Progetto F@SE

Formazione Adulti Sistema Edilizia

 

 

 

 

 

 

Materiali di lavoro per una proposta organica di classificazione delle competenze nel comparto delle costruzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Documento a cura di:Maurizio Fanzini e Claudio Cigarini


 

L’esperienza del progetto F@se

Il progetto Formazione Adulti Settore Edile -in sigla F@SE, è nato dall’esigenza d’intervenire su alcuni elementi del sistema di descrizione delle professionalità in edilizia, in particolare su quelli che oggi impediscono il raccordo e la capitalizzazione delle esperienze formative con quelle lavorative nella descrizione della carriera professionale del singolo.

Il riferimento va alle lacune derivanti dalla rigidezza dei sistemi di qualificazione  rispetto alle dinamiche reali del mercato del lavoro, all’elasticità con la quale lo stesso mercato ridefinisce ruoli operativi nel settore.

Finalità generale era la semplificazione del quadro di riferimento, l’identificazione di sistemi più chiari e flessibili, la promozione di metodi aperti, operativi e condivisi su almeno quattro punti:

·        Maggior corrispondenza tra le Qualifiche rilasciate dalla Formazione Professionale e quelle individuate dal principale Contratto di Lavoro edile.

·        Analisi dei Profili settoriali selezionati, sulla traccia dei criteri adottati dalla Regione Emilia Romagna per il rilascio e il riconoscimento della Qualifica della Formazione Professionale.

·        Individuazione di Competenze capitalizzabili e riconducibili ai principali Profili del cantiere, riconoscibili in modo univoco sia dal sistema formativo che dal settore.

·        Descrizione di aggregati di competenze chiaramente riconoscibili e scambiabili sul Mercato del Lavoro, con specifiche sui modi di riconoscimento.

 

I prodotti della ricerca

Conseguentemente agli obiettivi, le azioni di ricerca hanno consentito la realizzazione di diversi materiali che riteniamo utili per una discussione su questi temi:

·        la descrizione in dettaglio di un gruppo considerevole di profili professionali standard per il settore, che ha consentito la copertura di una significativa parte del ciclo operativo dell’edilizia e delle infrastrutture (allegato 1: elenco delle figure professionali descritte);

·        la conseguente proposta di una mappatura di riferimento dei profili professionali standard secondo criteri di aggregazione per categorie operative proprie del ciclo costruzioni. Un’attenzione particolare è stata posta al raccordo fra livelli contrattuali e di qualificazione professionale (allegato 2: sistema delle qualifiche professionali);

·        una proposta di sviluppo di metodologie di identificazione delle professionalità acquisite centrato sul processo di lavoro e non più sulla figura professionale standard, ormai inadeguata a rappresentare profili di competenza sempre più articolati e imprevedibili. L’unità minima prefigurata ha carattere operativo, deve poter essere autonomamente spendibile e riconoscibile sul Mercato del lavoro, e può essere capitalizzata assieme ad altre nella costruzione di competenze complesse o profili vecchi e nuovi per il settore;

·        il progetto ha trovato un suo completamento nella standardizzazione delle modalità descrittive di ogni unità e nella definizione di mappature che consentano di evidenziare e governare i processi di aggregazione delle competenze acquisite nella costruzione dei bagagli professionali dei singoli (allegato 3: Mappa delle Unità capitalizzabili del lavoro edile).

 

La chiave di sviluppo del progetto e le possibili aperture

Tutto il lavoro si è sviluppato in un preciso ambito, quello formativo; le priorità di relazione sono con il sistema pubblico finanziatore, le esigenze sono di razionalizzazione di un sistema di identificazione delle figure professionali sviluppate nella formazione settoriale.

Ma riteniamo che per il sistema delle relazioni con il settore, per l’attualità delle problematiche, per la natura stessa degli enti scuola quanto prodotto possa contribuire ad un dibattito ben più ampio.

Uno dei nodi attuali comune al versante imprese, a quello dei lavoratori e a quello del sistema formativo è nell’identificazione delle reali competenze professionali degli addetti; i motivi sono differenti, di tipo organizzativo, salariale, formativo.

In ogni caso se il settore non riesce più a riconoscersi nelle tradizionali figure professionali, se le competenze riscontrate sul mercato sono sempre più parcellizzate, diventa una priorità l’identificazione di un differente sistema di classificazione delle competenze individuali degli addetti, che integri il sistema delle figure professionali esistenti e consenta di gestire le variabilità introdotte dal sistema produttivo.

 

Un sistema descrittivo

 

 

 

 

 

 

 

 

Macroaree

 

 

 

Aree

 

 

 

Unità Capitalizzabili

 

 

 

Elementi di Competenza

 

 

 

 

Quindi non solo figure, ma competenze più circoscritte e strettamente legate al ciclo produttivo, con particolare attenzione alle forme di parcellizzazione che il mercato attualmente riconosce.

Il lavoro come parametro di riferimento sul quale tutti gli operatori possono intendersi poiché tangibile, circoscritto e oggettivo; si tratta di definire quali competenze per svolgerlo, o meglio per svolgerne unità definite, e soprattutto fino a che punto devono essere parcellizzate queste stesse unità.

