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Direzione Nazionale FILLEA – CGIL
 

 

 

Relazione di Mauro Livi  

a nome della Segreteria Nazionale

 

 

Buongiorno a tutti.

 

            L’obiettivo che ci siamo posti oggi come Direzione Nazionale è quello di discutere e definire – seppur ancor a grandi linee – quali sono le priorità rivendicative da inserire nelle richieste per il rinnovo dei Contratti Nazionali di Lavoro nei settori Legno, Cemento, Lapideo e Laterizi/Manufatti.

            In modo un po’ più preciso affronteremo il contratto del Cemento che come sappiamo scade per primo e precisamente a settembre 2007.

 

            La Direzione Nazionale ha quindi un compito molto importante: definire le posizioni politiche della categoria. Su quelle basi inizierà il confronto unitario con FILCA e FENEAL, che ci dovrà portare nei tempi previsti ad avere le Piattaforme unitarie, a realizzare le Assemblee e la consultazione dei lavoratori ad avviare il negoziato con le controparti.

 

            Il modello contrattuale è confermato. Contratto Nazionale quadriennale (salario ogni due anni) e secondo livello di contrattazione decentrato aziendale (o di gruppo) e/o territoriale.

 

            In che fase politico – sociale collochiamo questi rinnovi contrattuali?

 

Prima però, seppure in  modo schematico alcune brevi considerazioni.

 

1.       La stagione passata ci ha visto ottenere dei buoni risultati sia sul piano economico (gli aumenti salariali sono stati molto vicini alle richieste) che su quello normativo penso al nuovo Inquadramento Professionale nei settori del Cemento e del Legno.

 

2.       Questi risultati sono stati ottenuti in una fase non “brillante” della nostra economia che ha visto soprattutto il settore manifatturiero ridimensionarsi perché colpito da una crisi congiunturale, alimentata da un calo della domanda interna e principalmente da una preoccupante riduzione del “reddito” e dei  “consumi” delle famiglie.

 

3.       I rapporti unitari con FILCA e FENEAL non erano dei migliori anche per il ruolo determinato avuto in quel senso del Governo  di centro – destra che puntava alla divisione sindacale come strategia per affermare meglio la propria politica neo –liberista e conservatrice. Anche attraverso la pratica degli accodi separati (patto per l’Italia). Fra l’altro lo stesso modello contrattuale “attaccato” dalle Associazioni   Padronali era diventato oggetto di  crescenti tensioni  unitarie. Alimentando preoccupanti scenari soprattutto su un  nuovo ruolo da affidare al  Contratto Nazionale ed il rapporto fra questo livello di contrattazione, le sue funzioni e la contrattazione di secondo livello.

 

4.       Gli aumenti “medi” dei salari e delle retribuzioni – nei quattro anni passati – sono andati ben oltre le regole previste dall’accordo sulla politica dei redditi (23 luglio ’93). In modo particolare  scardinando il cosiddetto parametro della inflazione “programmata” troppo distante da quella reale.

5.       I lavoratori in larga misura hanno approvato le intese contrattuali, con un giudizio positivo anche in merito agli aumenti salariali ottenuti. Ciò non toglie che pure in presenza di quell’importante risultato non si sia allargato il malessere ed il disagio verso retribuzioni non più in grado di garantire il potere d’acquisto rispetto al costo della vita. Questo dato è ancora più drammatico per i lavoratori inquadrati nei livelli retributivi più bassi.  

 

 

            Oggi l’economia Italiana va un po’ meglio siamo in presenza di una crescita  del PIL stimato  attorno al 2%, sempre inferiore a quella Europea. Alcuni economisti prevedono addirittura una crescita ancora più robusta.

 

            Una parte delle aziende dei nostri settori, seppure ancora una  minoranza,  ha realizzato passi in avanti notevoli in termini di competitività sui mercati  e di qualità del prodotto. Crescono i mercati di nicchia legati alla qualità penso alla “nautica”, all’”imbottito” e all’arredo in genere nel settore legno. Mentre nel cemento un sostanziale “monopolio” e conseguente cartello dei prezzi genera una crescita costante legata al favorevole cicli dell’edilizia. Nei manufatti in cemento sembra terminato il boom trainato dai provvedimenti legislativi che agevolavano la costruzione di nuovi insediamenti produttivi.

