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IV Conferenza nazionale dei CPT

Il lavoro svolto dalla Commissione Comitati Paritetici Territoriali per la Sicurezza e

le proposte di intervento. Relazione di Mara Nardini.

 

 

Si è svolta il 30 giugno e il 1° luglio a Palermo la IV Conferenza nazionale dei Comitati Paritetici Territoriali per la Sicurezza (CPT).

La Conferenza ha permesso di fare il punto sulla situazione dei CPT (aspetti positivi e criticità), verificata attraverso gli incontri regionali che la Commissione Nazionale CPT ha realizzato nei mesi scorsi e ha messo in luce una serie di aspetti problematici di competenza delle parti sociali nazionali e territoriali relativamente al funzionamento degli Enti, riguardanti anche l’istituzione e il funzionamento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali (RLST).

              

              


                                                                                                  p. la Segreteria Nazionale

                                                                                                             Mara Nardini

 

Roma 15 luglio 200

 

 

 

 

 

IV° CONFERENZA NAZIONALE CNCPT

 

 

RELAZIONE MARA NARDINI

 

 

 

DALLE DIVERSITA’ A UN SISTEMA A RETE COMPIUTO:

nodi da sciogliere,  indirizzi programmatici e proposte

 

 

A: IL QUADRO DI RIFERIMENTO

 

Nell’iniziare la IV Nazionale Conferenza dei CPT possiamo affermare che questa iniziativa annuale ormai rappresenta per tutti noi un appuntamento consolidato, che serve a fare il punto sulla situazione, a realizzare il bilancio del lavoro fatto e a programmare le linee di sviluppo e l’attività futura.

 

 

 

 

Gli incontri regionali con i CPT

 

Quest’anno disponiamo di maggiori elementi per analizzare la situazione dei CPT in quanto, dopo  con gli incontri con la struttura tecnica degli enti realizzati nel 2001, nei mesi scorsi la CNCPT ha svolto in tutta l’Italia degli incontri regionali o interregionali con le presidenze e i consiglieri dei consigli di amministrazione dei Comitati.

 E’ stato un momento importante, utile ad accrescere la conoscenza della realtà dei CPT, ma anche l’occasione per uno scambio di esperienze, per fare valutazioni comuni, per far emergere nuove esigenze e alcune problematiche che sono di interesse delle parti sociali.

 

Gli aspetti più significativi che sono emersi dagli incontri sono i seguenti:

 

 La strutturazione dei CPT

 

§                Agli incontri hanno partecipato circa l’80% dei CPT istituiti, cioè 77 CPT su un totale di 99 esistenti.  Non hanno risposto all’invito n. 22 CPT.

 

§                Gli enti effettivamente funzionanti sono 65, mentre 12 non sono ancora operativi. A questi ultimi probabilmente devono aggiungersi una buona parte di quelli che, nonostante ripetute sollecitazioni, non hanno partecipato agli incontri.

 

§                Gli enti autonomi sono 55, mentre quelli unificati sono 22. Sappiamo che complessivamente gli enti unificati sono 27, ma 5 CPT non hanno partecipato agli incontri.

 

§                Le risorse finanziare del sistema CPT attraverso il contributo contrattuale definito negli integrativi provinciali corrispondono complessivamente a €. 18.804.000 l’anno. Di quest’importo €. 11.601.000 riguardano enti autonomi e €. 7.203.000 gli enti unificati.

 

§                Con riferimento alle risorse finanziarie degli enti autonomi, pari a €. 11.601.000, ben €. 7.660.000 sono assegnati a soli 8 CPT, mentre gli altri 47 CPT hanno circa €. 3.941.000. 

 

§                In pratica 8 CPT hanno una media di finanziamento annuo pari a circa €. 950.000, contro una media di €. 83.000 per i restanti 47 CPT. Gli enti unificati possono invece contare su un finanziamento annuo pari a € 330.000 annui.

 

§                Il totale del personale utilizzato per la gestione delle attività è pari a 262 addetti, di cui 181 operante negli enti autonomi ( 118 assunti e 63 a collaborazione professionale) e 81 operanti negli enti unificati ( 54 sono assunti e 27 a prestazione professionale).

 

§                Gli RLST istituiti sono complessivamente 152.

