Cari compagni,
vi
invio in allegato il primo rapporto ISPESL – Regioni sulle malattie
professionali.
Per
la prima volta è stata utilizzata per questo tipo di analisi una fonte
informativa, basata sul flusso delle segnalazioni dei casi di malattie
professionali destinate ai servizi territoriali di prevenzione.
A
differenza dei dati INAIL, che sono rilevati a fini assicurativi e risarcitori,
i dati rilevati dalle USL presentano un a casistica più ampia e permettono di
disporre anche di dati sulle denuncie di sospette patologie legate al lavoro,
che consentono di cogliere segnalazioni di nuove malattie correlate al lavoro o
condizioni di disagio non configurabili come malattie croniche indennizzabili
(una zona al confine fra malattie professionali e lavori usuranti).
Lo studio fa parte di un
progetto che ha l’obiettivo della realizzazione di un Sistema Nazionale di
Sorveglianza Epidemiologica delle malattie correlate al lavoro, basato su un
percorso di ricerca avviato dall’ISPESL in collaborazione con le Regioni
Lombardia e Toscana, che hanno recepito il tema “prevenzione delle malattie
professionali” quale specifico obiettivo regionale.
I
risultati dello studio sono interessanti: si conferma che al primo posto delle
segnalazioni di malattie professionali vi sono le sordità da rumore, seguite
dalle malattie della pelle.
Le
costruzioni sono al primo posto nell’analisi per settori di
attività. Importanti anche i dati dell’industria estrattiva e del legno.
La
distribuzione di alcune malattie per settori di attività indica che i tumori
maligni della pleura e del peritoneo sono presenti, nei dati della
Lombardia, prima di tutto nelle costruzioni, che hanno la seconda
posizione nei casi di tumori maligni dell’apparato respiratorio.
Le costruzioni hanno il primo posto anche nei casi di sordità da rumore e
presentano risultati rilevanti nelle malattie del rachide. Nel caso
delle malattie della pelle hanno il secondo posto.
Il
settore del legno è presente nei casi di tumori delle cavità nasali,
nelle sindromi da tunnel carpale e nelle sordità da rumore.
Di
rilievo anche i dati relativi all’industria estrattiva, soprattutto in Toscana.
Le
tabelle allegate al rapporto sono molto numerose (quasi 70) e non tutte di
analogo interesse. Anziché inviarle, ritengo sia preferibile indicare
l’indirizzo internet (http://www.ispesl.it/rapporto2000/index.htm) nel
quale sono elencate, in modo che gli interessati possano scegliere e prelevare
quelle più utili.
Fraterni
saluti.
P.
la Segreteria Nazionale
Mara
Nardini
ISPESL |
S.I.PRE. Sistema Informativo Prevenzionale |
REGIONI |
MALPROF – Anno 2000
Il primo rapporto Ispesl-Regioni sulle malattie professionali
Dati delle segnalazioni
giunte ai Servizi di prevenzione
ISPESL - Dipartimento Documentazione,
Informazione e Formazione
A cura di:
Campo G. (Ispesl) Baldasseroni A. (Toscana)
Marconi M. (Ispesl) Cantoni S. (Lombardia)
Dip.Doc.Inf.Form. Referenti
regionali
Collaborazione tecnico-scientifica:
Montanari P. (Ispesl) Ciani
Passeri A. (Toscana) Panizza C. (ASL Brescia)
Comparini S.
(Toscana)
Dip.Doc.Inf.Form. Referenti
regionali SPSAL
Consulenza informatica:
Carlizza M., Cosimi F. (Ispesl, Dip.Doc.Inf.Form.)
Sezione I
- Verso un sistema di sorveglianza sanitaria nazionale delle malattie
professionali
1.
1.
Gli
obiettivi del sistema di sorveglianza sanitaria
2.
2.
Il
progetto per un Sistema di sorveglianza dei Servizi di prevenzione
3.
3.
I dati Inail disponibili sulle malattie professionali
4.
4. Il percorso futuro
Sezione II - Dati provenienti dai sistemi di sorveglianza sanitaria di Lombardia e Toscana.
1.
1.
Le caratteristiche del sistema di sorveglianza sanitaria Ispesl-Regioni
2.
2.
Le
variabili e le unità di rilevazione
3.
3.
Grado
di copertura dei sistemi regionali
4.
4.
Le
malattie segnalate
5.
5.
I casi
riconosciuti: comparti lavorativi e professioni
Grafici: Lombardia,
Toscana, anno 2000
1.
1.
Segnalazioni delle malattie professionali per
ASL e sesso (Lombardia Toscana)
2.
2.
Segnalazioni delle malattie professionale per
voce nosologica (Lombardia Toscana)
3.
3.
Fonte della segnalazione per ipoacusie e non
ipoacusie (Lombardia Toscana)
Tabelle: Lombardia, Toscana, anno 2000
1.
1. Popolazione residente, segnalazioni di malattie da lavoro e
relativi tassi (per 100.000 abitanti)
per ASL e sesso (Lombardia Toscana)
2.
2. Casi segnalati per età e sesso (Lombardia Toscana)
3.
3. Casi segnalati per classi di malattia e sesso (Lombardia Toscana)
4.
4. Casi segnalati per classi di malattia e classi di età (Lombardia Toscana)
5.
5. Casi segnalati per nazionalità del lavoratore e sesso (Lombardia Toscana)
6.
6. Casi segnalati per fonti di segnalazione della M.P. e tipo di
M.P. (ipoacusie vs. non ipoacusie) (Lombardia Toscana)
7.
7. Casi segnalati e casi con nesso causale positivo per classi di
malattia (Lombardia Toscana)
8.
8. Casi segnalati e casi con nesso causale positivo per classi
di malattia e malattia (ICD a 3 cifre) (Lombardia Toscana)
9.
9. Casi con nesso causale positivo per attività economica
(ATECO91) e sesso (tutte le malattie) (Lombardia Toscana)
10.
10. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) e sesso (tutte le malattie)
(Lombardia Toscana)
11.
11. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Tumori maligni
della pleura e del peritoneo (Lombardia Toscana)
12.
12. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Tumori maligni della
pleura e del peritoneo (Lombardia Toscana)
13.
13. Casi con nesso causale positivo per attività
economica (ATECO91) – Tumori maligni dell’apparato respiratorio (Lombardia Toscana)
14.
14. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Tumori maligni
dell’apparato respiratorio (Lombardia Toscana)
15.
15. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Tumori maligni
cavità nasali e orecchio (Lombardia Toscana)
16.
16. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Tumori maligni cavità
nasali e orecchio (Lombardia Toscana)
17.
17. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Sindrome del
tunnel carpale (Lombardia Toscana)
18.
18. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Sindrome del tunnel carpale (Lombardia Toscana)
19.
19. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Sordità (Lombardia Toscana)
20.
20. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Sordità (Lombardia Toscana)
21.
21. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Malattie della
pelle (Lombardia Toscana)
22.
22. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Malattie della pelle (Lombardia Toscana)
23.
23. Casi
con nesso causale positivo per attività economica (ATECO91) – Malattie del
rachide (Lombardia Toscana)
24.
24. Casi
con nesso causale positivo per professione (ISTAT) – Malattie del rachide (Lombardia Toscana)
Tabelle: Lombardia, anno 1999
2.
2.
Casi segnalati per età e sesso
3.
3.
Casi segnalati per classi di malattia e sesso
4.
