ࡱ; ML  !"#$%&'()*+,-./0123456789:;<=>?@ABCDEFGHIJKNRoot Entry  FMicrosoft Word-Dokument MSWordDocWord.Document.89qOh+'0HPd  Normal.dotmSalvatore Lo balbo21@y@8&0@^J/@*/՜.+,D՜.+, [vv Predefinito$a$1$*$A$3B*OJQJCJmHsHKHPJnH ^JaJ_HtHBA@BAbsatz-StandardschriftartBBAbsatz-StandardschriftartHHWW-Absatz-StandardschriftartJJWW-Absatz-Standardschriftart1<!<Default Paragraph Font>"1>Pi di pagina Carattere&"A& page numberPbP Intestazione x$OJQJCJPJ^JaJ2Bb2 Corpo testo x /ar ElencoBB Didascalia xx $CJ6aJ]$$Indice $00List ParagraphD D Pi di pagina % $6a6Contenuto corniceHHRiga d'intestazione % $  2zm78amm89:;< !!@ @(    HuuC"   HuuC"  0(  < C 2)*T2)*T^8`0)^`.^p`L.^@ `.^`.^`L.^`.^`.^P`L.^8`0)^`.^p`L.^@ `.^`.^`L.^`.^`.^P`L.^`P^@`@^`0^```^`^`^`^``^0`0WW8Num1WW8Num222PGTimes New Roman5Symbol3&ArialGTimes New Roman7CambriaI&Arial Unicode MS)3&ArialCh3Z]j233233' 0 0M 0mCaolan80 6z278vv86 B,]<;bH@vRn(\V @"(< RELAZIONE DI SALVATORE LO BALBO PER LA PRESENTAZIONE DELL'OSSERVATORIO NAZIONALE TERRITORIO E AREE URBANE GENOVA 14 MAGGIO 2012 Nel documento approvato a conclusione dell ultimo congresso della Fillea (il 17) vi sono, anche, le indicazioni e le scelte politiche su tre questioni:  la legalit come precondizione per un profondo ripensamento di tutta la filiera delle costruzioni;  progettare il futuro , per far si che la filiera dia un contributo allo sviluppo del paese non pi coincidente con la cementificazione;  una nuova politica del territorio , che valorizzi la millenaria storia dei paesaggi, degli ambienti, delle culture, dei patrimoni artistici dell Italia. Dopo aver costituito l Osservatorio Nazionale Edilizia e Legalit, oggi presentiamo l Osservatorio Nazionale Territorio e Aree Urbane. Con questi due Osservatori vogliamo mettere in atto le decisioni congressuali, dando un ulteriore impulso culturale e contrattuale all attivit di tutta l organizzazione. Con entrambi questi strumenti facciamo la scelta politica di aprirci alle forze intellettuali della societ, consapevoli che da questa profonda crisi, che attanaglia l Europa e l Italia, si debba uscire in maniera diversa da come si entrati. Illegalit diffuse, mafie, lavoro nero, caporalato, saccheggio delle aree urbane, speculazioni fondiarie da parte di lobby politico-affaristiche, cementificazione del territorio, consumo indiscriminato dei suoli, sono alcuni dei fattori che hanno aggravato gli effetti di una crisi internazionale che da troppo tempo ci coinvolge. Questi due giorni di Genova rappresentano la naturale evoluzione dei contenuti dell ultimo congresso e riteniamo che la ormai imminente stagione contrattuale debba essere affrontata avendo compiuto scelte chiare su quali sono i fondamentali della filiera delle costruzioni. Le decisioni che oggi e domani assumeremo devono essere supportate da una costante, meticolosa e ricca stagione di riflessioni e di coinvolgimenti, convinti come siamo che ogni iscritto alla Fillea, ogni delegato, ogni dirigente debba sentirsi elemento essenziale per il rilancio del settore e per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita di oltre un milione di lavoratrici e lavoratori. Abbiamo gi avuto modo di apprezzare che la scelta compiuta di istituire l'Osservatorio Nazionale Edilizia e Legalit stata una scelta vincente. Nel giro di un anno tutta l'organizzazione ha fatto propria la consapevolezza che il binomio mafie/costruzioni deve essere attivamente contrastato e reciso attraverso un'azione caratterizzata da una nostra presenza attiva, propositiva e di denuncia. La parte sana dello Stato e delle Istituzioni hanno bisogno della presenza di un sindacato che, nella tutela degli interessi che rappresenta, sia in grado di elaborare e perseguire proposte che rendano possibile l affermazione dei principi costituzionali. Questo quello che facciamo quando testardamente rivendichiamo la convinzione che l azione delle mafie pu essere prevenuta, che i caporali possono essere spazzati via dai cantieri e dalle piazze, che con la  bonifica delle imprese sequestrate o confiscate lo Stato pu riprendersi il controllo del territorio e liberare le popolazioni e i lavoratori dalla tirannia mafiosa. Tutto ci stato possibile sia per i gruppi dirigenti della Fillea che partecipano con passione a questa attivit, e che voglio ancora una volta ringraziare, sia per il contributo che ci danno personalit esterne alla Fillea. Oggi, con la presentazione dell Osservatorio Nazionale Territorio e Aree Urbane vogliamo, adottando lo stesso metodo di lavoro e di partecipazione, dare linfa alla necessit di approfondire temi che