 

 

 L’operatività dei CPT

 

§                L’ operatività dei CPT dall’ultima rilevazione realizzata nel 2001 ha avuto un incremento intorno al 10%, passando dal 60% al 70%. Tale aspetto indica alla CNCPT di proseguire nell’azione di stimolo e sostegno affinché si arrivi alla piena operatività del sistema.

 

§                Complessivamente il sistema dei 77 CPT rilevati, ha erogato circa 40.270 visite nei cantieri di cui 33.520 sono state fatte dagli enti autonomi e 6.750 dagli enti unificati. C’è da rilevare, tuttavia, che circa l’88% delle viste totali sono realizzate dai CPT di sole 8 regioni ( Piemonte, Lombardia, Triveneto, Lazio, Marche, Campania); 7 regioni non hanno ancora avviato tale attività e nel resto delle regioni le viste sono molto limitate

§                Con riferimento alle tipologie d’attività svolte dai CPT, è emerso dalla rilevazione che in intere regioni vi é una operatività molto scarsa, limitata all’erogazione della sola formazione per la sicurezza realizzata in collaborazione o delegata completamente alle scuole edili. Mentre in alcuni casi questo fenomeno può essere indotto da una ridottissima disponibilità di risorse finanziarie, in altri casi, pur in presenza di risorse finanziare adeguate, la realizzazione della formazione per la sicurezza sembra rappresentare il solo adempimento che le parti sociali ritengono adeguato e sufficiente; ne deriva la non operatività del CPT nelle funzioni specifiche della consulenza. 

§                Dalla rilevazione emerge, quindi, che la consulenza alle imprese attraverso le visite nei cantieri non è sufficientemente diffusa. In sostanza non viene omogeneamente percepito che tale funzione ha una forte valenza strategica in un settore a forte polverizzazione produttiva e rappresenta un valido supporto alle imprese, capace di diffondere ed innalzare il livello della cultura della sicurezza.

 

§                Quanto alla informazione e formazione per la sicurezza, risulta nei CPT una incertezza sulle funzioni che devono espletare operativamente e  diffusi dubbi sulle competenze e le modalità corrette dei rapporti tra CPT e scuola edile.

 

§                L’erogazione della formazione alla sicurezza presenta tre tipologie di soluzioni:

 

1.                                    tutta la formazione per la sicurezza prevista dai decreti 626 e 494, così come i moduli di formazione alla sicurezza inseriti nei corsi di formazione professionale, sono erogati dalla scuola edile;

 

2.                                    tutta la formazione prevista dai decreti 626 e 494 è erogata direttamente dal CPT;

 

3.                                    la formazione prevista dai decreti 626 e 494 e i moduli relativi alla sicurezza inseriti nei corsi di formazione professionale sono erogati dalla scuola edile, con la partecipazione dei tecnici del CPT alla definizione dei programmi didattici e alla docenza;

 

L’attività di formazione per la sicurezza è svolta da 32 CPT, da 23 scuole edili e da 22 enti unificati.

 

Le regioni in cui è più diffusa la gestione diretta della formazione per la sicurezza da parte dei CPT sono la Lombardia, la Campania, la Sicilia, la Sardegna e il Lazio.

 

§                La costituzione di enti unificati Scuole - Cpt, realizzati spesso per le difficoltà delle piccole realtà provinciali con scarsi finanziamenti a strutturare l’ente in forma autonoma, ha fatto affiorare una serie di specifici problemi politici ed organizzativi su cui c’è la necessità di operare un approfondimento sia in seno al sistema, che fra le parti sociali.

In sintesi i problemi emersi negli enti unificati risultano essere:

 

o                                     forte ridimensionamento, se non eliminazione delle funzioni specifiche del CPT (consulenza in cantiere) ed erogazione esclusiva della formazione svolta quasi interamente dalla scuola edile;

 

o                     non adozione dello statuto tipo definito dal contratto nazionale per gli enti unificati, il che non permette di avere chiara la struttura organizzativa dell’ente e di evidenziare le competenze economiche affidate per la gestione delle due funzioni previste;

 

o                      bilancio unico che non prevede capitoli di spesa distinti per le due funzioni in modo da mettere in evidenza le risorse economiche definite per le specifiche attività. Tale mancanza non consente né alla CNCPT, né al Formedil di adempiere le funzioni affidate loro dall’ultimo rinnovo del contratto nazionale di lavoro, riguardanti la verifica del rispetto del protocollo che detta regole nazionali sulla gestione amministrativa degli Enti Bilaterali.

