In
Emilia un depliant per le donne
Campagna di informazione
e sensibilizzazione "La violenza sulle donne. Un fenomeno invisibile".
Articolo di Metropoli
BOLOGNA - Diecimila
depliant per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne, con un
messaggio stampato in sette lingue, oltre all'italiano: inglese,
francese, spagnolo, russo, arabo, rumeno e polacco. E' partita la nuova
campagna di informazione e sensibilizzazione "La violenza sulle donne.
Un fenomeno invisibile", promossa dall'assessorato alla Promozione delle
politiche sociali della Regione Emilia-Romagna e dal Coordinamento
regionale delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza.
"Se hai bisogno di aiuto, se hai subito violenza, se ti servono
informazioni contatta un Centro antiviolenza. Ti può offrire colloqui,
informazioni, consulenza e se sei in pericolo, ospitalità temporanea per
te e i tuoi figli", dice l'appello.
La scelta di diffonderlo in versione multilingue è presto spiegata,
basta dare uno sguardo ai dati: nel 2005, sono state 1857 le donne che
hanno "bussato" agli 11 Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna, e di
queste il 30% è straniera. Un aumento significativo rispetto al 2000,
quando la percentuale era del 22%. "Alcuni Centri hanno già al loro
interno delle mediatrici culturali - dice Antonella Oriani, di "Sos
Donna" di Faenza, che ha seguito la realizzazione del depliant - , ma
l'idea è di estendere la loro presenza il più possibile: è fondamentale
per capire i bisogni delle donne straniere".
I depliant (con tutti i riferimenti dei Centri antiviolenza e delle Case
delle donne attive sul territorio) vengono distribuiti nei servizi per
l'infanzia dei Comuni, alle Ausl, nelle scuole, nei centri per le
famiglie e agli ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri, nelle
piazze e nei centri commerciali.
Tremilacinquecento locandine, invece, sono state affisse ai portapacchi
dei treni interregionali e regionali, in accordo con le Ferrovie dello
Stato, per essere visibili alle donne immigrate che usano il treno per
spostamenti legati soprattutto a motivi di lavoro.
Bologna 17 marzo 2006