Rischia di arenarsi il Contratto nazionale dell’edilizia, atteso da più di 1.000.000 di lavoratori. Si prepara l’iniziativa della categoria per stringere i tempi |
Martedì 20 aprile, Milano, Roma, Napoli. In tre attivi interregionali, che chiameranno a raccolta tutti i quadri sindacali della categoria, i Segretari generali di Feneal- Uil. Filca-Cisl e Fillea-Cgil lanceranno il loro ultimatum alla controparte dopo più di cento giorni di trattative per il rinnovo del contratto, che di fatto non ha ancora portato a nessun risultato sostanziale. O il tavolo, la cui ripresa è prevista per il 21 e 22 aprile, imboccherà con decisione la via che porta alla firma del nuovo contratto, oppure sarà inevitabile la mobilitazione della categoria. Il contratto del settore edilizia, che in Italia interessa circa 1.000.000 di lavoratori dipendenti e 300.000 imprese tra industriali, cooperative ed artigiane, per un fatturato annuo di circa 112.411 milioni di Euro, è scaduto il 31 dicembre 2003 ed è ancora fermo al palo. Eppure all’inizio delle trattative tutte le parti avevano dichiarato possibile un contratto in tempi brevi. E’ l’Ance stessa in un recente comunicato a confermare il trend positivo del settore. Negli ultimi tre anni l’edilizia ha contribuito alla formazione del Pil nazionale con una percentuale del 5,5%, gli investimenti nel settore delle costruzioni ( appalti pubblici e privati ) sono aumentati del 14,00 %. Per quanto riguarda l’andamento occupazionale, dal 2000 al 2003 si è registrato un incremento del 13,3%. Proprio per consolidare questa crescita sul terreno della qualificazione dell’impresa e del lavoro, i sindacati hanno presentato una piattaforma che fa della lotta al lavoro nero e alla precarizzazione, insieme a proposte nel campo del mercato del lavoro e della formazione professionale, i punti focali. La trattativa fino ad oggi ha però dimostrato che le Associazioni Imprenditoriali non sono in grado di raccogliere questa sfida e di comprendere fino in fondo la positività di questo contratto. Un contratto per un settore in cui la media di addetti per impresa è di quattro lavoratori e la presenza di lavoro irregolare molto diffusa, che oggi più che mai ha bisogno di tutele e di un migliore riconoscimento salariale in base alle varie professionalità. ”Risulta incomprensibile – sostiene Domenico Pesenti, Segretario generale della Filca Cisl - che un settore come l’edilizia, unico settore che sta sostenendo il Pil italiano e che non conosce problemi occupazionali, incontri da quattro mesi serie difficoltà da parte dei costruttori per la chiusura del contratto nazionale”. Sullo stesso punto insiste Franco Marabottini, Segretario Generale della Feneal Uil, affermando che: “Nonostante una crescita che non si registrava da decenni, l’Ance si trincera dietro vecchie posizioni che tendono a conservare il settore senza una visione di ammodernamento e di lotta al lavoro nero e sommerso, chiedendo inoltre la cancellazione di importanti articoli quali la responsabilità in solido nei sub appalti, o la modifica della trasferta, rendendo ancora più precario il rapporto di lavoro”. “Se non ci saranno significative modifiche a queste posizioni – conclude Marabottini - c’è il rischio di una rottura con il sindacato che con la piattaforma chiede per i lavoratori un lavoro più regolare, più sicuro, più professionalizzato in imprese più strutturate e più trasparenti”. ”Il Contratto deve essere firmato in tempi brevi - aggiunge Pesenti - perchè rappresenta un importante elemento di recupero del potere di acquisto dei lavoratori e rafforza il quadro normativo per la qualità del lavoro svolto in edilizia. E proprio perchè gli obiettivi del riconoscimento retributivo e professionale del lavoratore edile, della sicurezza nei cantieri e della regolarità delle imprese, appartengono a tutti, occorre fare il possibile per concludere l’accordo. In caso contrario – continua il responsabile nazionale Filca Cisl - proclameremo la mobilitazione del settore, chiedendo ai lavoratori di sostenere la nostra azione per arrivare a breve alla firma del contratto”. “L’Ance –conclude Franco Martini, Segretario generale della Fillea Cgil - a parole dichiara la volontà di combattere il fenomeno dell’irregolarità e del lavoro nero, salvo poi al tavolo contrattuale pretendere la massima estensione della flessibilità sul lavoro in un settore già eccessivamente destrutturato e proporre ulteriori modifiche alle normative che intervengono sul processo di regolarità delle imprese. Per quanto riguarda l’aspetto salariale, tenendo anche conto dell’articolazione contrattuale su due livelli, quello nazionale e territoriale, la richiesta di aumento a cui puntiamo è di 90 euro mensili al 3°livello. Altre richieste contenute nella piattaforma, riguardano il miglioramento del trattamento in caso di malattia e malattia professionale, il congedo matrimoniale, la previdenza complementare”.
Roma 26 aprile 2004 |
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