 

 

§                Quanto alla formazione in cantiere, intesa come formazione continua sulle condizioni di rischio individuate dai piani di sicurezza del committente e dell’impresa, è pratica poco diffusa, pur costituendo il fattore strategico dei piani di sicurezza previsti dalla nuova normativa.

 

§                Scarsa risulta la diffusione e l’attenzione alla tenuta di banche dati relative alla formazione di 8 ore per i lavoratori e alla formazione degli RLS, come previsto dal contratto nazionale di lavoro. Alcune esperienze territoriali hanno evidenziato come l’intreccio dei dati sulla formazione erogata, con i dati posseduti dalle casse edili sui lavoratori iscritti, sia in grado di far emergere quote significative dei soggetti che non hanno ricevuto la formazione prevista dagli accordi.

 

§                Con riferimento agli RLST, dall’analisi dei dati sono emersi alcuni problemi rilevanti e delicati. Nella gestione degli RLST le soluzioni adottate a livello territoriale sono le più disparate e non sempre in sintonia con la normativa. I problemi più seri riguardano, da una parte la funzione, e dall’altra le modalità di gestione.  In alcuni casi gli RLST sono assunti dai CPT per svolgere la funzione di consulenza alle imprese tramite le visite nei cantieri, sostituendosi completamente ai tecnici dei CPT.

 

Per quanto riguarda la gestione, spesso questa è affidata direttamente ai CPT o a strutture di tipo paritetiche istituite a hoc.

Non si tiene conto del fatto che le attribuzioni e funzioni dell’RLST sono quelle dell’RLS, stabilite dal decreto 626, e sono finalizzate a favorire una effettiva rappresentanza e partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali in tema di sicurezza.

Inoltre il numero, le modalità di designazione o d’elezione del rappresentante per la sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per l’espletamento delle funzioni, sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva.

Ne consegue che i CPT non possono assolutamente utilizzare gli RLST come tecnici per le visite nei cantieri, ma possono e devono, quando possibile e richiesto, svolgere correttamente una funzione di formazione iniziale e continua degli RLST, fornire assistenza logistica e strumentale, svolgere una funzione meramente amministrativa pagando gli RLST, senza interferire, né tanto meno dirigere la loro attività, mentre in nessun caso gli RSLT sono tenuti a relazionare sulle risultanze del loro operato ai CPT o ad entità di natura paritetica.

 

§                In merito al coordinamento regionale, i CPT in linea di massima ritengono necessaria una forma di coordinamento che consenta di sviluppare loro momenti di socializzazione e di avere maggior capacità di interlocuzione nei confronti della regione presentandosi come un insieme unico.

La soluzione più condivisa è quella di un coordinamento leggero e flessibile, senza appesantimenti strutturali che possano comportare costi aggiuntivi. 

 Il modello della Campania, costituito da un coordinamento fatto da un direttore a rotazione annuale, sembra ricevere un ampio gradimento.

 

§                La sorveglia sanitaria è oggetto di convenzioni in 18 CPT.

Rispetto a quest’attività, svolta dai CPT in diverse forme e attraverso vari tipi di convenzioni, sono emersi numerosi interrogativi. Premesso che la 626 stabilisce che la sorveglianza sanitaria è un adempimento a carico del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti, effettuata dal medico competente designato dallo stesso datore di lavoro, sempre secondo la 626 essa si realizza attraverso:

 

o                      accertamenti preventivi intesi a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati;

 

o                      accertamenti periodici per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio d’idoneità alla mansione specifica.

 

Nei CPT che si occupano di questa attività emerge sul piano qualitativo che non sempre gli accertamenti svolti sono di entrambe le tipologie, e spesso si tende a trascurare quelli di carattere periodico.