Un punto critico è capire quale sia il livello di scomposizione ottimale che tutti gli operatori possono reciprocamente accettare.

Proponiamo un esempio: nel processo edile la figura professionale di riferimento è il muratore polivalente, ma sul cantiere la parcellizzazione delle fasi produttive fa sì che singole lavorazioni siano affidate a professionalità ben più circoscritte che realizzano la sola muratura, o l’intonaco o la muratura faccia a vista ecc.

In questo contesto, saper realizzare l’intonaco diventa quindi una competenza parziale, non adeguata al raggiungimento di una qualifica professionale in senso pieno, ma sufficiente per poter essere spesa autonomamente sul mercato del lavoro: nel sistema proposto una Unità che può vivere da sola, ma anche aggregarsi ad altre nella definizione di profili professionali vecchi e nuovi, e in questo senso Capitalizzabile dal lavoratore per poter essere spendibili sul Mercato del lavoro.

Il sistema di classificazione che il progetto ha sviluppato una sua gerarchia in:

·        macroaree, cioè articolazioni omogenee per area professionale o tematica del processo del costruire, per ciascuna delle quali sia possibile identificare una mappatura di riferimento. Il progetto ha sviluppato l’area del lavoro edile, altre possono essere identificate nella gestione, nella sicurezza ecc.

·        aree di attività, intese come articolazioni omogenee di processi produttivi, all’interno delle quali normalmente si sviluppano i profili professionali standard del settore: nel lavoro edile ad esempio la carpenteria, la muratura, la posa, ecc..

·        unità capitalizzabili (UC), quindi l’identificazione dei gruppi di competenza minimi riconoscibili sul mercato. Costituiscono il mattone del sistema, il riferimento sul quale costruire tutte le professionalità più evolute. L’individuazione e descrizione delle U. C. è avvenuta ancora a scala sperimentale e non esaustiva, attraverso un’analisi di processi e sottoprocessi lavorativi relativi alle aree di attività. In tali contesti sono state classificate quattro tipologie di U.C.: elementari, intermedie, superiori e specifiche per il recupero.

·        elementi di competenza, che rappresentano il livello descrittivo di ciascuna UC, metri e modalità per il riconoscimento della effettiva padronanza del lavoro.

 

Sempre a livello sperimentale si è posta attenzione alla definizione di modello di descrizione della singola UC, del ‘mattone’ del sistema, in modo da renderla chiaramente intelleggibile e da impostare il sistema di riconoscimento delle relative competenze.

Ogni UC sarà quindi descritta in tre aspetti: le competenze necessarie, gli indicatori di padronanza, gli standard del percorso formativo: quanto necessario e sufficiente a tutti gli operatori per intendersi in modo univoco sugli elementi di descrizione, sui parametri di valutazione e sulla formazione necessaria.

 

Scomporre e ricomporre: quali motivazioni, quali prospettive

 

 

 

Gli scopi di un tale sistema sono molteplici, differenti in relazione alle figure che ne sono interessate:

 

Per il lavoratore, qualificare le effettive esperienze professionali, maturate indifferentemente sul lavoro o con interventi formativi; la spendibilità delle Competenze è infatti una potenzialità importante perché rappresenta il fattore determinante per la propria visibilità nel mercato del lavoro, e comporta conseguentemente ricadute di inquadramento e di ordine retributivo.

Una delle possibilità effettive per il lavoratore è quello di vedersi riconoscere le competenze effettive anche se non propriamente riconducibili ad un profilo professionale predefinito.

La definizione delle stesse competenze possedute è infine condizione essenziale per programmare lo sviluppo di percorsi formativi in un’ottica di crescita professionale.

 

Per l’impresa, disporre di griglie per la valutazione delle professionalità, finalizzati alla programmazione dello sviluppo aziendale.

Il metodo è anche in funzione dei sistemi di qualificazione introdotte dalle recenti normative sugli appalti pubblici; il riferimento va alle competenze professionali che l’impresa è tenuta a dimostrare all’interno della propria struttura produttiva per poter partecipare alle gare e realizzare i lavori.

 

Per le strutture formative – disporre di griglie, metodologie e strumenti per operare bilanci di competenze e guidare nella definizione dei percorsi di professionalizzazione finalizzati ai singoli lavoratori e alle imprese in ogni caso aperto a percorsi individuali.

 

Un aspetto importante risiede nella logica di scomposizione per competenze: definire unità minime legate allo sviluppo del processo produttivo, differenti dalle figure professionali tradizionali, consente di accompagnare anche lo sviluppo delle modalità della gestione e realizzazione del lavoro nelle costruzioni.

Nel definire le figure professionali le unità (UC) possono essere ricomposte in modo flessibile: possono ricomporre le figure esistenti, ad esempio il carpentiere, ma anche sviluppare profili sempre nuovi ai quali il settore ci sta abituando, legando fra loro competenze diverse a seconda delle esigenze operative o dei percorsi di apprendimento di ciascun individuo.