4.
Casi segnalati per classi di malattia e classi di età
5.
5.
Casi segnalati per nazionalità del lavoratore e sesso
6.
6.
Casi segnalati per fonti di segnalazione della M.P. e tipo
di M.P. (ipoacusie vs. non ipoacusie)
7.
7.
Casi segnalati e casi con nesso causale positivo per classi
di malattia
8.
8.
Casi segnalati e casi con nesso causale positivo per classi
di malattia e malattia (ICD a 3 cifre)
9.
9.
Casi con nesso causale positivo per attività economica
(ATECO91) e sesso (tutte le malattie)
10.
10. Casi con nesso causale positivo per professione (ISTAT) e
sesso (tutte le malattie)
Presentazione:
Il presente Rapporto sui casi di malattia
professionale fa seguito ad analoghe pubblicazioni edite periodicamente
dall’ISPESL, rispetto alle quali introduce un elemento fondamentale di
innovazione, costituito dall’utilizzo di una fonte informativa costruita ad hoc
per scopi di prevenzione e basata sul flusso delle segnalazioni dei casi di
malattia professionale, di cui sono correntemente destinatari i Servizi
territoriali di prevenzione.
L’archivio di dati su cui si basa il
Rapporto è la risultante dell’applicazione di un modello concettuale, MAL.PROF., per la registrazione sistematica delle
informazioni utili alla comprensione del fenomeno della patologia da lavoro;
tale modello, di cui è stata realizzata anche la versione informatizzata, è
stato definito espressamente per un utilizzo da parte dei Servizi territoriali
di prevenzione e prevede, quale ulteriore valore aggiunto, informazioni sulla
ricostruzione delle storie lavorative, con la conseguente attribuzione del
nesso di causalità della malattia alle mansioni e settori di attività economica
effettivamente implicati.
L’attivazione di una fonte informativa con
tali caratteristiche costituisce la necessaria premessa per la realizzazione di
un importante obiettivo: l’implementazione di un Sistema Nazionale di
Sorveglianza Epidemiologica delle malattie correlate al lavoro. Tale obiettivo
risulta codificato in un complesso ed articolato percorso di ricerca avviato
dall’ISPESL in collaborazione con competenti e qualificate strutture di
prevenzione delle Regioni Toscana e Lombardia.
La fase di costruzione del Sistema
Nazionale nonché la stesura del Rapporto è stata costantemente coordinata da un
gruppo tecnico-scientifico, attualmente costituito da ricercatori dell’ISPESL e
dai referenti designati dalle due Regioni attualmente partecipanti al progetto.
Tale gruppo rimarrà permanentemente attivo, con compiti di coordinamento ed
aggiornamento del Sistema nazionale, sia in termini di implementazione di nuove
informazioni che di adesione e partecipazione di nuove Regioni.
I. Verso un sistema di
sorveglianza sanitaria nazionale delle malattie professionali
1. Gli obiettivi del sistema di sorveglianza sanitaria
Tra gli obiettivi primari da perseguire per la costruzione di un
efficace sistema di prevenzione, rientra sicuramente l’individuazione del
numero e tipo di malattie che colpiscono i lavoratori nel corso della loro
attività. La disponibilità di informazioni dettagliate, continue nel tempo e
con una completa copertura territoriale costituisce la condizione necessaria
per la ricerca dei fattori e, soprattutto, delle interrelazioni che
intervengono nella manifestazione delle patologie professionali.
Attualmente, i requisiti di continuità nel
tempo e copertura di tutto il territorio nazionale sono soddisfatti dal flusso
di dati che l’INAIL rileva, elabora e diffonde nell’ambito della propria
attività istituzionale, ovvero finalizzata al riconoscimento di prestazioni a
carattere assicurativo. Grazie a tale attività disponiamo di statistiche sulle
malattie professionali classificate secondo diverse variabili, ma nonostante
tale ricchezza informativa i dati raccolti presentano il problema di far
riferimento essenzialmente alle lavorazioni e sostanze specificate nelle
tabelle del D.P.R. 336/1994, integrate con la possibilità di riconoscimento di
malattie non previste nelle tabelle,
sempre che il lavoratore riesca a dimostrarne l’origine professionale.
La necessità di utilizzare altre fonti
informative, ad integrazione e non sostitutive di quelle esistenti (è opportuno
sottolineare un tale approccio), è un dato difficilmente confutabile.
L’occasione di ricorrere a dati già rilevati sul territorio da parte dei
Servizi di prevenzione, anche se in forma disomogenea, è stata percepita con
chiarezza dai fautori del progetto iniziale ed ha portato alla realizzazione
del presente lavoro. Le informazioni, per la prima volta raccolte
indipendentemente dall’Istituto assicuratore, potranno aiutare a caratterizzare
meglio il fenomeno delle malattie professionali, con particolare attenzione
alle patologie emergenti e multifattoriali.
In termini generali, il sistema di sorveglianza sanitaria
delle malattie professionali è parte essenziale delle attività di sorveglianza
epidemiologica definite come attività di
“raccolta sistematica, in continuo, analisi e interpretazione di dati sanitari
per pianificare, implementare e valutare il sistema sanitario pubblico; da
integrare strettamente all’attività di diffusione, a cadenza periodica , di
tali dati nei confronti di coloro che sono interessati. L’anello finale della
catena è costituito dall’applicazione di
questi dati all’attività di prevenzione e controllo” (CDC, 1986).
2. Il progetto per un Sistema
di sorveglianza dei Servizi di prevenzione
Prende le mosse, nei primi anni novanta, il
progetto dell’ISPESL per la ricerca e lo studio delle malattie professionali,
collocato nell’ambito del programma S.I.PRE.-Regioni
ed articolato in più fasi operative, giunto oggi ad una concreta applicazione
nelle regioni Lombardia e Toscana.
Il percorso operativo del progetto ha previsto,
inizialmente, un’esplorazione dei flussi informativi dell’INAIL trasmessi al
Servizio sanitario nazionale secondo il DPCM 91/86. Il risultato di questa fase
è stata la redazione di un Rapporto sulle malattie professionali, che ha dato
luogo ad una serie di successivi rapporti, nell’intento di offrire a operatori
sanitari, amministratori e parti sociali i dati disponibili in una forma più
facilmente consultabile e mirata.
Al fine di superare i verificati limiti dei dati di matrice
assicurativa, si è proceduto successivamente ad uno studio sulle potenzialità
di utilizzo di altri flussi informativi, concentrando l’attenzione sulle segnalazioni dei casi malattia
professionale registrati dalle allora USL presenti sul territorio nazionale.
Per realizzare ciò fu predisposto un questionario inviato direttamente, o per
il tramite degli assessorati alla sanità, a tutte le USL italiane. Le risposte
raccolte consentirono di avere un quadro descrittivo sugli attivatori
ed i destinatari delle segnalazioni di malattia professionale. Inoltre, i dati
delle denunce raccolte dai Servizi mostrarono, soprattutto in alcune regioni,
come con l’entrata a regime delle strutture ed attraverso l’accresciuto impegno
degli operatori, le segnalazioni di malattia professionale registrassero un
forte incremento, attestandosi su livelli superiori a quelli mostrati dai dati Inail.