Sul piano organizzativo le soluzioni adottate risultano essere molto diversificate: si va  dalla predisposizione da parte del CPT della sola convenzione con strutture esterne per acquisire un prezzo ridotto, mantenendo a carico delle imprese il costo delle visite, alla partecipazione totale o parziale del CPT al rimborso delle spese sostenute dalle imprese che sono iscritte in casse edile.

La soluzione più lineare è quella nella quale i CPT favoriscono, tramite convenzioni, un costo ridotto per le imprese e soprattutto standard sanitari uniformi, che consentano una valutazione complessiva dello stato di salute delle maestranze.

 

§                I CPT hanno espresso in modo generalizzato, come aspettativa nei confronti della CNCPT, una domanda di coordinamento, indirizzo e supporto.

Le richieste più significative possono essere sintetizzate nei seguenti aspetti:

 

o                                     Definizione di linee di indirizzo ed orientamenti organizzativi per il sistema;

 

o                                     Organizzazione e sviluppo di flussi informativi verso e dal sistema dei CPT;

 

o                                     Produzione e fornitura di prodotti e strumenti per la gestione delle attività dei CPT;

 

o                                     Organizzazione di momenti d’approfondimento e di aggiornamento su tematiche generali e su aspetti tecnici ed organizzativi, che coinvolgano anche la parte politica di gestione degli enti.

 

 

 

B – FARE SISTEMA:

GLI OBIETTIVI, IL PROGRAMMA, LE AZIONI INTRAPRESE, I RISULTATI RAGGIUNTI.

 

L’obiettivo strategico della Commissione nazionale è quello di fare sistema e per realizzarlo nel corso di questi anni è stato delineato un percorso, attraverso i programmi d’attuazione annualmente stabiliti in occasione della conferenza programmatica, per costruire mattone dopo mattone il sistema a rete. 

  

Anche quest’anno hanno lavorato dei gruppi di lavoro, per portare avanti e completare le attività programmate nella scorsa Conferenza.

 

La documentazione distribuita riporta il contenuto e il percorso del lavoro dei gruppi, ma per ragioni di tempo mi limiterò a indicare solo i risultati, dopo aver ringraziato tutti i CPT che hanno partecipato per il contributo essenziale al lavoro svolto.

 

 

1 – Formazione e informazione alla sicurezza

 

Un primo risultato riguarda il tema della formazione e dell’informazione per la sicurezza.

Partendo dalla valutazione delle esperienze più avanzate attuate dai CPT sul territorio (come già detto, 32 Cpt erogano la formazione per la sicurezza), i gruppi di lavoro hanno realizzato dei pacchetti didattici direttamente utilizzabili, completo di contenuti, modalità d’erogazione della formazione da parte del docente, materiali per gli allievi, modalità di verifica dell’apprendimento, modalità di validazione.

I pacchetti didattici riguardano tutte le figure della sicurezza (lavoratori, RLS- RLST, RSPP, addetti alle emergenze, coordinatori, tecnici dei CTP).

Tali prodotti costituiscono un passo avanti fondamentale per la costruzione di un linguaggio e una cultura comune della sicurezza e un supporto importante per i CPT, specie per quelli meno dotati di risorse e di esperienze.

 Si ritiene che, nello spirito di lavorare per una maggiore integrazione con gli altri sistemi paritetici di settore, vada avviata una sessione mista con il Formedil per uniformare l’azione formativa nel campo della sicurezza tra i due sistemi.

 

2 - Attività di consulenza tramite le visite nei cantieri

 

Un secondo risultato riguarda il tema delle visite nei cantieri. L’attività di consulenza alle imprese costituisce sicuramente la funzione centrale dei CPT.  Questo sostegno, in un settore caratterizzato da una così accentuata frammentazione produttiva, è fondamentale per aiutare le imprese a bassa strutturazione a sostenere l’impatto tecnico e organizzativo determinato dall’emanazione della normativa per la sicurezza di derivazione comunitaria.

I gruppi di lavoro hanno individuato le procedure e le modalità di conduzione dei sopralluoghi nei cantieri da parte dei tecnici dei CPT, e hanno definito i contenuti di una scheda di rilevazione da adottare nelle visite nei cantieri.

La CNCPT, sulla base di questa scheda, ha realizzato il software per la rilevazione e la gestione dei dati rilevati nelle visite nei cantieri.

