Passoni, non abbandonare lavoratori imprese
sequestrate
Catanzaro, 1 mar - 'Lo
Stato non abbandoni i dipendenti delle imprese sequestrate alla
mafia, perche' sottrarre una impresa alla criminalita' organizzata
e' un atto di liberazione, ma a pagarne il prezzo sono spesso i
lavoratori che si ritrovano sotto il giogo del ricatto dei poteri
criminali o senza lavoro. L'Agenzia nazionale per i beni sequestrati
e confiscati costituisca un ufficio 'Attivita' Produttive e
Sindacali' capace di coordinare le attivita' delle aziende
confiscate, con particolare riferimento a quelle del settore delle
costruzioni, e le utilizzi nell'ambito dei lavori di manutenzione e
ristrutturazione del patrimonio immobiliare sequestrato o confiscato
in tutto il territorio nazionale'. Lo dichiara il senatore del Pd
Achille?Passoni, che ha sottoscritto la raccolta di firme lanciata
dalla Fillea Cgil per tutelare i lavoratori sfruttati dalla
criminalita' organizzata.
'Un sistema produttivo sano - continua?Passoni?- libero dalle
infiltrazioni della criminalita' organizzata, e' un ingrediente
fondamentale per l'azione antimafia, perche' stronca alla radice il
circolo vizioso dell'economia criminale che si autoalimenta. Quando
un impresa viene giustamente sequestrata alle mafie, spesso pero'
accade che quell' impresa non riapra piu' i battenti e i dipendenti
sono vittime di questo effetto collaterale'.
'Per non offrire nuovamente manodopera al sistema criminale sarebbe
opportuno utilizzare, sotto la regia dell'Agenzia nazionale per i
beni sequestrati e confiscati, le imprese sequestrate o confiscate
attive del settore delle costruzioni per valorizzare lo stesso
patrimonio immobiliare confiscato. In questo modo - conclude?Passoni?-
la bonifica del tessuto economico sarebbe piu' completa, offrendo ai
lavoratori quella rete di protezione senza la quale rischiano di
essere nuovamente risucchiati dall'economia criminale'. |