nel nostro paese sono oggetto di contraddittori e profondi conflitti. Questo approfondimento, ci ha portato, come potete leggere nel documento di presentazione dell Osservatorio, a fare scelte che sono tanto radicali quanto radicale la carta costituzionale quando sancisce principi di rispetto, tutela e sviluppo dell'Italia e di quanti in questo paese vivono. Non a caso, abbiamo messo come incipit del documento l art. 9 della Costituzione:  La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione. Sulla scia di quest'articolo, e avendo ben presente l art 1,  L'Italia una Repubblica democratica, fondata sul lavoro , riteniamo di dover sviluppare scelte che sostengano la necessit di rendere compatibile il rilancio della filiera delle costruzioni con la tutela del paesaggio e del patrimonio storico, con una sostenibilit ecologica del comparto, con una qualit della vita nelle aree urbane che valorizzi gli esseri umani e le loro relazioni sociali. Inoltre questo richiamo alla Costituzione ulteriormente rafforato dalla decisione di Cgil, Cisl e Uil di indire per il prossimo 2 giugno una manifestazione nazionale a Roma sul rispetto della carta costituzionale. Per realizzare ci, in seno all'Osservatorio, abbiamo gi insediato un comitato scientifico composto dall ing. Paolo Berdini, dall Ing. Sebastiano Bitti, dall arch. Silvia Catalino, dall arch. Giovanni Caudo, dall arch. Matteo Civiero, dal geologo Paolo Cappadona, dal prof. Mateo Bolgan Goldstein, dal prof. Guido Signorino, dal prof. Marco Sala e dal nostro compagno Claudio Falasca, componente del CNEL. A questo comitato si affiancano strutture regionali e territoriali della Fillea. Gi si svolta il 27 gennaio u.s. la prima riunione d insediamento ed entro il mese di giugno l Osservatorio si dar, in base al documento che abbiamo distribuito oggi, un programma di attivit da svolgersi per il 2012. La prima attivit, come del resto abbiamo gi fatto con l altro Osservatorio, quella di presentare l Osservatorio Territorio e Aree Urbane nei territori. Questa una fase importante di coinvolgimento delle strutture territoriali per modellare nei singoli territori le scelte, i contenuti e le azioni che svilupperemo nei prossimi mesi in particolare sui tre temi che leggete nel documento gi indicato: tutela e valorizzazione del territorio; aree urbane: riqualificazione delle stesse e ripopolamento dei centri storici; tecnologie: promuovere l innovazione, la ricerca e i talenti. Moullay ha gi detto sulla necessit che la filiera delle costruzioni non pu pi fare a meno di utilizzare tecnologie che favoriscono un modello di sviluppo improntato sulla sostenibilit, sul risparmio energetico, sulla ricerca di materiali e sull utilizzo di tecniche costruttive sempre pi compatibili con la tutela della natura e dell ambiente. Io mi limito a porre l accento sugli altri due temi. Il primo, riguarda la necessit di ridurre notevolmente il consumo di suolo. Per consumo di suolo s intende l occupazione dello stesso per fini urbani, ponendo sopra la nuda terra coperture varie che impediscono lo svolgimento del ciclo naturale tra terra, acqua e cielo. Ormai la ricerca scientifica, supportata da studi svolti da enti pubblici e privati ci dicono che, come si fatto a Kyoto per diminuire la produzione di anidride carbonica, si devono obbligatoriamente contenere i consumi di suolo. L Italia, secondo un recente rapporto del WWF e del Fai, consuma giornalmente 75 ettari di suolo e per i prossimi vent anni sono a rischio ben 600.000 ettari di superfici naturali. La Germania si gi posta l'obiettivo entro il 2020 di limitare il consumo del suolo entro la soglia di 30 ettari al giorno, contro un consumo di 104 ettari al giorno nel quadriennio 2005/2008. Anche la Gran Bretagna gi si muove sulla stessa scia. La stessa Commissione europea, nel settembre 2011, nella  tabella di marcia verso un Europa efficiente nell impiego delle risorse , pone l obiettivo entro il 2050 di  non edificare pi su nuove aree .  