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NOTA CONGIUNTURALE

preparata dallo Csil - Milano  per Fillea-Cgil

 

Le previsioni sul settore del mobile in Italia nel 2003

Estratto da il Rapporto di previsione sul settore del mobile in Italia nel 2003, novembre 2002.

 

Le previsioni relative all’andamento settoriale sono il risultato di un processo di acquisizione e di elaborazione di molteplici informazioni che concorrono in modo sistemico a delinearne il quadro globale: le previsioni sull’economia internazionale e nazionale, il modello econometrico Csil del settore del mobile, informazioni sul settore acquisite dai ricercatori di Csil attraverso periodiche interviste a imprese, operatori, rivenditori e consumatori (oltre 2000 interviste nel 2002).

Le previsioni per il 2003, elaborate a novembre, si basavano sull’ipotesi che se vi fosse stata la guerra in Irak, questa sarebbe stata di breve durata e tale che la riduzione dell’offerta petrolifera non avesse conseguenze rilevanti sui prezzi del petrolio. Analogamente le assunzioni di base riguardo alla valuta europea erano di un mantenimento della parità col dollaro nel prossimo anno, cui seguirà un modesta svalutazione nel 2004.

Infine si escludeva il ricorso da parte del governo di una manovra correttiva durante il 2003.

Produzione

Anche la produzione del mobile in Italia risente della debolezza dell’economia mondiale e dell’incertezza delle prospettive e i preconsuntivi per il 2002 indicano un calo dell’offerta del 3,3% a prezzi costanti rispetto al 2001. Questo risultato è spiegato sia dalla dinamica del consumo interno di mobili, con una probabile diminuzione del –1,6% nell’anno in corso, che dalle esportazioni nette che hanno fornito un contribuito negativo del 4,7% risultante da una sfavorevole dinamica della esportazioni. Nel 2003 il tasso di espansione dell’offerta è atteso assumere valori nell’ordine dell’1,3%. Consumo interno apparente ed esportazioni nette contribuiranno pressoché in uguale misura alla crescita della produzione di mobili nel prossimo anno, mentre nel 2004 la ripresa della domanda estera sarà la determinante principale dell’espansione settoriale.

Consumo interno

I consumi di mobili del 2002 a preconsuntivo presentano una diminuzione dell’1,6% a prezzi costanti rispetto al 2001, registrando quindi la fine del ciclo di crescita degli anni 1998-2000. A determinare questo risultato negativo hanno concorso in larga misura: l’andamento dei mercati azionari che ha ridotto la ricchezza finanziaria delle famiglie, il trend dell’inflazione che si presenta solo in moderata decelerazione e l’accresciuta incertezza sulle prospettive del ciclo economico. Tutti questi fattori infatti inducono ad una certa cautela nei comportamenti di spesa soprattutto per beni durevoli quali i mobili e il cui acquisto può essere rinviato. Nel 2003, grazie al lento miglioramento del clima economico interno e internazionale, si prevede una ripresa della crescita dei consumi di mobili anche se intorno a valori modesti (1,4%). La spesa delle famiglie in mobili sarebbe spinta nel 2003 dalle misure di alleggerimento tributario, dall'incremento dei salari e soprattutto dell'occupazione, nonché dalla decelerazione dell'inflazione.

Commercio con l’estero

Per le esportazioni italiane di mobili il 2002 si è aperto all'insegna di una flessione. Nei primi otto mesi si è registrata una contrazione di poco superiore al 5% in quantità (quintali esportati), confermando una tendenza negativa manifestatasi già nella seconda parte del 2001. La previsione con riferimento all'intero 2002, presenta una diminuzione pari al 3,6% in quantità. Questo andamento si deve principalmente alla debolezza della domanda mondiale e in particolare di paesi chiave per l’Italia come gli Stati Uniti e la Germania più che al rafforzamento dell’euro sul dollaro. Se il 2003 si lascerà alle spalle, soprattutto nel secondo semestre, le difficoltà che stanno caratterizzando l’economia mondiale nel 2002, ciò si tradurrà in una crescita delle esportazioni italiane del 2% in quantità, aumento che tenderà a rafforzarsi nel 2004.

La maggior crescita del consumo interno nel 2003, unitamente agli effetti di rafforzamento dell’euro, faranno aumentare le importazioni dell’8% medio annuo.