Si ponevano, quindi, le condizioni affinché il Sistema
sanitario nazionale avviasse un’autonoma rete di sorveglianza delle malattie
professionali, che non soffrisse dei vincoli e delle necessità proprie di un
sistema informativo creato a fini assicurativi e di risarcimento. Basti pensare
all’opportunità di disporre anche di dati sulle denunce di sospetta patologia
legata al lavoro, che offrono maggiori possibilità sia per il riconoscimento di
aggregazioni di casistiche, sia per le segnalazioni di nuove malattie correlate
al lavoro che, infine, per un tempestivo riscontro di condizioni di disagio non
configurabili come malattie croniche indennizzabili.
Alla luce di questi risultati, prese avvio l’ultima fase del
progetto ISPESL, dove venne sviluppato il modello di raccolta delle
informazioni, MALPROF, e realizzato il programma per la registrazione dei casi
di malattia professionale. Successivamente, il software è stato distribuito per
la sperimentazione presso la rete dei servizi di prevenzione delle ASL della
Lombardia e della Toscana, le regioni che finora hanno promosso
l'implementazione di MAL.PROF. Parallelamente sono
state effettuate esperienze di ricerca attiva delle patologie da lavoro
(ad esempio per la Sindrome del tunnel carpale),
realizzate in alcune aree territoriali dagli operatori dei servizi di
prevenzione.
Il progetto, in conclusione, ha permesso di dar luogo ad un
sistema informativo sulle malattie professionali, che ha portato alla
diffusione di rapporti regionali in Lombardia (anni 1999 e 2000) e Toscana
(anno 2000).
3. I dati INAIL disponibili
sulle malattie professionali
L’evoluzione costante dei processi lavorativi rende
inattuale il sistema tabellare misto adottato
dall’INAIL per il riconoscimento delle malattie professionali, e costituisce un
sicuro vincolo per la corretta rappresentazione del fenomeno. Cosciente del
delicato aspetto delle malattie professionali, il legislatore ha predisposto,
attraverso il D.Lgs. 38/2000, l’istituzione di una
“commissione scientifica per l’elaborazione e la revisione periodica
dell’elenco delle malattie”.
Un riscontro della problematica interpretazione delle
informazioni INAIL sulle malattie professionali appare confermato anche dalla
lettura dei dati più recenti, per i quali si assiste nel tempo ad una
diminuzione delle denunce dei casi di malattia professionale, passando, per i
settori Industria, Commercio e Servizi, dalle 29.211 denunce del 1996 alle
25.345 del 2000.
E’ lecito chiedersi se l’andamento riscontrato sia
rappresentativo della realtà del fenomeno, o non sia influenzato dai criteri
stessi che vengono adottati per il riconoscimento degli indennizzi per il
lavoratore. Infatti, nella gestione assicurativa dei rami Industria, Commercio
e Servizi si assiste al progressivo aumento della quota di definizioni delle
malattie non tabellate, sino al punto di superare la
quota di quelle tabellate. Questo ha conseguenze
dirette sul contenuto informativo dei dati, perché le malattie non tabellate hanno una percentuale di riconoscimento con
indennizzo (5% circa) molto più bassa delle malattie tabellate
(20% circa). Avviene, in sostanza, che al decremento delle denunce di malattia
professionale si associa la “selezione” indotta dai criteri utilizzati per il
riconoscimento e l’attribuzione degli indennizzi.
Non dimentichiamo, inoltre, che nel caso delle malattie non tabellate è il lavoratore che deve dimostrare la causa di
lavoro, e questo comporta sicuramente delle maggiori complicazioni ai fini
della pratica di riconoscimento: sembra plausibile l’ipotesi che il decremento
delle denunce sia il frutto anche di una rinuncia a priori da parte del
lavoratore stesso nel dar corso alla segnalazione del suo caso. Si può parlare,
dunque, di “malattie professionali perdute”, in quanto non riscontrate o non
riconosciute dall’INAIL, con ricadute non solo ai fini della tutela
assicurativa ma, in particolar modo, per la programmazione di tempestive ed
appropriate politiche per la prevenzione.
4. Il percorso
futuro
In merito alla raccolta dei dati illustrati in questo rapporto, ciascuna realta’ regionale ha agito in piena autonomia, rispettando il set di informazioni minimali comuni da rilevare ma adattando la sperimentazione alle condizioni locali e prevedendo attivita' di formazione del personale nell’uso del modello.
Sono stati
sviluppati, da parte dell’ISPESL, gli aggiornamenti del programma MAL.PROF. nell'ambiente Windows, per agevolare la
fruibilità del software in termini di interfaccia-utente e versatilità di
impiego (pc portatili e palmari).
L’aggiornamento del software per la rilevazione non è l’unico miglioramento che è possibile apportare al progetto. L’esperienza sin qui effettuata ha già suggerito alcune integrazioni per il modello, che dovrebbe arrivare a contenere ulteriori informazioni nel data-base, sia per tener meglio conto delle malattie multifattoriali (ad es. presenza di fattori di rischio extralavorativi), che per la
codifica di possibili fattori di confondimento (fumo di sigarette, condizioni fisiologiche compresenti, ecc.). Inoltre, andrebbe considerata l’
introduzione
di un indicatore di gravità della patologia segnalata, al fine migliorare le
possibilità di confronti spazio-temporale dei casi malattia professionale, e
l’adeguamento al set di variabili previsto dal progetto EODS per
l’armonizzazione delle statistiche europee sulle malattie professionali.
operare una maggiore
responsabilizzazione dei medici che effettuano le segnalazioni delle patologie
(medici competenti, di base ecc.).
Gli aspetti evidenziati di qualità e di sviluppo del
sistema, e la necessità di una rete di rilevazione estesa su scala nazionale
hanno come naturale conseguenza la proposta per un sistema di sorveglianza
sempre più esteso, che soddisfi le necessità informative e gestionali delle
regioni. Il cammino sin qui percorso evidenzia come, innanzitutto, occorra dar
vita a progetti regionali di raccolta delle informazioni mirati alla
definizione di un quadro epidemiologico delle malattie da lavoro. All’interno
di ogni progetto andrebbe previsto un centro operativo regionale, in grado di
incentivare e, al tempo stesso, garantire il reperimento di dati altrimenti
dispersi e frammentati. Rimane all’ISPESL il ruolo di garantire il raccordo
delle esperienze maturate in ambito locale, quale completamento necessario del
sistema territoriale di sorveglianza, assolvendo a ben identificati compiti di
sintesi delle informazioni a livello nazionale e di produzione di linee-guida,
procedure standardizzate, strumenti omogenei per la raccolta dei dati.
II. Dati provenienti dai sistemi di sorveglianza
sanitaria di Lombardia e Toscana.
1. Le caratteristiche del
sistema di sorveglianza sanitaria Ispesl-Regioni
La possibilità di rilevare in maniera sistematica le
segnalazioni dei casi di malattia professionale costituisce la premessa
indispensabile per l’avvio di una rete di sorveglianza sanitaria. Le
informazioni raccolte dagli operatori dei Servizi di prevenzione sono inserite
in un archivio informatizzato basato su un modello “minimo” di raccolta dei
dati (il modello MALPROF), la cui struttura ed articolazione delle variabili
consente di riportare tutte le informazioni di interesse per il sistema di
sorveglianza, senza precludere la possibilità di ampliare il database con altri
dati di interesse a livello locale.
