Stato del sistema paritetico di formazione professionale

dicembre 2001

 

 Scuole edili

 

99 sedi provinciali dovrebbero avere o un ente scuola costituito ed operante o, comunque, un'attività di formazione professionale avviata, ed in ogni caso ricevere il contributo fissato allo scopo dalla contrattazione di secondo livello ed inviare il contributo al Formedil nazionale in base al Ccnl.

In molte regioni sono presenti centri definibili in pratica "di eccellenza" attraverso l'incrocio dei dati, anche non numerici, relativi alla capacita direttiva, alla flessibilità dell'offerta formativa, ai costi, al numero dei corsi e degli allievi  che li finiscono e che trovano lavoro ( Torino ; Milano, Pavia, Como, Bergamo, Brescia; Verona; Genova; Firenze, Livorno, Lucca; l'Emilia Romagna con l'esclusione di Rimini; Ascoli Piceno; Perugia e Terni; Roma; Salerno; Lecce, Brindisi e Taranto; Matera; Catania, Palermo, Trapani; Cagliari), anche se per alcune di queste scuole recenti vicissitudini della direzione stanno facendo sentire il loro peso negativo. In generale ciò non vuol dire che le altre scuole valgono poco, ma solo che avrebbero bisogno più delle altre del sostegno di interventi razionalizzatori e di un più stretto e migliore coordinamento regionale o anche solo interprovinciale.

In una serie di realtà l'attività dell'ente scuole si sta inaridendo in questi ultimi tempi, o non è mai riuscita a decollare, per le motivazioni più varie : Agrigento, Caltanissetta, Vercelli, Benevento, Avellino, Rieti, Aquila, Pescara, Teramo, Pisa, Ancona, Gorizia, Trieste, Belluno, Treviso, Pordenone possono essere esempi di queste realtà più critiche. Pistoia sta partendo adesso.  

In alcune province non esiste un ente scuola, né abbiamo notizia di attività formative (Oristano, Rovigo, Sondrio, Macerata), in altre la formazione è svolta con la provincia senza rapporti con il sistema (Bolzano), in altre con l'appoggio di altre scuole edili (Isernia con Campobasso, Vibo Valentia con Catanzaro, Aosta con Torino).

 In generale, una riorganizzazione a livello regionale che, usando le risorse umane e materiali presenti, ridefinisca elasticamente compiti ed attività e si presenti con un potenziale nuovo di fronte alla Regione, potrebbe sicuramente interpretare meglio e con costi minori le necessità di perseguire gli indirizzi di attività formativa richiesti dalla situazione attuale e meglio rappresentati dalla riflessione svolta nel resto della documentazione allegata.         

 

Formedil regionali

 

Soltanto 5 regioni hanno un formedil regionale o comunque un'associazione costituti ed operanti, in grado di tentare di coordinare l'attività delle scuole regionali e comunque di rappresentare il sistema di fronte alla regione (Piemonte, Lombardia, Lazio, Sicilia, Emilia Romagna). Dall' 1/10/2000 il formedil siciliano ha un suo finanziamento rappresentato dallo 0,3% delle risorse delle scuole della regione.

In Toscana sta ripartendo una attività di coordinamento del formedil regionale

Per il resto siamo di fronte alla non esistenza pura e semplice o alla costituzione formale di organismi che non operano. In Campania e Calabria sono attivate attività saltuarie di coordinamento di fatto tra alcune scuole.

In ogni caso si è ben lontani dalla realizzazione di un pensare ed agire collettivo in grado di razionalizzare costi e risorse, migliorare i risultati, rispondere alle mutevoli richieste di lavoratori ed imprese ed alle nuove esigenze di legge in materia di accreditamento e certificazione regionali delle sedi e delle attività.

Prevale spesso un pesante campanilismo provinciale a tutto danno della produttività del sistema e dei suoi fruitori.

 

 

 

 

 

 

 

Questa la situazione in sintesi:

ABRUZZO : recepite modifiche Cda Formedil, non operante

BASILICATA : non esiste

CALABRIA : approvato statuto maggio 1994, non operante

CAMPANIA : statuto da modificare, non risulta invio richiesta modifiche, non operante

EMILIA ROMAGNA : costituito ARSE nel '96, operante, trattasi di associazione regionale per il coordinamento delle scuole, impossibilitati costituire formedil per problemi di rapporti tra le controparti imprenditoriali

FRIULI : esiste bozza statuto del'95, mai formalizzato, non operante

LAZIO : statuto approvato, operante

LIGURIA :  statuto modificato, non operante

LOMBARDIA : statuto modificato ottobre '97, operante

MARCHE : non esiste

MOLISE : non esiste, unica scuola regionale

PIEMONTE : operante

PUGLIA : richieste modifiche nel maggio 96, non operante

SARDEGNA : statuto modificato secondo indicazioni CdA formedil nazionale, non operante

SICILIA : operante, finanziato con lo 0,3% delle risorse delle scuole dal 1/10/2000

TOSCANA : di recente ricostituto, non risulta approvazione CdA formedil nazionale.