Tab.2           Andamento e previsioni del settore del mobile.
Variazioni annue percentuali

 

2000

2001

2002

2003

Variazioni annue percentuali a prezzi costanti

Produzione

8,1

0,4

-3,3

1,3

Consumo (1)

6,7

0,5

-1,6

1,4

Esportazioni

10,0

0,5

-3,6

2,0

Importazioni

17,3

1,7

5,7

8,0

Esportazioni nette

9,2

0,3

-4,7

1,2

Variazioni annue percentuali

Prezzi alla produzione

1,5

2,4

1,8

2,0

Fonte: elaborazioni Csil su dati di fonte ufficiale e aziendale; 2000-2001 consuntivi; 2002- 2003 previsioni Csil

Note: (1) somma del valore della produzione e delle importazioni, meno il valore delle esportazioni

Prezzi

L’aumento dei prezzi alla produzione nella media del 2002 risulterà del 1,8%, per effetto di una riduzione dei prezzi dell’energia, della dinamica modesta della domanda e del rafforzamento dell’euro sul dollaro. Nel 2003, non vi sono preoccupazioni di eccessivi rialzi dei prezzi interni sia per questioni connesse alla competitività internazionale, in particolare in ambito europeo, che per l’andamento dei prezzi degli input fisici. La dinamica dei prezzi interni non può discostarsi infatti in misura rilevante da quella dei prezzi negli altri paesi dell’Unione Europea, pena sensibili arretramenti delle esportazioni, non più protette in questa area dalla dinamica valutaria.

Rispetto allo scenario prospettato a novembre sono ora cambiate alcune ipotesi di base:

         La guerra è scoppiata con le relative conseguenze sul commercio internazionale e sui prezzi delle materie prime

         il prezzo del petrolio dopo essere salito negli ultimi 4 mesi del 34% e ben oltre il livello previsto, ora è ridisceso, ma è difficile stabilire se rimarrà nella fascia di oscillazione dei 25/28 dollari al barile.

         le previsioni di crescita macroeconomiche dei principali paesi clienti del mobile italiano sono state riviste al ribasso e i segnali provenienti dall’economia americana continuano ad essere contradditori.

         gli indicatori di fiducia dei consumatori europei ed americani sono nuovamente in discesa nei primi mesi del 2003, mentre gli imprenditori tedeschi e italiani iniziano a presentare segnali di ottimismo.

Tutti questi fattori concorrono a determinare uno scenario più negativo rispetto a quello di novembre anche se è ancora molto difficile riuscire a quantificarne gli effetti sul settore del mobile.

Risultano infatti di difficile lettura non solo gli andamenti delle principali variabili macroeconomiche che influiscono sui consumi, ma anche le implicazioni che esse hanno sui comportamenti di imprese e consumatori.

Fatte queste premesse, al momento non abbiamo elementi sufficienti per riuscire a modificare la tabella presentata alla fine di novembre, ma sembra evidente che se verranno confermate e aggravate le condizioni dei primi tre mesi del 2003, è probabile un ribasso dei valori previsti per il 2003.

ESPORTAZIONI

L’Istat ha appena diffuso i dati provvisori sul commercio estero relativi al 2002 dai quali emerge che l’anno si è chiuso con una diminuzione delle esportazioni di mobili del 3,5 in valore e del 5,7% in quantità.

Il mercato statunitense rimane lo sbocco più importante per il mobile italiano, con una quota sul totale pari al 17% e in aumento rispetto al 2001 (+4,1 in quantità e –0,4% in valore). Seguono la Germania e la Francia che costituiscono il mercato di sbocco di un ulteriore 28% delle esportazioni italiane. La situazione di leggera crisi che ha interessato nel 2002 le vendite all’estero del mobile italiano è comune a quasi tutti i principali mercati europei. L'unica eccezione è costituita dalla Gran Bretagna dove si assiste ad un aumento del 15,7% in valore rispetto al 2001. Negli altri due più importanti mercati europei, Germania e Francia, permangono i segnali di crisi. In Germania infatti il consumo di mobili nel 2002 ha subito un calo non indifferente che ha interessato in modo consistente anche i mobili di fattura italiana (-16,5% in valore delle esportazioni italiani verso il mercato tedesco).

Graf. 1         Esportazioni di mobili delle regioni italiane, 2002. Quote percentuali su dati in valore

Fonte: elaborazioni Csil su dati Istat

Al risultato del 2002, le diverse regioni italiane hanno contribuito in modo disomogeneo in ragione della diversa specializzazione di ciascuna di esse. Tra le regioni con flussi in uscita superiori ai 200 milioni di euro, solo la Basilicata e la Toscana hanno registrato tassi di crescita positivi (rispettivamente + 20%, +4% rispetto al 2001). Il Friuli Venezia Giulia ha invece chiuso l’anno in sostanziale stabilità rispetto al 2001. Tra le restanti regioni che detengono una quota rilevante delle esportazioni italiane di mobili, la Lombardia e il Veneto presentano diminuzioni dell’8,5% e del 7,6% in valore rispetto al 2001, mentre Puglia, Marche ed Emilia Romagna contengono le perdite sui mercati esteri al di sotto del 5%.

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