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Resoconto prima riunione del gruppo di lavoro della FETBB

sul Coordinamento dei CCL per il settore edile, comitato permanente edilizia.

Lubiana, 3 ottobre 2008

 

a cura di Manola Cavallini

 

 

Il tre ottobre scorso nella sede del sindacato sloveno a Lubiana si sono incontrati i componenti del gruppo di lavoro sul “Coordinamento dei CCL – contratti collettivi lavoro – per il settore edile”. Gruppo di lavoro tematico del comitato permanente edilizia della FETBB.

 

Erano presenti alla riunione oltre all’ Italia, un rappresentante della Norvegia, dell’Austria, Belgio, Germania, Svizzera e il coordinatore del progetto Ernest-Ludwig Laux.

 

Compiti del gruppo di lavoro erano:

scambiare informazioni di carattere generale in merito ai CCL per il settore edile;

svolgere indagini specifiche in materia di salari (abbiamo iniziato la discussione a Lubiana), orari di lavoro (riunione prevista maggio 2009), e pensionamenti o prepensionamenti (nel 2010, questo è il punto più controverso, in merito al quale è stato chiesto di fare ulteriori approfondimenti rispetto a cosa veramente vogliamo indagare viste le grandi diversità dei singoli paesi).

Per avere notizie utili al progetto è stato distribuito in giugno un questionario che ancora alcuni paesi devono restituire, che comprende tutti gli argomenti. I paesi che aderiscono al sindacato europeo delle costruzioni sono tutti quelli della comunità europea più Norvegia e Svizzera, quindi 29 Stati.

 

La riunione ha discusso e commentato i questionari arrivati (ne mancano ancora di 17 paesi) e la proposta del coordinatore, Laux, rispetto a come si intende realizzare il progetto, quali paesi coinvolgere, quali i futuri appuntamenti, come rendere i dati raccolti confrontabili, date le diversità esistenti nei vari paesi in cui si svolge l’indagine.

Un obbiettivo che si pone il sindacato è quello di riuscire definire, se possibile, quale è il luogo più adatto per la contrattazione in edilizia (nazionale, territoriale, aziendale, di cantiere).

L’obbiettivo della banca dati è stato fortemente voluto dal vicepresidente italiano, Massimo Trinci, perché nella sua esperienza nel comitato permanente del legno si ricorda di un lavoro analogo, che una volta realizzato si è rilevato molto importante.

 

Questo progetto è finanziato dalla comunità europea con € 150.000, il primo passaggio di verifica del lavoro fatto ci sarà in un seminario FETBB su “Comprendere e salari e il loro benchmarking nel settore dile” che si terrà a Bonn, il 25 e 26 giugno del 2009 (allego prima bozza di programma distribuita).

I paesi coinvolti in modo particolare nell’indagine sono stati Danimarca, Finlandia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Belgio, Polonia e Ungheria. Le scelte sono state condizionate dalla Comunità Europea, ma ciò non significa che non si può allargare il panorama. Noi come Italiani abbiamo posto il problema di una specificità del nostro modello e abbiamo chiesto di essere inseriti nella ricerca, per questo abbiamo fatto tradurre in lingua tedesca alcuni materiali sul nostro modello contrattuale e una sintesi del contratto in edilizia (traduzione a cura del Dott. Ginsburg Nicola, della Segreteria Fillea Firenze). Abbiamo insistito sulla specificità dell’Italia perché nessuno degli altri paesi ha un sistema bilaterale contrattuale come il nostro.

 

L’obbiettivo del progetto è, oltre ad una panoramica europea, riuscire a realizzare un aggiornamento nel tempo dell’indagine, avere tutti conoscenza dei salari dei singoli stati, dato il forte processo di flussi migratori dei lavoratori edili, e dare il nostro contributo alla discussione all’interno della confederazione europea e nel parlamento europeo sulla direttiva “distacco” , argomento oggetto di recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea e diversamente applicata nei singoli stati membri, così come sono diversi i modi di affrontare il tema nei diversi sindacati delle costruzioni a livello europeo.