Lo scopo primario del sistema di sorveglianza è quello di
descrivere la casistica delle malattie professionali segnalate alle ASL,
identificando quelle per le quali viene attribuito attendibilmente il nesso di
causalità con l’attività lavorativa. Il nesso identificato dal sistema fa
riferimento, è bene precisarlo, al periodo della storia lavorativa che viene
individuato come causa della malattia (può verificarsi anche la circostanza di
più periodi di lavoro individuati come causali della malattia). Questo fa sì
che i dati presentati dal sistema posseggano il non indifferente pregio di
indicare i settori di attività economica e le qualifiche professionali effettivamente
implicati nell’insorgenza della malattia professionale, e non i settori e le
qualifiche svolte al momento della denuncia.
I sistemi regionali di sorveglianza di Lombardia e Toscana
sono strutturati, dal punto di vista operativo, attraverso una rete di
operatori dei Servizi, individuati come referenti delle ASL e coordinati a
livello regionale. Le iniziative intraprese per l’avvio dei sistemi hanno
riguardato l’indispensabile periodo di formazione degli operatori coinvolti,
con programmi comprendenti la descrizione dei materiali da utilizzare per la
raccolta delle segnalazioni, gli esercizi per la codifica di casi clinici, la
fase di confronto e discussione collettiva dei casi rilevati, l’addestramento
all’uso del software MALPROF messo a punto attraverso uno specifico progetto
dell’ISPESL per l’archiviazione delle segnalazioni di malattie professionali.
Nell’ambito dei sistemi di sorveglianza sono stati previsti, inoltre, programmi
di ricerca attiva della malattie lavoro-correlate con particolare riferimento
alle patologie tumorali e a quelle non tabellate.
2. Le variabili e le unità di
rilevazione
Il sistema MALPROF adottato in Lombardia e Toscana prevede
la registrazione di tutte le malattie segnalate come “correlate al lavoro” della
popolazione composta da occupati, persone in cerca occupazione, ritirati dal
lavoro, a prescindere dal livello di formalizzazione del rapporto di lavoro.
Sono invece escluse dalla registrazione le persone che si dedicano
prevalentemente alle cure della propria casa, gli studenti, coloro che
assolvono all’obbligo di leva, e le altre persone non appartenenti alle forze
di lavoro (età inferiore a 14 anni). I dati illustrati nel rapporto fanno
riferimento alle segnalazioni pervenute nell’anno 2000. Per la Lombardia, che
ha attivato in anticipo il proprio sistema di sorveglianza, si riportano
sinteticamente in appendice anche i dati sulle segnalazioni ricevute nel corso
del 1999.
Per le segnalazioni ai Servizi, anche acquisite da altra
fonte, non è previsto alcun filtro a priori in base alla qualità dei dati,
lasciando ad una fase successiva la possibilità di effettuare opportune
selezioni secondo la qualità delle informazioni presenti nella scheda di
rilevazione. In dettaglio, il sistema si avvale di alcuni parametri di
controllo quali:
valutazione della qualità della diagnosi (diagnosi
affidabile, diagnosi dubbia, quadro clinico non diagnostico);
adeguatezza dell’informazione relativa all’anamnesi
lavorativa (assenza o incompletezza delle informazioni, informazioni non
esaurienti, informazioni pressoché esaurienti, informazioni complete);
rilevanza del nesso causale tra malattia e attività
lavorativa (altamente probabile, probabile, improbabile, assente).
La possibilità di utilizzare a posteriori tali variabili ha
consentito, tra l’altro, di omogeneizzare la lettura dei dati di Lombardia e
Toscana, garantendone la comparabilità territoriale, un passo indispensabile
per la costituzione di un sistema di sorveglianza nazionale. Per tale motivo i
dati che seguono differiscono, relativamente alle tabelle contenenti i casi
riconosciuti con nesso causale, da quelli riportati nei rapporti presentati
ufficialmente dalle singole regioni. In particolare, per l’attribuzione del
nesso causale tra malattia ed attività lavorativa, le tabelle ed i grafici del
presente rapporto fanno riferimento, ai parametri “diagnosi affidabile” e nesso
“altamente probabile” o “probabile”. Le informazioni sull’anamnesi lavorativa
sono state considerate comunque “esaurienti” in tutti i casi in cui il nesso
sia stato indicato almeno come “probabile”.
Le classificazioni adottate per le attività economiche e le
qualifiche professionali fanno riferimento a quelle adottate dall’Istat, rispettivamente la ATECO91 e la Classificazione
delle professioni 1991, che consentono confronti anche su scala europea.
In merito alla classificazione per Classi di malattia, è
stata approntata una ripartizione specifica ed originale per questo lavoro allo
scopo di agevolare la presentazione in forma tabellare
dei dati presenti negli archivi. I raggruppamenti diagnostici adottati
rappresentano un compromesso tra l'esigenza di mantenere l'impostazione del
codice di Classificazione delle Malattie, Traumatismi
e Cause di morte versione IX (ICD IX), tipicamente impostata su una
ramificazione di patologie d'organo od apparato, e quella di raggruppare
patologie simili secondo un criterio di affinità diagnostica ed etiologica. Tali raggruppamenti inoltre non vogliono
esaurire l'intero universo della patologia da lavoro, ma solo classificare le
malattie effettivamente segnalate, nel corso del periodo considerato, ai
Servizi delle due regioni. Ne scaturisce un elenco certamente perfettibile
(vedasi legenda a fine capitolo), ma che consente di sintetizzare
l'informazione disponibile in modo coerente con gli scopi del rapporto.
3. Grado
di copertura dei sistemi regionali
Per quanto riguarda il sistema di sorveglianza delle regione
Lombardia, nell’anno 2000 sono state registrate
3952 segnalazioni (tab. 1), con un tasso pari a 43,6 casi per 100.000 abitanti.
In Toscana sono stati segnalati 1.108 casi di
malattia professionale, equivalenti a 31,3 segnalazioni per 100.000 abitanti.
All’interno delle due regioni, i tassi di segnalazione più elevati si
registrano presso le Asl di Brescia e di Lucca,
rispettivamente con valori pari a 148,3 e 71,6 per 100.000 abitanti.
In Lombardia il sistema di sorveglianza sanitario è già a
buon punto nella rilevazione dei casi malattia professionale. Infatti, il loro
numero supera abbondantemente le denunce inoltrate all’Inail
(2.976 nell’anno 2000). Nella regione Toscana, dove risultano 2.498 casi di
denunce fatte pervenire all’Inail, si evidenzia
invece come il sistema di sorveglianza sia ancora in una fase di rodaggio, con
le segnalazioni che si attestano sui 1108 casi. Questo è facilmente
comprensibile se si considera che il sistema lombardo è andato a regime già a
partire dal 1999 (di cui si riportano in appendice i dati), e si sia avvalso
dell’esperienza maturata ancor prima dalla Asl di
Brescia, che non a caso riporta il tasso di segnalazioni più alto in assoluto (graf. 1).
Nonostante il differente livello di completezza dei due
sistemi regionali, per entrambi si evidenzia il potenziale informativo a fini prevenzionali dei dati raccolti, sicuramente superiore a
quello desumibile dagli archivi dell’Inail, sia sotto
l’aspetto della capacità descrittiva del fenomeno (le tabelle contenute in
questo rapporto mostrano una casistica delle malattie più ampia di quella
dell’Istituto assicuratore, il quale non fornisce informazioni disaggregate per
il gruppo delle “malattie non tabellate”), sia dal
punto di vista della quantificazione del fenomeno stesso.