 

            Il lapideo è il settore più in difficoltà. La politica dell’estrazione e vendita dei “blocchi” senza la trasformazione in prodotti finiti non garantisce una prospettiva degna del nome. Qua e la timidi segnali in controtendenza si intravedono ma non sono tali da invertire la tendenza.

 

            Tutto sommato comunque un quadro migliore di quattro anni fa che deve essere di buon auspicio ma senza troppe illusioni.

  

Per tornare alle piattaforme rivendicative dei nuovi Contratti Nazionali, quali sono le nostre priorità?

 

            Non c’è dubbio che il SALARIO  - per quanto detto finora – dovrà essere una richiesta centrale, una priorità assoluta.

 

            Una richiesta salariale che deve essere formulata andando ben oltre l’accordo del 23 luglio. E ciò  va detto con grande chiarezza ai lavoratori,  perché sappiamo bene come le controparti risponderanno a questa nostra rivendicazione che è politica e contrattuale.

 

            E’ questa una prima scelta POLITICA che la Direzione Nazionale FILLEA è chiamata a fare per l’insieme della categoria.

 

 

Contratto Nazionale

 

            Avanzare una richiesta salariale attenendosi alle attuali regole porterebbe il sindacato a chiedere una cifra media mensile  molto bassa attorno ai 70 / 80 euro. Una richiesta che non risponderebbe alle attese e alla necessità di difendere il potere d’acquisto delle retribuzioni, dall’inflazione reale.

 

            Una discussione sul modello contrattuale che dovrà essere affrontata in  modo organico e trasparente e che dovrà vedere le Parti sociale ed il Governo seduti allo stesso tavolo e impegnati a definire gli obiettivi ed i contenuti di una nuova intesa generale.

 

            In attesa che questo avvenga, visto le imminenti scadenze contrattuali, dobbiamo comunque prendere delle decisioni che inevitabilmente sono di tipo  politico. La nostra decisone è di chiedere oltre i 100 euro /mese per il primo biennio del Contratto Nazionale per tutti i nostri comparti.

 

Secondo livello di contrattazione

 

            I dati in nostro possesso, sulla contrattazione di secondo livello realizzata negli ultimi quattro anni, sono poco significativi. Non crediamo si tratti solo di una questione di natura “postale” fra i territori ed il centro che rende complicato l’invio degli accordi. Questo è comunque un problema da risolvere. In generale si presume che la contrattazione decentrata – di secondo livello – riesca a coprire  mediamente fra il 20 % ed il 30% dei  lavoratori occupati nei settori a impianto fisso. Un dato che conferma la necessità di dare un altro tipo di risposta, che non vuole essere per chiarezza in alternativa alla contrattazione decentrata che anzi deve svilupparsi ulteriormente come quantità e qualità.

 

            La proposta che avanziamo  è semplice e certamente non “originale”. Una proposta che risponde solo parzialmente alle questioni sopra ricordate.

 

            Richiedere una sorta di “indennità di mancata contrattazione”, laddove il secondo livello di contrattazione non viene esercitato.  In modo particolare nel settore legno, laterizie e manufatti, lapideo.

 

Questa è una seconda questione “politica” su cui è necessario un pronunciamento esplicito della categoria.

 

Ambiente e Sicurezza

 

            Oltre al salario l’altro tema centrale è quello della SICUREZZA e dell’ AMBIENTE.

Questa volta i rinnovi contrattuali dovranno caratterizzarsi su questa materia se vogliamo rispondere in modo adeguato al crescente numero di lavoratori che perdono la vita, che si infortunano in modo più o meno grave, che subiscono danni alla propria salute in modo permanente.

            E’necessario dare un nuovo impulso e slancio al ruolo dei RLS – più formazione e più ore a disposizione – per essere in grado di svolgere al meglio i compiti previsti.