Tale programma informatico, dopo una fase di sperimentazione, sarà distribuito a titolo gratuito a tutti i CPT.

L’adozione di queste metodologie consentirà di rendere confrontabili su tutto il territorio nazionale i risultati delle visite e di avere un preciso indicatore delle criticità che si riscontrano nei cantieri.

 

I gruppi hanno lavorato, inoltre, sulla sorveglianza sanitaria. Il lavoro su questo terreno dovrà continuare, per arrivare ad avere un sistema informatico di rilevazione dei dati relativi alle condizioni di salute delle maestranze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C. LINEE DI SVILUPPO: IPOTESI E PROGETTI OPERATIVI

 

I  punti di riferimento per sviluppare il sistema sono rappresentati da:

 

1.        il contratto nazionale;

 

2.        le risultanze emerse negli incontri regionali con i CPT;

 

3.        le indicazioni e i risultati realizzati nei gruppi di lavoro.

 

Partendo da questi presupposti, la CNCPT propone le azioni su cui impegnare il sistema per il prossimo anno di lavoro, su due terreni principali:

 

1.        Integrazione del sistema CPT;

 

2.       Integrazione tra i sistemi CNCPT – FORMEDIL - CNCE.

 

 

Integrazione del sistema CPT

 

Le azioni che si ritiene opportuno attivare nel prossimo anno d’attività per sviluppare l’integrazione del sistema CPT riguardano l’omogeneizzazione organizzativa e strutturale e l’ omogeneizzazione tecnica e procedurale.

 

In particolare si ritiene di lavorare ai seguenti programmi:

 

 

1 - una azione di indirizzo ed orientamento della CNCPT  e l’organizzazione di un sistema integrato di flussi informativi, anche attraverso il sito internet della Commissione, che riguardi:

 

o          Sportello informativo per l’analisi e il confronto su problemi tecnici e organizzativi;

o          Forum per l’analisi, il confronto e l’approfondimento su temi di interesse collettivo del sistema dei CPT;

o          Supporto e assistenza e nella fase di partenza operativa di nuovi CPT;

o          Informazione sulla normativa esistente e sulle novità normative;

o          Informazioni su pubblicazioni, materiali, studi e ricerche creando un abaco di tutti materiali tecnici e didattici prodotti dal sistema;

o          Raccolta e diffusione delle buone pratiche realizzate dal sistema;

o          Raccolta e diffusione degli accordi più significativi con enti, stazioni appaltanti, istituzioni;

 

 

2 - una attività di omogeneizzazione dei tecnici attraverso la formazione e l’aggiornamento.

 

La CNCPT ritiene opportuno far decollare nel prossimo anno una prima sperimentazione di un corso per i tecnici dei CPT, curato dalla stessa Commissione.

Questo momento favorirà la creazione di un linguaggio e una cultura comune all’interno del sistema.

 I tecnici CPT, infatti, per le funzioni di consulenza alle imprese espletata durante le visite nei cantieri e di formatori nei corsi sulla sicurezza, sono figure essenziali del sistema, in quanto rappresentano l’immagine esterna e il comunicatore della qualità tecnica del CPT.

La proposta di sperimentazione che la CNCPT ha in animo di attuare, si sviluppa in più azioni e momenti successivi ed è articolata in formazione di indirizzo, formazione continua e formazione in affiancamento.

Nella documentazione sono ampiamente descritti i contenuti e le caratteristiche dei diversi moduli formativi, la durata e le modalità di attuazione; voglio solo aggiungere che le proposte si basano sulle riflessioni dei gruppi di lavoro.

 

 

3 - individuazione dei prodotti di supporto alla formazione e dei prodotti tecnici mancanti.

 

Come sapete, vi è una ricchezza di materiali prodotti dai Cpt ma, anche per l’evoluzione normativa, vi sono spesso nuove necessità di materiale di supporto. La CNCPT, grazie al lavoro già realizzato dai gruppi di lavoro e tramite un ulteriore lavoro di gruppo, intende individuare i materiali di riferimento per la formazione e quelli mancanti.

