunate sono passate
da 10 mila nel 2001 a quasi 20 mila nel 2004. Il tasso di incidenza
infortunistico delle donne extracomunitarie risulta pari a 27,5
infortuni per mille assicurate, un valore decisamente inferiore a quello
degli uomini pari all’83,2%.
Infortuni
Nel 2004 si sono verificati 174 casi di infortunio mortale tra i
lavoratori extracomunitari, di cui 18 occorsi a donne; si tratta, per
queste ultime, per lo più di infortuni “in itinere” avvenuti, cioè, nel
percorso casa-lavoro-casa.
Per quanto riguarda le donne extracomunitarie infortunate, l’ analisi
per Paese di nascita evidenzia come i primi tre posti della graduatoria
siano occupati dalle lavoratrici rumene (13%), marocchine (12%) e
albanesi (8%). Seguono altri Paesi dell’Est europeo (Polonia, Jugoslavia
e Ucraina) e una serie di Paesi dell’America Latina (Perù, Argentina,
Ecuador, Brasile). Da segnalare i 201 casi denunciati dalle lavoratrici
cinesi che costituiscono appena l’1% del totale.
Quasi il 60% delle denunce di infortuni occorsi a lavoratrici
extracomunitarie si è concentrato nel triangolo industriale
emiliano-lombardo-veneto, storicamente un forte polo di attrazione della
manodopera straniera.
La distribuzione per regione assegna il primo posto, infatti, all’Emilia
Romagna (23%), seguita dalla Lombardia (17%) e Veneto (16%). Scendendo
nella graduatoria, seguono comunque altre regioni del Nord e del Centro
del Paese a cominciare dal Piemonte e Toscana (7% circa ciascuna) per
poi arrivare, nelle ultime posizioni, alle regioni del Sud e delle
Isole.
Gli infortuni occorsi nel 2004 a donne extracomunitarie sono concentrati
soprattutto nelle attività dei servizi (80%), più limitatamente
nell’industria (16%) e nell’agricoltura (4%).
Nell’ambito dei servizi si infortunano soprattutto le lavoratrici delle
imprese e servizi di pulizia (15%), poi quelle di alberghi e ristoranti
(12%), le lavoratrici della sanità e servizi sociali (10%) e, infine,
circa il 7% per colf e badanti.
Roma 8 marzo 2006