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    Prima assemblea nazionale donne Fillea

     

    Il mondo del lavoro ormai da anni si è sempre più maschilizzato, nei tempi, nelle modalità e negli obiettivi.

    Ciò in passato ero proprio di una cultura maschile, e oggi  tutto questo e stato assunto da una cultura universale; e le donne, dopo anni di lotte e conquiste, invece di adeguare tempi, modalità e obiettivi  alle proprie esigenze, ne sono state stravolte e coinvolte in nome di una "uguaglianza"  inesistente.

    Oggi, le donne che vogliono, in qualche modo far carriera devono dedicare tutto il tempo al lavoro, privandosi del proprio tempo, delle proprie amicizie e della propria famiglia, e per raggiungere l'obiettivo deve spesso adottare un comportamento "spietato".

    Anche chi non vuole far carriera spesso si deve scontrare con ambienti e tempi imposti, senza potere proporre soluzioni alternative.

    Alcune restauratrici, ad esempio, hanno fatto notare come in molti cantieri non c'è presenza di bagni e di igiene.

    Da più parti viene pure l'esigenza di poter rendere più flessibile il proprio orario di lavoro, ma non di una flessibilità  che favorisca solo il datore di lavoro, ma la possibilità di poter gestire alcune ore  a seconda delle esigenze delle lavoratrici che devono conciliare il proprio lavoro  con la scuola, le attività ricreative e le malattie dei figli.

    C'è da segnalare, fra l'altro, che non è molto conosciuta la legge sui congedi parentali, a chi è diretta, chi può usufruirne, e in quali casi particolari.

    Inoltre le più fortunate che hanno un contratto a tempo indeterminato, chiedono la riduzione dell'orario di lavoro almeno a 38 ore settimanali, proprio  per avere la possibilità di vivere una vita più completa ed avere in questo modo la possibilità di gestire meglio il proprio tempo, la famiglia, la cultura e tutto quello che si vuole fare della propria vita.

    Questo è quanto è emerso  da alcune discussioni affrontate con donne lavoratrici del nostro tempo, certamente molto sintetizzato ma spero vada bene.

    Ci vediamo venerdì 27 un saluto affettuoso

    Sara Fagone

    Catania 23 gennaio 2006

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