 

Altro obbiettivo è quello di riuscire a definire delle buone pratiche sugli argomenti del progetto che il sindacato può prendere a riferimento, così come un esempio di “punto di riferimento- livello medio” sul salario sapendo che il progetto deve solo fotografare la situazione dei singoli paesi e poi l’assemblea generale del sindacato delle costruzioni dovrà decidere se questo è un obbiettivo possibile e utile. Nella discussione è già emerso con chiarezza (analizzando dei questionari che nei mesi scorsi sono stati inviati al sindacato di ogni nazione in Europa) che sarà difficile definire questo “livello medio” date le distanze salariali dei singoli stati.

Abbiamo discusso del fatto che forse le differenze derivano anche dall’aver risposto alle domande non interpretandole nello stesso modo, oppure dal peso di oneri diversi che gravano sui salari (lordo e netto), o semplicemente dal fatto che comunque le diversità ci sono e sono molto marcate soprattutto con i paesi di nuovo ingresso nell’Unione Europea. Però guardando il primo report, che evidenziava il minimo del salario orario in Portogallo con € 2,9 all’ora e il massimo in Norvegia con 22,8 euro all’ora, abbiamo valutato che è necessario un colloquio con coloro che hanno risposto al questionario per comprendere bene l’attendibilità e la confrontabilità dei dati raccolti. Questo compito è stato affidato al coordinatore, Laux, che lo inizierà durante il prossimo comitato permanente dell’edilizia ai primi di novembre. In occasione del comitato permanente sarà fatto anche una prima verifica dell’avanzamento del progetto, considerato che mancano ancora le risposte ai questionari di molti stati.

 

Altro obbiettivo che è stato proposto è quello di fare una riunione di tutti i sindacati, una volta raccolti tutti i questionari, in modo che tutti possano spiegare il senso delle risposte date, l’obbiettivo principale da perseguire è una analisi conclusiva del progetto che ci consenta di confrontare il salario di ogni singolo.

Una esperienza analoga era stata già fatta nel 1996 e nel 2003 (l’Italia non aveva risposto), c’è da decidere se vogliamo solo un confronto dei dati odierni o anche uno con i dati raccolti in passato.

 

Per evitare di fare troppe riunioni, oltre a quelle già in programma, è stato proposto di abbinare dei momenti di discussione, sull’avanzamento del progetto, in occasione dei comitati permanenti dell’edilizia; questi saranno sicuramente i momenti nei quali il coordinatore del progetto farà le interviste con i 9 paesi del progetto finanziato, oltre ad altri approfondimenti che riterrà utili.

 

Un altro argomento sul quale si è concentrata la discussione è su chi sono i lavoratori sui quali concentrare la ricerca, perché in ognuno dei paesi coinvolti ci sono diversità rispetto al “lavoratore edile”, ad esempio gli imbianchini in Italia sono nel contratto edile, nel modello tedesco, ma non solo, sono considerati “non stabilmente occupati”. Così come sono considerati “non stabilmente occupati”, se pur nell’edilizia, gli idraulici e gli elettricisti, che in Italia sono nel contratto dei metalmeccanici.

 

Questa discussione ha prodotto la necessità di individuare un “soggetto tipo standard” comune a tutti i paesi e su questo costruire i grafici della ricerca (ne discuterà ancora il comitato permanente dell’edilizia a novembre).

 

La mia impressione è che noi siamo poco considerati dagli altri partecipanti alle discussioni europee nel sindacato. Credo che si possano individuare in due i motivi:

Þ                la nostra lingua o meglio la nostra non autosufficienza nel comunicare con gli altri anche nei momenti informali;

Þ                il nostro modello contrattuale, (il modello prevalente, se non esclusivo in Europa, è quello derivante da fonte legislativa o da contrattazione aziendale, in alcuni casi individuale).

 

 

Roma 15 ottobre 2008

 

 

 

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