            Anche le questioni ambientali più complessive, il rapporto con il territorio devono diventare un elemento di confronto con le aziende. Prevedendo una diversa e nuova funzione dei RLS, chiedendo di assumere il compito di RLSA. L’obiettivo principale è quello di anticipare, e non ricorrere soltanto, i problemi quali: estrazione dei materiali (cave), utilizzo dei combustibili (tradizionali e non), emissione dei fumi e/o polveri nell’ambiente circostante gli insediamenti produttivi.  Attivare rapporti con le Istituzioni, le popolazioni in modo da far pesare autonomamente il “nostro punto di vista” rispetto alle aziende e alle questioni che di volta in volta ci porranno.   Attivare tavoli di confronto che portino alla definizione di protocolli d’intesa per “gestire” insieme i problemi che si dovessero presentare. Dotarci di una nuova strategia che abbia al centro la contrattazione preventiva. 

 

Altri temi rivendicativi

 

L’Inquadramento Professionale è tema da riproporre, certamente dove non ci siamo ancora riusciti. Penso al lapideo e Laterizi e Manufatti. Così come sarebbe necessario rivedere alcuni aspetti particolari del nuovo inquadramento nei settori:cemento e legno.

 

Formazione Professionale

L’obiettivo è quello di cogliere tutte le opportunità di formazione e di utilizzo delle risorse disponibili  per qualificare i percorsi di crescita professionale delle maestranze. Formazione legata anche ai nuovi inquadramenti.

 

Orario e Mercato del Lavoro.

Nei passati rinnovi ci siamo difesi bene (anche se non allo stesso modo).

Dobbiamo valutare se in qualche contratto è il caso di presentare alcune richieste.

 

Previdenza integrativa.

Si chiede un aumento del contributo a carico delle Aziende.

 

Scatti di anzianità

Si chiede un aumento del valore congelato  in cifra fissa o aumentare il numero degli scatti.

 

Sanità integrativa

Visto l’accordo realizzato a livello nazionale, dobbiamo scegliere di contrattualizzare il fondo nazionale. Chiedendo una contribuzione alle aziende.

 

Diritti

Aggiornare i contratti alle norme cogliendo anche il lavoro ed il contributo delle compagne di filleadonna.

 

Percorso – Democrazia

             Un tema questo importante quanto delicato sul versante dei rapporti unitari. Sappiamo quali sono e quanto siano diverse dalle nostre le posizioni di CISL e UIL .

            In passato la questione la abbiamo sempre risolta in modo concreto. Coinvolgendo i lavoratori, informandoli  e facendoli alla fine votare sulle piattaforme e sui risultati del negoziato. Proponiamo un analogo percorso. Non fermandoci ai soli  principi ma andiamo al merito, alla sostanza.

 

Questa è la terza questione su cui la categoria deve pronunciarsi

Infine la questione dei tempi.

Noi vogliamo stare nei tempi previsti dalle regole.

Quindi, avere il tempo necessario per la definizione delle ipotesi di piattaforme, il tempo per la consultazione ed il tempo per l’invio alle controparti.

Se tutti lavoriamo bene ce la faremo.

Entro il mese di giugno ’07 dobbiamo inviare le richieste per il cemento.

Entro settembre le richieste per i contratti del legno, lapideo, laterizi e manufatti.

            Infine, ci auguriamo che le nostre controparti ad iniziare da Confindustria siano pronte ad avviare un confronto di merito, che guardi alla sostanza delle questioni, a come affrontare e superare i grandi temi della competitività, della qualità, dello sviluppo sostenibile, dei diritti e delle condizioni dei lavoratori.

 

            Domani, per il cemento, abbiamo un appuntamento importante  a livello unitario. Pensiamo ad una richiesta salariale di 110 euro al mese per il livello AC1 (o AS3).

 

 

            Riepilogo le tre questioni su cui oggi c’è comunque da prendere una decisione:

 

1.       salario – la quantità sarà una richiesta politica,

 

2.       per coloro che non contrattano al secondo livello: indennità di mancata contrattazione;

 

3.       percorso e democrazia: assemblee di informazione e consultazione. 

 

 

 

 

Grazie a tutti.

 

Roma, 8 maggio 2007

 

 

 

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