E stato acquisito dalla comunit scientifica e da larghi settori dell opinione pubblica, che l approccio consumistico allo sviluppo ha determinato, negli ultimi due secoli, una modificazione chimica dell atmosfera, un accelerazione della desertificazione, un impoverimento delle risorse idriche potabili, la scomparsa di centinaia di specie animali e vegetali (Stefano Zamberlan, dottore di ricerca in Bioeconomia ed economia dell ambiente). Tutti gli anni nel nostro paese si determinano tragici eventi, e Genova ne la triste testimone, che portano lutto e distruzione ed facile prevedere che in futuro gli effetti del cambiamento climatico saranno ulteriormente amplificati dall impermeabilizzazione dei suoli, dalla tombizzazione dei fiumi, dall eccessiva concentrazione di attivit umane in spazi ridotti, dalla mancata attivit di prevenzione e cura degli assetti territoriali. Per questo riteniamo che la Fillea debba contribuire affinch le attivit proprie del settore siano poste al servizio e non contro la natura e il territorio, al fine di permettere una coesistenza sostenibile tra attivit umane e rispetto della natura e del territorio. Colgo l occasione per ringraziare i rappresentanti degli enti locali che hanno aderito al nostro invito e oggi ci daranno il loro contributo. Ognuno di loro, ha gi coerentemente fatto scelte e assunto atti formali che pongono queste istituzioni, poche fino ad oggi, tra quelle che in maniera virtuosa hanno imboccato questa strada. L altro tema che voglio rilevare e che si associa a quello di cui ho gi parlato, riguarda le aree urbane. Esse insistono all interno di territori con forti atrofizzazioni e rispondono ad un modello insediativo caratterizzato da un consumismo del suolo e da un eccesso di produzione di manufatti immobiliari che sono stati spacciati per modernit, ricchezza e sviluppo. Sono oltre un milione le unit immobiliari per civile abitazione vuoti e altrettanto imponente il patrimonio immobiliare con altra destinazione non utilizzato e/o abbandonato. Anche su questo aspetto vi rimando al documento, ma mi sembra utile sottolineare che di fronte a questo immenso patrimonio pubblico e privato i governi centrali e locali continuano ad effettuare scelte che determinano ulteriore attivit di edificazione ex novo mentre di contro, per esempio, la rete ferroviaria nazionale continua ad essere ad un binario. L Osservatorio focalizzer la propria attivit sulla proposta di contenere la nuova attivit di edificazione ex-novo, promuovendo invece il recupero e l utilizzo del patrimonio esistente. In quest ambito, e nonostante il diffuso possesso della casa di propriet, sar sempre sostenuta la domanda di abitazioni decorose e dignitose non di propriet e a basso impatto economico e ad alta sostenibilit per i redditi meno ambienti. In questa situazione va rilanciato il ruolo delle istituzioni che devono rispondere a questa domanda, attraverso l offerta di abitazioni pubbliche che si trovino all interno dei centri urbani e non nelle desolate periferie. Pensiamo che anche nel terzo millennio gli enti locali possano avere un patrimonio abitativo pubblico di  case popolari che soddisfi la domanda di strati sociali che per diversi motivi non possono o non vogliono avere risposte diverse alla loro esigenza di vivere in alloggi civili dentro aree urbane compatibili con un territorio e un paesaggio salvaguardato. Contenere le aree urbane, ridurre la mobilit delle persone e l utilizzo di energia, modernizzare gli standard qualitativi delle attivit umane, infrastrutturare le reti materiali ed immateriali sono scelte politiche che vogliamo contribuire a realizzare. Su questi tre temi  territorio, aree urbane e sostenibilit  la Fillea si misurer, sia nazionalmente sia territorialmente, sempre di pi nei prossimi mesi e, grazie anche al contributo dei componenti del comitato scientifico, daremo alle nostre strutture gli strumenti per soddisfare la legittima domanda di lavoro e di sviluppo che i lavoratori ci pongono. Come elemento trasversale di questi tre temi, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale rappresenta la carta d identit di un paese che continua ad essere punto di riferimento dell umanit. Recarsi in Italia per vedere il  bel paese il sogno di centinaia di milioni di abitanti del pianeta e, noi, possiamo contribuire a far si che ci si realizzi. Basta non cementificare e non distruggere ci che ci viene universalmente invidiato. La Fillea, con questi due Osservatori e con la forte proposta contrattuale che affronta alla radice i nodi di un ormai non pi rinviabile ammodernamento del settore e dei rapporti di lavoro, vuole essere sempre di pi uno dei principali soggetti politici e sindacali del rilancio della filiera delle costruzioni. Gi in diversi momenti della vita dell Italia la filiera ha rappresentato un momento decisivo per la modernizzazione e per la crescita del paese. Oggi deve continuare a svolgere questo ruolo pretendendo la massima legalit e sicurezza per i lavoratori, la massima tutela del territorio, la massima compatibilit tra esseri umani e aree urbane.    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