Quest’ultimo aspetto appare ben evidente se si considera la
percentuale di “riconoscimento” delle malattie professionali da parte dei
Servizi, espressa dal rapporto tra i casi identificati con nesso causale
positivo (tra malattia ed attività lavorativa) ed il totale delle segnalazioni,
che è pari in Lombardia al 64,6% ed in Toscana
al 47,6% (come desumibile dai dati riportati nelle tabelle 7). Ai fini di un
confronto con i dati Inail, considerando il tempo
necessario all’Istituto assicuratore per definire tutte le pratiche delle
denunce di malattia professionale di un dato anno, si ha che per le denunce
presentate nel 1996 la percentuale di casi riconosciuti al 31 dicembre 2000 di
malattia professionale si è attestata su un valore prossimo al 22% in Lombardia
ed al 20% in Toscana, includendo in tale conteggio anche i casi di malattia non
indennizzate dall’Istituto assicuratore ma con un grado di inabilità accertato
tra l’1 ed il 10%.
4.Le malattie segnalate
Analizzando la classificazione dei casi segnalati per classi
di età (tab. 2), la percentuale delle persone con oltre 60 anni in Toscana
(25,8%) è sensibilmente superiore rispetto a quella riscontrata in Lombardia (5,9%), e considerando i soli uomini
toscani si approssima al 28%. In generale le classi centrali di età raggruppano
le percentuali maggiori di casi segnalati, ma, in entrambe le regioni, la
percentuale di donne con età inferiore a 30 anni supera il 20%, diversamente da
ciò che accade per gli uomini, dove nella stessa fascia di età la percentuale
non va oltre l’8%.
Il maggior numero di segnalazioni riguardano la sordità da
rumore (graf. 2), con il 72,6% dei casi in Lombardia ed il 55,1% in Toscana
(tab. 3). Al secondo posto nella graduatoria dei casi segnalati si trovano le
malattie della pelle, con percentuali pari al 5,6% in Lombardia ed al 7,5% in
Toscana. Da notare come nella regione lombarda le segnalazioni siano più
concentrate secondo il tipo di malattia rispetto alla regione toscana, in
proposito l’indice di omogeneità è pari a 0,52 [1][1] nella prima regione mentre assume un
valore pari a 0,29 nella seconda. In Toscana si evidenziano, al terzo posto
della graduatoria, le segnalazioni per tumori maligni della pleura e del
peritoneo, con una percentuale del 5,1, mentre in Lombardia tale percentuale
scende all’1,6%. In entrambe le regioni risaltano le segnalazioni per la
sindrome del tunnel carpale e le malattie muscoloscheletriche, tra queste ultime risultano
percentualmente elevate le malattie del rachide in Toscana.
Interessante è la lettura del tipo di segnalazioni secondo
il sesso. Ricordando che le per donne le segnalazioni sono il 10% del totale,
la sindrome del tunnel carpale figura ai primi posti
tra la popolazione femminile, con percentuali pari al 28,3% in Lombardia e al
20,7% in Toscana, mentre la sordità da rumore assume un peso molto meno
rilevante, rispettivamente 18,7% e 9%. Ancora in evidenza, tra le donne, le
malattie della pelle, ma con percentuali, rispetto ai casi totali di ciascun
sesso, che sono molto più elevate (17,5% in Lombardia e 23,4% in Toscana) in
confronto a quelle registrate tra gli uomini (3,9% in Lombardia e 5,7% in
Toscana). Questo tipo di evidenziazione si riscontra anche per le malattie muscoloscheletriche, infatti tra le donne la percentuale di
questi tipo di segnalazioni raggiunge il 15,2% in Lombardia ed il 18,9% in
Toscana, ben superiore alle corrispondenti segnalazioni tra gli uomini, 1,8% in
Lombardia e 6,2% in Toscana.
In termini di classe di età e tipo di segnalazione (tab.4),
la Lombardia e la Toscana
vedono prevalere in tutte le fasce di età, dato l’elevato numero totale di
casi, la sordità da rumore, ad eccezione della classe 16-29 anni in Toscana,
dove le malattie della pelle raggiungono il 50,8% delle segnalazioni.
Concentrando l’attenzione sulle classi estreme si rileva come le percentuali
maggiori di casi segnalati nel gruppo con più di 60 anni di età riguardino, oltre
alla sordità da rumore, i tumori maligni delle pleura, del peritoneo e
dell’apparato respiratorio in generale, l’asbestosi e la pneumoconiosi
da silice e silicati. Nelle classi più giovani, fino 29 anni di età, si
evidenziano soprattutto le malattie della pelle, la sindrome del tunnel carpale (soprattutto in Lombardia) e l’asma. Per la sola
Toscana, sempre per le età inferiori a 30 anni, risaltano le percentuali di
malattie infettive (esclusa la tubercolosi), malattie vascolari, malattie alle
vie respiratorie ed intossicazioni da piombo.
La distribuzione dei casi segnalati secondo la nazionalità
del lavoratore (tab.5) è molto più ampia per la Lombardia (33 paesi oltre l’Italia) che non per
la Toscana (4 paesi diversi dal nostro). In
Lombardia la quota di segnalazioni di lavoratori italiani si attesta al 67,1%
(ma nel 29,5% dei casi la nazionalità non è specificata), mentre raggiunge la
quasi totalità in Toscana con il 98,2%. In entrambe le regioni, con percentuali
molto basse (mediamente lo 0;5%), la seconda nazione risulta essere il
Marocco.
La fonte delle prime segnalazioni ai Servizi di prevenzione
è caratterizzata dalla prevalenza dei medici competenti d’azienda, che
raggiungono il 71,2% delle segnalazioni in Lombardia ed il 37,4% in Toscana
(tab. 6). In realtà, la percentuale delle segnalazioni di ipoacusie da parte
dei medici d’azienda raggiunge valori molto alti nelle due regioni (oltre il
75%). Se si osserva il gruppo delle segnalazioni per sordità da rumore
separatamente dal gruppo di tutte le altre segnalazioni, si nota come nel
secondo gruppo il ruolo dei medici d’azienda risulti molto meno spiccato (graf. 2). Per il gruppo delle malattie non da ipoacusia,
altre fonti importanti in Lombardia sono i medici ospedalieri e universitari, al
quarto posto figura l’Inail, mentre in Toscana si
evidenziano i patronati ed i medici dei Servizi di prevenzione. In generale,
poco rilevante appare il peso (non supera il 2%) dei medici di base
nell’effettuare segnalazioni ai Servizi di prevenzione della ASL.
L’origine professionale della malattia segnalata è
determinata attraverso le informazioni presenti nella scheda di rilevazione,
valutate a posteriori in base ad alcuni parametri di controllo. La
distribuzione dei casi riconosciuti con nesso causale positivo (tab. 7)
rispecchia, a parte alcuni cambiamenti nella graduatoria, quella delle
segnalazioni. Le piccole modifiche nell’ordinamento dei casi derivano dalla
diversa percentuale di riconoscimenti per ciascuna malattia. Le tabelle 8
riportano il dettaglio della classi di malattia, illustrando le malattie
segnalate nelle due regioni codificate secondo la classificazione ICDIX
(limitatamente alle prime tre cifre).