UMBRIA : non esiste

VENETO : non operante

 

Problemi di accreditamento regionale e certificazione della qualità

 

In materia di accreditamento regionale dei centri di formazione e quindi delle scuole edili e dei formedil regionali, al momento siamo a conoscenza del decreto di accreditamento di tutto il sistema regionale da parte della Regione Toscana, il Formedil nazionale avvierà a breve una rilevazione dello stato dell'arte in tutte le strutture territoriali per monitorare situazione e problemi.

In generale, non sembra complicato accreditare centri di provato funzionamento e di riconosciuta validità, ma occorre far riferimento alle specifiche normative che le Regioni hanno deliberato o stanno per deliberare, la cui conoscenza non è finora sufficientemente nota.

In particolare, in base all'attuazione del recente accordo Stato -Regioni in materia di accreditamento regionale delle strutture operative di formazione e  di loro certificazione. Il ministero ha approntato uno snello regolamento, che ricalca i contenuti dell'accordo. Si tratta di far accreditare ogni scuola, nonché i formedil regionali se svolgono direttamente attività di formazione, presso i competenti uffici regionali, prendendo anche atto della normativa locale esistente, in tempi da definire, ma di certo brevi. In pratica per una scuola già esistente, come le nostre, se in possesso della certificazione ai sensi del sistema di qualità ISO 9001, si dovrà dimostrare il possesso dei soli requisiti relativi ai "livelli di efficacia ed efficienza raggiunti nelle attività svolte ed alle interrelazioni maturate con il sistema sociale e produttivo presente nel territorio". L'accreditamento è sottoposto , oltre che ai controlli pubblici sull'attività, anche alla "applicazione per il personale del contratto collettivo di lavoro della formazione professionale, a partire dal 2003.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In materia di certificazione della qualità, una tra le condizioni previste per l'accreditamento regionale dei centri di formazione, sembra che non ci sia ancora una generale e diffusa coscienza/conoscenza del problema (con le dovute eccezioni : Torino, Emilia, Lombardia, Firenze, Roma, Salerno, Palermo). Il problema è stato affrontato e risolto in alcuni casi, come Modena, attraverso la struttura di Bureau Veritas, Bologna ed altre province emiliane, Firenze e qualche altra realtà, di cui non abbiamo però esatta conoscenza. Più sensibili sono le strutture delle regioni che hanno già da tempo sviluppato politiche di selezione dei centri di formazione, attraverso procedure di qualificazione ed accreditamento, ed hanno emanato (Emilia Romagna e Toscana sicuramente) o stanno emanando norme in materia  (Lombardia, Liguria, Lazio).

Il Formedil nazionale avvierà a breve una rilevazione nazionale per approfondire lo stato dell'arte in materia ed inoltre ha in corso progetti cofinaziati al riguardo (COMBAT-Leonardo, EQUIPE-Leonardo); ha creato sul sito Combat un Forum sulla qualità dei centri internazionalmente interessati per raccogliere le esperienze di diversi paesi ( a partire dal BZB tedesco e dal CEFOBAT francese già inseriti nel progetto Combat).

Le domande che si pongono sono : Certificazione per tutte le scuole edili esistenti ? Si apre una valutazione sulla possibilità/necessità di regionalizzazione del sistema, nonchè di selezione dei centri territoriali da accreditare e certificare ( è possibile pensare anche ad un solo centro regionale da accreditare e quindi da sottoporre alle procedure di certificazione della qualità). Quale certificazione ? A quali costi ? Fatta da chi ? Con i conseguenti problemi della difficoltà di avviare un percorso tipo per realtà assai differenti tra loro; di confrontarsi con le nuove  norme regionali; di non creare un impianto eccessivamente complesso ed alla fine controproducente specialmente in termini di difficoltà di gestione dell'attività; di valutare un giusto equilibrio costi-ricavi-situazione locale ( si può spaziare da 20 a 300 mil.); di far concorrere risorse umane interne attraverso un duro lavoro di adattamento del clima umano; di imparare a pervenire autonomamente alla costruzione di un progetto di certificazione; di  selezionare un ambito congruo di aziende certificatrici, attraverso una lista aperta di società convenzionate, sperimentate, conosciute, all'interno di quelle riconosciute dall'Ente italiano di controllo, a sua volta membro del coordinamento europeo degli enti di controllo; di elaborare linee guida il più comuni possibile.

Sembra insomma necessario un modello pensato per le scuole e costruito sulle loro esigenze, in base alle loro attività, presenti o prevedibili. Come intendere e cosa può significare il processo di certificazione di qualità? Si può oscillare tra il considerarlo un semplice adempimento burocratico per non uscire dal mercato dei finanziamenti pubblici o, invece, attribuirgli anche la principale caratteristica di "riorganizzazione aziendale", ovvero di rimodellamento della struttura e dell'attività correlato a ciò che si fa e si vuole fare, nonchè a ciò che si è e si vuole essere, nell'ambito delle linee guida Uni-Iso 9001( livelli di qualità nella progettazione e realizzazione del sistema produttivo, dell'attività di produzione e degli stessi prodotti ) richiamate dalla norma per le unità operative di f/p. Si tratta quindi di valutare come affrontare sia un processo breve di risposta a tempi e richieste normative, sia un processo meno breve di riorganizzazione del sistema delle scuole edili, che faccia della qualità lo strumento principale con cui meglio collocarsi sul mercato, fino anche a rappresentare un supporto formativo per le aziende del settore in materia di sottoposizione al procedimento di certificazione di qualità.