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Lettera alla Fillea“CANTIERE ITALIA”: GLI EDILI NON SONO SOLO CARNE DA MACELLO
Cantiere Italia un reportage di Roberto Scardova:GRAZIE !!!
Riprendo carta e penna per l’ennesima volta per esprimere la mia vergogna di essere italiano. Dopo la seconda serata di Rai3 la reazione non può essere diversa. Al tg3 delle 23,00 che si è chiuso con la notizia di due ennesime vittime in un cantiere edile ( con questi di Milano ad oggi siamo già a 29 morti in 62 giorni) è infatti seguito il reportage di Roberto Scardova (che ringrazio) per Primo Piano su “Cantiere Italia”, ovvero uno spaccato crudo, vero e coraggioso sulla realtà dei nostri cantieri sempre più caratterizzati da forme di nuova schiavitù. E’ una strage quotidiana dimenticata, altre due persone ci hanno lasciato le penne per un pezzo di pane in nome del progresso e delle infrastrutture e noi ce la meniamo a discutere del sesso degli angeli, passiamo il tempo a glorificarci dei recenti successi olimpici senza pensare che questi sono costati la vita a 4 persone, morte ed ora dimenticate e sepolte dalle glorie delle medaglie vinte. Il servizio di Scardova ha dimostrato come anche la ricca, democratica e civile Reggio Emilia in questo non fa eccezione; le gare d’appalto vinte al massimo ribasso si giocano gli utili di impresa tutti sulla pelle dei lavoratori che faticano per 10-12 ore al giorno per 6 giorni la settimana: la domenica e i festivi gli imprenditori sono buoni, si lavora solo mezza giornata. Questa che era l’eccezione sino a qualche anno fa, ora è la regola anche nelle regioni ricche, Emilia Romagna compresa.
Anche qui tempi e ritmi sono sempre più esasperati e a fronte degli ultimi 5 anni che per le imprese di costruzione sono stati di vacche grasse, nessuna ricaduta positiva si è avuta in termini di qualità e sicurezza del lavoro, gli operai edili infatti hanno continuato e continuano a morire nel silenzio e nell’ipocrita indifferenza più assoluti, eccetto l’impegno quotidiano del sindacato lasciato solo nel suo “pellegrinaggio nei cantieri” come efficacemente descritto da Scardova.
Dal servizio è emerso chiaramente che la sicurezza non conviene, è solo carta straccia, un inutile riempire moduli che hanno solo una giustificazione burocratica, serve a mettere la coscienza a posto; i bandi pubblici si vincono al massimo ribasso, tagliando sulla sicurezza e intanto la gente in cantiere continua morire.
Il reportage di
Scardova ha documentato chiaramente che quanto riportato nei giorni
scorsi nelle pagine dell’Unità dall’articolo di Salvatore Maria Righi
sul contributo in sudore, fatica e sangue dei lavoratori che hanno
realizzato le opere e le infrastrutture delle olimpiadi invernali di
Torino non sono l’eccezione ma purtroppo la regola. Da domani è quello che continuerò a fare umilmente come ogni giorno da due mesi a questa parte nel mio pellegrinaggio nei cantieri perché non mi voglio rassegnare alla frase con cui l’operaio ha chiuso il servizio di Scardova:” ……….. non c’è futuro, non c’è futuro”.
Bologna 3 marzo 2006
Claudio Gandolfi, iscritto Fillea-Cgil
Claudio Gandolfi, Bologna |
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