Come illustrato nel terzo paragrafo, per il totale delle
malattie la percentuale di riconoscimento è pari al 64,6% in Lombardia e al
47,6% in Toscana. Osservando le classi di malattia, si nota come,
sorprendentemente, la sordità da rumore possegga una percentuale di
riconoscimento inferiore a quella di malattie sicuramente meno semplici da
diagnosticare, ad esempio i tumori maligni. L’accuratezza delle segnalazioni e
la documentazione sanitaria allegata influenza ovviamente la possibilità di
individuare la malattia professionale, questo pone un problema di efficienza e
di formazione delle strutture e delle figure preposte al compito di assistere
il lavoratore nel segnalare il proprio problema di salute. Nella sola
Lombardia, inoltre, nell’anno 2000 sono stati segnalati 15 casi di malattie
psichiche (il mobbing è senza dubbio un fenomeno emergente),
ma nessuno di questi è stato riconosciuto come riconducibile all’attività
lavorativa, o supportato da informazioni sufficienti per l’attribuzione del
nesso di causalità, contrariamente al 1999 dove 2 casi su 3 sono stati
riconosciuti dai Servizi.
5. I casi riconosciuti:
comparti lavorativi e professioni
L’analisi delle
malattie correlate al lavoro per attività economica e professione è effettuata
considerando le segnalazioni per le quali è stato attribuito il nesso di
causalità, ovvero i casi che possiamo definire come riconosciuti nella loro
origine professionale dal Servizio sanitario, pari a 3.690 casi in Lombardia e
640 in Toscana (va ricordato che un lavoratore può aver lavorato in più settori
o qualifiche considerati come causali della sua malattia, e per ciascuno di
questi viene conteggiato il nesso causale).
Nelle due regioni, per il complesso dei casi riconosciuti, i
settori di attività economica di maggior rilievo (tab. 9) sono le costruzioni
(22,2% in Lombardia e 13,1% in Toscana)
e la fabbricazione di prodotti in metallo (18,6% in Lombardia e 8,8% in
Toscana). La distribuzione delle malattie tra i settori è più concentrata in
Lombardia che non in Toscana. In Lombardia si evidenziano anche i settori della
produzione di metalli e loro leghe (6,6%) e dell’industria tessile (5,8%),
mentre per la Toscana risaltano la fabbricazione di prodotti da minerali non
metalliferi (6,4%) e la fabbricazione di altri mezzi di trasporto che non siano
autoveicoli e rimorchi, in sostanza l’industria cantieristica e
ferro-tranviaria (5,9%). Nel caso della sola popolazione femminile, in entrambe
le regioni i settori con più casi di malattia sono la sanità e altri servizi
sociali ed il tessile.
Le professioni maggiormente interessate (tab. 10) sono, in
generale, gli artigiani e operai metalmeccanici (28,9% in Lombardia e 25,8% in Toscana).
In Lombardia spiccano anche gli artigiani e operai dell’edilizia e
dell’industria estrattiva (20,1%), che troviamo al terzo posto della
graduatoria in Toscana (16,1%). In questa regione il secondo posto riguarda la
professione che registra il maggior numero di casi tra le donne, quella di
artigiani e operai dell’alimentare, del legno, del tessile e delle pelli. Tale
professione è rilevante anche tra le lavoratrici della Lombardia, seconda solo
alle operatrici di macchinari fissi per la lavorazione in serie ( (26,9% delle
donne).
Le tabelle che seguono dalla 11 alla 24 presentano la
distribuzione di alcune classi di malattia secondo il comparto economico e la professione,
ovvero i tumori maligni della pleura e del peritoneo, dell’apparato
respiratorio, delle cavità nasali e dell’orecchio, la sindrome del tunnel carpale, la sordità, le malattie della pelle e le malattie
del rachide. In proposito, sono state scelte le malattie ritenute maggiormente
significative per una sintesi delle informazioni presenti nella banca dati,
soprattutto dal punto di vista dell’ulteriore apporto di conoscenza che il
nuovo sistema di sorveglianza offre per il fenomeno delle malattie correlate al
lavoro (si pensi ai tumori professionali ed alle malattie a possibile eziologia
multifattoriale, oltre a quelle più frequenti o di
più recente attenzione).
I tumori maligni delle pleura e del peritoneo (tab. 11) sono
associati in Lombardia (68 casi totali) soprattutto ai settori
economici delle costruzioni (19,1%) e della fabbricazione di prodotti in
metallo (17,6%). Nella regione Toscana (39 casi) si evidenziano i settori della
fabbricazione di altri mezzi di trasporto, ovvero industria cantieristica e
ferro-tranviaria (20,5%), fabbricazione di prodotti della lavorazione di
minerali non metalliferi (12,8%), fabbricazione di macchine ed altri apparecchi
meccanici (10,3%) e le attività di supporto dei trasporti, ovvero
movimentazione merci e magazzinaggio (10,3%). Le professioni maggiormente
interessate sono gli artigiani ed operai metalmeccanici, 33,8% in Lombardia e 51,8% in Toscana, e gli artigiani ed operai
dell’estrattiva e dell’edilizia, 33,8% in Lombardia e 10,3 in Toscana. In
quest’ultima regione risaltano anche i conduttori di impianti industriali ed il
personale non qualificato relativo alla amministrazione, gestione e magazzino
(per entrambi la percentuale è del 10,3%).
Nel caso dei tumori maligni dell’apparato respiratorio, sono
rilevanti in Lombardia (67 casi in complesso) i settori della
produzione di metalli (20,9%) e delle costruzioni (19,4%), quest’ultimo settore
compare anche in Toscana con 2 casi su 14 in totale, dove invece è
l’industria cantieristica e ferro-tranviaria a predominare con 4 casi aventi
nesso causale positivo. Gli artigiani e operai dell’industria estrattiva e
dell’edilizia sono coinvolti in 16 casi in Lombardia, seguiti dai 13 casi degli
artigiani ed operai metalmeccanici, che invece sono preponderanti in Toscana
con 5 casi.
Per i tumori maligni delle cavità nasali e dell’orecchio, Il
settore della preparazione e concia del cuoio è presente sia in Lombardia (1 caso su 5 totali) che in Toscana (6 casi su 13 totali). In questa seconda
regione si evidenzia l’industria del legno con 4 casi. Gli artigiani ed operai
delle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile e delle pelli sono le
figure maggiormente interessate, con 4 casi in Lombardia e 9 in Toscana.
La sindrome del tunnel carpale è
stata riconosciuta con nesso causale positivo in Lombardia (177 casi in complesso) maggiormente
nei settori dell’industria tessile (13,6%) e della fabbricazione di macchine ed
apparecchi meccanici (8,5%), mentre in Toscana (32 casi totali) nel settore delle
preparazione e concia del cuoio (28,1%). La professione più interessata in Lombardia è quella degli operatori di macchinari
fissi per la lavorazione in serie (24,3%), in Toscana è quella degli artigiani ed operai delle
lavorazioni alimentari, del legno, del tessile e delle pelli (531%).
La sordità da rumore, diffusa nella gran parte dei settori
lavorativi con 2.793 casi aventi nesso positivo in Lombardia e 357 in Toscana, vede evidenziarsi i settori delle
costruzioni (rispettivamente nelle due regioni 25,2% e 16%) e della
fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo (21,7% e 13,2%). Le due
regioni sono accomunate anche per le professioni, dove spiccano gli artigiani
ed operai metalmeccanici (rispettivamente 33,4% e 28%) e gli artigiani ed
operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia (21,4% e 16,5%), con l’eccezione
per la Toscana del rilievo assunto dagli artigiani ed operai delle lavorazioni
alimentari, del legno, del tessile e delle pelli (17,4%).