La CNCPT, inoltre, per la produzione di nuovi materiali, si prefigge di operare come centro di coordinamento ed indirizzo, al fine di razionalizzare le risorse, evitando la proliferazione di prodotti simili e ripetitivi. Dovrà inoltre garantire una filosofia prevenzionale, una cultura della sicurezza uniforme e facilitare la diffusione dei materiali prodotti a costi molto bassi per aiutare le realtà più piccole a crescere su basi e indirizzi comuni.

 

 

4 - informazione e formazione in cantiere su PSC e POS: ipotesi e modalità di sperimentazione.

 

Sul territorio vi sono poche, ma significative esperienze di formazione e informazione realizzata in cantiere su PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento) e su POS (Piano Operativo di Sicurezza). Questa modalità di formazione rappresenta uno dei più efficaci interventi di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Ciò è dovuto al fatto che si trasferiscono nella formazione le misure di prevenzione e le procedure di lavoro in sicurezza specifiche per il singolo cantiere e raccolte nei piani di sicurezza del committente (PSC) e dell’impresa (il POS).

Il contratto nazionale attualmente non indica specificamente il soggetto deputato a questa tipologia di formazione e informazione e risulta, quindi, opportuno il contributo delle parti sociali.

Da parte nostra pensiamo che i tecnici dei CPT possano avere una agibilità e una facilità maggiore a sperimentare tale tipologia d’intervento, fondandolo sulle reali condizioni di rischio.

Per questo la CNCPT, partendo dalle esperienze già realizzate dai CPT, si propone di approfondire le soluzioni operative per attivare una reale sperimentazione, verificando la possibilità di ottimizzare l’attività di analisi del tecnico nelle visite con i momenti formativi o informativi indirizzati in modo specifico e tempestivo sulle problematiche di sicurezza emerse nelle rilevazioni.

 

 

5 - coordinamento regionale.

 

Negli incontri regionali è emersa da parte dei CPT la consapevolezza della necessità di avere forme di coordinamento regionale, dettata da due esigenze: per stimolare una collaborazione tra gli enti e per presentarsi come un unico insieme al tavolo della regione. La modifica dell’artico V della Costituzione, che affida alle regioni competenze legislative in materia di igiene e sicurezza, obbliga tutti a porsi il problema.

Come già detto, l’indirizzo emerso negli incontri regionali va nella direzione di un coordinamento leggero e flessibile, senza appesantimenti strutturali e quindi senza costi aggiuntivi.

Sul territorio sono stati già istituiti e si stanno già sperimentando soluzioni basate su una rotazione annuale fra i CPT della funzione di coordinamento (Modello Campano).

In alcune regioni, dopo gli incontri, vi sono state delle riunioni per risolvere il problema.

La CNCPT intende avere una funzione di stimolo per favorire ed incentivare tale scelta. In ogni caso è necessario un approfondimento e un indirizzo da parte delle parti sociali, anche per capire come si realizza il coordinamento nelle regioni dove vi sono enti unici scuole- Cpt e dove vi sono Formedil Regionali.

 

 

6 - relazioni tra i soggetti della sicurezza.

 

L’obiettivo di questo lavoro è quello di individuare modalità di relazione fra i soggetti che con ruoli distinti e con diversi livelli di responsabilità intervengo nei cantieri. I soggetti ai quali ci si riferisce sono RLS, RLST, Coordinatori, tecnici dei CPT, direttori lavori. Il lavoro di gruppo ha già indicato dei criteri metodologici, che sono puntualmente descritti nella documentazione; ora il lavoro dovrà continuare con l’obiettivo finale di individuare una cornice complessiva di riferimento, nella quale si possano raccordare tutti i soggetti, senza sovrapposizioni, ambiguità e interferenze nei ruoli.

                

7 - sviluppo di un sistema di relazioni con gli enti pubblici operanti nel campo della sicurezza e igiene del lavoro.

 

Dalla rilevazione è emerso quanto sono numerosi e articolati i protocolli realizzati sul territorio con molteplici enti, segno di come sia sentita all’interno del sistema la necessità di raccordarsi e coordinarsi con i soggetti pubblici che operano nel campo dell’igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 la CNCPT intende realizzare non solo un’opera di raccolta e divulgazione di questi protocolli, ma anche una azione di raccordo con gli enti nazionali per favorire e stimolare tale collaborazione.

 

 

 

Il secondo terreno sul quale ci si è proposti di lavorare è

 

L’Integrazione tra i sistemi CNCPT – FORMEDIL - CNCE.

 

La volontà delle parti sociali, riaffermata nell’ultimo contratto nazionale, è volta a favorire la massima integrazione tra i sistemi bilaterali di settore attraverso una loro stretta collaborazione, con l’obiettivo strategico di rafforzare l’efficacia dei servizi resi al settore.

Da oltre un anno i tre enti nazionali, attraverso riunioni periodiche, hanno avviato una riflessione a livello di presidenze e un’analoga attività a livello tecnico, che ha individuato i seguenti programmi di attività:

 

1.            Omogeneizzare e uniformare i criteri organizzativi e gestionali dei tre enti, pur nella differenza delle missioni specifiche (Bilanci, statuti e regolamenti di gestione, sistemi di raccordo operativo a livello nazionale e a livello territoriale, politica delle sedi, etc.)

 

2.            Creare un sistema nazionale di banche dati. Ciascuno degli enti nazionali sta ottimizzando un sistema informativo che censisce e mette in rete dati forniti dagli enti territoriali. Va creata un’interazione tra le tre banche dati per consentire di accedere reciprocamente alle rispettive informazioni, ovviamente nel rispetto delle normative sulla privacy, aumentando così i livelli d’informazione e conoscenza sul settore.

A titolo di esempio, per quanto riguarda le visite nei cantieri, l’intreccio dei dati sulle imprese in possesso della cassa edile con quelli delle stazioni appaltanti relativi alle notifiche preliminari consente ai CPT di indirizzare le visite sulla base della complessità e criticità dei cantieri.

Così come la messa in rete dei dati rilevati dalla CNCPT, relativi alle risultanze delle visite nei cantieri con l’indicazione delle inadempienze per area territoriale e tipologia costruttiva, consente di individuare le aree di deficit formativo e le aree di maggiore criticità delle condizioni di sicurezza, aspetti fondamentali per orientare le azioni formative e di supporto tecnico da parte del sistema CNCPT e Formedil.

Come ulteriore esempio e con riferimento alla valutazione d’efficacia delle azioni condotte a livello nazionale o territoriale, è ipotizzabile un intreccio di dati tra le anagrafi dei lavoratori iscritti in Cassa edile e la registrazione dei crediti formativi erogati, capace di far emergere gli addetti da formare.

 

3.            Progettare in comune interventi pilota nazionali ed internazionali sulle materie concorrenti al fine di trasferire all'insieme degli enti territoriali le buone pratiche messe a punto.

 

4.            Ottimizzare materiali e prodotti di supporto al sistema quali:

materiali informativi a sostegno di campagne di orientamento;

materiali e prodotti didattici o  materiali tecnici.

 

5.            Formare le risorse umane del sistema. Utilizzare la competenza interna ai sistemi per attivare azioni congiunte di formazione continua e aggiornamento del management, del personale amministrativo, del personale tecnico dei tre enti.

Riprendere le iniziative di dialogo sociale di settore per la qualificazione degli operatori degli attori sociali impegnati nella vita degli enti a livello territoriale.

 

6.                        Attivare sistemi premiali a sostegno d’iniziative formative, campagne informative, attività di ricerca. Attuare campagne comunicative per migliorare l'immagine del settore e attirare i giovani, attivare ricerche finalizzate, borse di studio per neolaureati su tematiche quali la sicurezza sul lavoro, sostenere azioni di mobilità e progetti di scambio a livello europeo.

 

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Come é possibile constatare da questa relazione, vi sono diversi aspetti problematici che riguardano la realtà dei CPT, il sistema presenta debolezze e scarsa uniformità, insieme a importanti esperienze positive e a sperimentazioni che possono essere punto di riferimento per interessanti sviluppi; in ragione di ciò, abbiamo avanzato  parecchie proposte, abbiamo messo, come si dice, molta carne al fuoco,  tanti disegni, progetti, realizzazioni concrete; ci aspetta, è evidente, molto lavoro da fare, ma siamo incoraggiati dai passi avanti sostanziali che tutti insieme abbiamo fatto e che ci spronano a continuare.

 

 

 

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