I settori maggiormente interessati da casi con nesso
positivo per le malattie della pelle, complessivamente 165 casi in Lombardia e 41 in Toscana, sono la sanità (rispettivamente 20,6% e
19,5%) e le costruzioni (17% e 12,2%). In Lombardia sono rilevanti anche i casi nella
fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo (9,7%), mentre per la Toscana la preparazione e concia del cuoio
(9,8%). Le professioni intermedie nelle scienze della vita (infermieri ed altri
tecnici paramedici, agronomi, ecc.) sono maggiormente interessate in Lombardia
(17%) seguiti dagli operatori di macchinari fissi per la lavorazione in serie
(15,2%). In Toscana risaltano le professioni nei servizi sanitari (19,5%) e,
ancora una volta per questa regione, gli artigiani ed operai delle lavorazioni
alimentari, del legno, del tessile e delle pelli (19,5%).
L’ultima patologia esaminata in dettaglio è quella del
rachide, con 43 casi in Lombardia e 25 in Toscana, che vede evidenziarsi nelle due regioni
i settori della sanità (rispettivamente 14% e 12%), delle costruzioni (9,3% e
12%) e dei trasporti terrestri (7% e 28%). In Lombardia spiccano anche il
settore dei trasporti aerei (9,3%) e delle industrie alimentari (9,3%). Per le professioni,
le due regioni registrano le percentuali più elevate tra i conduttori di
veicoli (rispettivamente 16,3% e 36%), il personale non qualificato del
magazzino (11,6% e 16%) e gli artigiani ed operai metalmeccanici (9,3% e 12%).
Legenda:
codifica delle classi di malattia e relativi codici ICD a 3 cifre |
TUBERCOLOSI |
(011) Tubercolosi polmonare |
(014) Tubercolosi dell'intestino, del
peritoneo e delle ghiandole |
|
(017) Tubercolosi degli altri organi |
|
ALTRE MALATTIE INFETTIVE |
(003) Altre infezioni da salmonella |
(038) Setticemia |
|
(070) Epatite virale |
|
(100) Leptospirosi |
|
(110) Dermatofitosi |
|
(133) Acariasi |
|
TUMORI MALIGNI APPARATO DIGERENTE |
(144) Tumori maligni del pavimento della
bocca |
(147) Tumori maligni del rinofaringe |
|
(230) Carcinomi in situ
degli organi digerenti |
|
TUMORI MALIGNI PLEURA E PERITONEO |
(158) Tumori maligni del retroperitoneo e del peritoneo |
(163) Tumori maligni della pleura |
|
TUMORI MALIGNI CAVITA' NASALI E ORECCHIO |
(160) Tumori maligni delle cavità nasali
e dell'orecchio |
TUMORI MALIGNI APPARATO RESPIRATORIO |
(161) Tumori maligni della laringe |
(162) Tumori maligni della trachea, dei
bronchi e dei polmoni |
|
(231) Carcinomi in situ
dell'apparato respiratorio |
|
TUMORI MALIGNI VESCICA |
(188) Tumori maligni della vescica |
ALTRI TUMORI MALIGNI |
(171) Tumori maligni del connettivo e di
altri tessuti molli |
(172) Melanoma maligno della pelle |
|
(174) Tumori maligni della mammella della
donna |
|
(189) Tumori maligni del rene e di altri
e non specificati organi |
|
(192) Tumori maligni di altre e non
specificate parti del sistema |
|
(195) Tumori maligni di altre e mal
definite sedi |
|
(197) Tumori maligni secondari degli
apparati respiratorio e diger |
|
(198) Tumori maligni secondari di altre
sedi specifiche |
|
(201) Malattia di Hodgkin |
|
(202) Altri tumori maligni del tessuto linfoide ed istiocitario |
|
(205) Leucemia mieloide |
|
(207) Altre leucemie specificate |
|
(235) Tumori di comportamento incerto
degli apparati digerente e respiratorio |
|
(238) Tumori di comportamento incerto di
altri e non specificati tipi |
|
TUMORI BENIGNI |
(216) Tumori benigni della pelle |
(223) Tumori benigni del rene e degli
altri organi urinari |
|
MALATTIE PSICHICHE |
(296) Psicosi affettive |
(300) Disturbi neurotici |
|
(307) Sintomi o sindromi speciali non
classificati altrove |
|
(308) Reazione acuta a situazioni
stressanti |
|
MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE |
(323) Encefalite, mielite ed encefalomielite |
(332) Morbo di Parkinson |
|
SINDROME TUNNEL CARPALE |
(354) Mononeuriti
dell'arto superiore e mononeuriti multiple |
ALTRE MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO |
(353) Disturbi delle radici e dei plessi
nervosi |
(357) Neuropatie infiammatorie e tossiche |
|
(358) Disturbi neuromuscolari |
|
DISTURBI DELL'OCCHIO E DEI SUOI ANNESSI |
(366) Cataratta |
(372) Disturbi della congiuntiva |
|
(373) Infiammazioni delle palpebre |
|
SORDITA' DA RUMORE |
(388) Altri disturbi dell'orecchio |
(389) Sordità |
|
MALATTIE VASCOLARI PERIFERICHE |
(443) Altre malattie vascolari
periferiche |
MALATTIE VIE RESPIRATORIE SUPERIORI |
(472) Faringite e rinofaringite
croniche |
(477) Rinite allergica |
|
(478) Altre malattie delle vie
respiratorie superiori |
|
MALATTIE POLMONARI CRONICHE OSTRUTTIVE |
(490) Bronchite non specificata se acuta
o cronica |
(491) Bronchite cronica |
|
(492) Enfisema |
|
(496) Ostruzioni croniche delle vie
respiratorie non classificate |
|
ASMA |
(493) Asma |
ALVEOLITE ALLERGICA ESTRINSECA |
(495) Alveolite
allergica estrinseca |
ANTRACOSILICOSI |
(500) Antracosilicosi |
ASBESTOSI |
(501) Asbestosi |
PNEUMOCONIOSI DA SILICE E SILICATI |
(502) Altre pneumoconiosi
da silice e silicati |
ALTRE PNEUMOCONIOSI |
(503) Pneumoconiosi
da altre polveri inorganiche |
(504) Pneumopatia
da inalazione di altre polveri |
|
(505) Pneumoconiosi,
non specificata |
|
MALATTIE RESPIRATORIE DA INALAZIONE DI TOSSICI |
(506) Condizioni morbose respiratorie da
inalazione di fumi e vapori |
(508) Condizioni morbose respiratorie da
altri e non specificati agenti |
|
ALTRE MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO |
(482) Altre polmoniti batteriche |
(511) Pleurite |
|
(516) Altre pneumopatie
alveolari e parietoalveolari |
|
(519) Altre malattie dell'apparato
respiratorio |
|
MALATTIE APPARATO DIGERENTE |
(571) Cirrosi e altre malattie croniche
del fegato |
(573) Altri disturbi del fegato |
|
(577) Malattie del pancreas |
|
MALATTIE APPARATO GENITOURINARIO |
(585) Insufficienza renale cronica |
MALATTIE DELLA PELLE |
(680) Foruncolo e antrace |
(686) Altre infezioni localizzate della
pelle e del tessuto sottocutaneo |
|
(690) Dermatosi eritematosquamosa |
|
(692) Dermatite da contatto e altri
eczemi |
|
(693) Dermatite da sostanze assunte per via
orale o parenterale |
|
(698) Prurito e condizioni morbose
correlate |
|
(708) Orticaria |
|
(709) Altri disturbi della pelle e del
tessuto sottocutaneo |
|
MALATTIE DEL RACHIDE |
(721) Spondilosi
e disturbi similari |
(722) Disturbi dei dischi intervertebrali |
|
(723) Altri disturbi della regione
cervicale |
|
(724) Altri e non specificati disturbi
del dorso |
|
(738) Altre deformazioni acquisite |
|
ALTRE MALATTIE MUSCOLOSCHELETRICHE |
(714) Artrite reumatoide
ed altre poliartropatie infiammatorie |
(715) Osteoartrosi
e disturbi similari |
|
(716) Altre e non specificate artropatie |
|
(717) Lesioni interne del ginocchio |
|
(726) Entesopatie
periferiche e sindromi similari |
|
(727) Altri disturbi delle sinovie, dei
tendini e delle borse |
|
(728) Disturbi dei muscoli, dei legamenti
e delle fasce aponeuroti |
|
(729) Altri disturbi dei tessuti molli |
|
(732) Osteocondropatie |
|
(781) Sintomi interessanti i sistemi
nervoso e osteomuscolare |
|
(784) Sintomi relativi alla testa e al
collo |
|
(839) Altre, multiple e mal definite
lussazioni |
|
(840) Distorsione e distrazione della
spalla e del braccio |
|
(841) Distorsione e distrazione del
gomito e dell'avambraccio |
|
(842) Distorsione e distrazione del polso
e della mano |
|
(846) Distorsione e distrazione della
regione sacroiliaca |
|
(847) Distorsione e distrazione di altre
e non specificate parti del corpo |
|
(923) Contusione dell'arto superiore |
|
INTOSSICAZIONI DA PIOMBO |
(984) Effetti tossici del piombo e dei
suoi composti (compresi i vapori) |
(E86) Piombo e suoi composti e vapori |
|
ALTRE INTOSSICAZIONI |
(968) Avvelenamento da altri depressori
del sistema nervoso centrale |
(985) Effetti tossici di altri metalli |
|
(987) Effetti tossici di altri gas, fumi
e vapori |
|
(989) Effetti tossici di altre sostanze |
|
(995) Alcuni effetti nocivi non
classificati altrove |
|
MALATTIE NON SPECIFICATE DA RADIAZIONI |
(990) Effetti delle radiazioni non
specificati |
MALATTIE NON ALTRIMENTI SPECIFICATE |
(E92) Vibrazioni |
Altre malattie classificate extra ICD |
Conclusioni:
Il Rapporto offre un contributo nell’avanzamento
delle conoscenze sul fenomeno della patologia correlata al lavoro; infatti, è
in grado di esprimere le proprie potenzialità mettendo in luce informazioni
inedite sul fenomeno che possono generare ulteriori spunti per nuove azioni di
prevenzione; questo grazie all’utilizzo di flussi informativi svincolati da
criteri di raccolta di natura assicurativa.
La raccolta dei dati posta in essere a
livello locale evidenzia la necessità di giungere ad una rete di informazioni
disponibili su scala sempre più ampia, in cui i dati vengono integrati, resi
comparabili e congiuntamente elaborati, per costituire, di fatto, un Sistema di
sorveglianza delle malattie da lavoro basato su dati del Servizio Sanitario
Nazionale e in grado di monitorare il fenomeno per coglierne le molteplici
manifestazioni e diffonderle con tempestività.
Il recepimento
del tema “prevenzione delle malattie professionali” quale specifico obiettivo
regionale, formalizzato all’interno del Piano Sanitario Regionale in Toscana e
come obiettivo strategico in Lombardia, unitamente all’organizzazione delle
attività delle varie strutture impegnate, tra cui la nomina di referenti verso
l’ISPESL per gli aspetti di costruzione e “governo” del sistema nazionale,
hanno certamente contribuito al buon esito del progetto complessivo e sono,
pertanto, da proporre e supportare, per quanto possibile, per nuove iniziative
regionali che si attiveranno di qui in avanti.
Alla luce di quanto sopra l’attività del
Gruppo tecnico-scientifico, come detto, attualmente costituito dai referenti
ISPESL e regionali e che è auspicabile
possa estendersi presto ad esperti di altre realtà regionali, sarà
rivolta a migliorare l’efficienza del modello di raccolta, sia con
l’introduzione di nuove variabili (fattori di confondimento,
adeguamento al progetto EODS, ecc.), sia con la realizzazione di linee guida
all’uso del modello. Sarà, inoltre, predisposto un percorso di addestramento
degli operatori con relativi materiali di supporto, a partire da quanto già
esistente ai due livelli regionali. L’insieme di questi strumenti, unitamente
ai suggerimenti procedurali di cui al precedente paragrafo, costituiranno un
pacchetto completo da mettere a disposizione delle strutture che avvieranno
nuovi progetti regionali.
Baldasseroni A., Cantoni S., Marconi M., Nesti M., Perticaroli S., Roseo G., Rapporto Nazionale dei casi di
malattia professionale distribuiti sul territorio – Anni di definizione
1989 – Industria, “Fogli di informazione ISPESL”, Anno V, n. 1/1992,
supplemento monografico.
Baldasseroni A., Cantoni S., Marconi M., Nesti M., Perticaroli S.,, Rapporto
Nazionale dei casi di malattia professionale distribuiti sul territorio – Anni
di definizione 1990-1992- Industria, “Fogli di informazione ISPESL”, Anno
VIII, 1995, supplemento monografico.
Baldasseroni A., Cantoni S., Marconi M., Nesti M., Perticaroli S., La
denuncia delle malattie professionali alle U.S.L. nel periodo 1984-1991,
atti del 58° Congresso nazionale della Società italiana di Medicina del lavoro
e igiene industriale, Bologna, 11-14 ottobre 1995.
Cdc (Center for Disease
Control), Comprehensive plan for epidemiologic surveillance, agosto1986,
Cdc.
Grieco A., Zocchetti C., Cantoni S., 2001, Mesuring
Health and Safety at Work: Current Situation – The users’ view, Ceies, Dublino, 10-11 maggio 2001.
Inail, Rapporto annuale 2000, Roma, 21 settembre 2001, Inail.
Leti G., Statistica
descrittiva, Collana Strumenti Scienze Sociali, Bologna,1983, Società
Editrice Il Mulino.
Marconi M., Montanari P., Passerini M.,
Campo G., Leva A., Sistema Informativo Prevenzionale.
Rapporto sui casi di malattia
professionale – Industria, Anni di definizione 1990-1999, ISPESL,
http://www.ispesl.it/mapronew/index,litm.
Regione Lombardia, Rapporto sulla segnalazione delle Malattie
da Lavoro, Anni 1999-2000 – Milano, 9 luglio 2001, Regione Lombardia.
Regione Toscana, Azione programmata: le malattie professionali. Primo Report Anno 2000 sull’Attività nella Regione Toscana,
Firenze, ottobre 2001, Ediz. Regione Toscana.
[1][1] l’indice riporta la massima omogeneità, ovvero il caso in cui tutte le segnalazioni riguardano una sola malattia, quando il suo valore è uguale a 1, mentre all’opposto assume valore 0 quando le segnalazioni si ripartiscono in parti uguali tra tutte le malattie.